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lunedì 17 maggio 2021

Orrori architettonici… e dove trovarli #36 a Cavernago (BG)

Centro parrocchiale dell’arch. Paolo Belloni (anno 2019).

Lorenzo

Descrizione del progetto: «Il Nuovo Complesso Parrocchiale è stato affidato a seguito di concorso ad inviti bandito dalla Parrocchia con il supporto dell’Ufficio beni Culturali della Diocesi di Bergamo su indicazione della Conferenza episcopale italiana che ha parzialmente finanziato l’opera.
Il nuovo complesso è costruito nel cuore di un tessuto urbano, due storici castelli nelle immediate vicinanze della città di Bergamo dove le colline lasciano spazio alle grandi distese agricole.
Il tema del recinto permette di cucire funzioni molto distinte in un unicum architettonico riconoscibile nel territorio. Edifici massivi, semplici ma forti ed essenziali si presentano distesi ed integrati nel paesaggio.
L’asse della nuova chiesa è disposto est ovest ed è parallelo a quello delle due chiese di Malpaga e Cavernago trovando un forte legame che, seppur strettamente concettuale, costituisce un importante elemento simbolico per sottolineare l’appartenenza delle tre chiese ad un’unica comunità.
Il Progetto rivendica il ruolo dello spazio sacro come luogo di permanenza, un punto di riferimento, solido e vero. Per il progettista un luogo sacro non deve temere il tempo. Il lavoro si concentra sulla materia, sull’ossatura e sulla solidità, in contrasto ad un contesto che ci immerge nell’effimero, nel temporaneo, nell’usa e getta, nel riciclabile che alla fine riciclabile non è.
Un’unica materia e un unico colore caratterizzano un’architettura essenziale che declina il senso di preziosità e ricchezza nelle differenze delle superfici e della loro diversa reazione alla luce.
Un’unica materia, un unico colore perché non c’è bisogno di ricchezza e di ridondanza, c’è bisogno di essenzialità e di verità perché, come ci ricorda Romano Guardini, “solo ciò che è vero è sacro”. La ricchezza è data dalle differenze di superfici e dalla loro diversa reazione alla luce.
L’intero complesso è realizzato con cemento armato a vista opportunamente texturizzato, il colore è quello della terra arata asciugata dai raggi del sole.
L’obiettivo è stato quello di risolvere con un unico materiale le tre funzioni principali: struttura, isolamento, finitura. Il “carattere” delle murature sia esterne che interne è quello di compattezza ed uniformità. Il riferimento principale è quello della tradizione romanica e gotica nella quale le chiese erano di fatto manufatti edilizi nei quali c’era assoluta continuità di materiale unico, monolitico, in continuità tra interno ed esterno, edifici massivi, semplici ma forti proprio perché essenziali.
Nella parete della facciata e dell’ingresso sono stati inglobati “reperti” provenienti dal territorio circostante a richiamare l’origine agricola di questo luogo e inserti in marmo bianchi e neri a sottolineare la presenza delle due parrocchie che si fondono in un’unica chiesa.
L’“abbraccio” è riferimento che definisce la struttura elementare dello spazio e il ruolo del nuovo centro pastorale, quale luogo di aggregazione, di inclusione, aperto a tutti e coniuga la volontà di apertura e dialogo verso l’esterno con l’esigenza di controllo dello spazio e di restituzione di una scala territoriale.
L’Architettura della chiesa si esprime attraverso un linguaggio “contemporaneo” ma individua le ragioni del proprio principio compositivo in riferimenti che si inseriscono in modo chiaro e diretto con la tradizione costruttiva delle chiese campestri del romanico dove l’uso di un’unica materia propone continuità tra interno ed esterno, tra pareti e pavimento.
L’elemento caratterizzante l’architettura esterna della Chiesa è rappresentato dall’innalzamento della facciata sud con un volume inclinato che coniuga la necessità di introdurre un segno che identifichi la propria presenza nel territorio e la volontà di lavorare con uno sviluppo prevalentemente orizzontale rinunciando alla presenza del campanile. Un grande occhio aperto verso l’alto e verso ovest che rappresenta un elemento di proiezione simbolica verso il cielo permettendo un abbondante ingresso di luce molto concentrata. Il prospetto nord è caratterizzato da una leggera inflessione della facciata che indica il portale di ingresso alla chiesa e crea una zona porticata di sosta e incontro. Le altre funzioni sono ospitate in volumi molto semplici ed orizzontali con una struttura molto compatta e con poche aperture verso l’esterno ma più aperti e permeabili verso l’interno.
Lo spazio interno della chiesa coniuga l’impostazione assiale tradizionale con una spazialità più “centrale”. L’ingresso laterale, annullando effetti di retorica monumentalità, obbliga ad un movimento di rotazione dello sguardo in un crescendo di prospettive e fino al fondale che lascia intravvedere il “chiostro” che caratterizza il fondo visivo del presbiterio. Lo spazio interno è organizzato lungo un ideale spazio ellittico che accompagna i fedeli dal sagrato all’interno della chiesa.
L’altare è un parallelepipedo “radicato” direttamente nel terreno. Attorno all’altare è cresciuto il nuovo edificio. La parte emergente è a base quadrata di dimensioni 120×120 cm ad enfatizzare la sua centralità.
Il fonte battesimale si trova in prossimità dell’ingresso ma, grazie ad un avanzamento di quest’ultimo, si trova in una posizione relativamente baricentrica per favorire la necessaria partecipazione durante la celebrazione di questo sacramento.
