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martedì 9 febbraio 2021

NEWS: “Enzo Bianchi via da Bose entro una settimana”

Si è andati completamente "agli stracci".
QUI  e sotto il comunicato del Delegato Pontificio.
QUI quello della Comunità di Bose.
QUI   QUI e QUI la vicenda passata.
Vi terremo aggiornati.

"Entro il 16 febbraio [Enzo Bianchi] dovrà lasciare la Comunità monastica che ha fondato nel biellese 56 anni fa. Non si è ricomposta dunque la frattura tra Enzo Bianchi e i confratelli di Bose. E ora un decreto del delegato pontificio, padre Amedeo Cencini, concede all’ex priore non più di una settimana per trasferirsi a Cellole di San Gimignano, provincia di Siena e diocesi di Volterra. Andrà ad abitare in un’antica canonica diventata nel 2013 sede toscana della stessa Bose".
Luigi

Il comunicato del Delegato pontificio:
Allo scopo di eseguire il Decreto singolare, del 13 maggio 2020, a firma dell’Em.mo Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, e approvato in forma specifica dal Sommo Pontefice Francesco, con il quale, per i gravi motivi comunicati in via riservata ai singoli destinatari, si disponeva, tra l’altro, che Fr. Enzo Bianchi si ritirasse dalla Comunità Monastica di Bose entro e non oltre il termine di dieci giorni dalla data di notifica del medesimo Decreto (avvenuta il 21 maggio 2020) e si trasferisse per un tempo indeterminato e senza soluzione di continuità, in un Monastero o altro luogo; trascorsi ormai più di otto mesi dalla data in cui Fr. Enzo Bianchi avrebbe dovuto eseguire quanto disposto dal Decreto, che aveva accettato per iscritto; dopo non pochi tentativi volti a rendere più agevole a Fr. Enzo Bianchi l’obbedienza al Decreto, operati dal Delegato Pontificio, in forza del mandato ricevuto dalla Santa Sede, tenendo conto delle esigenze da lui espresse, nel rispetto della giustizia e, soprattutto, della sofferenza di tutte le persone coinvolte; lo scorso 4 gennaio 2021 il Delegato Pontificio, sentito il Priore di Bose, Fr. Luciano Manicardi, che ha raccolto anche il parere del Discretorio della Comunità, dopo aver consultato S.E. Mons. Alberto Silvani, Vescovo di Volterra, nella cui Diocesi si trova la Fraternità Monastica di Bose a Cellole, e dopo aver ricevuto il benestare del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, ha emanato un Decreto (notificato l’8 gennaio) nel quale ha richiesto alla Comunità monastica di Bose di:
1) interrompere a tempo indeterminato i legami con la “Fraternità Monastica di Bose a Cellole”, sita in località Cellole di San Gimignano (SI), la quale pertanto è stata chiusa e non può essere considerata come “Fraternità della Comunità Monastica di Bose”, fino a quando non si deciderà altrimenti. Di conseguenza, si dovrà escludere in riferimento ad essa, l’utilizzo dei nomi di “Fraternità Monastica di Bose”, “Monastero di Bose”, o simili, nella pubblicistica, nella cartellonistica, nei siti Internet, ecc.
2) cedere in comodato d’uso gratuito il complesso di immobili di Cellole a Fr. Enzo Bianchi, che vi si trasferirà entro e non oltre martedì 16 febbraio p.v., avendo già dato il suo assenso al riguardo, assieme ad alcuni fratelli e sorelle che hanno manifestato la propria disponibilità ad andare con lui e si troveranno nella condizione di membri della Comunità Monastica di Bose extra domum.
Restano ferme tutte le disposizioni del Decreto singolare del 13 maggio 2020, anche quelle riguardanti gli altri destinatari, ossia Fr. Goffredo Boselli, Fr. Lino Breda e Sr. Antonella Casiraghi.
Si è ritenuto doveroso dare questa pubblica comunicazione per rendere noto il mutato status della già “Fraternità monastica di Bose a Cellole”, al fine di evitare qualsiasi confusione e ambiguità in merito.
Verona, 08.02.2021
P. Amedeo Cencini, FDCCDelegato Pontificio ad nutum Sanctae Sedis


