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lunedì 20 settembre 2021

Orrori architettonici… e dove trovarli #54 a Puente Alto (Cile)

Cappella dello Spirito Santo dell’arch. María del Carmen Zegers (anno 2008).

Lorenzo

Descrizione del progetto: «Ci è stato chiesto di progettare una chiesa per una comunità povera in un quartiere periferico di Santiago. Essendo nuovi a questo tipo di sfida, la prima domanda che sorge è: come si pensa una chiesa? Come si progetta? Una grande coincidenza ha portato una giovane teologa nel nostro ufficio, voleva che progettassimo la sua casa. Ci ha detto: “La chiesa è la forma della comunità”.
Questa comunità è gioiosa, generosa e laboriosa. Vogliono uno spazio circolare, dove l’altare sia più vicino alla gente, con ampie navate per incontrarsi e chiacchierare, non vogliono che sembri una casetta, ma che abbia effettivamente l’aspetto di un tempio.
Il gesto architettonico che dà forma alla chiesa cerca di guidarci, avvolgerci e collegarci con il divino.
La forma è generata da un unico muro ascendente che si avvolge su se stesso senza chiudersi completamente, ma aprendosi verso la luce, come mani del Padre Dio che accolgono amorevolmente la sua comunità.
Si creano due vuoti: il vuoto interno per la preghiera e il vuoto aperto nell’atrio, dove avvengono gli incontri. Questi vuoti sono collegati da un percorso che inizia alla base del campanile e prosegue verso il punto più alto della chiesa. Qui, queste diverse grandezze scorrono e dialogano.
L’atrio ha la grandezza geografica del paesaggio andino, e porta anche una grandezza divina. Fa apparire una dimensione verticale dallo spazio urbano, nel contesto di una breve area di edifici. Allo stesso tempo, il campanile diventa una pietra miliare del quartiere, facilmente visibile da lontano. L’assemblea, vuoto interno dove avviene il rito della messa, è uno spazio sereno, silenzioso e centrato.
Entrambi gli spazi scorrono con la forza centrifuga che proviene dal percorso, la cui tensione si dispiega per tutta la lunghezza del perimetro, permettendo una densità di spazio che permette ai diversi aspetti del rito cattolico di svolgersi adeguatamente.
Questo lavoro è stato sviluppato a partire da un unico gesto che sale e si svela, per spaziare tutte le parti del programma. Questo è lo stesso gesto che è stato ricercato anni fa nella casa Calla, una scala diversa di un progetto, dove il gesto viene dalla terra al cielo per connettersi con il divino. Al contrario di quello che succede nella casa, nella cappella il gesto è ascendente, gira su se stesso per aprirsi verso la luce, con una finestra centrale sul tetto che è un simbolo della luce di Cristo.
Le pareti si uniscono fino a una piccola espansione che lascia entrare la luce, come le mani di Dio che accolgono la comunità.
Il lavoro di falegnameria, in questo caso, si riferisce al concetto negativo/positivo, è la modanatura che modella il calcestruzzo quello che richiede un alto livello di conoscenza tecnica, per ottenere le curve continue richieste dal disegno, senza cambiare la vera natura delle forme, dato che il materiale di finitura è il calcestruzzo stesso.
Un dettaglio importante sono i tralicci sui soffitti, e le travi in legno lamellare che definiscono la finestra centrale del tetto, e allo stesso tempo, danno al tetto la sua forma ascendente, evidenziando la centralità dell’altare.
Le grate hanno una funzione acustica fondamentale, specialmente per uno spazio come questo, di carattere religioso. Qui non si dovrebbe avere il riverbero del suono, anche se il cemento e la forma della cappella farebbero in modo che questo riverberi all’interno. L’acustica è stata ottenuta con questo semplice sistema a traliccio, dando allo spazio un comfort acustico efficiente.» (trad. it.)

Foto esterni:





Foto interni:






1 commento:

  1. Sembra il progetto per l'ingresso e l'uscita ad una metropolitana.
    Gli interni rispettivamente 1 e 4 vanno bene come sala cinematografica o sala convegni.
    Elle

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La Redazione