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mercoledì 6 gennaio 2021

Le Sante Messe del tempo di Natale in Prosper Guéranger #10 Epifania di Nostro Signore

Continuiamo le meditazioni liturgiche tratte dall’Année Liturgique di dom Propser Guéranger (Le Mans 1841-1866) per il tempo di Natale: Epifania di Nostro Signore.

L.V.

6 GENNAIO

EPIFANIA DI NOSTRO SIGNORE

MESSA

A Roma, la Stazione è a San Pietro in Vaticano, presso la tomba del principe degli apostoli, cui sono state affidate in eredità da Cristo tutte le genti.

EPISTOLA (Is 60, 1-6) – Sorgi, Gerusalemme, e sii raggiante, perché viene la tua luce e la gloria del Signore sfolgora sopra di te. Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la Terra, una fitta nebbia avvolge le nazioni; ma su di te rifulge il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno i popoli alla tua luce e i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, giungono a te. I tuoi figli arrivano da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché la ricchezza del mare si riverserà su di te, a te giungeranno i beni dei popoli. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.

O gloria infinita di questo gran giorno, nel quale comincia il movimento delle genti verso la Chiesa, la vera Gerusalemme! O misericordia del Padre celeste che si è ricordato di tutti i popoli sepolti nelle ombre della morte e del peccato! Ecco che la gloria del Signore si è levata sulla città santa; e i re si mettono in cammino per andarlo a contemplare. L’angusta Gerusalemme non può più contenere la calca di gente; è inaugurata un’altra città santa, verso di essa si dirigerà la moltitudine dei gentili di Madian e d’Efa. Apri il seno nella tua materna gioia, o Roma! Le tue armi ti avevano assoggettato degli schiavi; oggi sono dei figli che giungono in folla alle tue porte; solleva gli occhi e guarda: è tutto tuo; l’umanità intera viene a prendere nel tuo seno una nuova nascita. Apri le tue braccia materne, accogli noi tutti che veniamo dal Mezzogiorno e dall’Aquilone portando l’incenso e l’oro a colui che è il re tuo e nostro.

VANGELO (Mt 2, 1-12) – Al tempo del re Erode Gesù nacque a Betlemme di Giudea. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». All’udire ciò, il re Erode fu turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così sta scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente riguardo al bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Essi, non appena ebbero udito le parole del re, partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo in cui si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Aprirono quindi i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un altro cammino fecero ritorno al loro paese.

I Magi, primizie della Gentilità, sono stati introdotti presso il gran re che cercavano, e noi tutti li abbiamo seguiti. Il bambino ha sorriso a noi come a loro. Tutte le fatiche di quel lungo viaggio che porta a Dio sono dimenticate; l’Emmanuele rimane con noi, e noi con lui. Betlemme, che ci ha ricevuti, ci custodisce per sempre, perché a Betlemme possediamo il bambino, e Maria madre sua. In quale posto del mondo troveremmo tesori così preziosi? Supplichiamo questa madre incomparabile di presentarci essa stessa il figlio che è la nostra luce, il nostro amore, il nostro pane di vita nel momento in cui ci avvicineremo all’altare verso il quale ci conduce la stella della fede. Fin da questo momento apriamo i nostri tesori; teniamo in mano il nostro oro, il nostro incenso e la nostra mirra, per il neonato. Egli gradirà questi doni con bontà, e non sarà in ritardo con noi. Quando ci ritireremo come i Magi, lasceremo come loro i nostri cuori sotto il dominio del divino re, e anche noi per un’altra strada, per una via del tutto nuova, rientreremo in quella patria mortale che deve ancora trattenerci, fino al giorno in cui la vita e la luce eterna verranno a far sparire in noi tutto ciò che vi è di ombra e di tempo.

PREGHIAMO

O Dio, che in questo giorno per mezzo di una stella rivelasti ai Gentili il tuo unigenito, concedi a noi, che già ti conosciamo per mezzo della fede, di giungere a contemplare lo splendore della tua gloria.

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