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martedì 10 maggio 2022

Francesco e la liturgia. Risposta a The Wanderer #traditioniscustodes

Già Mil, nei giorni scorsi QUI e QUI, ha sostanzialmente, per l'ennesima volta, dimostrato che Francesco si interessa, eccome, di liturgia.
Con un disprezzo totale verso la tradizione liturgica.
Luigi

Duc in altum, 8-5-22
Cari amici di Duc in altum, l’articolo di The Wanderer su papa Francesco e la liturgia ha suscitato numerosi commenti. Tanti i lettori in disaccordo con il blogger argentino, come nel caso del contributo che qui vi propongo.

di Fabio Battiston

Il nuovo contributo di The Wanderer, in merito al presunto disinteresse di Jorge Bergoglio sui temi della liturgia (qui su Duc in altum), non mi trova d’accordo.
Penso che l’aspetto liturgico – o meglio la sua progressiva trasformazione – sia fortemente all’attenzione di questo pontificato. Ciò è dimostrato sia dagli interventi diretti, orientati alla proibizione del vetus ordo, sia da tutte le azioni che non vengono intraprese per fermare, ridurre o condannare l’inarrestabile deriva (neo-pagana, sincretistica e modernista) della liturgia cattolica in tutte le sue forme e in tutto il mondo.
L’atteggiamento bergogliano nei confronti della Fssp non deve a mio avviso trarre in inganno. Francesco l’ha semplicemente ridotta a “riserva indiana”, con l’obiettivo di isolarla progressivamente in un oceano di apostasia liturgica. Negli stessi giorni in cui alla Santissima Trinità dei Pellegrini, a Roma, la Fraternità poteva celebrare il Triduo Pasquale nelle forme tridentine, a distanza di poche centinaia di metri la chiesa dei Santi Celso e Giuliano (retta dai sacerdoti dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote) doveva restare tristemente chiusa in obbedienza all’ukase del vicario di Roma, cardinale De Donatis. Egli già dal mese di settembre 2021, in obbedienza a Traditionis custodes, aveva vietato a qualsiasi parrocchia o chiesa romana la celebrazione delle liturgie pasquali in rito tradizionale. Queste direttive si sono applicate in vario modo dovunque nel mondo, salvaguardando solo le cosiddette parrocchie personali (come la Santissima Trinità). Il punto è che esse non solo sono ormai pochissime ma che non ne verranno più proclamate di nuove. Sarà sempre più difficile per un credente, quando non impossibile, trovare una chiesa dove poter assistere a una messa tridentina. Questa realtà, col tempo, si ritorcerà pesantemente anche sulle realtà seminariali. L’ormai decennale amministrazione bergogliana è fortemente impegnata nel tentativo di scoraggiare, quando non impedire, lo sviluppo di centri in grado di accogliere e formare il peraltro elevato numero di vocazioni “tradizionali” che si sta registrando da diversi anni a questa parte. Insomma, il disegno appare chiarissimo nella sua crudeltà.

Ecco perché sono convinto che Bergoglio sia invece interessatissimo alla liturgia. Essa è infatti una delle armi più potenti a sua disposizione nella realizzazione della nuova Chiesa universalista, obiettivo per il quale è stato eletto. Lo sviluppo sempre più impetuoso di una liturgia “libera”, unito ad una furba guerra alla tradizione plurisecolare sono le due facce di una stessa medaglia e di una medesima finalità. Ridurre progressivamente, fino a renderla insignificante, quella parte di credenti che non vuole piegarsi ai suoi diktat. Quel popolo che, proprio grazie alla liturgia vetus ordo, cerca disperatamente di mantenere vivi Tradizione, Magistero e Depositium Fidei, i più grandi nemici dell’ex Vescovo di Buenos Aires. Ma non ci faremo annientare.