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sabato 1 agosto 2020

Sacerdote di 29 anni lascia la talare per sposare una donna. Si riaccende il dibattito sul celibato?

Notizie come queste fanno proprio addolorare. 
Un giovane sacerdote di Milano, Emmanuel Santoro,  (il più giovane d'Italia, ordinato con dispensa, a soli 24 anni), si è innamorato di una donna (evvivaddio non di un uomo!) e ha lasciato la tonaca per lei.  
Certo: ci spiace molto che "butti via" il sacerdozio per raggiungere il quale aveva chiesto ed ottenuto la dispensa dall'età minima (cfr. can. 1031 § 1 CIC), circostanza che aveva fatto intendere una vocazione ardente!
E ci spiace anche molto che, per questioni personali, risollevi questioni chiuse a loro tempo da Paolo VI (Sacerdotalis caelibatus, 1967) e Giovanni Paolo II (Pastores dabo vobis, 1992), non condividendone affatto le considerazioni e le pretese giustificazioni al sacerdozio uxorato. E' giusto che i sacerdoti non si sposino. Oltre agli alti motivi dottrinali, anche per motivi pratici. 
Al di là del caso personale (auguriamo al giovane innamorato di formare ora una bella famiglia, timorata di Dio, con la benedizione di molti figli, e che sia vanto per la Santa Madre Chiesa), ci auspichiamo che i responsabili dei seminari facciamo meglio il proprio lavoro, valutino meglio la richiesta maturità dei candidati al sacerdozio e li aiutino in un effettivo discernimento vocazionale prima di ordinarli. (ibidem, CIC). 
Se un giovane, addirittura dispensato dall'età minima,  dopo solo 5 anni perde la testa per una ragazza a tal punto da lasciare il sacerdozio... forse qualcuno non lo ha aiutato a dovere. O a discernere la propria strada prima, o a resistere alle tentazioni che lo distraevano dalle promesse che aveva assunto nelle mani del proprio vescovo, poi.
Speriamo che almeno questa sia la strada giusta. E che non perda di nuovo la testa per un'altra ragazza.   
Ringraziamo il sacerdote nostro lettore che ci ha segnalato questo articolo, in cui non si perde occasione per soffiare sulle braci di un problema mal inteso, male interpretato e ancor peggio trattato mediaticamente. 
Roberto
 

Corriere del 31.07.2020. 

Chiesa, celibato in crisi: «Io, prete più giovane d’Italia, lascio per amore»
Emmanuel Santoro aveva 24 anni quando, grazie a una deroga, prese i voti. A 29, si è innamorato di una donna: «Fare il prete è sempre stata la mia vocazione, se potessi continuare da sposato lo farei». Racconto a più voci sul servire la Chiesa oggi.

«Ho lasciato il ministero da sacerdote, mi sono innamorato di una donna». Emmanuel Santoro ha 29 anni ed è stato il più giovane prete d’Italia, ordinato con deroga a soli 24 anni. Fino a poco tempo fa si è trovato a capo di quattro grandi parrocchie del centro nobile di Milano, tra Brera e il futuristico quartiere di Porta Nuova: San Marco, San Bartolomeo, Santa Maria Incoronata, San Simpliciano. Amatissimo dai fedeli e dalla comunità intera, che poteva incontrarlo ogni mattina al bar per confidarsi o in oratorio a organizzare concerti. «Fare il prete è sempre stata la mia vocazione. Se potessi sposarmi continuerei. E lo farei accanto a lei, che ormai ha preso per sempre posto dentro di me. Ci troviamo in tutto, dalla musica alla fede». Un incontro folgorante che ha portato a una decisione importantissima, ovvero chiedere la dispensa papale per potersi sposare in chiesa.

«Non credo a chi sostiene che esista un amore terreno e un amore divino. Per me l’amore per Dio è sempre stato amore umano e il sentimento che provo adesso è omaggio al Signore. Vivere una vita a due dovrebbe essere una scelta libera e soprattutto saggia: il celibato sacerdotale non può essere legato a questioni meramente pratiche, come il tempo da dedicare interamente alla vita parrocchiale. Sarà un lungo cammino che la Chiesa dovrà affrontare con profondità, senza polemiche e strumentalizzazioni. E quando l’avrà finalmente compiuto, io ci sarò. Non vedo questa mia scelta come un girare pagina».

Le stesse polemiche che hanno reso l’ultimo sinodo sull’Amazzonia, tenutosi a ottobre dell’anno scorso e destinato a passare quasi inosservato, un appuntamento altamente mediatico. Al centro della discussione la richiesta dei vescovi dell’Amazzonia di poter ordinare uomini sposati, vista la grave carenza di ecclesiastici in un’area grande quasi il doppio dell’Europa: una terra con 35 milioni di abitanti, sparsi tra nove Paesi dell’America Latina, dove si celebra messa in media una volta all’anno. E dove esistono vicariati che con soli tredici preti coprono l’equivalente di un terzo dell’Italia.

(continua qui)

27 commenti:

  1. E per fortuna che l’attuale rettore del seminario (lo stesso che ha fatto “passare” questo prete qui) viene dipinto come una specie di terminator per via delle sue capacità di governo e di discernimento...

    Non si può nemmeno dire che un caso così possa capitare anche al più ligio dei rettori; perché da qualche anno a questa parte, a Milano, c’è sempre almeno un sacerdote che comunque entra in crisi addirittura nel primo anno di Messa. Anzi, peggio ancora, alcuni anche dopo aver ricevuto l’ordinazione diaconale, tanto da arrivare a chiedere la dispensa prima ancora di ricevere il presbiterato!

    Meditate gente, meditate!

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    1. Sono i tempi in cui viviamo, non c’entra il fatto di essere a Milano.

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    2. Infatti il problema non è il celibato ma la Chiesa conciliare attuale! Priva di valori, fede e cristianesimo!
      Si è uomini e non «Alter Christus, il sacerdote è profondamente unito al Verbo del Padre, che incarnandosi ha preso forma di servo, è diventato servo (Fil 2,5-11) come nella chiesa preconciliare!
      Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo (Gv 15,18-21)

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    3. Concordo con te anonimo delle 09:10; ho però evidenziato il fatto di Milano perché non è mistero che il clero di questa diocesi se la tiri sempre su tutto come se fossero i migliori... e invece sono come tutti gli altri... forse anche peggio!

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    4. Mi scusi, ma che stupidaggini va farneticando?

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  2. Piuttosto che domandarsi sul celibato....fate le domande sulle SELEZIONI NEI SEMINARI!!!!
    Loro sanno discernere la VERA VOCAZIONE?????

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  3. Questo era il grande "prete di strada" che doveva cercare di evangelizzare nelle discoteche e nella movida milanese!
    FATEVI DUE DOMANDE e datevi delle risposte su queste nuove leve conciliari!!!

    https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/nel-cuore-della-movida-puntiamo-sulle-relazioni-235166.html

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    1. era un prete che faceva tante cose cercando forse di colmare un vuoto

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    2. x Anonimo delle 09:55 - Infatti il problema è subdolo e nasce già a livello terminologico. Se si dice ad esempio "il Papa buono" sembra che gli altri pontefici siano cattivi o comunque meno buoni; se si dice "il prete di strada" sembra che gli altri sacerdoti siano egoisti o che non si vogliano sporcare con la gente o che siano comunque meno impegnati. La verità è che certe persone vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca, vorrebbero cioè i vantaggi del sacerdozio ma senza rinunciare alle cose della vita. Sappiamo tutti che è così, e allora diciamolo chiaramente: ciò è dovuto al rammollimento dell'uomo occidentale, che non sa più cos'è il sacrificio.

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  4. «La comunità intera poteva incontrarlo ogni mattina al BAR per confidarsi o in oratorio a ORGANIZZARE CONCERTI»! Ecco il problema, sembra che fin dall'inizio non abbia capito che cosa significhi fare il prete...

