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lunedì 16 marzo 2020

Coronavirus Diocesi di Fabriano-Matelica il sussidio "aiutare i nostri fedeli in questo tempo di emergenza" con la "critica" al Canto Gregoriano di Don Tonino Bello

E’ stato distribuito ai fedeli della diocesi di Fabriano-Matelica il sussidio, formato pdf, “Pregare in tempo di emergenza” per “aiutare i nostri fedeli ad affidarsi ancora di più al Signore in questo tempo di emergenza e sentirsi comunità nel senso più profondo oltre la distanza fisica, nell’unità che è dono di Dio”. 
Un bel dono destinato alle famiglie per elevare a Dio le  suppliche in questo periodo di trepidante sosta nelle loro case.
Nel sussidio troviamo i Salmi 28-40 e 103; le indicazioni di tutti i Misteri del Santo
Rosario; il Salve Regina; le Litanie Lauretane e l’Invocazione dei Santi per la salvaguardia della salute  -con il significativo inserimento delle Sante e dei Santi che vissero in quelle  terre benedette-; la benedizione della mensa prima e dopo il pasto; alcune preghiere per questo tempo di emergenza: la preghiera del Papa e quella di Mons.Delpini Arcivescovo di Milano ed infine la preghiera nel tempo della fragilità, a cura dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI.
Ci hanno colpito tuttavia i testi utilizzati per la Via Crucis: le “meditazioni di don Tonino Bello, Vescovo”. 
Nella “meditazione” della Prima Stazione leggiamo: “Gesù è condannato a morte” A voi che non contate nulla agli occhi degli uomini, ma che davanti agli occhi di Dio siete grandi, coraggio! Dio non fa graduatorie. Non sempre si lascia incantare da chi sa parlare meglio. Non sempre, rispetto ai sospiri dignitosi del povero, dà la precedenza al canto gregoriano che risuona nelle chiese. Non sempre si fa sedurre dal profumo dell’incenso, più di quanto non si accorga del tanfo che sale dai sotterranei della storia.
La retorica di don Tonino Bello, che a volte è di difficile comprensione, è datata specificatamente al periodo della“rivoluzione” post conciliare ed alle aspettative che, anche in buona fede, quel processo "innovativo" ha prodotto nella mente di tanti ecclesiastici che furono eccitati dalla “voglia di cambiamento”. 
Eppure don Tonino, anagraficamente prossimo al Concilio Vaticano II, avrebbe dovuto sapere che la Costituzione sulla Sacra Liturgia Sacrosantum Concilium al numero 116 recita: "La Chiesa riconosce il canto gregoriano come canto proprio della liturgia romana: perciò, nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni, gli sia riservato il posto principale.
Gli anni di don Tonino Bello furono quelli del temuto o agognato, a seconda delle partigianerie, “sorpasso” in Italia e nel mondo del comunismo che  secondo l'utopia ideologica dei marxisti,  avrebbe dovuto “liberare” i poveri dalla schiacciante oppressione del capitalismo. 
Ecco perché il linguaggio delle meditazioni della Via Crucis è anche critico nei confronti della devozione dei padri: “La croce l’abbiamo inquadrata nella cornice della sapienza umana, e nel telaio della sublimità di parola. L’abbiamo attaccata con riverenza alle pareti di casa nostra, ma non ce la siamo piantata nel cuore. Pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre scelte. Le rivolgiamo inchini e incensazioni in chiesa, ma ci manteniamo agli antipodi della sua logica. …” ( Meditazione della Seconda Stazione) 
Il livello più alto dell’incomprensibilità testuale della retorica di Don Tonino è, come prevedibile, nella meditazione della Quarta Stazione “ Gesù incontra sua Madre” : si tratta di un linguaggio astratto che non produce alcun sentimento tanto meno quello affettivo- devozionale “Nessun linguaggio umano deve essere stato così pregnante come quello di Maria. Fatto di monosillabi, veloci come un sì. O di sussurri, brevi come un fiat. O di abbandoni, totali come un amen. O di riverberi biblici, ricuciti dal filo di una sapienza antica, alimentata da fecondi silenzi. Maria, immagine dell’antiretorica, non posa per nessuno. Neppure per il suo Dio.” 
L'afflato devozionale della Pia Pratica della Via Crucis è mirabilmente riassunto nella giaculatoria che in diverse regioni  italiane solitamente si canta fra una stazione e l'altra " Santa Madre, deh, voi fate Che le piaghe del Signore Siano impresse nel mio cuore": la condivisione mistica dei dolori di Gesù e di Maria!
La sana e costruttiva devozione cattolica ha  frantumato nei secoli le distanze sociali ed intellettuali ed ha santamente uniformato la preghiera all’ atto cultuale di amore verso Dio, la Vergine Santissima Madre di Dio e i Santi e dissipando l'umana tentazione dell'orazione- bla-bla-bla per la quale Nostro Signore Gesù Cristo  nel Vangelo di Matteo dice: « Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me.». 
Ci chiediamo: perchè nel bel libretto pdfPregare in tempo di emergenza” della diocesi di Fabriano-Matelica per la Via Crucis è stato usato il duro linguaggio ( a tratti pasoliniano) sociale, retorico e datato di Don Tonino Bello? 
Ci sembra anche una mancanza di rispetto, una gaffe, nei confronti della Comunità dei Monaci Silvestrini, gloria delle terre fabrianesi, che amando e praticando il Canto Gregoriano, il canto della Chiesa, onorano il loro Santo fondatore San Silvestro Abate "E noi, suoi monaci, ogni giorno, Lo preghiamo con un'antica melodia in canto gregoriano*: «O Amatissimo Padre, Silvestro Anacoreta, vieni in soccorso dei tuoi figli, moltiplica il loro numero, difendili dai nemici infernali, e fa che il loro grido, per i tuoi santi meriti, venga ascoltato dall'Altissimo». E oggi, all'inizio del terzo millennio, questo canto antico risuona nelle chiese monastiche silvestrine ..."  (v.sotto)
Ci auguriamo che grazie al salubre imperativo " io resto a casa" i componenti dell'Ufficio Liturgico della Diocesi di Fabriano-Matelica possano scoprire che esistono altri tipi di "meditazioni" della Via Crucis, onde poter condividere spiritualmente i dolori di Gesù e di Maria, meno cervellottici di quelli sessantottini di Don Tonino e soprattutto più adatti alle finalità  devozionali ed orazionali  che  quel Pio esercizio suscita nei nostri cuori  nel difficile momento che stiamo tutti vivendo!
AC 


