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mercoledì 10 giugno 2020

Germania: nuove proteste di vescovi coraggiosi contro le derive sinodali

La settimana scorsa avevamo dato notizia degli sciagurati intenti dei vescovi tedeschi aperti al sacerdozio femminile e ad innovazioni in morale sessuale, e di qualche felice dissenso (da parte di Mons. Schwaderlapp vescovi ausiliare di Colonia). 
Apprendiamo da Tosatti di altre coraggiose voci episcopali fuori dal coro sia in merito agli argomenti sia sui metodi autoritari del presidente  CET, Mons. Bätzing. 
Quello che fa rabbia è sentire (nuovamente) che i fautori del cambiamento ritengono ormai maturi i tempi per introdurre il sacerdozio femminile "perchè ormai è accettato" da molte persone, riducendo la dottrina della Chiesa ad un comune senso popolare, mutabile col tempo. 
Se è per questo, molti cittadini ritengono inutile l'istituzione stessa della Chiesa e la funzione del sacerdote: come mai allora questi vescovi moderni (così attenti alle opinione pubblica) non si auto-spretano e non vanno a lavorare? Ah già...
Roberto


Marco Tosatti, Stilum Curiae, 5.6.2020.

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la deriva impostata dalla Conferenza Episcopale tedesca sui temi della sessualità, dell’ordinazione femminile e del matrimonio, e la deriva autoritaria del vertice episcopale tedesco, contro le regole stabilite in Assemblea, stanno cominciando a suscitare reazioni anche all’interno del corpo episcopale d’Oltralpe. Come riporta l’articolo di LifeSiteNews, il vescovo ausiliare Dominik Schwaderlapp, di Colonia, ha appena annunciato di aver ritirato la sua collaborazione dal forum di discussione sulla sessualità umana, poiché la maggioranza dei suoi membri è
contraria all’insegnamento della Chiesa in questo campo.

Inoltre, il vescovo Rudolf Voderholzer, di Ratisbona, (nella fotografia) ha appena criticato pubblicamente i metodi “autoritari” della direzione del cammino sinodale – tra questi il vescovo Bätzing, il nuovo presidente della Conferenza Episcopale – che ha deciso, senza consultarsi con l’assemblea generale, di istituire incontri regionali di discussione, nonché di aggiungere un nuovo argomento – la crisi del coronavirus – alla discussione.

Se si decide di seguire una procedura partecipativa – ha affermato il vescovo Voderholzer – bisogna anche rispettarla ed evitare di agire in modo autoritario e da soli”.

Su questo sfondo, la nuova intervista del capo della Conferenza episcopale tedesca assume un significato particolare. Parlando con Publik-Forum della questione delle donne sacerdoti, il vescovo Bätzing si confronta con il fatto che “diversi papi hanno sottolineato che la questione dell’ammissione delle donne al sacerdozio è una questione chiusa. Papa Francesco non fa eccezione”. Egli risponde sottolineando che “nella Chiesa cattolica esiste un’autorità decisionale, con il collegio dei vescovi “cum Petro e sub Petro”. Ma ciò non significa che non si possa continuare a discutere la questione dell’ordinazione femminile”. Ha poi insistito sul fatto che “la questione è presente, in mezzo alla Chiesa!”.

Bätzing ha continuato spiegando che “tra il popolo di Dio, gli argomenti per il “no” all’ordinazione femminile spesso non sono più accettati. Per questo sono molto favorevole a trasportare le intuizioni e le decisioni che raccoglieremo nel cammino sinodale – anche per quanto riguarda le donne e gli uffici – a Roma, a livello della Chiesa universale”.

Ciò che si sta sviluppando attraverso un sinodo, deve anche essere chiarito e deve trovare risposta con l’aiuto di un sinodo – ha affermato – perché questo è l’elemento nuovo che è diventato forte sotto Papa Francesco”.

Il capo dei vescovi tedeschi propone quindi che un Sinodo dei vescovi a Roma sotto Papa Francesco discuta la questione dell’ordinazione femminile.

3 commenti:

  1. Le proteste sono parole, anzi chiacchiere. I buffoni distruttori vanno cacciati a calci nelle terga.

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  2. non la farei così grande. in Italia c'è il prete ultrà, se ci fossero buoni vescovi avrebbero preso provvedimenti appropriati. in Germania almeno la conferenza vuole parlare magari in Italia fosse come in Germania.noi ormai siamo irrecuperabili. con buona pace dei Tradizionalisti per caso

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  3. son 50 anni che ci riempiono di chiacchiere e saltinbanchi....

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La Redazione