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mercoledì 22 aprile 2020

Gallignano. Il Cardinale Becciu sull’irruzione degli agenti alla Messa del parroco: “ a nessuna autorità è consentito di interrompere la messa”. La telefonata solidale del Card.Krajewski a don Lino

Ci siamo occupati dell'incresciosa vicenda di cui è stato vittima il Parroco di Gallignano don Lino Viola che domenica scorsa 19 aprile ha subìto il tentativo  di alcuni agenti, chiamati da qualche spione, di interrompere la celebrazione della Santa Messa alla quale assistevano anche sei parrocchiani. (leggere QUI )
Il Sacerdote "ha rimesso le cose a posto" continuando la celebrazione eucaristica. 
Prima di  quel che è accaduto a Gallignano avevamo espresso preoccupazione per i" ...nostri connazionali trasformati in "spie" con il sadico gusto di denunciare i preti ... con la colpevolissima complicità di diverse Curie che si sono dimostrate particolarmente repressive nei confronti di quei Consacrati che in virtù del loro mandato sacerdotale, desideravano rimanere vicino alle pecorelle del gregge affidato alle loro cure pastorali. " (leggere QUI )
La notizia dell'irruzione dei militari all'interno della chiesa parrocchiale durante la celebrazione della Santa Messa si è diffusa rapidissimamente
grazie a un video realizzato da un fedele.
Il Sacerdote intervistato poi dal  Corriere della Sera ha dichiarato: «Sono offeso nella mia dignità. Ho ottant’anni, celebro da più di cinquanta e non sono mai stato trattato così: già durante l’omelia ho visto i carabinieri entrare, mi hanno interrotto al momento della consacrazione senza alcun rispetto. Il decreto ministeriale non proibisce le celebrazioni, basta che non ci sia affollamento. Eravamo in quattordici, distanziati, con mascherine e guanti: otto tra cantori, lettori e collaboratori e sei fedeli: due famiglie e un’altra signora, tutti che hanno avuto dei lutti nei giorni scorsi. Celebravo la messa anche in ricordo dei loro cari. L’ho fatto anche a Pasqua…» ( leggere MiL QUI
24 ore dopo il tentativo dei militari di interrompere la celebrazione della  Messa a Gallignano la Rev.ma Curia Vescovile di Cremona  ha emesso un comunicato nel quale il Parroco è stato "condannato" e "scaricato" alla grande... 
"Ad perpetuam rei memoriam" ecco la"Nota ufficiale della Diocesi In seguito a quanto accaduto domenica 20 aprile nella chiesa parrocchiale di Gallignano. Riguardo alla vicenda la Diocesi di Cremona, pur consapevole dell’intima sofferenza e del profondo disagio di tanti presbiteri e fedeli per la forzata e prolungata privazione dell’Eucaristia, non può non sottolineare con dispiacere che il comportamento del parroco è in contraddizione con le norme civili e le indicazioni canoniche che ormai da diverse settimane condizionano la vita liturgica e sacramentale della Chiesa in Italia e della nostra Chiesa cremonese." ( leggere QUI
Naturalmente il quotidiano Avvenire si è subito associato nella condanna del Parroco  senza  usare nei confronti dell'anziano prete  un pizzico di misericordia! Nessuna parola sulla profanazione accaduta! (leggere QUI)
I Sacerdoti, ad imitazione di  Gesù buon pastore, vivono e respirano “cor unum et anima una” con i loro parrocchiani e sono per questo avversati dai loro confratelli progressisti: quelli che  affossano le diocesi ritrovandosi poi con un clero diviso, spaccato, disorientato, separato dal vertice e in balìa delle onde.  (leggere QUI)
Dopo la pubblicazione della "Nota ufficiale" diversi Sacerdoti diocesani hanno telefonato in Curia (altri direttamente a Roma...) per esprimere la loro indignazione per il modo in cui è stato trattato e "scaricato" il loro anziano e coraggioso Confratello e per la profazione avvenuta durante la celebrazione eucaristica. 
In tutta questa faccenda , oltretutto, la figura magra, oltre al vescovo e alla curia, l'hanno fatta le forze dell'ordine con uno show inutile e dannoso per la loro immagine: mentre da una parte lucidano la loro fama con tanti lodevolissimi, insostituibili lavori di volontariato, dall'altra sono stati costretti a comportarsi in modo irriguardoso con un povero parroco di campagna. (*)
Ieri in un messsaggio Twitter l'Em.mo Cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, ha scritto:  " A un sacerdote esterrefatto per quanto accaduto a un confratello nella diocesi di Cremona ho detto: deve essere difeso il principio che a nessuna autorità è consentito di interrompere la messa. Se il celebrante è reo di qualche infrazione sia ripreso dopo, non durante!
Ringraziamo il Cardinale Becciu che "ha rimesso le cose a posto" dando una buona lezione di buona educazione ecclesiale  alla Curia Cremonese e in particolare al Vicario Generale Mons. Massimo Calvi che da buon canonista avrebbe dovuto apprezzare per primo il comportamento impeccabile di don Lino!
AC