Immagine: Claudio Ridolfi (Verona 1570 + Corinaldo 1644), allievo del Tiepolo: la Madonna che porge l’Eucarestia a S.Silvestro Abate "O figlio Silvestro, vuoi ricevere il Corpo del mio Figlio, il Signore Gesù Cristo, che Io Vergine concepii, Vergine diedi alla luce, rimanendo sempre Vergine dopo il mirabile parto?". Il Santo fu colto da immenso stupore e, con grande trepidazione, rispose: "Il mio cuore è pronto, o Signora, il mio cuore è pronto. Si compia la tua volontà in me, benché indegno". Allora Ella, con le verginali sue mani, gli diede la santissima Comunione"
"Papa Paolo V (Camillo Borghese) il 23 settembre 1617 con la bolla Sanctorum virorum ascrisse «Silvestro Guzzolini, nobile osimano, fondatore della Congregazione dei Silvestrini, nel numero dei santi monaci abati», dopo che il predecessore «Clemente VIII, di felice memoria» aveva ordinato nel 1598 che «fosse inserito nel Martirologio Romano». E «non c’è da meravigliarsi - prose-gue la bolla - se a questo santo uomo, insigne per le molte virtù e per i numerosi miracoli e dotato anche dello spirito di profezia, la Madre di Dio Maria con la sua stessa mano, con straordinario e inaudito ma indubitato privilegio, offrì il Figlio suo nascosto nell’augustissimo sacramento dell’eucaristia» 

* 
O amantissime Pater Anachorita Silvester, 
geniturae tuae succurre presidiis, 
germina eius multiplica, 
impietatem adversariorum dissolve; 
tuisque meritis apud aures Altissimi 
clamor exaudiatur ipsius.

