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domenica 3 gennaio 2021

Le Sante Messe del tempo di Natale in Prosper Guéranger #9 festa del santissimo Nome di Gesù

Continuiamo le meditazioni liturgiche tratte dall’Année Liturgique di dom Propser Guéranger (Le Mans 1841-1866) per il tempo di Natale: festa del santissimo Nome di Gesù.

L.V.

DOMENICA TRA LA CIRCONCISIONE E L’EPIFANIA

FESTA DEL SANTISSIMO NOME DI GESÙ

Il santissimo Nome di Gesù fu imposto all’Emmanuele il giorno della sua circoncisione; ma, siccome il giorno dell’Ottava di Natale è già consacrato a celebrare la divina Maternità, e il mistero del nome dell’Agnello richiedeva solo per sé una propria solennità, è stata istituita la festa di oggi. Il suo primo promotore fu, nel XV secolo, san Bernardino da Siena, che stabilì e propagò l’usanza di rappresentare, circondato di raggi, il santo nome di Gesù ridotto alle sue prime tre lettere JHS, riunite in monogramma. Questa devozione si diffuse rapidamente in Italia e fu incoraggiata dall’illustre san Giovanni da Capistrano, dell’Ordine dei Frati Minori al pari di san Bernardino da Siena. La Santa Sede approvò solennemente tale omaggio al nome del Salvatore degli uomini e, nei primi anni del XVI secolo, Clemente VII, dopo lunghe istanze, accordò a tutto l’Ordine di san Francesco il privilegio di celebrare una festa speciale in onore del santissimo nome di Gesù.
Roma estese successivamente questo favore a diverse chiese, ma doveva venire il momento in cui ne sarebbe stato arricchito lo stesso Ciclo universale. Fu nel 1721, dietro richiesta di Carlo VI imperatore di Germania, che il Papa Innocenzo XIII decretò che la festa del santissimo nome di Gesù fosse celebrata in tutta la chiesa e la fissò allora alla seconda domenica dopo l’Epifania.

EPISTOLA (At 4, 8-12) – In quei giorni Pietro, pieno di Spirito Santo, disse: «Capi del popolo e anziani, ascoltate: visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato ad un uomo infermo, e in qual modo egli abbia ottenuto la salute, la cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano. Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori, è divenuta la pietra angolare. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati».

Lo sappiamo, o Gesù: nessun altro nome fuorché il tuo poteva darci la salvezza. Quel nome infatti significa Salvatore. Sii benedetto per esserti degnato di accettarlo; sii benedetto per averci salvati! Tu appartieni al cielo e assumi un nome della terra, un nome che può pronunciare una bocca mortale: unisci dunque per sempre la natura divina e quella umana. Rendiamoci degni di tale alleanza e facciamo in modo che non ci avvenga mai di romperla.

VANGELO (Lc 2, 21) – In quel tempo, quando furono trascorsi gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli venne messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

È nel momento della prima effusione del tuo sangue nella circoncisione, o Gesù, che hai ricevuto il tuo nome; e doveva essere così, poiché quel nome significa Salvatore, e noi non potevamo essere salvati che dal tuo sangue. Quella felice alleanza che tu vieni a stringere con noi ti costerà un giorno la vita, l’anello nuziale che imporrai alla nostra mano mortale sarà immerso nel tuo sangue, e la nostra vita immortale sarà il prezzo della tua morte crudele. Il tuo nome santo ci dice tutte queste cose, o Gesù, o Salvatore! Tu sei la Vite e ci inviti a bere il tuo vino generoso, ma il celeste grappolo sarà duramente spremuto nel frantoio della giustizia del Padre celeste e potremo inebriarci del suo divino liquore solo dopo che sarà stato violentemente staccato dal ceppo e frantumato. Che il tuo nome santo, o Emmanuele, ci richiami sempre alla mente questo sublime mistero, il suo ricordo ci preservi dal peccato e ci renda sempre fedeli!

PREGHIAMO

O Dio, che hai costituito il tuo Figlio unigenito Salvatore del genere umano e hai voluto che fosse chiamato Gesù, concedici propizio di godere nel cielo la vista di colui del quale in terra veneriamo il santo nome.

2 commenti:

  1. “…in una società in cui viene riconosciuto perfino il diritto di porre fine alla propria vita – leggi: eutanasia – e quello di abortire – leggi: diritto di uccidere un essere umano innocente nel seno di sua mamma – davvero non c’è posto per un piccolo e modesto diritto come quello di NON vaccinarsi?” : to be or not to be? (liberi di decidere se vaccinarsi o meno) That is the question…
    https://www.aldomariavalli.it/2021/01/02/lettera-a-mattarella-il-dovere-di-vaccinarsi-e-tutti-gli-altri-doveri-dimenticati/

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  2. Commento riferito all'articolo precedente:

    San Pietro senza Papa.
    Anche a Natale, come da vari mesi (Un grande vuoto dopo il culto della pachamama a San Pietro: l’altare papale inutilizzato da mesi – Aldo Maria Valli) , il Papa celebrerà la S.Messa all’altare della Cattedra, e non all’Altare Papale. Sembra quasi che egli lo consideri un fastoso e ingombrante orpello, da accantonare e declassare, o per gretto funzionalismo, dato il numero ridotto di astanti, o per malamente ideologico pauperismo, completamente opposto all’atteggiamento di San Francesco d’Assisi riguardo alla ricchezza delle sacre suppellettili.
    L’altare papale, come dovrebbe sapere ogni cattolico che non venga dalla fine del mondo, ricopre con la sua mensa di pietra e custodisce preziosamente il sepolcro di Pietro, vera Pietra su cui Gesù Cristo ha edificato la sua Chiesa.
    Per venti secoli, dal trofeo di Gaio alla basilica costantiniana, alla nuova basilica, uno sull’altro si sono succeduti gli altari, di Gregorio Magno, di Callisto II, di Clemente VIII, sempre esattamente sulla verticale della Pietra di fondazione. L’ornamento del baldacchino berniniano è in fastoso bronzo, ma con quattro basamenti di umile e solida pietra. La cupola michelangiolesca lo avvolge come la volta celeste della quale Pietro custodisce le chiavi.
    Che oggi il Papa si tenga lontano dal suo Altare, stupisce, come se egli voglia distanziarsi e svellersi dalla Pietra di fondazione. Che sull’altare sia stato collocato un oggetto non solo profano, ma pagano e idolatrico come la ciotola di terra e piantine della pachamama, sgomenta, con un richiamo forse non eccessivo all’abominio della desolazione.

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