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venerdì 4 dicembre 2020

Quando “il popolo si ritrovò nel bel mezzo di una Guerra Mondiale con unico riferimento la Chiesa e i suoi sacerdoti”

La bella tesi di laurea della Dott.ssa Marcella Tamburello all'Università degli Studi del Molise  (link sotto), di cui pubblichiamo alcuni passi,  conferma il “prezioso patrimonio, proveniente dalla più antica tradizione ecclesiale, troviamo gli elementi che orientano con profonda sapienza il comportamento dei cristiani di fronte alle questioni sociali scottanti” . (
Cfr. Stefano Fontana QUI)
E' doveroso citare in questa occasione l’opera eccelsa del “pastore buonoMons.Oddo Bernacchia che a soli 44 anni  fu eletto  vescovo di Larino e di Termoli il 1 ottobre 1924 da Papa Pio XI ( le due Diocesi  furono di fatto, non senza  polemiche,  unite nella persona del Vescovo per la prima volta nella loro storia. Suggeriamo di leggere l’articolo: "Quando al Vescovo Bernacchia fu impedito di entrare a Termoli" QUI ) .
I termolesi conservano del vescovo Bernacchia ( morto il 13 novembre 1968 ) un bellissimo ricordo anche perché si è occupato con evangelica energia delle indigenti condizioni della popolazione, promosse la campagna di sbarramento al PCI e si recò pure in Argentina per raccogliere i fondi del nuovo seminario diocesano. 
Ci sarebbe da scrivere molto sull'opera di Mons.Bernacchia per tutto il bene che ha fatto in quei tempi difficilissimi.
AC
 
La Guerra e la Chiesa, le armi e le preghiere: 
come il Molise visse la Seconda Guerra Mondiale 
 
di Marcella Tamburello (*)
 
 
 “Dio sarà al nostro fianco se l’inconcepibile dovesse arrivare” 
Pio XII a colloquio con un soldato tedesco, 1943. 
 
… 
 
E proprio la Chiesa, in ogni paese e a prescindere dalla religione professata, è l’elemento che meglio può mostrare il senso civico e di civiltà di un popolo in quanto è presente nella vita fisica e spirituale di ogni cittadino credente: la Chiesa è il luogo che conforta, che protegge, che accoglie chiunque nel momento del bisogno. 
E questo bisogno durante una guerra cresce vertiginosamente. 
Anche in Molise, come in tutti gli altri centri italiani, durante le Guerre Mondiali, la Chiesa diventò rifugio per tutte le anime, anche per le non credenti; i preti e i Vescovi rappresentarono, in modo forte e quasi univoco, i difensori della gente comune che soffriva, di donne e bambini, di feriti e anziani fino alla protezione, spesso silenziosa, di soldati e rifugiati.
E fu proprio grazie a questo forte ruolo sociale, affidato dai fedeli alla Chiesa, ad erigere l’intero Clero a guida non solo spirituale delle anime ma anche materiale con una vera e propria discesa della Chiesa anche in campo politico. 
In Molise, in effetti, durante tutti gli anni che caratterizzarono la Seconda Guerra Mondiale, la Chiesa rappresentò l’unica guida e l’unico aiuto per il popolo sofferente costretto a sopravvivere sotto una lunga e continua pioggia di bombe. 
E fu in tale contesto che la Chiesa e tutti i suoi rappresentanti si trasformarono in leader carismatici e risolutivi per le sofferenze di una popolazione stanca di patire le difficoltà più nere dettate prima dalla povertà e poi dalle catastrofi della guerra. 
… 
 
Dal primo all’ultimo capitolo, analizzando i fatti di quegli anni, attraverso l’occhio della Chiesa molisana, come mai era stato fatto in precedenza, è stato possibile ricostruire, delineando con minuziosità, quali furono le vicende del popolo molisano. 
Un popolo contadino e, per ovvie ragione, per la maggior parte ignorante ed analfabeta, dedito alla terra in una regione prettamente agricola, che mai prima si era chiesto quali potessero essere le ragioni scatenanti una guerra. 
E quel popolo si ritrovò, così, nel bel mezzo di una Guerra Mondiale con unico riferimento la Chiesa e i suoi sacerdoti. 
Il Clero, dal canto suo, riuscì facilmente ad intuire come poter sfruttare quella guerra. 
La redenzione dai peccati e dai mali commessi dal genere umano poteva essere la giusta richiesta da fare alla popolazione per cercare di far terminare i combattimenti e i soprusi. Durante tutto il periodo di quella guerra la Chiesa spinse continuamente i fedeli a pregare, pubblicamente e privatamente, per chiedere la pace, rivolgendosi a tutti i Santi ed invocando il perdono per i mali commessi. 
Il popolo rispose costantemente a tali richieste che, in un certo qual modo, arrivarono ad essere eccessive e anche fuorvianti per i tanti che vivevano, o meglio sopravvivevano, in uno scenario di angosce e preoccupazioni dettate dalla guerra. 
Una guerra che durò troppo a lungo soprattutto per una terra martoriata e povera come era il Molise degli anni 40. 
Quella guerra portò in Molise un lungo strascico di difficoltà anche nel periodo della ricostruzione post guerra, una ricostruzione lentissima per un territorio povero che cercava di rialzarsi dalle sue macerie. 
Anche in questa delicata fase, la Chiesa, ormai con il suo delineato ruolo di leadership non solo religiosa ma anche sociale e politica, entrata ufficialmente nella costituzione dei Partiti di chiaro stampo cattolico e in eterna contrapposizione con il Comunismo, aiutò il popolo sconfitto a rinascere e a ricostruire sia il paese che le anime. 
Una ricostruzione, morale e spirituale, lunga e faticosa, ma chiaramente guidata prima dal Clero e poi dalle Istituzioni. 
Una ricostruzione che per il Molise, soprattutto, rispetto alle altre regioni italiane, risultò difficile e lunga e dove lo sviluppo, sia economico che sociale, stentò a decollare velocemente a causa della forte povertà che c’era già prima della guerra e per le enormi cicatrici riportate in seguito ai combattimenti di quel sanguinoso e feroce conflitto mondiale. 
 
Fonte: Università degli Studi del Molise- Campobasso- Corso di Dottorato in Storia della Societa’ Italiana (xiv – xx secolo) QUI 
 
Foto: Termoli una città in bianco e nero QUI
 

 Mons. Oddo Bernacchia Vescovo di Termoli e di Larino

 
(*) Degno di nota il libro di Marcella Tamburello Le armi e le preghiere. Come il Molise visse la secondo guerra mondiale (Italiano) Copertina rigida – 21 novembre 2014.  QUI