L'Antifona in Canto Gregoriano
Da approfondire:

La Vita di San Silvestro Abate, Fondatore del nostro Ordine QUI

L'eremo di San Silvestro a Fabriano QUI

Chi desidera leggere tutta la Via Crucis con le meditazioni di Don Tonino Bello  QUI 


 

16 commenti:

  1. Secondo don Tonino "Dio non sempre si lascia incantare da chi sa parlare meglio". Che linguaggio è questo? Dio sarebbe uno sprovveduto che a volte "si fa incantare" da chi parla meglio? Un linguaggio che riduce Dio al livello umano. Soltanto un essere umano può "farsi incantare", non certamente Dio. Leggo una frase di don Tonino: "Una chiesa che non sa sognare non è Chiesa. Solo chi sogna può evangelizzare". Anche qui, non va meglio. Il sognare di don Tonino somiglia troppo alla sessantottina fantasia al potere (con aggiunta di vaticanosecondismo quanto basta) che ha prodotto l'attuale società libertaria e libertina flagellata dal virus. Il sogno e la fantasia possono andar bene per i poeti e i romanzieri, non certo per i pastori di anime. E però bisogna constatare che in quanto a sogni (catastrofici) e fantasie (deliranti) l'attuale corso ecclesiale è messo "toninamente" bene!

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    1. Il Signore non voglia che flagellati dal virus siamo anche noi e, nel caso, per quel che mi riguarda, non potrei certo dire di non essermelo meritato...

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  2. Quel prete, come tanti altri fantasiosi narcisi populisti del post CVII, continua a sparare puerili scemenze come da dissociato in stato onirico per non ammettere il totale fallimento del loro modo nuovo ( sic!) di evangelizzare ( !?!), con le chiese che si svuotano, i seminari deserti e la dilagante indifferenza religiosa, come da loro programma. Tanto allegri invasati, infiltrati disfattisti nella Chiesa da non avere il minimo rispetto per chi ha vera fede, come tutti i sovversivi.

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  3. Mi sembra che si voglia proprio cercare il pelo nell'uovo... Ok c'è una mezza frase che non và, sono d'accordo che sia equivoca, ma da qui a far sembrare che tutto il libretto sia impostato così... Vedo per esempio una cosa positiva che abbiano incentivato alla preghiera in famiglia! E soprattutto che abbiano invitato a recitare il Rosario! Quella frase io la interpreto come Dio ascolta i poveri e non solo coloro che sono in Chiesa credendosi perfetti. Certo risente un pò del periodo in cui è stata pronunciata. Se qualcuno prega però Deo gratias!

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    1. Un solo pelo nell'uovo andrebbe benissimo. Peccato che da 60 anni a questa parte mazzi di peli abbiano invece completamente ricoperto l'uovo. E poi, non è che si possa sempre accontentarsi del meno peggio o di qualche positività. Se le parole dei pastori nascondono gravi insidie, queste vanno a contagiare anche cose di per sé buone.Insomma se un malato pieno d piaghe presenta un centimetro di carne illesa, non è che si possa dire "beh, qualcosa di sano c'è, accontentiamoci".

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    2. Concordo con il Vecchio. Purtroppo di questi tempi bisogna essere severi, abbiamo visto dove si arriva se si lasciano passare messaggi equivoci (precisiamo che questo sacerdote può essere in buona fede). Non si capisce perché un "povero" dovrebbe avere la precedenza... Ma ancora di più non si capisce cosa c'entri il gregoriano, peraltro uno può essere in miseria e amare il gregoriano! Se poi si vuole criticare un atteggiamento formale e falso, siamo d'accordo, ma questo può riguardare qualsiasi cosa, non soltanto la musica gregoriana.

