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giovedì 8 aprile 2021

Mons. Careggio: Guai al Sinodo se tradisse Gesù Cristo con compromessi per piacere al mondo. No al virus mortifero "filo-protestante". I fedeli vogliono che i preti parlino di Dio

Sembra che la diocesi di Ventimiglia - San Remo sia un oasi felice (e ortodossamente retta) tra quelle italiane: gli ultimi due ordinari infatti spendono coraggiose parole da veri pastori e in difesa della Chiesa Sposa mistica di Cristo, contro quella che sembra essere oggigiorno diventata la concezione di una Chiesa/OMG degli umini, ahimè sempre più diffusa e normale. 
Dopo le note granitiche prese di posizione dell'attuale vescovo diocesano Mons. Suetta, ritorna a scrivere anche il vescovo emerito, Mons. Careggio, che dopo la durissima invettiva contro l'epidemia dell'aborto, ieri ha tuonato contro i rischi di una deriva "protestantineggiante" della Chiesa (tramite i vari Sinodi, tedesco e italiano in particolare) e ammonisce i sacerdoti e i confratelli vescovi a non svendere Gesù Cristo con compromessi secolari per piacere al mondo e li invita a tornare a parlare di Dio (e non di assistenzialismo sociale ecc). 
Riportiamo la sua lettera pubblicata su LaNuovaBussolaQuotidiana, di ieri 7.4.2021 "Una fede senza compromessi". 
Roberto. 
   
«Se si pensasse di rivitalizzare la Chiesa italiana ispirandosi a quella tedesca sempre più attratta dal modello protestante, s’importerebbe un virus mortifero. Facinorosi avventurieri del "nuovo ad ogni costo" hanno distrutto tutto: Dio e l’uomo». In vista del Sinodo della Chiesa italiana, la Bussola ospita la riflessione del vescovo emerito di Sanremo, Alberto Maria Careggio. «La nostra epoca è tornata pagana, dovremmo riprendere la predicazione di San Paolo, che non faceva sconti a nessuno e non ha tradito Gesù con compromessi».

In vista del futuro Sinodo della Chiesa italiana s’incomincia a leggere alcuni articoli molto stimolanti su questo evento richiesto dal Santo Padre per rivitalizzare la Chiesa che è in Italia. Quelli letti di recente mi hanno spinto a riprendere la penna in mano, stante il fatto di essere ancora iscritto all’Albo dei Giornalisti della Valle d’Aosta e ordinato sacerdote nel 1966, pochi mesi dopo la fine del Concilio Vaticano II. Eravamo etichettati come i “preti del Concilio”. Oggi sono un vescovo emerito.

Le attese e le speranze riposte nel prossimo Sinodo sono all’orizzonte di chi ama la Chiesa e la vorrebbe viva e santa. Si tratta di trovare la strada giusta, riferendosi al Convegno di Firenze, e non dimenticare la ricchezza dell’evento Conciliare, nel quale «la religione del Dio che si è fatto uomo s’è incontrata con la religione (perché tale è) dell’uomo che si fa Dio». La citazione, una magistrale sintesi dello stesso[1], è tratta dall’omelia di Paolo VI, fatta nella 9ᵃ sessione pubblica a conclusione del Concilio stesso.

A prescindere da tutte le tematiche che potranno essere discusse nel futuro Sinodo, sarebbe scoraggiante pensare che gl’incontri alla base dei lavori fossero, come spesso succede, una lunga serie d’interventi, con molte parole, e con risultati non adeguati alla gravità della Chiesa italiana, sempre più scristianizzata come la stessa Europa.

A mio modesto avviso, se si pensasse di rivitalizzare la Chiesa che è in Italia, ispirandosi a quella parte dei cattolici tedeschi (con non pochi vescovi), sempre più attratti dal modello liberale di Chiesa evangelica protestante, s’importerebbe un virus mortifero, che danneggerebbe la fede, tanto quanto il diabolico Covid-19 oggi distrugge i corpi. La Chiesa evangelica tedesca, con tutte le sue posizioni liberali, soprattutto in campo etico, è ridotta ad una frequenza di fedeli dal 3 al 5 per cento. Se fosse questo l’orientamento del nostro prossimo cammino sinodale, il rischio – secondo me – sarebbe quello di seminare vento per raccogliere tempesta, ma certo non le

Avendo insegnato per anni la Religione cattolica nelle scuole pubbliche, e vissuto anche molto con i giovani, mi pongo spesso questa domanda: perché, nel passato non remoto, nonostante tutto, la loro presenza era ancora “visibile” nelle nostre comunità parrocchiali e oggi si sono talmente diradati dallo scomparire quasi del tutto? Quando il sacerdote, oltre che a scuola, era disponibile per essere accanto a loro tanto nella scuola, quanto nell’oratorio e sulla piazza, i buoni risultati non mancavano, anche per buone vocazioni al sacerdozio.

