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sabato 27 giugno 2020

"Pizzi e merletti": storia di un abuso liturgico di ieri che diventerà un dileggio per i tradizionalisti di oggi.

"Pizzi e merletti?" -  "No, grazie. Anzi sì. Forse"

Un bell'articolo sulla storia e sulle regole della foggia del "camice" del sacerdote (alba) per la celebrazione della S. Messa (che rappresenta la veste candida lavata nel sangue dell'Agnello, 
Ap 7,14).
A detta delle rubriche, e vista la Tradizione della Chiesa quasi mai invariata sul punto, il camice non dovrebbe avere pizzi alti nè vistosi merletti (accettati solo piccoli fregi per abbellire il bordo delle maniche e l'orlo basso nei camici per le solennità). 
Infatti sin dalle miniature (messa di San Gregorio), agli affreschi (miracolo di Bolsena) per giungere ai quadri dei grandi santi della Controriforma (San Filippo Neri, Sant'Ignazio) e non solo (Sant'Andrea da Cupertino), i sacerdoti e i ministri parati sono sempre raffigurati con bei camici bianchi fino ai piedi, senza pizzi. (Uso che ancora conservano i monaci di Le Barroux, ad esempiom si veda foto sotto).     
Solo alla fine dell'ottocento (1893) la SCR, rispondendo ad un quaesitum, disse che erano tollerati i pizzi dalla cintura in giù (e comunque come concessione al Capitolo dell'Arcidiocesi di Goa, India).
Certo, nei secoli la foggia dei paramenti è cambiata e così anche gli usi. E l'applicazione dei pizzi (rari e preziosi) erano segno di pia dedizione e di devoto omaggio alla Divina Maestà.
Oggi purtroppo nella gran parte dei casi sono divenuti semplici segni esteriori per soddisfare i personali gusti esteriori di sacerdoti o di fedeli, accecati dalla "bellezza" materiale e paghi solo di quella. 
Il post pubblicato dagli amici di Traditio Marciana al riguardo, è senz'altro interessante e ci insegna il fondamento teologico del paramento del camice e può aiutarci a ritornare ad uno stile più corretto. E soprattutto a scrollarci di dosso quell'odiosa etichetta che orami da decenni ci identifica tutti noi tradizionalisti, indistintamente, come frivoli e vuoti "esteti".  
Riportiamo alcuni estratti molto interessanti e spunto di riflessione e di confronto.
Per leggerlo tutto, cliccare qui. 
Roberto

Pizzi e Merletti 
di Traditio Marciana, del 25.06.2020

[...] Guardiamo al significato del camice, per esempio: esso è la candida veste lavata nel sangue dell'Agnello e perciò detto anche alba, ed è la veste di colui che compie il sacrificio. Essa compare in numerosi culti pre-cristiani, e pure nel culto templare ebraico, con cui il culto cristiano ha chiare relazioni di dipendenza: [...] Nell'Esodo, al capo XXVIII, leggiamo che questa tunica dev'essere di lino puro, e coprire l'intero corpo dal collo ai piedi, con maniche fino ai polsi.


I decreti della Sacra Congregazione insistono nel ribadire fortemente il materiale del camice, cioè il puro lino, combattendo ogni consuetudine contraria; anche le altre prescrizioni devono pertanto essere seguite, e come l'amitto copre accuratamente la parte del collo, così il camice stesso deve scendere sino ai piedi. Naturalmente, il camice finisce là dove finisce il lino: la parte di pizzo è decorazione che non fa parte del camice. Dunque, se un piccolo bordo di merletto alla fine delle maniche e dell'orlo può essere una decorazione accettabile per ingentilire il camice (ingentilimento che non dovrebbe trasformarsi in una femminilizzazione, visto che in molti paesi il pizzo è parte esclusiva dell'abbigliamento muliebre), un pizzo che scende dal ginocchio snatura il camice rendendolo una tunichetta, e non è pertanto accettabile per compiere la Santa Azione

Un decreto della Sacra Congregazione del 16 giugno 1893 ammette (tolerari posse) che un camice possa avere il pizzo dalla cintura in giù: si tratta nondimeno di un palese caso di decadenza liturgica del tardo Ottocento [1]. Merletti ascellari o, peggio, camici interamente di tulle come mi è purtroppo capitato di vedere, oltre a essere un'offesa al buon gusto e alla sobrietà romana, rientrano a pieno titolo nei defectus in celebratione Missae [forse sub n. X: De defectibus in ministerio ipso occurrentibus: ... si omittat aliquid ex vestibus sacerdotalibus", n.d.r. ]; qualcuno direbbe sotto pena di peccato mortale, altri proporrebbero un rogo, che tra l'altro il tulle dovrebbe ben alimentare (ironia).

