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giovedì 14 maggio 2020

Il Cardinale József Mindszenty, un martire del XX Secolo: del comunismo e dell'Ostpolitik

Ricordiamolo e leggiamo le sue Memorie, una commovente denuncia contro il comunismo e la sciagurata Ostpolitik vaticana, poi felicemente combattuta da Giovanni Paolo II.
Luigi



Di Marco Mancini
BUDAPEST , 06 maggio, 2020 / 9:00 AM (ACI Stampa).- 

Il 6 maggio di 45 anni fa moriva una delle figure maggiormente perseguitate della Chiesa Cattolica del XX secolo: il Cardinale ungherese József Mindszenty.
Nato il 29 marzo 1892, si formò presso il seminario di Szombathely e fu ordinato sacerdote il 12 giugno 1915. Già nel 1919 venne arrestato dal regime comunista ungherese di Béla Kun.

Nel 1944 Papa Pio XII lo elesse Vescovo di Veszprém ma subito dopo venne arrestato dai nazisti.

Una volta liberato nel 1945 Pio XII lo Arcivescovo di Esztergom e primate d'Ungheria. Un anno dopo venne creato Cardinale di Santa Romana Chiesa, del titolo di Santo Stefano al Monte Celio.

Con l'avvento del comunismo in Ungheria, il Cardinale venne nuovamente perseguitato. Arrestato e torturato nel 1948 fu condannato all'estargolo.

Durante l'insurrezione ungherese nel 1956 si schierò con i rivoltosi ma con l'arrivo delle truppe sovietiche fu costretto a rifugiarsi nell'Ambasciata americana a Budapest dove rimase fino al 1971. Gli venne così impedito di raggiungere Roma per partecipare ai conclavi del 1958 e del 1963.

Fortemente contrario alla Ostpolitik vaticana, il Cardinale Mindszenty lasciò nel 1971 l'Ambasciata americana a Budapest per raggiungere prima il Vaticano e poi Vienna.

Lasciato l'incarico - nominale - di Arcivescovo di Budapest nel 1973, morì per un attacco cardiaco il 6 maggio 1975 a Vienna.

Caduto il comunismo nel 1991 la sua salma è stata traslata a Esztergom, dove ora riposa nella cripta della Cattedrale di Nostra Signora e di sant'Adalberto.

Nel 1996 è stata aperta la causa di canonizzazione e nel 2019 Papa Francesco ne ha riconosciuto le virtù eroiche.

2 commenti:

  1. "Nel 2019 Papa Francesco ne ha riconosciuto le virtù eroiche": il solito trucco di Jorge che stavolta onora un ... morto.
    Uno che se fosse vivo gli darebbe molto filo da torcere. Che commedia!

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  2. Quell'eroico cardinale è stato confessore della fede non solo per la persecuzione violenta del regime comunista ma anche della politica del compromesso di Paolo VI che uso a negoziare sottobanco con quel regime già ai tempi di Pio XII non capiva, a causa della sua superficiale formazione pastorale, che negoziare con i comunisti si fallisce per la falsità intrinseca della loro subdola ideologia ricattatoria. Non era in grado ( o voluto) comprendere che il popolo ungherese avrebbe conservato la fede, che tuttora conserva nel suo nome, proprio per il martirio del loro primate che restava loro vicino sebbene impedito. Rimosso proditoriamente, la persecuzione continuò ugualmente fino alla caduta del muro di Berlino. La storia ha confermato il fallimento di quella politica vaticana solo umanamente 'diplomatica' senza la guida della fede che oggi si ripete per i cattolici cinesi. La Chiesa non ha mai sostituito i vescovi imprigionati né nell'antichità e nemmeno nell'epoca moderna come avvenne per il deportato Pio VI, del tutto dimenticato. Ricordo quel lontano 1956, le foto del torturato Mindszenty e la denuncia in piazza S. Pietro di Pio XII che, disse, non poter come papa tacere. La sua è stata la testimonianza della fede degli apostoli. Cosa direbbe ora se vedesse la collusione della gerarchia ' cattolica ' adeguata, con le ideologie marksiste-leniniste, conseguenza lontana della politica di Paolo VI riesumate dal suo successore ? Nessuno lo capirebbe meglio di quel confessore che ne è stato vittima ( E. F.)

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La Redazione