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    1. I pretini giovani negli oratori sono ormai parte integrante della "comitiva". Si danno del "tu", li chiamano per nome e vanno persino al mare in spiaggia in costume (visto con i miei occhi nella mia diocesi in Puglia), il fatto che abbiano tresche etero o omo al di fuori della Parrocchia è ormai normale routine.

      Le tentazioni sono alla portata degli occhi e lo stile di vita disordinato (vanno ai pub e si ritirano oltre l'01.00 di notte...) li aumenta a non svolgere il proprio ruolo.

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  5. Il problema è nel seminario dove la formazione spirituale e dottrinale è scadente. Addirittura con dispensa di età è stato ordinato! Si c'è un limite minimo è perché c'è una ragione, sopratutto in questi tempi attuali. Ma la crisi vocazionale è la punta del icberg, molto probabilmente sposandosi non risolverà il suo problema spirituale e psicologico. Conosco sacerdoti sposati che dopo molti anni ancora soffrono aver seguito la sbagliata via della tentazione. Per questo, nei primi anni di vita sacerdotale è necessario un accompagnamento da un santo sacerdote anziano; questo primo periodo di ministero presentano prove molto dure che senza un aiuto dal Alto e qualcuno che li stia accanto diventano difficili da superare, come in questo caso.

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    1. Ormai i sacerdoti anziani odierni escono dal '68 e dalle riforme conciliari, i veri padri spirituali sono morti per l'età, quelli di oggi sono progressisti, islamisti, immigrazionisti e molte volte omosessuali latenti, peggio che andar di notte!

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    2. il problema è che con la crisi attuale un giovani prete spesso rischia prima di vedersi sballottato a fare il vicario in mille posti diversi (spesso a gestire mille cose e sottoposti alle angherie di alcuni laici straprepotenti che considerano la parrocchia roba loro, se non sacerdoti più vecchi che utilizzano il sottoposto per delegare rogne) e poi a gestire da solo molte parrocchie.
      dopo un po' per la fatica la solitudine si fa sentire, arrivano le prove di fede e il demonio ne approfitta. se il Signore ha mandato i 72 discepoli a due a due un motivo ci sarà

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    3. Certo che a leggere il commento delle 19:54... poi ci stupiamo se c'è il calo delle vocazioni, se già in un sito come questo scoraggiamo i potenziali sacerdoti...

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  6. Un altro "superprete" ciovane per i ciovani molto social! Ecco cosa creano.....

    https://www.youtube.com/watch?v=NBoQEq9fFiA

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  7. Il problema più grande non è dalla cintola in giù, ma dalla cintola in su...sta nel voler giustificare le proprie infedeltà, debolezze, peccati ammantandoli per giunta di un'aura spirituale e teologica!

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  8. Io ho conosciuto un prete che ha mollato dopo meno di un anno. Comunque non ha fatto nulla di male, è una cosa consentita dal diritto canonico: non ci sarebbe nemmeno da parlarne, ma i giornali laici in queste cose ci sguazzano

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    1. molti però al momento in cui lasciano fanno dichiarazioni discutibili

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    2. "Consentita dal diritto canonico" riformato da GPII e prima ancora da Paolo VI.
      Gli "spretati" furono in numeri record, ma il sacramento dell'ordine é eterno.
      Questi sono solamente "preti sposati" che sono stati sospesi a divinis....

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  9. La soluzione la può trovare solo la Madonna e noi con il Suo Rosario. Non c'è più nulla da fare. Siamo di fronte al fatto che molti sacerdoti, soprattutto molto giovani, non sanno più cosa sia un sacerdote, cosa deve fare un ministro di Dio, la sua dignità (li si chiama "don" per dire "signore", è un titolo dovuto ai nobili ecco perché i religiosi li chiamiamo "padre" perché non potrebbero accettare titoli nobiliari), il potere e l'onere che ha nelle sue mani e l'odio che il nemico ha contro di loro. Molti se sapessero il significato ed il valore del Ministero Sacerdotale probabilmente sceglierebbero di fare altro (gli assistenti sociali, gli animatori per bambini, i politici, etc.) e magari si recupererebbero tante vocazioni vere sfumate forse proprio per il clima che si respira. A questo si aggiunga che i laici pregano poco ed il risultato è questo. Non voglio giudicare questo povero ragazzo a lui tutta la mia vicinanza e la mia preghiera... però è certo che qualcosa non va e molti non sono colpevoli ma vittime.