Altro antichissimo abuso, molto diffuso in Italia, è l'uso di indossare nei giorni di maggior festa un camice il cui pizzo sia accompagnato da un tessuto a fondo colorato, sovente rosso. Ciò appare permesso da un decreto datato 12 luglio 1892 (coevo al precedente citato, e dunque nel medesimo spirito antiliturgico); [...]

Ci si potrebbe allora chiedere come decorare il camice nelle occasioni più solenni. La soluzione ci viene dalla prassi medievale, che tra l'altro trova conferma pure nelle prescrizioni veterotestamentarie. [...]  Nel Medioevo si provvide a decorare il camice con aurifregi sulle maniche, sul collo (caputium o cappino) e sulle parti inferiori del camice (grammata), elementi ancora in uso nella metropolia ambrosiana. [...] 
 Gli aurifregi sono una forma di decorazione del camice rispettosa della tradizione e delle prescrizioni sacre, non muliebre ed esteticamente piacevole, che dovrebbe più largamente essere recuperata in Occidente.

35 commenti:

  1. Siamo coinvolti nell'ondata di ritorno tradi-calvinista?
    Noi continuamo a usare i camici che troviamo nelle nostre sacrestie, senza spendere un euro in più per acquistarne uno o più nuovi secondo le nuove bizzarrie dei tradi-calvinisti di turno.
    Saranno le nostre sagrestie (assieme al nostro buon gusto liturgico) a fornirci i camici per la celebrazione della Santa Messa e non le "indicazioni" del tradi-calvinista di turno.

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  2. Tutte belle considerazioni, ma i preti di oggi che si vestono per la messa in modo sciatto e trasandato e indossano quei camicioni senza alcuna decorazione e che spesso gli arrivano a metà gamba lasciando vedere i pantaloni, non lo fanno per profondi motivi teologici o per imitare i santi della Controriforma o per rispetto delle rubriche pre-ottocentesche o perché si ispirano ai monaci di Le Barroux, ma più prosaicamente perché mancano di ogni gusto estetico, non hanno il senso della Bellezza, non credono in ciò che fanno quando celebrano, non sanno che la bellezza della Liturgia è per dare onore a Dio e non agli uomini che la celebrano e sono convinti che bisogna essere sciatti perché Cristo era un vagabondo capellone. Ci sarebbero anche dei bei camici senza pizzo e perfino senza amitto, ma ben fatti e decorosi, ornati con ricami dorati in fondo e sulle maniche, ma neanche quelli vanno bene perché bisogna togliere ogni "orpello". Quei camici poi li usano per qualsiasi cosa, anche per le cerimonie in cui ci vorrebbero talare e cotta. Oltre ai camicioni disadorni, si aggiungono l'abolizione dell'incenso, lo stare in presbiterio con le braccia conserte e le gambe accavallate, il non fare le genuflessioni alla Consacrazione ma solo due inchini frettolosi, ecc ecc, tutti sintomi della mancanza di Fede in ciò che si fa.

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    1. È vero la bellezza fa bene, l'eleganza è importante ma non deve trasformarsi in una moda, in una presunzione. Visto il livello umano così basso i preti sciatti rischiano meno

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  3. Beh, non c'è che dire. In un clima in cui è normale prassi celebrare riti empi, fabbricati a tavolino per soppiantare il rito cattolico, con chitarre e balletti, pupazzi e cartelloni, senza il più minimo segno di rispetto per Chi si DOVREBBE onorare, dal velo sul calice alle genuflessioni, al tono pacato della parlata, all'espressione del viso, c'è chi va a fare le pulci sui camici col pizzo!
    Non c'è niente da fare...c'è sempre quello più realista del Re che fatica a trattenere il suo impeto di ammaestrare tutte le genti in ogni campo dello scibile umano.

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    1. Il pizzo è un eccesso opposto alla mancanza di sacralità nell'atto liturgico
      Ma sempre un eccesso è

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    2. Concordo con Anonimo delle 18:21. È la virtù dei servi: attaccare vigliaccamente quello che, in un certo periodo storico, è più attaccabile, per distogliere l'attenzione dalla vera patologia.

