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domenica 12 settembre 2021

Porfiri: l’Ave Maria di Bonaventura Somma.

Un'altra lode musicale a Maria nel giorno della feste del Suo Nome.
Il brano in fondo al post.
Luigi

13 Luglio 2021 Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, il M° Aurelio Porfiri commenta oggi un tesoro della musica sacra, L’Ave Maria di Bonaventura Somma, un maestro di coro dell’Accademia di Santa Cecilia. Buona lettura, e buon ascolto.

AVE MARIA (Bonaventura Somma)

Ci sono autori di musica sacra che sono conosciuti soltanto ad un ristretto gruppo di specialisti e cultori. Fra questi bisognerebbe annoverare Bonaventura Somma (1893-1960), nativo di Chianciano, che fu insigne maestro di coro (Accademia di Santa Cecilia) e maestro di cappella (chiesa di san Luigi dei Francesi a Roma). Il maestro Somma fu un discepolo prediletto di Lorenzo Perosi, che sembra lo volesse come suo successore alla guida della Cappella Sistina. Certamente sarebbe stato un buon candidato, visto che vantava una carriera musicale di tutto rispetto e per il coro della Cappella Sistina si cercava di selezionare musicisti che potessero provare la loro competenza come direttori e come compositori. Però i desideri del Maestro Perosi non furono esauditi per ben altro motivo, cioè che il Somma aveva una situazione familiare irregolare secondo la morale cattolica e non fu quindi possibile proporgli quella posizione. Sarebbe stato interessante vedere un laico all’opera con il celebre coro (e non era l’unico candidato laico, c’era anche Armando Antonelli della Cappella Giulia). Però bisogna dire che il sacerdote che fu scelto come successore di Perosi era senz’altro un fuoriclasse della musica, quel Domenico Bartolucci di cui abbiamo molto parlato.


Il maestro Somma era molto amato dai suoi cantori. Mi diceva uno di essi, Michele Bernocco che conobbi già anziano e di cui ho un ricordo sublime, come di un uomo di profondissima fede e di grande bontà, che dopo la morte di Somma i cantori andavano a visitare la sua tomba al cimitero del Verano per chiedergli di fare certe grazie. Insomma, lo consideravano quasi come un santo. Non so se lo era, ma era certamente un musicista molto ferrato, anche un interessante compositore, armonicamente molto ardito rispetto a quello che si ascoltava mediamente nelle chiese, pur se sempre con un gusto spiccato per la melodia. Era molto conosciuto per le sue Ave Marie, tra cui l’Ave Maria per coro a voci miste e organo, che compendia un poco tutte le caratteristiche del Somma compositore, un gusto spiccato per l’armonia lussureggiante unito ad una cantabilità che guarda molto all’ambiente tardo romantico Italiano del primo novecento, specie a certo verismo ma senza gli eccessi vocali di quest’ultimo. Non si può negare che all’ascolto queste composizioni hanno un certo fascino, anche se sono impregnate di un certo sentimentalismo che è sopportabile esteticamente quando esse provengono da una mano salda come quella del musicista chiancianese ma diviene deleterio quando è nelle mani di musicisti meno dotati. Purtroppo questo sentimentalismo prodotto da musicisti (spesso chierici) di medio livello ma di grande furbizia, oggi impera nelle nostre chiese, contribuendo sempre più, attraverso la santa liturgia, alla generale corruzione morale.