(*) Cfr. Duc in altum di A.M.Valli QUI


AGGIORNAMENTO 23 aprile ore 24

La solidarietà dell'Elemosiniere del Papa Cardinale Krajewski a don Lino

leggere QUI

5 commenti:

  1. "Se il celebrante è reo di qualche infrazione sia ripreso dopo, non durante!"
    Della serie: fatta la legge trovato l'inganno!
    Il "pastore" che manda avanti le pecore, invece di andare lui avanti! Il "pastore" che dimentica che è la Cei che ha sospeso le Celebrazioni col concorso di popolo.
    Il Pastore che dimentica che si dovrebbe obbedire alle stesse disposizioni che emana la stessa Chiesa, e che il prete non lo ha fatto.
    Il Pastore che dimentica San Paolo, e l'obbedienza ai governanti.
    Lo stesso "Pastore" si "scandalizza". E i cattivoni sarebbero quelli che hanno fermato il prete?
    Ma per piacere...

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    1. Perché tu non hai idea di che cosa sia la messa e soprattutto l'Eucarestia, altrimenti non parleresti in questo modo. Quando il sacerdote dice messa, tu non hai idea di cosa succede. Tutti quei vescovi che approvano l'entrata dei cc in quel modo in chiesa, il Signore li punira'. La Chiesa è un luogo sacro.

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  2. Vorrei far notare quanto statuito dall'art. 405 del codice penale:

    Art. 405.
    Turbamento di funzioni religiose del culto di una confessione religiosa.

    Chiunque impedisce o turba l'esercizio di funzioni, cerimonie o pratiche religiose del culto di una confessione religiosa (1), le quali si compiano con l'assistenza di un ministro del culto medesimo o in un luogo destinato al culto, o in un luogo pubblico o aperto al pubblico, è punito con la reclusione fino a due anni.
    Se concorrono fatti di violenza alle persone o di minaccia, si applica la reclusione da uno a tre anni.

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  3. La colpa di queste profanazioni da sbirraglia risale alla CEI ( buonanima !) la quale aumenta così la lista dei suoi fallimenti pastorali, culturali e civili perché, invece di accettare supinamente certi decreti, dopo tutto poco chiari, avrebbe dovuto trattare e chiarire con le Autorità le modalità di applicazione in modo da accordare le regole di prevenzione con il culto religioso che non puè essere così violentemente impedito. Il Vaticano dove si calpesta giornalmente dall'Alto la dottrina e la morale cattolica, sostituite da proclami demagocici, è preda della confusione più totale è non farà nulla per aiutare i sacerdoti a fare il proprio dovere di veri pastori.

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  4. Le solidarietà a parole, di questo o quel prelato, senza un doveroso pevio accordo ufficiale dell'autorità ecclesiastica circa la prevenzione delll'epidemia nelle chiese, con quella civile, à solamente una presa in giro che gli inetti cappuccetti bianchi, rossi e viola conoscono bene.

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