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    3. Per gismy: beh, SE di abuso si tratta, bisogna vedere la percentuale di chi lo pratica rispetto all'oceano di chi "celebra" in jeans, camicioni informi, senza stola e così via.
      Oppure pensi sia normale che, mentre la città sta franando nel burrone, ci sia quello che si preoccupa di sprimacciare i cuscini del divano della zia Pina? Su, cerchiamo di non nasconderci dietro un dito! Siamo in un'epoca in cui i "sacerdoti" sedicenti cattolici si comportano con le cose sacre con un'insofferenza ed una sciatteria mai vista nemmeno presso i pagani...e dovremmo stare a preoccuparci dei centimetri di pizzo? Fatevi una vita, piuttosto.

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  4. Questa è proprio una esagerazione... ci sta che siano un po' una forzatura... ma alla fine una pia forzatura... di questo passo si dovrebbero tralasciare le casule a violino, le borromee e le casule di foggia moderna sostituendole con enormi casule nella foggia originale... un po' scomodine tra l'altro

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    1. scrivere troppe volte Foggia potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno. specie se il nome dell'amena località è vicino a merletti, che in quella località non si usano. (Vittorio Feltri docet)

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    2. a Foggia si usavano i merletti prima che la val Brembana diventasse urbanizzata. a Foggia vi erano le più brave e belle merlettaie del Regno di Napoli, vi era all'epoca una ricchezza anche culturale che a Foggia vi era già un teatro quando in val Brembana andava in giro l'orso bergamasco baluga da qui il verso di Yoghi.

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  5. Antiliturgiche le vesti dei Papi (fatti salvi Giovanni Paolo II e Francesco) e di innumerevoli cardinali, vescovi, preti? Non so se ridere o piangere. Calvino fa scuola anche qui.

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    1. non mi sembra che Italo Calvino abbia mai scritto di vesti antiliturgiche. era comunista questo si. ma molti dei suoi romanzi mi piacciono comunque.

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    2. il modernista è il principe degli ignoranti.non sa che calvino è il fondatore della maison Calvin clain. quanta ignoranza tra questi che vanno alla messa in italiano.

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  6. Il problema non sono i "pizzi e merletti", il problema è un tipico atteggiamento dei conservatori dove la loro importanza sta nell'estetica fine a se stessa e nel lusso sfrenato degli arredi sacri, trascurando la teologia e 50 anni di Concilio e riforma liturgica.
    Tutto questo danneggia la "causa" e va a favore dei Bergogliani hippie-comunisti..

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    1. Anche la sciatteria è estetica. Anche se normalmente non è fine a se stessa ma volta a "smitizzare" il sacro.

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    2. È vero molta forma e poca sostanza. I preti sciatti forse trovano più tempo per seguire i fedeli che comportarsi come delle prime donne. La bellezza che guarda Dio è quella del cuore

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    3. Gli hippy non sono comunisti, sono per la libertà e credo a nostro Signore siano molto più simpatici dei fascisti. Re David è stato un hippy a modo suo

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    4. ho visto preti sciattissimi che praticamente non si facevano mai vedere in giro...

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    5. Chissà perché i "pizzi e merletti" fanno rosicare così tanto???

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    6. Beh, comunque c'è da dire che gli hippies si sono estinti, i comunisti quasi. Solo in Vaticano residua qualche reperto archeologico.

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    7. Anonimo 15.46

      Ha bevuto o cosa????

      Gli hippy quelli libertà di amore (omosessuale e etero), orge, aborto, divorzio, concubinaggio, anarchia, LSD, droghe, alcool, satanismo.....sono più simpatici dei fascisti?

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    8. decisamente sono d'accordo con anonimo 15.46. questi capelloni si che si divertivano. sesso droga e rock 'n roll. non mi dite che a voi di bigottismo latino non piace, non vi crederei. siete noiosi. nel medioevo si divertivano più di voi, tresche pozioni alla mandragola oppio e musica arpe liuti e guido d'arezzo

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  7. A Burke piace questo elemento! La cappamagna di 50 metri di seta rossa abolita da Pio XII resta invariata nell'armadio!