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  4. Mons. Bello voleva semplicemente dire che il gregoriano è una meraviglia ma se è fatto senza cuore, per glorificare se stessi, il Signore vede nell'intimo di ognuno e sicuramente si fa commuovere più dalla pena degli ultimi che soffrono sinceramente che dal bel canto dei cimbali squillanti che compiacciono se stessi. Io sono salentino come Mons. Bello e come il Presidente Moro e mi è connaturale questo modo un po' criptico di esprimersi che entrambi questi due personaggi avevano. È un modo comune di parlare in quella che fu la Provincia di Terra d'Otranto, anche tra le persone semplici: un po' per iperboli, un po' per sottintesi, ed il tutto immerso in una retorica forse eccessiva ma non banale. Ci piace distinguere la frazione del capello: siamo figli di Bisanzio. Tale modo di esprimersi, per via della massificazione e della volgarizzazione imperante si va via via perdendo ma a me è ancora familiare. Mons. Bello è stato una persona schietta che non si vergognava di essere piccolo come tutti. È stato anche un uomo del suo tempo ma a differenza di molti allora, soprattutto, un figlio fedele della Chiesa. È stato purtroppo strumentalizzato da molti sia allora come adesso ma se si leggono con attenzione le sue parole si scopre il vero don Tonino.

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    1. Per Anonimo 16 marzo 2020 22:30 Altamente apprezzzabili le sue considerazioni dalle quali si percepisce un notevole "sensus ecclesiae".
      Le sue parole "Mons. Bello è stato una persona schietta che non si vergognava di essere piccolo come tutti. È stato anche un uomo del suo tempo ma a differenza di molti allora, soprattutto, un figlio fedele della Chiesa. È stato purtroppo strumentalizzato da molti sia allora come adesso ma se si leggono con attenzione le sue parole si scopre il vero don Tonino." mettono nella giusta luce la vera grandezza del prelato salentino che è stato "un figlio fedele della Chiesa".
      Il post si interroga quanto siano efficaci per una famigliola, in questo momento di trepidazione, le difficili frasi di quel vescovo scritte in un determinato momento storico e sociale "immerse in una retorica forse eccessiva ma non banali". Forse nell'ambiente familiare sarebbe assai più efficace una semplice e devota giaculatoria dopo la proclamazione della "stazione". La retorica, sia pur illuminata , non sempre giova alla preghiera di intercessione. La semplicità premia sempre!

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  5. Per Anonimo16 marzo 2020 19:31 difatti il post è elogiativo nei confronti del libretto obbiettivamente ben fatto e ben congeniato.
    Peccato a quel peletto nell'uovo della Via Crucis di Mons.Tonino Bello: avrebbero potuto completare degnamente quel bel libretto senza ricorrere alla solita retorica sessantottina. Tutto qui! Grazie

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  6. Basta con queste indegne parodie sessantottine: non siamo ancora paghi del disastro che questi virus hanno prodotto nella chiesa?

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  7. A me pare superficiale. Che cavolo c'entrano i poveri? Dio è per tutti coloro che lo vogliono, non va a guardare il portafoglio delle persone. E poi i poveri chi sarebbero? Dipende anche dalle esigenze che si hanno e dalla zona in cui si vive. Molti sono poveri perché hanno dilapidato quello che avevano o perché pigri o perché incapaci: questa gente che non ha messo a frutto i talenti non credo sia ben vista da Dio. Inoltre trovo cretino porre in contrasto la povertà con il canto gregoriano: cosa c'entra la musica con la situazione economica? Su certe cose non si scherza, non si può lasciar passare un messaggio sessantottino, che è agli antipodi del Vangelo. La retorica pauperista va stroncata sul nascere.

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  8. Nun ci avete proprio gnente da ffà. Qua ce sta a ggente che sta a schiattà per sto vvirus che ce sta a spiaccicà come mmosche e vvoi state a ddisquisì sur canto ggreggoriano de ttonino bbello e li poveri e der ssesantotto, ma li mortacci vostri... un libretto de na vvia crucis che nun leggerà nessuno... ma chi è che n casa sta a ffà la via ccrucis cor libbretto da a ddiocesi de ffbbriano... er sessantotto? er canto ggregoriano? Er pelo nell'ovo? Ma annate a llavorà va...

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    1. Alle 00:38 i cuccioletti sono a nanna.

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    2. Anonimo 18 marzo 2020 00:38 : i pretini "introibo" immersi delle ballerine colline camerti sono simpatici e dotati di creatività! Complimenti !

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La Redazione