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domenica 25 luglio 2021

Lettera aperta di Bernard Antony a Papa Francesco: «Chi siete voi per giudicare i fedeli alle Messe tradizionali?» #summorumpontificum #traditioniscustodes

Proponiamo – tradotta in italiano dal blog Benoit & moi – una coraggiosa lettera aperta di Bernard Antony, presidente dell’Alliance générale contre le racisme et pour le respect de l'identité française et chrétienne (AGRIF), il quale, a seguito della lettera apostolica in forma di motu «proprio» «Traditionis custodes», si rivolge al Papa riprendendo le (purtroppo) famose parole dallo stesso utilizzate per sdoganare l’ideologia gay con i risultati che abbiamo potuto osservare in seguito.

L.V.


Papa Francesco,

Tutto indica che, con il suo Motu proprio Traditionis Custodes, lei ha senza dubbio perpetrato l’atto più decisivo del suo pontificato fino ad oggi.

Non deve essere stata una cosa da poco per lei, il Papa in carica, decidere di cancellare la misura essenziale promulgata nel 2007 dal suo predecessore: il Motu proprio Summorum Pontificum.

Soprattutto quando quest’ultimo, il Papa Emerito Benedetto XVI, tanto ammirato nella Chiesa e oltre per la sua luminosa intelligenza e fede, è ancora vivo e conduce un ritiro di preghiera e meditazione sul futuro della Chiesa non lontano da voi, nel Vaticano stesso. Soprattutto, l’elaborazione di questo Motu Proprio è stata chiaramente in linea con il desiderio di pace e di rinnovamento della diversità liturgica voluto da San Giovanni Paolo II.

Papa Francesco, il giorno dopo la sua elezione alla sede di Pietro, lei ha maliziosamente detto ai media che si riconosceva essere “un poco furbo”, cioè “un furbetto” in francese. Questo ha rafforzato la legittimità di ogni fedele a non accettare con sottomissione incondizionata tutte le azioni del papa. Tanto più che Lei ha anche espresso l’importanza che da alla Prassi, quella parola specifica nel vocabolario marxista-leninista che designa la preponderanza dell’azione sul pensiero.

E inoltre, tutti gli osservatori, da destra o da sinistra, della sua carriera nella Chiesa fino alla sua elezione, hanno convenuto che la preoccupazione per la liturgia non era una delle sue principali preoccupazioni.

Papa Francesco, non c’è nessuno oggi che creda seriamente che sia stato davvero per preoccupazione dell’unità liturgica che lei ha fatto cadere sulla Chiesa il suo Motu Proprio Traditionis Custodes. Al contrario, si ricordano le vostre azioni a favore di tutti i diversi culti delle religioni pagane, dedicati alla Pachamama in Amazzonia o al Grande Manitù in Nord America.

No, sicuramente non è una passione per l’unitarismo liturgico che ha motivato la sua decisione di pronunciare un grande divieto sulla libertà della liturgia tradizionale della Chiesa cattolica, cioè sulla Messa secolare, conosciuta come la Messa di San Pio V, alla quale è legato un numero sempre crescente di fedeli della Chiesa latina in tutto il mondo, perché è per loro l’espressione più luminosa del rinnovamento del Sacrificio di Cristo sull’altare.

No davvero, Papa Francesco, crediamo che non è solo per una ragione di unificazione liturgica che lei ha emesso questo divieto veramente violento della libertà di culto tradizionale ripristinata dal suo predecessore.

No, il suo divieto, il suo ukaso, è il risultato di una decisione principalmente politica, attentamente ponderata, il risultato anche della sua avversione, così spesso scritta sulla sua faccia, verso coloro che non seguono la sua politica. Questi sono spesso coloro che sono anche attaccati alla conservazione dei dogmi e dell’eredità civile della Chiesa cattolica.

Papa Francesco, fin dalla sua militanza nella Organización Única del Trasvasamiento Generacional (OUTG), il movimento giovanile del peronismo, lei ha mostrato chiaramente le sue predilezioni politiche.

