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sabato 27 marzo 2021

MiL celebra il Dantedì (6° parte) - Dante e il nome di Dio (#Dantedì #dante #dantealighieri #divinacommedia #sommopoeta #dante700 #25marzo #)

Concludiamo questa settimana dedicata a Dante Alighieri, inizata con Dante e i Papi, con questo bello schema (in bianco, sotto). dopo aver presentato (martedì) i vari modi con cui Dante parla della Beata Maria Vergine, oggi concludiamo con  le perifrasi che il sommo poeta ha usato per indicare Dio (Testo tratto da DogmaTV del 19.02.2021).
Interessante due considerazioni: il primo e l'ultimo nome con cui Dante chiama Dio è Amore ("Amor divino", nell'Inferno I, v. 39; "l'Amore che move il sole e l'altre stelle", Paradiso XXXIII, v.145). 
Nel Canto XXVI del Paradiso, infine, leggiamo che Adamo rivelò a Dante che il primo nome di Dio sarebbe stato "I" (come lo avrebbe chiamato il progenitore nel paradiso terrestre), ma che poi sulla terra il nome del "sommo bene" divenne "EL".  (Così leggiamo nel blog "Monte Prama"): 

In chiusura del canto XXVI del Paradiso si legge uno dei passi più dibattuti e controversi del poema, sul quale desidero qui soffermarmi per tentarne un’interpretazione che, partendo dalle più interessanti proposte esegetiche che di esso sono state fornite, apra una prospettiva in certa misura più ampia sul simbolismo legato al nome di Dio.
Dante si trova nel cielo delle stelle fisse dove, dopo aver assistito al trionfo di Maria e di Cristo e dopo essere stato esaminato sulle tre virtù teologali da san Pietro, san Giacomo e san Giovanni, incontra il protoparente Adamo, il quale legge in Dio quattro quesiti che il poeta desidera porgli: quanto tempo sia passato dalla sua creazione; quanto tempo egli sia rimasto nel paradiso terrestre; quale fosse la colpa che provocò l’ira divina e la cacciata dal paradiso; quale fosse la lingua da lui parlata. La risposta di Adamo a quest’ultima domanda è piuttosto articolata e ricca di informazioni interessanti (Pd XXVI 124-138):


La lingua ch’io parlai fu tutta spenta
innanzi che a l’ovra inconsummabile 125
fosse la gente di Nembròt attenta:


ché nullo effetto mai razïonabile,
per lo piacere uman che rinnovella
seguendo il cielo, sempre fu durabile.


Opera naturale è ch’uom favella; 130
ma così o così natura lascia
poi fare a voi secondo che v’abbella.


Pria ch’i’ scendessi all’infernale ambascia,
I s’appellava in terra il sommo bene
onde vien la letizia che mi fascia; 135


e El si chiamò poi: e ciò convene,
ché l’uso d’i mortali è come fronda
in ramo, che sen va e altra vene.


La prima informazione che Adamo fornisce a Dante è quella per cui la lingua primitiva si è completamente estinta con l’empia impresa della «gente di Nembrot»[1], ossia la costruzione della torre di Babele, cui – secondo il racconto biblico di questo leggendario episodio[2] – fece seguito la confusio linguarum con cui Dio punì la superbia della famiglia umana (...)

Ma torniamo alle perifrasi del nome di Dio nella Divina Commedia:

[…] Il nome di Dio ricorre […] ad ogni piè sospinto, e tutto quasi che vi si dice, va ad appuntarsi in Lui. L’idea di Dio è l’idea dominante della Commedia, la quale fu chiamata Divina, non solo, io credo, ad
honorem auctoris, ma anche perché parla continuamente, essenzialmente di Dio; e nelle bolge dell’ Inferno, nei gironi del Purgatorio, e nei cerchi del Paradiso, di Lui tutto parla, a Dio tutto si riferisce.

E valga il vero: nessuno v’è più nominato nel sacro Poema quanto Iddio.

Il Poeta nomina Dio nel suo Poema più di 200 volte, col nome proprio circa 120 volte, con nome perifrasato circa 150 volte. E se vogliamo distinguere ancora, il nome di Dio ricorre nella Cantica dell’Inferno 40 volte, 60 volte nel Purgatorio e 165 volte nel Paradiso. Ricorrono poi di spesso, specialmente nel Paradiso, i nomi sacrosanti di Gesù Cristo, sia nominalmente, sia in perifrasi, e dello Spirito Santo. Il nome di Cristo nel solo Paradiso ricorre 64 volte, delle quali circa 15 in perifrasi.