Se l’altare è radicato nel terreno e il fonte battesimale cerca una relazione tra terra e cielo, l’ambone, il luogo della parola è concettualmente e fisicamente relazionato con il cielo, con l’alto, non tocca il suolo ma è sospeso ed è illuminato da un importante lucernario che capta la luce naturale.
In sequenza lineare con l’area del battistero è collocata una zona di sedute per i fedeli e lo spazio per il coro e l’organo.
L’aula presbiteriale ospita ambone, altare, sede e tabernacolo ed è caratterizzata da uno spazio che si compone di piani orizzontali e verticali. Ogni singolo elemento assume la scala dimensionale dell’intero presbiterio senza perdere la propria autonomia funzionale e liturgica. Il fondale di questo luogo che si solleva da terra di un solo gradino è costituito da una parete che termina a metà altezza lasciando intravvedere al suo retro la presenza della vetrata di tamponamento della chiesa, che conferisce profondità visiva, prospettica e di intensità di luce all’intero presbiterio e apre lo sguardo verso un giardino intercluso che rappresenta un luogo contemplativo. In corrispondenza del fondale è presente una nicchia intagliata direttamente nella parete ad ospitare il tabernacolo. In questo modo si mettono in relazione il corpo e la croce di luce collocata in facciata al termine della via Crucis e non visibile dall’assemblea.
La penitenzieria è collocata sul fondo della chiesa nella zona prossima all’ingresso principale, orientata verso ovest ed in posizione defilata rispetto al luogo della celebrazione. Adiacente alla penitenzieria è ricavato uno spazio che ospita una raffigurazione della Madonna che, in asse con l’ingresso, assume il significato della Madre che accoglie e che si congeda dall’Assemblea. In prossimità è stata realizzata la via Crucis.
La luce naturale penetra lo spazio in pochi e misurati momenti.
La luce artificiale interviene con diversi livelli di configurazione gestiti da un sistema che permette di sottolineare in modo corretto le differenziate azioni liturgiche nei vari momenti dell’anno. Grande forza espressiva è attribuita all’illuminazione a soffitto realizzata attraverso fori a con vario diametro che restituiscono una sorta di costellazione che rende particolarmente suggestivo l’intero spazio.
Pavimento, pareti e soffitto si susseguono senza soluzione di continuità in una composizione poligonale evidenziata da differenziate modalità di riflesso della luce naturale e artificiale. Alcune porzioni di rivestimento sono trattate con doghe in massello di frassino naturale. Le restanti parti sono dello stesso getto a vista color terra ocra che caratterizza la facciata esterna. Lo spazio interno assume un’atmosfera accogliente e calda.
A completare lo spazio architettonico sono presenti altre opere dell’artista Gianriccardo Piccoli che oltre al Tabernacolo, alla via Crucis e al quadro raffigurante l’immagine mariana ha realizzato anche un’installazione adiacente al fonte battesimale, una parete rasata con intonaco di calce sulla quale con un chiodo potranno essere incisi a graffito i nomi dei bambini che verranno battezzati nella nuova chiesa.
Le funzioni principali dell’oratorio si dispongono sul perimetro definendo i due lati est e nord del lotto, lasciando un ampio spazio libero al centro, una corte, un cortile, una piazza, un’aia che possa accogliere con grande flessibilità le attività all’aperto. Le funzioni ludico/ricreative e quelle di catechesi/formazione sono distribuite in due corpi di fabbrica connessi ma relativamente autonomi, messi in relazione reciproca in un unico architettonico. Un ampio porticato protegge il collegamento tra i due corpi di fabbrica. Il Programma è molto semplice, nell’ala est trovano spazio due aule per la catechesi e l’attività dei ragazzi e un’aula più grande in grado di ospitare circa cento persone e che può essere utilizzata per incontri aperti alla comunità, presentazioni, e momenti di riflessione. I servizi igienici e uno spazio polifunzionale all’occasione utilizzabile come cucina per le attività conviviali nel corso dell’anno completano il programma di questo corpo di fabbrica. Il corpo nord ospita invece uno spazio “bar” e di convivialità, altre due aule per incontri e catechesi e i servizi.
Nell’area a prato a nord, in adiacenza al preesistente parco pubblico sono state collocate attrezzature per il gioco dei ragazzi e dei bambini realizzando uno spazio a disposizione per i momenti di incontro comunitari che occasionalmente possono coinvolgere alcune centinaia di persone contribuendo in modo significativo alla lettura della nuova struttura come un luogo di identità comunitaria all’interno del tessuto urbano.»

Foto esterni:





Foto interni:






5 commenti:

  1. Signore, abbi pietà di loro... fra Chiesa orrende (per essere gentili) e preti oscenamente ballerini, e tutto il resto, per quanto ancora reggerà la Tua Santa pazienza?

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  2. Un bunker. Fa pensare alla guerra atomica. E l'altare è la pietra nera della Kaaba.

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  3. Questa e' veramente un ORRORE !!!
    Ehssì e' sicuramente integrato nel paesaggio..specialmente con i castelli !!!
    6 punti esclamativi posson bastare .
    Fra tutte quelle pubblicate questa dovrebbe avere nell'ordine : il Nobel , l'Oscar,il Davide di Donatello , il telegatto .
    Sarebbe interessante saper quanto e' costata 'sta colata di cemento !?

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  4. Sembra la sala mensa della Morte Nera! Spero che i "fedeli" la disertino in massa.

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La Redazione