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    1. Burke dovrebbe occuparsi del vitello d' oro alias il toro di Wall street

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  8. In questo momento terribile della chiesa l'attenzione e l'attenzione e la repressione deve andare proprio nei confronti dei pizzi e dei merletti. Giudicate voi il clima che stiamo vivendo: surreale!

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  9. I responsabili veneziani del sito, vistosamente e orgogliosamente ribelli e disobbedienti alle norme liturgiche regolate dal Motu Proprio Summorum Pontificum, prima di pubblicare la lista di proscrizione dei camici potrebbero e dovrebbero sperimentare la gioia dell'obbedienza alla chiesa e alla liturgia. Un poco di umiltà non farebbe male specie quando si sa di essere in stato di disobbedienza.

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  10. https://www.facebook.com/groups/PapalLiturgy/permalink/699230734199710/

    A questo link si vedono quei gran cattivoni di San Pio X e il futuro Benedetto XV in palese abuso liturgico! Adesso strappatevi le vesti.... Oltretutto sul web si trovano foto simili anche di Leone XIII.
    Lasciate perdere questo archeologismo liturgico ( condannato da Pio XII).
    Bene la sobrietà, ma entro certi limiti.

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  11. Tutte le sconcezze, le banalità, e le blasfemie liturgiche le di debbono al novus ordo e allo "spirito del concilio", estremamente giacobino, quindi libertario e libertino. Non ho mai assistito a nulla del genere col Vetus Ordo.

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  12. Articolo farisaico che impronta e limita le proprie azioni a un rigoroso ma vacuo formalismo dell'autore . Tutto quello che umanamente si fa per l'onore e la gloria di Dio e' sempre niente rispetto al Suo Infinito Amore . Come onorarLo se non con quel poco che a noi umani sembra rispecchiare la bellezza e la grazia e la purezza ? Quanto alla Cappa Magna che ancora fa parte del corredo della Chiesa Cattolica e non e' stato bandito , esattamente come il Camauro , come il Saturno ecc., basta spiegare l'esatto significato di quel capo . Articolo privo di carita' .
    Elle

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    1. "basta spiegare l'esatto significato di quel capo..."

      Quale significato? Il piacere di girare per le vie di Roma ed essere guardato da tutti con soddisfazione?

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    2. 9:19, perché, secondo te quando i preti (ma anche i religiosi e le suore) giravano per Roma (e per il mondo) con il loro abito cercavano la soddisfazione di essere guardati? Ma ti senti quando parli? Intanto QUEI preti e religiosi hanno evangelizzato i quattro angoli della terra, mentre i pretini maglietta e brachette non sono nemmeno riconoscibili da qualcuno che, magari, sta cercando una confessione...meglio loro, giusto? Il difendere a spada tratta quello che, di fatto, è il più grande disastro della storia della Chiesa la dice lunga sul livello a cui sono messi i "cattolici" odierni.

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    3. Concordo con Anonimo delle 19:00. Prima i sacerdoti prevalentemente voltavano le spalle, soprattutto alla Santa Messa, quindi direi che il protagonismo c'è oggi, non c'era prima. Più sono rammolliti e più cercano l'applauso, forse per una sorta di compensazione. I preti "cattolici" attuali sono ossessionati di piacere al mondo, per loro è come una droga; il clero cristiano-ortodosso e quello di altre fedi non è così. La mancanza di umiltà, e più in generale il degrado, hanno colpito soprattutto l'occidente.

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  13. 9:19, Peccato , credevo si parlasse tra cristiani. E' andata meglio , secondo lei , quando le suore hanno accorciato le gonne ,stretto il girovita e i preti hanno cominciato a vestirsi da "signor nessuno ", a entrare nei confessionali in jeans e camicetta a quadri e senza cotta , a celebrare sciattamente e con le scarpe da tennis, infine brandendo il microfono come una pop star propinare l'omelìa camminando in su e in giu' per la navata ?

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  14. Sono molto d’accordo. Ma nella storia della chiesa sembra che ci sia sempre uno sviluppo liturgico (non intendo uno sviluppo modernista). Tutto quello che si può fare per dare maggiore dignità al sacerdozio e solennità alla Santa Messa, si può fare e non credo che si trattino di abuso come questo discorso del pizzo. Guardiamo i camici che usava Padre Pio!!! Anche lui usava questi camici. Lui dava gloria a Dio sia esternamente che internamente nel modo in cui lui celebrava la Santa Messa.

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La Redazione