Ricordiamo anche la sua ostentata compassione per il dittatore comunista Fidel Castro, quel crudele carnefice non solo dei suoi nemici ma di tanti suoi compagni di lotta come il poeta Armando Valladares.

Ma la Sua politica più penosa è stata quella dell’”abbandono e del tradimento” della fedele Chiesa di Cina, denunciato con queste parole dall’eroico cardinale Zen, arcivescovo emerito di Hong Kong; una Chiesa consegnata con un accordo di totale sottomissione al dominio del partito comunista di Xi-Jinping.

E lei ha sognato, Papa Francesco, di essere invitato da questo gigantesco dittatore. Ma per quest’ultimo, dopo che gli avete concesso tutto, fino al punto di non reagire alla falsificazione delle scritture pretese dal partito, sostituite da testi maoisti, Lei è ormai inutile!

Papa Francesco, gli argomenti che lei usa contro i fedeli della liturgia tradizionale per giustificarne la messa al bando sono veramente indegni! Sono il risultato di tristi processi di manipolazione e amalgama.

Si ricorda che lei ha detto ai giornalisti su un aereo che la riportava a Roma: “Ma chi sono io per giudicare?

Ma chi è lei per giudicare oggi come fa, secondo questo rapporto dei vescovi inquisitorial-cechisti, i fedeli delle messe tradizionali? Sono da disprezzare perché è tra loro che troviamo le famiglie più numerose? Perché è tra loro che sorgono sempre più vocazioni? Perché è nelle loro case, nelle loro famiglie, la maggior parte delle quali non sono molto ricche, che si fanno sacrifici perché i loro figli siano educati in scuole di convinzione cattolica? Perché è nelle loro parrocchie che gli africani che cercano una buona educazione cristiana per i loro figli sono così spesso accolti? Perché è in queste parrocchie che gli eroici convertiti dall’Islam non sono respinti, ma amati?

È vero che lei, Papa Francesco, ha apparentemente mostrato la sua carità preferenziale per i migranti musulmani.

Per quanto riguarda l’Islam, lei ha anche professato ad Abu-Dhabi la sorprendente affermazione che la diversità delle religioni è il risultato della volontà divina.

E così oggi ha dimostrato che per lei non ci può essere diversità nella Chiesa cattolica se si tratta di mantenere questa liturgia secolare!

Ciò che l’ha preoccupata di più dei molti fenomeni autodistruttivi che stanno scuotendo la Chiesa non è stato lo scisma di fatto della Chiesa in Germania così come è stato plasmato negli anni dal suo caro amico cardinale Marx, non è stata l’attrazione delle reti LGBTQ verso il Vaticano, non è stata la persistenza e persino la rinascita della Messa codificata dal suo grande predecessore San Pio V, ma è stato che dalle comunità dove si celebra, un gran numero di giovani sacerdoti è ordinato ogni anno.

Papa Francesco, dal suo spaventoso Motu Proprio traiamo la triste conferma che lei è un ideologo e un dialettico, un grande Divisore. E in breve, un uomo cattivo. Ma naturalmente lei è il Papa e i fedeli non hanno altra scelta che aspettare che la Divina Provvidenza renda migliore il suo successore.

2 commenti:

  1. Vi state dando continuamente la zappa sui piedi con questi post. Che non fanno altro che confermare ciò che ha scritto Papa Francesco. E voi chi siete per giudicare il Papa, fatemi capire? Avete capito poco e nulla del magistero di Papa Francesco. E lo odiate solo perché non si mette i pizzi, i merletti, la mozzetta bordata di ermellino etc.
    Se iniziaste a leggere realmente le omelie di Papa Francesco, i suoi documenti ufficiali.. vi accorgereste forse che le scemenze che dite sono frutto della vostra fantasia.

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  2. Il finale è un controsenso. Chiunque compie
    un'eresia e Berhoglio l'ha pure firmata, decade dal suo ruolo. Adriano II afferma che se un papa esterna eresie, agli infériori è dato di non seguirlo e deporlo

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