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    1. Leggo una visione del prete molto bizantiniana, castale, da potere temporale. Una sorta di baronetto che elargisce grazie. Non mi risulta che gli apostoli e le prime comunità cristiane avessero questo stile presuntuoso, uscito piuttosto dal Sacro romano impero e dal potere temporale che ha portato la Chiesa a livelli di corruzione e immoralità immondi. I preti sono sempre andati a prostitute, hanno sempre avuto la fidanzatina parrocchiana e lo fanno tutt' ora, anche quelli con la talare. Non diciamo stupidaggini. Questo ragazzo che ha chiesto la dispensa non è un ipocrita e ha tutta la mia stima. I preti casti sono rari. Io eliminerei proprio la categoria e lascerei solo i frati che sono più seri e spirituali. I sacerdoti stanno troppo nel mondo per non necessitare di compagnia affettiva, psicologica e spirituale dell'altro sesso. Anzi se si innamorano sono anche pericolosi perché a stretto contatto con Dio sono anche più intensi e sensibili. Milano e Lombardia poi non ne parliamo, lì il sangue è romantico e passionale, figuriamoci se riescono a non perdere la testa.

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  10. Identico caso accaduto ad un sacerdote appartenente ad una abbastanza nota società di vita apostolica, all'apparenza piena di vocazioni (rispetto ad altre realtà) ma nel concreto, tutto molto inconsistente.
    Ricordiamo però che il celibato dei preti non è un dogma di fede, né è stato vincolato da qualche dichiarazione di "infallibilità".
    L'unica questione chiusa definitivamente è quella del sacerdozio alle donne (che non potrà mai essere concesso).

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  11. piuttosto di un prete "infelice" ... è meglio che se ne sia andato subito: forse un prete "vero" non lo è mai stato perchè non è stato formato con la fede cattolica autentica .. ed anche non ha capito che un "Alter Christus" deve vivere come Gesù, conformato in tutto quanto umanamente possibile a Lui quindi celibe. Ma questi guai continui.. li crea questa Chiesa modernista e costui è una vittima.

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  12. Il problema si sarebbe potuto risolvere, rispettando i tempi ordinari, in riferimento all'età. Se non ricordo male, è stato scritto: "Non aver fretta di imporre le mani su nessuno" o qualcosa del genere... qualcuno ha avuto troppa fretta, e la fretta, è cattiva consigliera...

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  13. Che Gesù era celibe è tutto da dimostrare, a meno che non seguisse gli esseni davvero dove era consentito il celibato. C'è chi si è spinto a vedere nelle nozze di Canaan le sue stesse nozze ( fatto che spiegherebbe perché Maria va da lui a chiedere del vino finito) e che avesse una discendenza che sono stati i re santi Merovingi. La chiesa non fa sposare i preti per questioni pratiche e lo sanno anche i sassi. È normale che se si sposassero dovrebbero comunque fare molta continenza e pochi o nessun figlio perché avrebbero da seguire la comunità ma certamente sì eviterebbero le infiltrazioni omosessuali, pedofile e la prostituzione. Sono pochissimi i sacerdoti casti, Dio ha tanti angeli in cielo, l'uomo è fatto per portare lo spirito nella materia. Poi non parliamo dei drammi amorosi che si creano quando il prete si coinvolge e va in crisi e fa soffrire la sciagurata parrocchiana con rapporti segreti. A volte dedicano le catechesi e le omelie alla donna amata che li guarda dai banchi facendo allusioni con la scusa dei discorsi mistici. La situazione è pericolosissima, sono uomini e non vivono isolati come frati. Negare la realtà non aiuta

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La Redazione