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martedì 22 giugno 2021

Breaking news! Il Vaticano contro il DDL ZAN: "Viola il Concordato" (CORRIERE e ANSA)

FINALMENTE! 
L'atto diplomatico formale - riconosciuto  alla S. Sede dai Patti Lateranensi - è stato consegnato il 17 giugno 2021 dal Segretario della Sezione dei Rapporti per gli Stati della Segreteria di Stato all'Ambasciata dell'Italia presso la S. Sede. Mai successo prima d'ora dal 1929!  
Si vedano la notizia e i dettagli sul testo della "nota verbale" e della macchina diplomatica: sul Corriere (a seguire, il grassetto è nostro). 
Le prime reazioni dei politici: su ANSA (più sotto). 

QUI il COMMENTO DI MONS. SUETTA vescovo di Ventimiglia - San Remo: "Il DDL Zan va fermato: è una deriva pericolossisima" intervistato da M. Tosatti (22.6.2021).

QUI UN COMMENTO DI ROCCELLA PER "L'OCCIDENTALE": "Una botta senza precedenti - Un'iniziativa, quella del Vaticano, sulla legge Zan, senza precedenti, che ha lasciato la sinistra e i 5 Stelle intontini e senza parole"  (22.06.2021).

Roberto

CORRIERE - 22 giugno 2021, ore 
La richiesta formale al governo italiano attraverso il Segretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher. L’atto consegnato il 17 giugno. Non era mai successo
Il Vaticano ha attivato i propri canali diplomatici per chiedere formalmente al governo italiano di modificare il «ddl Zan», ovvero il disegno di legge contro l’omotransfobia. Secondo la Segreteria di Stato, la proposta ora all’esame della Commissione Giustizia del Senato (dopo una prima approvazione del testo alla Camera, lo scorso 4 novembre), violerebbe in «alcuni contenuti l’accordo di revisione del Concordato». Si tratta di un atto senza precedenti nella storia del rapporto tra i due Stati — o almeno, senza precedenti pubblici —, destinato a sollevare polemiche e interrogativi. Mai, infatti, la Chiesa era intervenuta nell’iter di approvazione di una legge italiana, esercitando le facoltà previste dai Patti Lateranensi (e dalle loro successive modificazioni, come in questo caso).

La «nota verbale»

A muoversi è stato monsignor Paul Richard Gallagher, inglese, segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato. In sostanza, il ministro degli Esteri di papa Francesco. Lo scorso 17 giugno l’alto prelato si è presentato all’ambasciata italiana presso la Santa Sede e ha consegnato nelle mani del primo consigliere una cosiddetta «nota verbale», che, nel lessico della diplomazia, è una comunicazione formale preparata in terza persona e non firmata. Nel documento — pur redatto in modo «sobrio» e «in punta di diritto» — le preoccupazioni della Santa Sede: «Alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato — recita il testo — riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato».
Un passaggio delicatissimo.

I commi

Questi commi sono proprio quelli che, nella modificazione dell’accordo tra Italia e Santa Sede del 1984, da un lato assicurano alla Chiesa «libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale» (è il comma 1); e, dall’altro garantiscono «ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» (il comma 2). E sono i veri nodi della questione.

«Libertà a rischio»

Secondo il Vaticano, infatti, alcuni passaggi del ddl Zan non solo metterebbero in discussione la sopracitata «libertà di organizzazione» — sotto accusa ci sarebbe, per esempio, l’articolo 7 del disegno di legge, che non esenterebbe le scuole private dall’organizzare attività in occasione della costituenda Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia —; ma addirittura attenterebbero, in senso più generale, alla «libertà di pensiero» della comunità dei cattolici. Nella nota si manifesta proprio una preoccupazione delle condotte discriminatorie, con il timore che l’approvazione della legge possa arrivare persino a comportare rischi di natura giudiziaria. «Chiediamo che siano accolte le nostre preoccupazioni», è infatti la conclusione del documento consegnato al governo italiano.


Cosa succede

Il giorno stesso, a quanto risulta al Corriere, la nota sarebbe stata consegnata dai consiglieri dell’ambasciata italiana presso la Santa Sede al Gabinetto del ministero degli Esteri di Luigi Di Maio e all’Ufficio relazioni con il Parlamento della Farnesina. E ora si attende che venga portata all’attenzione del premier Mario Draghi e del Parlamento. Ma cosa potrebbe succedere adesso? In teoria, stando al Concordato, potremmo essere davanti anche all’ipotesi in cui, di fronte ad un problema di corretta applicazione del Patto, si arrivi all’attivazione della cosiddetta «commissione paritetica» (prevista dall’articolo 14). Ma è presto per trarre conclusioni. L’unica cosa certa è che siamo oltre ad una semplice moral suasion.

