Post in evidenza

Elenchi dei Vescovi (e non solo) pro e contro Fiducia Supplicans #fiduciasupplicans #fernández

Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

sabato 13 febbraio 2021

Novara: un altro ordine religioso lascia la diocesi per carenza di vocazioni

Ci scrive una nostra lettrice, che ringraziamo, su una notizia che ormai, purtroppo, non fa più notizia. Ma non per questo è meno doloroso da apprendere.
Nella diocesi di Novara, un altro ordine religioso chiude, per penuria di vocazioni. Questa volta si tratta dei padre Comboniani.
Come si vede nella foto sotto (presa da La Stampa diocesana novarese) prima era mestamente capitato anche ai Guanelliani, ai Legionari di Cristo, ai  Premostratensi e ai Gesuiti.  
Che peccato. Qui avevamo pubblicato un articolo su un'analisi del fenomeno della cristi delle vocazioni religiose. 
Meno male che invece alcuni ordini (guarda caso "tradizionalisti"), rifioriscono: qui, qui, qui, qui, qui, lo studio- dossier del nostro AZ, sulle ordinazioni sacerdotali negli Istituti tradizionali: 
qui in Inghilterra. Qui in Italia: i monaci benedettini dell'Immacolata di Taggia (IM) e le suore Adoratrici del Cuore Regale di Cristo a Napoli. 
Roberto


Buongiorno,

sono un'affezionata lettrice del vostro blog. Alcune settimane fa, sul settimanale della Stampa Diocesana Novarese, ho letto questo articolo - sotto in allegato - che ho trovato di grande interesse e che, quindi, ho pensato di condividere con voi e, eventualmente e a vostro giudizio, con i vostri lettori.

Si tratta di un articolo che dà conto dell'imminente chiusura della casa dei Comboniani di Gozzano (Novara), che in effetti hanno lasciato a fine ottobre 2020. L'autore evidenzia come negli ultimi cinque anni abbiano "chiuso battenti" tutte le case degli ordini religiosi presenti in questo paese: nel 2013 i Padri premostratensi, nel 2015 i Legionari di Cristo, nel 2018 i Padri Guanelliani e ora (2020) i Padri Comboniani.
La causa delle chiusure è unica e comune a tutte le comunità: assenza di vocazioni ed età avanzata dei pochi religiosi rimasti. 

Ho trovato anche di interesse il confronto tra le due foto di gruppo dei Padri Comboniani nel 1962 e nel 2020. 
 
Lettera firmata  
 
 
 

 



7 commenti:

  1. Eccone un altro...meno male che, poco tempo fa, un commentatore esaltava i fiorenti ordini che seguono i dettami del vaticano secondo! Qui c'è sempre più gelo e secco...altro che primavera e soffio dello spirito!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gli ordini che seguono i dettami del CVII vanno verso la distruzione per la natura stessa del CVII.

      Elimina
  2. Signora condivido il suo dispiacere, ma ormai i comboniani di oggi non hanno nulla a che vedere con San Comboni. Comboniani che hanno aderito completamente al Vaticano II. Oggi gli ordini che hanno qualche vocazione in più sono quelli che hanno una spiritualità più tradizionale. Ma lo stesso sedicente papà non vede di buon occhio tali ordini al punto da commissariali, che vuol dire chiuderli. Vedi francescani dell'Immacolata. Rimane solo la Fraternità Sacerdotale di San Pio X, che con il suo essere fedele sino ad oggi ha mantenuto la tradizione sino ad oggi.

    RispondiElimina
  3. Penso al comboniano Alex Zanotelli e mi do la spiegazione.

    RispondiElimina
  4. Confronto tra le due foto: prima del Concilio tanti e tutti formati e vestiti da preti, ora pochissimi non formati e non vestiti da preti!! Che tristezza!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I confronti con le foto, poi, sono i più impietosi: da un lato dei sacerdoti, dall'altro dei panzoni senescenti che, tutt'al più, hanno l'aria di gestori di bar dell'ARCI!

      Elimina
  5. Solo la FSSPX mantiene la barra dritta.....il resto? Lasciamo perdere....

    RispondiElimina

AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione