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lunedì 2 maggio 2022

Orrori architettonici… e dove trovarli #86 a Burgos (Spagna)

La Chiesa parrocchiale di San Josemaria Escrivá dell’arch. Enrique Villar Pagola (anno 2015).

Lorenzo

Descrizione del progetto: «Il progetto di un luogo sacro viene affrontato da un duplice punto di vista. Da un lato caratterizzare lo spazio in modo che esprima adeguatamente la sua condizione di santità, dall’altro dare una risposta a una serie di esigenze funzionali proprie della liturgia, che a loro volta sono dotate di una grande aria di significati simbolici.
A tal fine ci siamo affidati a forme proprie di linguaggio contemporaneo già esplorate in progetti precedenti (la chiesa di San Giovanni Paolo II a Simancas o la cappella del Collegio Alcazaren, entrambi a Valladolid). Questo è stato applicato anche all’uso dello spazio, alla scala, all’uso e alla caratterizzazione della luce, al trattamento scultoreo dello spazio, al volume e al coordinamento di un programma iconografico unitario in accordo con il linguaggio e le caratteristiche del tempio.
Abbiamo optato per un edificio con volumi definiti che rispondono a tutti gli elementi del programma. Questi consistono nel campanile e un colombario al suo interno, una base continua che costeggia i limiti del perimetro, che ospita il centro parrocchiale con i suoi accessi, e infine, per il tempio, un volume cubico che emerge da una fascia di vetro.
Il trattamento dell’esterno è stato risolto rivestendolo con un solo materiale. Questo era GRC (Glass Reinforced Concrete) con una finitura scanalata, con frammenti di grandi dimensioni e modulazione orizzontale organizzata in livelli. Abbiamo cercato di valorizzare il carattere pubblico dell’edificio nel contesto urbano residenziale. Le aperture per la luce sono state trattate con una scala in funzione del volume globale, unificandole con l’uso del vetro oscurato; i volumi sono stati scavati in modo da formare gli accessi e avere a disposizione spazi di illuminazione su scala minore.
La zona centrale della chiesa è stata progettata a partire da una superficie quadrata che si affaccia sulla cappella per l’uso quotidiano. L’accesso avviene dai piedi della navata, sotto il coro, in modo che lo spazio e la pala d’altare possano essere rivelati gradualmente. C’è una base continua di marmo grigio che mantiene lo stesso livello in tutto lo spazio. In questo spazio ravvicinato si svolgono le cerimonie associate alla liturgia. Il basamento si lega alla topografia del presbiterio e contribuisce a far sì che i fedeli abbiano a disposizione un riferimento di scala ravvicinato rafforzato dal piano orizzontale del coro. Allo stesso tempo stabilisce un piano orizzontale dal quale si estende lo spazio che comprende il più simbolico presieduto dalla pala d’altare e dal santuario, le pareti verticali bianche, la fessura orizzontale attraverso la quale si introduce la luce, e il piano del soffitto blu con una croce incisa.
La pala d’altare è opera dello scultore Javier Martinez. Fin dall’inizio è stato deciso che la pala d’altare sarebbe stata scenica. Tutta la parte anteriore della pala è stata trattata all’unisono come un muro intagliato di grande spessore, che ospita la piattaforma in cui si sviluppa la scena centrale, la nicchia per il santuario e l’alcova con il quadro del santo titolare della chiesa. Sono stati ricercati i contrasti formali e testuali tra i diversi elementi utilizzati. Questi sono, il marmo scuro e liscio sulla base, i grandi pezzi di calcare grezzo nella “predella”, un piano bianco che incornicia la pala d’altare e la trama dorata dello sfondo.» (trad. it.)

Foto esterni:





Foto interni:






4 commenti:

  1. Nonostante la bruttezza generale, questa chiesa ha, per fortuna, almeno tre elementi positivi :
    - Lo spazio di ogni navata è organizzato secondo un asse che va dall'ingresso all'altare, senza dispersioni. Si sarebbero potute separare di più la navata principale e la cappella quotidiana, ma nel complesso i due ambienti sono ben riconoscibili.
    - I gruppi scultorei sono formati da figure naturali, sono proporzionati agli ambienti e raffigurano episodi della vita di Cristo ben riconoscibili (la Crocifissione e la Natività, anche se la seconda è un po' più ostica da leggere).
    - Gli altari sono provvisti da subito delle croci. Certo, questo non risolve il problema del Tabernacolo relegato in una posizione subalterna e il fatto che il celebrante gli dia le spalle quando usa la cappella quotidiana, ma mostra che il messaggio di Benedetto XVI sul Crocifisso cui tutti devono guardare è stato recepito dai progettisti.

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  2. Ma è meravigliosa! Soprattutto l’interno è spettacolare.
    Comunque continuate, state postando meraviglie una dopo l’altra.

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  3. E cosa avrebbe che non va questa chiesa? No perché un conto è dire che un obbrobrio sia brutto ma criticare qualcosa solo perché non è barocco mi pare eccessivo... Questo NON è assolutamente un orrore architettonico ma è una bellissima chiesa, peraltro con il tabernacolo al centro e delle bellissime statue. Non da ultimo ci sono il crocifisso al centro dell'altare e gli inginocchiatoi nei banchi. Si vede che è una chiesa dell'Opus Dei e nella sua semplicità è moderna ma bella. Non c'è nessun "orrore architettonico" in questa chiesa!

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  4. L'esterno non mi convince: troppo squadrato e anonimo. L'interno è gradevole con l'uso di materiali di diversi colori. Molto bello l'altorilievo che fa da sfondo al presbiterio che rifugge dall'atrattume oggi di moda e recupera accanto a ricordi rinascimentali addirittura lo sfondo oro della tradizione medioevale. Bella anche la cappella feriele.

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