DOMENICO AGASSO 09 Febbraio 2021 

CITTÀ DEL VATICANO. Entro il 16 febbraio dovrà lasciare la Comunità monastica che ha fondato nel biellese 56 anni fa. Non si è ricomposta dunque la frattura tra Enzo Bianchi e i confratelli di Bose. E ora un decreto del delegato pontificio, padre Amedeo Cencini, concede all’ex priore non più di una settimana per trasferirsi a Cellole di San Gimignano, provincia di Siena e diocesi di Volterra. Andrà ad abitare in un’antica canonica diventata nel 2013 sede toscana della stessa Bose. Però, per mantenere fede al precedente decreto pontificio che imponeva l’uscita dalla Comunità, Cellole perde ogni connotazione monastica, e viene ceduta in comodato a Enzo Bianchi che sarà accompagnato da alcuni confratelli.

Un provvedimento duro, dunque, ma, per la Segreteria di Stato vaticana inevitabile, appurata la pesante e non più componibile spaccatura all’interno della Comunità tra il fondatore, con alcuni fedelissimi, e gli altri ottanta monaci.

In una nota di Bose si legge che «dal giugno dello scorso anno, la Comunità ha atteso invano che fr. Enzo Bianchi obbedisse al Decreto singolare del 13 maggio, approvato in forma specifica da papa Francesco che, per il bene della Comunità, disponeva tra gli altri provvedimenti anche il suo allontanamento a tempo indeterminato da Bose e dalle sue Fraternità». In questi «lunghi mesi il Delegato Pontificio p. Amedeo Cencini ha operato non pochi tentativi volti a rendere più agevole a Fr. Enzo Bianchi l’esecuzione del suddetto Decreto, agendo secondo la pazienza insegnata dal Vangelo, in forza del mandato ricevuto dalla Santa Sede, nel rispetto della giustizia e, soprattutto, della sofferenza di tutte le persone coinvolte». Siccome tra le motivazioni «addotte da fr. Enzo Bianchi per sottrarsi alla fattiva esecuzione del Decreto e spiegare il suo restare a Bose, nei medesimi locali da lui abitati da oltre un decennio, vi era l’indisponibilità a recarsi in un altro monastero e l’asserita impossibilità a trovare un altro luogo adeguato, la Comunità ha acconsentito alla richiesta suggerita dal Delegato pontificio di rinunciare alla propria Fraternità di Cellole», richiamando a Bose o in altre sue «Fraternità i fratelli fino ad oggi presenti a Cellole e cedendo in comodato d’uso quegli immobili, così che fr. Enzo vi si possa trasferire prima dell’inizio della Quaresima, accompagnato da alcuni membri professi che – nella condizione canonica di extra domum ed esonerati dal divieto, disposto dal Decreto singolare, di intrattenere rapporti con fr. Enzo – possano rendere sostenibile la sua permanenza in quel luogo, scorporato ormai “da Bose e dalle sue Fraternità”».
Una decisione «per noi ardua e carica di sofferenza, ma purtroppo non ulteriormente procrastinabile».


8 commenti:

  1. Dei gratias, mi dispiace ma sicuramente adesso visti i tempi potranno anche essere fortunati e vedersi assegnare una bella prioressa. Vedo già i titoli: la prioressa preferisce i monaci di Bose.

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  2. Si scrive Deo Gratias. Igniorante

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  3. Una chiesa ormai in cui la virtù dell'obbedienza non è più una virtù.

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  4. Non capisco come il problema sia lui e non quella cosa che ha creato. Non dovrebbero rimuoverlo, dovrebbero sciogliere quell' "ordine".

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    1. Bianchi e' indietro rispetto alla neochiesa.

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  5. Dice di conoscere il latino ma poi fa un grosso errore d'italiano. Il mio è stato colpa del correttore che ha scritto Dei.

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  6. Lo manderei non in un monastero Tibet così dimagrisce un po'

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  7. Anonimo delle 00.47. Prima di dare dell'ignorante agli altri, forse è meglio sapere come scrivere la stessa parola in italiano... Pagliuzza e trave

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