Ne piace riportare qui la maggior parte delle perifrasi, colle quali l’Alighieri adombra il nome sacratissimo di Dio.

Dall’Inferno:

Perifrasi del nome di DioCanto
1. L’Amor divinoI
2. Quello Imperator che lassù regnaI
3. L’Avversario di ogni maleII
4. SignorII
5. La divina PotestateIII
6. La divina SapienzaIII
7. Il primo AmoreIII
8. L’alto FattoreIII
9. ‘L ben dello intellettoIII
10. Un PossenteCon segno di vittoria incoronatoIV
11. La Virtù divinaV
12. Il Re dell’universoV
13. Colui lo cui aver tutto trascendeVII
14. Quella vogliaA cui non puote mai il fin essere mozzoIX
15. Il sommo DuceX
16. Somma SapienzaXIX
17. Nostro SignoreXIX
18. L’alta ProvvidenzaXXIII
19. Alto SireXXIX
20. FattoreXXXIV

Dal Purgatorio:

1. … Quei che volentier perdonaIII
2. La Bontà infinita, / Che prende ciò che si rivolge a leiIII
3. L’eterno AmoreIII
4. L’alto SolVII
5. … Colui che sì nasconde / Lo suo primo perché, che non gli è guadoVIII
6. Colui che mai non vide cosa nuovaX
7. FabbroX
8. … L’alto lume / Che ‘l disio vostro ha in sua curaXIII
9. Chi tutto discerneXIV
10. Quello infinito ed ineffabil Bene / Che lassù èXV
11. L’eterno ValoreXV
12. Colui che ti feceXVI
13. Lieto fattoreXVI
14. Lui che tutto giuggia (giudica)XX
15. Lo motor primoXXV
16. Il sommo Ben, che solo esso a sé piaceXXVIII
17. Lo Bene, / Di là dal qual non è a che s’aspiriXXXI

Dal Paradiso:

1. Colui che tutto muoveI
2. Il disire dell’intelletto I
3. Quei che puoteI
4. Amor che il ciel governaI
5. L’eterno ValoreI
6. La Provvidenza che cotanto assettaI
7. La Mente profondaII
8. Il pan degli Angeli, del quale / Vivesi qui, ma non sen vien satolloII
9. … Quella Essenzia in che si vede / Come nostra natura a Dio s’unioII
10. La verace LuceIII
11. Il sommo BenIII
12. … Quello sposo che ogni voto accetta / Che caritade a suo piacer conformaIII
13. Colui che qui ne cerneIII
14. ReIII
15. L’eterno spiroIV
16. Il primo VeroIV
17. Il fonte ond’ogni ver derivaIV
18. Il primo AmanteIV
19. Quel che vede e puoteIV
20. … Il Ver, / Di fuor dal qual nessun vero si spaziaIV
21. … l’eterna luce, / che, vista, sola sempre amore accendeV
22. Il primo AmorVI
23. La viva Giustizia VI
24. Il Fattore della naturaVII
25. La somma BeninanzaVII
26. La divina Bontà, che da sé sperne / ogni livoreVII
27. Il sommo BeneVII
28. La divina Bontà che il mondo imprentaVII
29. Lo Ben che tutto il regno che tu scandi / Volge e contentaVIII
30. La mente ch’è da sé perfettaVIII
31. Il primo intellettoVIII
32. Il SolIX
33. Quel Ben che ad ogni cosa è tantoIX
34. Il ValorIX
35. Lo primo ineffabile ValoreX
36. MaestroX
37. L’alto PadreX
38. Il Sol degli AngeliX
39. La Luce eternaXI
40. La Provvidenza che governa il mondoXI
41. L’eterno SpiroXI
42. L’imperator che sempre regnaXII
43. Il nostro SireXIII
44. La prima Virtù XIII
45. Il santo SpiroXIV
46. Quell’Uno e Due e Tre che sempre vive, / E regna sempre in Tre e Due e Uno, / Non circoscritto e tutto circoscriveXIV
47. Quel che è primoXV
48. … lo Speglio / In che prima che pensi, il pensier pondiXV
49. La prima EgualitàXV
50. … ‘l Punto / A cui tutti i tempi son presentiXVII
51. Colui ch’ogni torto disgravaXVIII
52. Il BenXVIII
53. Il SolXVIII
54. … la Mente, in che s’inizia / Tuo moto e tua virtudeXVIII
55. Il pio PadreXVIII
56. Colui che volse il sesto / allo stremo del mondo, e dentro ad esso / Distinse tanto occulto e manifestoXIX
57. … quel bene, / Ch’è senza fine, e sé in sé misuraXIX
58. … la Mente / Di che tutte le cose son ripieneXIX
59. … la Giustizia vivaXIX
60. La prima Volontà, ch’è per sé buonaXIX
61. Dolce Amor, che di riso t’ammantiXX
62. Colui che tutto vedeXXI
63. Il Consiglio che il mondo governaXXI
64. La somma EssenziaXXI
65. L’ultima saluteXXII
66. Lo nostro ImperadoreXXV
67. Il Sol, che raggia tutto il nostro stuoloXXV
68. Il sommo DuceXXV
69. Il Ben che fa contenta questa corte / Alfa e Omega è di quanta scrittura / Mi legge Amore o lievemente o forteXXVI
70. L’Essenza, ov’è tanto vantaggio, / che cascun ben che fuor di lei si truova / Altro non è che di suo lume un raggioXXVI
71. … il prima Amore / Di tutte le sustanzie sempiterneXXVI
72. … il verace Autore, / che dice a Moïse, di sé parlando: / «Io ti farò vedere ogni valore»XXVI
73. … ‘l verace Speglio / Che fa di sé parégli l’altre cose, / E nulla face lui di sé pareglioXXVI
74. I - El – EliXXVI
75. La mente divinaXXVII
76. Il Punto … dal quale / Depende il cielo e tutta la naturaXXVIII
77. Il Vero in che si queta ogni intellettoXXVIII
78. L’eterno AmoreXXIX
79. La BontadeXXIX
80. La prima LuceXXIX
81. L’Amor che questa questo cieloXXX
82. Lo CreatoreXXX
83. Trina LuceXXXI
84. L’Eterno LumeXXXIII
85. L’alta luce che da sé è veraXXXIII
86. Somma LuceXXXIII
87. Valore infinitoXXXIII
88. Luce eternaXXXIII
89. L’Amor che muove il sole e l’altre stelleXXXIII

Testo tratto da Lorenzo Felicetti, Dante poeta cattolico, Milano 1896, pp. 17-23.

1 commento:

  1. La questione del Santo Nome di Dio mi ha sempre destato un enorme interesse. Gesù (e non gli apostoli o i santi) ha chiaramente detto di santificare il nome di Dio Padre e anche di battezzare nel nome di Dio Padre. Ora nel cattolicesimo, dagli atti degli apostoli, pare sia sufficiente il nome di Gesù Cristo e sicuramente lo sarà essendo seconda persona della Trinità, ma Gesù dichiara altro, come dichiara che il Padre gli è maggiore, infatti Lui stesso fa la volontà del Padre, Padre che accorda tutto nel nome di Gesù. Ma il nome di Dio è sempre stato oggetto di venerazione. Fino a Ratzinger lo si è sempre potuto lodare pur con le difficoltà della pronuncia esatta. In molte Chiese è dipinto "Geova" o "Jahvè" e fino a qualche secolo fa era presente nella Bibbia al posto dell' anonimo titolo. È vero che Dio è uno e quando diciamo Signore ci stiamo riferendo per forza a Lui ma ciò non toglie che tra nome ed essenza ci sia una risonanza. Si dice che Dio abbia "consegnato" se stesso ai suoi devoti proprio mostrando il Suo nome. Ratzinger ha avuto questa idea di eliminare il nome di Dio o meglio quello che era rimasto del nome e guarda caso da quel momento l'Occidente cristiano ha avuto una crisi economica da cui non ci riprendiamo più. Gli ebrei: siamo sicuri che di nascosto non preghino Dio con il Suo nome? Mi piacerebbe molto che alla morte di Benedetto XVI si ripristinasse la volontà espressa da Gesù Cristo di lodare il Nome di Dio visto che l'obiettivo finale della religione è l'amore del Sommo Bene, del Padre nostro.

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