Il salto di qualità

Il punto, come detto, riguarda proprio il «livello» su cui la Santa Sede ha deciso, questa volta, di giocare la partita. Le critiche della Chiesa al «ddl Zan» non sono certo nuove. Sul tema la Cei è già intervenuta ufficialmente due volte: la prima nel giugno del 2020 («Esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio», dissero all’epoca i vescovi); e la seconda non più tardi di un mese e mezzo fa («Una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza», era stata la nota del presidente Gualtiero Bassetti). Per non parlare delle singole prese di posizione («È un attacco teologico ai pilastri della dottrina cattolica», ha affermato di recente, per esempio, il vescovo di Ventimiglia-Sanremo Antonio Suetta»). Ma si è sempre trattato di pur legittime prese di posizione «esterne», «politiche». Come le tante, dirette e indirette, cioè mediate dai partiti di riferimento, registrate negli anni (nel 2005 il cardinal Ruini arrivò a schierarsi pubblicamente a favore dell’astensionismo nel voto referendario sulla fecondazione assistita). Ma mai si era attivata la diplomazia. Mai lo Stato Vaticano era andato a bussare alla porta dello Stato Italiano chiedendo conto, direttamente, di una legge.

***

ANSA - 22 giugno 2021, ore 11:40
[...]

"Bene. Ringrazio il Vaticano per il buonsenso. Lottare contro ogni tipo di discriminazione e di abuso di violenza è nel nostro Dna perchè ognuno deve essere libero di amare, vivere e di scegliere come condividere la sua vita". Lo ha detto Matteo Salvini a Lamezia Terme per inaugurare una sede della Lega. "Del Ddl Zan - ha aggiunto - abbiamo sempre contestato il fatto che fosse un bavaglio nei confronti della libertà di opinione. Quindi, se c'è la volontà di ragionare insieme su un testo che non intacchi questo principio e che tuteli da ogni discriminazione noi siamo assolutamente d'accordo".

"Noi sosteniamo la legge Zan e, naturalmente, siamo disponibili al dialogo. Siamo pronti a guardare i nodi giuridici ma sosteniamo l'impianto della legge che è una legge di civiltà". Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta a 'Radio anch'io' su Radio Rai 1 a proposito della notizia di una iniziativa della Santa Sede contro il disegno di legge Zan.

"Aspettiamo di vedere i testi e leggerli. Ma rimaniamo convintamente a sostegno del ddl Zan". Così fonti del Nazareno, interpellate dall'Ansa, chiariscono la posizione del Pd dopo l'intervento del Vaticano e dopo le parole del segretario del Pd Enrico Letta.

"La mia proposta è sempre valida. Riuniamo i presidenti dei gruppi del Senato e i capigruppo in commissione e sediamoci a un tavolo. Le audizioni si possono ridurre. Inauguriamo, finalmente, una fase di confronto, leale e costruttivo. Letta dia seguito a questa apertura e il Pd si sieda al tavolo". Così il senatore leghista, Andrea Ostellari, presidente della commissione giustizia a palazzo Madama dopo che il segretario dem si è detto pronto al dialogo sui nodi.

9 commenti:

  1. Ed era (anche) ora.Anzi troppo tempo si è perso .Spero che si riesca a fermare questa legge liberticida.Con la magistratura che abbiamo una legge come questa sarebbe un disastro.Stiamo giocando col fuoco.

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    1. Sempre che qualcuno poi non tiri le orecchie al Mons. Gallagher e lo spedisca a fare il Nunzio alle Barbados. Questa, invece, non sarebbe la prima volta...

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  2. L'Italia e l'Europa che denunciano il libero parlamento ungherese che vota libere leggi, non fanno ingerenze. I Servizi che confezionano ribellioni e sovversioni chiamandole "primavere non fanno ingerenze. I pasticcioni di stato che nascondono e sopprimono le prove degli affari sporchi della famiglia Biden, e di tante altre famiglie di potenti "amici" loro, non fanno ingerenze.

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  3. I sostenitori del DDL Zan inneggiano all'importanza dell'amore e della libertà, concetti che gli ha donato Cristo ma poi di Cristo se ne dimenticano per tutto quello che gli fa comodo. Grande confusione. Andrebbero aiutati a capire meglio cosa sia il concetto di amore e libertà

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  4. Ma un referendum no? Con un referendum non passerebbe il DDL Zan

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  5. Quindi se un domani due fratelli volessero per amore fare figli e fare incesto, o un padre con una figlia in nome dell'amore (amore come è inteso dalla lobby gay), o un essere umano sposarsi con un animale sempre in nome dell'affetto, ogni volta dovremmo creare una razza ad hoc e fare un decreto? Il PD ha solo l'obiettivo di dare fastidio ai cristiani, non fa nulla di logico e nulla legato agli ideali e obiettivi della sinistra vera. Infatti vogliono l'immigrazione musulmana e i musulmani sono persecutori verso gli omosessuali, quindi l'obiettivo è dare fastidio a Cristo. I gay sono ampiamente tutelati da leggi costituzionali, questo che stanno facendo è dare fastidio alla Chiesa, ne più e ne meno, creando un precedente pericolosissimo che va aldilà del contenuto (omosessualità). Lo stesso segretario del PC ha detto che si stanno confondendo i diritti con i desideri. Io credo serva un referendum al più presto, in Italia non può passare una legge così perchè è fuori di testa che un gruppo voglia proclamarsi razza in base ai piaceri sessuali.

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    1. Cosa c'entra il referendum? I referendum si fanno per abrogare una legge, adesso lo Zan non è legge.

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  6. Vorrei sapere di quale Parlamento e democrazia parla Draghi, lui che non è stato eletto.

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  7. Il ddl Zan è tutto sbagliato, dall'inizio alla fine. Non deve essere modificato o revisionato, non c'è nulla da ragionare insieme a nessuno su una legge completamente inutile e che non deve esistere.

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AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione