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venerdì 23 ottobre 2020

L'arroganza di Bergoglio

Non voglio entrare negli aspetti teologico-giuridici dell'ultima sparata bergogliana sulle unioni gay. Non serve essere un San Tommaso d'Aquino per capire che non ha nessun valore magisteriale; ma non è questo il punto, e Bergoglio, da buon marxista, lo sa benissimo: quel che conta è la prassi, non la dottrina. O, in altri termini, conta non il messaggio in sé, ma come viene percepito e fatto percepire.

E qual è il messaggio veicolato, al di là di tutte le rettifiche, precisazioni o perfino censure che i pompieri vaticani tenteranno (inutilmente: e Bergoglio lo sa bene e perciò li lascia affannare)? Che i gay hanno diritto di formarsi una 'famiglia'; che l'unione omosessuale è quindi una cosa buona, come una famiglia etero; che (è l'ovvia conseguenza) non si può discriminare tra i due tipi di 'famiglie', ad esempio per quanto concerne le adozioni. Per non parlare di quanto ne discende circa l'opportunità di severe leggi censorie e di cancel culture contro

l'omofobia.

Ora, l'aspetto in assoluto più dirompente di questo messaggio trascende, e di molto, la questione delle unioni civili della quale, scusate se lo dico, chissenefrega!

Lo scandalo è semmai che il messaggio bergogliano si pone in consapevole, studiata e proterva contraddizione frontale con l'insegnamento morale della Chiesa, costante e indefettibile fin dai primordi. Qui non c'è archeologismo che tenga: la condanna degli 'atti impuri contro natura', come li chiama da sempre la Chiesa, non è un'invenzione del Papato postcostantiniano: è gia nel primo libro delle Scritture, la Genesi (vedi alla voce Sodoma e Gomorra) e, nel nuovo Testamento, è nelle lettere di San Paolo, perfino più antiche dei quattro Vangeli. Da sempre (perché espressamente lo dice la S. Scrittura), la sodomia è considerata uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, non meno che l'opprimere i poveri o (addirittura!) l'omicidio.

E non si tratta di un insegnamento rimasto, come dire, dimenticato nel retrobottega del cristianesimo. Il Catechismo della Chiesa Cattolica degli anni '90, pur attento a evitare parole ingiuriose, definisce quell'inclinazione come 'oggettivamente disordinata'. Per non parlare della lotta contro i disegni di legge sulle unioni civili, per cui ancora una decina di anni fa la CEI organizzava manifestazioni di popolo invocando 'princìpi non negoziabili'.

Rispettare una tradizione è, in primo luogo, un segno di umiltà: è riconoscere che chi mi ha preceduto, forse, aveva le sue buone ragioni e che non è detto che io sia più furbo e intelligente. Ma Bergoglio, oltreché notoriamente dispotico e collerico, è in primo luogo arrogante e protervo, quindi questi dubbi non lo toccano.

Ma allora la domanda da porsi è: quale credibilità può avere un'istituzione, la Chiesa, che si fonda proprio sulla Fede, ossia sulla fiducia nella verità di quanto ti racconta, se un bel giorno il suo capo (il pesce puzza dalla testa...) ti viene a dire: quel che ti abbiamo raccontato finora, dimenticalo, è tutto il contrario?

Bergoglio non può non rendersi conto che, in questo modo, fa esattamente l'opposto di quel che Gesù ha chiesto a Pietro: conferma i fratelli nella fede. Ma evidentemente non se ne cura.

Oggi ci sono i gay che devono unirsi felicemente per farsi la loro bella famiglia; domani magari sarà l'aborto, che aiuta le povere donne a gestire secondo libera scelta il loro diritto riproduttivo. E poi, perché continuare a insistere su cose tanto astruse come la transustanziazione, che ci fa litigare coi protestanti?

E io aggiungo: perché andare a Messa la domenica ad annoiarsi un'ora o dare l'obolo alla Chiesa? Mi dite che si deve? Ma magari vi state sbagliando e un papa un bel giorno l'ammetterà pure.

 

Enrico

17 commenti:

  1. Il problema è che se anche alcuni alti prelati tacciassero di eresia il Bergoglio, non sarebbe automatica la sua deposizione ma di fatto gli "accusatori" sarebbero considerati scismatici. Credo che non resti che aspettare il prossimo Conclave.....

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    1. Stante ai numeri, la maggioranza dei Cardinali al prossimo Conclave e' pro-bergogliana. Solo un miracolo ci puo' salvare.

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    2. Il prossimo sarà peggio di quello attuale! L'ermeneutica della continuità!

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    3. Non possiamo prevedere come sarà il futuro pontefice. Lo stesso Bergoglio ha in parte modificato le proprie idee dopo l'elezione, e le cambia di continuo. Un cardinale etichettato come progressista o come conservatore può poi rivelarsi l'opposto. Peraltro categorie come "progressisti" o "conservatori" non significano più nulla: in un mondo globalizzato bisognerà vedere se il prossimo papa avrà il coraggio di andare contro i poteri forti oppure se si adeguerà ai suddetti poteri. Il prossimo papa seguirà il mondo o seguirà Gesù?

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    4. Bravissimo Anonimo delle 15:00! Le " categorie come "progressisti" o "conservatori" non significano più nulla: in un mondo globalizzato bisognerà vedere se il prossimo papa avrà il coraggio di andare contro i poteri forti oppure se si adeguerà ai suddetti poteri."

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  2. Ormai è proprio indifendibile. Dovrebbe essere deposto, ma chi ha la potestà di farlo se "prima sedes a nemine iudicatur"? Dobbiamo succiarcelo fin che non abdica o muore?

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    1. Lascialo chiacchierare, lascia che Bergoglio faccia chiacchiere da Bar con i suoi amici di sinistra. Sono concetti da sindacalisti anni '70, idee vecchie e superate. Lui è contento così, lascialo sfogare, tanto ormai il pontificato è agli sgoccioli. Noi nel frattempo continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto.

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  3. a questo punto, per coerenza, dovrebbe farli sposare in chiesa, anzi dovrebbe dare l'esempio ed essere lui, Bergoglio, a sposare in chiesa una coppia di omosessuali

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    1. Lo fara' quanto prima ... le parole del Papa avranno proprio questa conseguenza.

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  4. "Giuda e Bergoglio: tradire è il vostro orgoglio".

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  5. La cosa che più mi rammarica sono le profonde spaccature che il Santo Padre sta generando nella Chiesa

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  6. Ma se nella chiesa siete tutti gay o quasi tutti.... Quanti preti gay ci sono !!!

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  7. Questo livore, solo nell'anonimato del computer, nei confronti del Papa, in ogni occasione, meriterebbe un gesto di coraggiosa coerenza che comunque non si manifesta nella realtà. Ne consegue che lo status attuale va bene a tutti.

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    1. ...disse l'anonimo. Ma quante fette di salame avete davanti agli occhi? Come si può difendere ancora la situazione attuale?

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    2. Mi perdoni signore delle 07:22: il livore ( e o il dileggio ) non serve a niente. Ricordando la santa opera di Mons. Lefebvre ribadisco che la sana contestazione dell'ingiustizia "meriterebbe un gesto di coraggiosa coerenza"

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La Redazione