Nel libro Gente di poca fede, l’autore, Franco Garelli, rileva come lo scenario religioso è in grande movimento in un paese (Italia) in cui crescono l’ateismo e l’agnosticismo tra i giovani. I dati da lui raccolti denunciano che la religiosità dei giovani dai 18 ai 29 anni è in vistoso ribasso. I non credenti, aumentati del 30%, sono un quarto della popolazione. I giovani increduli sono passati in pochi anni dal 23% del 2007 al 28% del 2015. Il 35 - 40 % di questi si dichiara “senza Dio”, ” senza preghiere”, “senza una pratica culturale”, “senza una vita spirituale”. I giovani “credenti e attivi” sono ridotti ad una piccola minoranza del 10,5% [2].

Questi pochi dati sono eloquenti per evidenziare come la Chiesa non sia riuscita a trasmettere la ricchezza di fede e di speranza contenute nel Concilio: lo si è letto poco e quel poco è stato stravolto. Sarebbe necessario riprenderlo per recuperare quanto è stato distrutto dai facinorosi e faziosi avventurieri che, col “nuovo ad ogni costo”, hanno distrutto tutto: Dio e l’uomo.

Se consideriamo che la nostra epoca è ritornata pagana, come i tempi apostolici, dovremmo forse riprendere i contenuti della predicazione di San Paolo, il quale non faceva sconti a nessuno: non ha tradito il Signore Gesù Cristo con i compromessi, di cui noi siamo maestri. La sua lettera ai Romani è chiara e coerente.

Mi auguro e sin d’ora prego perché il nuovo Sinodo porti buoni risultati. Da operaio siderurgico qual ero prima della mia entrata in seminario, posso dire in coscienza che chi lavora chiede giustizia sociale, ma dal prete e dalla Chiesa vuole sentir parlare soprattutto di Gesù Cristo, senza il quale non si può fare proprio “niente”. Oggi, dovendo uscire di casa per fare la spesa, la gente mi vede e si ferma! Le persone che incontro sono sfiduciate, deluse e vivono di paure. Sono sature di problemi sociali e lo dicono apertamente. Sono ammirate dai buoni esempi dei laici in campo caritativo, ma da noi, Preti e Vescovi, desiderano sentirsi parlare più di Dio. Quando lo faccio, mi stanno ad ascoltare con attenzione e mi ringraziano.

Spero molto che il Sinodo italiano incoraggi fortemente i sacerdoti a vivere con coerenza e gioia la purezza evangelica, come quella di Gesù, che era libero e non uxorato. Volendo preti sposati con una donna (e un domani – Dio non voglia! - “pastorelle-prete” in cerca di marito) si distruggerebbe un tesoro che, come mi disse un giorno un vescovo ortodosso, è una gemma preziosa della Chiesa cattolica. La gente, di “mezzi preti” o di “preti part-time”, non sa che cosa farsene: anche questo sento dire per strada.

Se il Sinodo è sinceramente desiderato per riportare a Gesù Cristo i lontani, ben venga: lo Spirito Santo illuminerà i sinodali. Ma se ricercasse il plauso per eventuali accomodamenti e “indulgenze plenarie” sulla morale, la teologia, l’ecclesiologia, ed avere così un maggior seguito, avrei molte perplessità.

*Vescovo emerito di Ventimiglia - Sanremo
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[1] Omelia Hodie concilium, nella sessione IX del Concilio, 7 dicembre 1965, AAS 58 (1966).

[2] Franco Garelli, Gente di poca fede, Il Mulino, Bologna 2020

4 commenti:

  1. Credo che l'appello del vescovo emerito lascerà il tempo che trova. Bergoglio ha voluto il sinodo per lo stesso motivo per il quale sta predicando la sua strana religione da otto anni. E non credo che i vescovi italiani, così pronti ad intervenire addirittura sul Padre Nostro per compiacerlo, avranno quello scatto di ortodossia che l'emerito vescovo sembra auspicare. Le cose non migliorano mai, da decenni ormai. E non solo in questo campo

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    1. La strana religione è iniziata da molto prima di otto anni. Prova a leggerti alcuni discorsi di Paolo VI a concilio appena concluso.

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  2. I preti sposati con una donna, visto come vanno le cose sarebbero già una cosa buona. C'è da temere che si arriverà ai preti sposati con uomini.

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  3. "Compromessi", "piacere al mondo"...ma Monsignore, fino ad ora dove stava? Qui è già venuto giù tutto! Ai sinodi si parla di preti gay e ordinazione delle donne. Si fanno commissioni per le diaconesse e ci sono prelati (ovviamente interessati) che spingono per i matrimoni sodomitici. Il tutto mentre i riti cattolici sono ancora alienati da una masnada di preti ignoranti che spande il veleno del novus ordo in tutto il mondo con grande danno delle anime che, difatti, abbandonano la pratica a frotte. Virus "filo-protestante"?...si guardi la "messa" che celebra tutti i giorni e si dia una risposta. Mica l'ha inventata il sinodo quella!
    Allucinante! E voi che state ancora dietro a questi ragli.

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