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martedì 25 febbraio 2020

Papa Francesco e i "cattivi"populisti: su certe sue parole, speriamo non abbia la "piena avvertenza"...


Mi sono chiesto, vedendo il filmato del discorso del S. Padre a Bari (QUI il brandello in questione) con quella faccia corrucciata e arrabbiata, lasciando i fogli preparati e lanciandosi nell'ennesima intemerata con un paragone particolarmente sgradevole sui cd. populisti e Hitler, se lui ha la "piena avvertenza" di quello che dice.
Perchè la calunnia è un peccato.
E vale anche per il Papa.
E senza una parola di conforto per le centinaia di contagiati per il coronavirus: ma, certo, i migranti sono più importanti di qualche poco rilevante cittadino lombardo o veneto, che magari pure vota i populisti...
QUI un altro intervento discutibile del Vaticano.
E QUI un altro precedente del S. Padre: "Il sovranismo è un atteggiamento di isolamento. Sono preoccupato perché si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934. “Prima noi. Noi… noi…”.
Luigi
La Nuova Bussola Quotidiana, Nico Spuntoni

24-02-2020
Papa Francesco a Bari per la chiusura dell'incontro sul Mediterraneo si è spinto nuovamente nel parallelo tra le nuove forme di populismo e i discorsi che seminavano paura negli anni '30. Un'invettiva che è parte integrante della sua teologia dell'accoglienza. 


Nell'Italia alle prese con l'emergenza coronavirus, papa Francesco è arrivato a Bari per l'incontro "Mediterraneo, frontiera di pace". Il discorso del pontefice ha chiuso l'iniziativa promossa dalla Cei e che ha visto la partecipazione dei 58 vescovi e patriarchi dell'area interessata. Le parole di Bergoglio, che hanno preceduto la Messa celebrata in Corso Vittorio Emanuele II, hanno voluto sottolineare la storia ed il ruolo strategico del Mare Nostrum ("luogo fisico e spirituale nel quale ha preso forma la nostra civiltà, come risultato dell’incontro di popoli diversi") e al tempo stesso sono risuonate come un pesante j'accuse lanciato contro governanti e politici.

All'origine dell'invettiva papale, ancora una volta, il nodo migranti. Francesco ha rilevato che "il numero di questi fratelli, costretti ad abbandonare affetti e patria e ad esporsi a condizioni di estrema precarietà, è andato aumentando a causa dell’incremento dei conflitti e delle drammatiche condizioni climatiche e ambientali di zone sempre più ampie", prevedendo che questo fenomeno non è destinato ad arrestarsi a breve e deve, perciò, far trovare pronti le istituzioni statali e religiose.

Bergoglio se l'è presa con il diffuso "senso di indifferenza e perfino di rifiuto (...) di quanti si chiudono nella propria ricchezza e autonomia, senza accorgersi di chi, con le parole o semplicemente con il suo stato di indigenza, sta invocando aiuto". Secondo il pontefice, "si fa strada un senso di paura, che porta ad alzare le proprie difese davanti a quella che viene strumentalmente dipinta come un’invasione". Responsabilità, a suo dire, anche della "retorica dello scontro di civiltà" che servirebbe solo a "giustificare la violenza e ad alimentare l’odio". E il papa ha individuato proprio nella "debolezza della politica e il settarismo" le "cause di radicalismi e terrorismo".

A braccio, entrando ancora di più nello specifico, Bergoglio si è spinto nuovamente a dirsi impaurito dall'ascolto di "qualche discorso di alcuni leader delle nuove forme di populismo" che gli fa tornare alla mente i "discorsi che seminavano paura e poi odio nel decennio ’30 del secolo scorso". Non è la prima volta che il pontefice scomoda un paragone così pesante per definire i cosiddetti populismi: lo aveva già fatto in un'intervista del 2017 al Paìs e in un incontro con giovani ed anziani all'Istituto Patristico Augustinianum nell'ottobre del 2018.

Francesco, inoltre, ha esaltato il Mediterraneo come "mare del meticciato", sostenendo che in tale veste trova nell'accoglienza e nella dignitosa integrazione la sua vocazione. "Non lasciamo - questo l'appello del papa ai vescovi presenti a Bari - che a causa di uno spirito nazionalistico, si diffonda la persuasione contraria, che cioè siano privilegiati gli Stati meno raggiungibili e geograficamente più isolati. Solamente il dialogo permette di incontrarsi, di superare pregiudizi e stereotipi, di raccontare e conoscere meglio sé stessi".

A tal fine, Francesco ha auspicato il "bisogno di elaborare una teologia dell’accoglienza e del dialogo che reinterpreti e riproponga l’insegnamento biblico", un terreno su cui si dovrebbe realizzare - a suo parere - anche "un incontro più vivo tra le diverse fedi religiose" nel solco del Documento di Abu Dhabi - da lui citato - facendo sì che non si escludano "i semi di verità di cui anche gli altri sono depositari". Dunque, per Francesco l'accoglienza dei migranti può diventare un punto comune nell'ambito dell'ecumenismo e del dialogo interreligioso, in grado di arginare "estremismi e fondamentalismi".

10 commenti:

  1. "Solamente il dialogo permette di incontrarsi, di superare pregiudizi e stereotipi, di raccontare e conoscere meglio sé stessi". Ancora con questa storia del "dialogo"? Ancora con questo cavallo di troia varicanosecondista? Sarebbe poi interessante sapere in che consiste, secondo la mente bergogliana, il "conoscere meglio se stessi".

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  2. Senti chi parla di populismo !!! Nessuno più esperto di Lui! Invece di avere orrore di se stesso accusa gli altri. Tipica tattica rivoluzionaria quella di scaricare su altri le proprie subdole intenzioni.

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  3. Come no!!! Ce l'ha eccome la piena avvertenza. Ancora c'è chi non ha capito che il suo disegno perverso è coerente fin dall'inizio? Escluse quelle pochissime volte in cui ha usato la strategia l'orologio rotto per non dare troppo nell'occhio.

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  4. Bergoglio a Bari il 22 febbraio: "Le razze non hanno futuro". Dunque il meticciato universale è l'idea motrice del papa (ma è lui il papa o Ratzinger? Ancora non è chiaro?). Anche qui si pone l'interrogativo se egli abbia la piena avvertenza di quello che dice. Praticamente Bergoglio vuole annullare l'opera di Dio, perché, evidentissimamente, le razze sono opera di Dio. La parola "razza" è diventata un tabù facendola coincidere con il "razzismo" che è tutta un'altra cosa. Bergoglio s'illude che facendo sparire le razze verrebbero meno i conflitti. Il meticcio sarebbe l'"uomo nuovo" tutto pace e niente guerra. Ci si chiede come una concezione del genere possa davvero essere presa sul serio.

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    1. Imagine
      John Lennon

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    2. Tra l'altro "meticcio" lo usavano prima con gli animali e poi durante le dittature fasciste e naziste.
      Sul "Manifesto della Razza" e le pubblicazioni naziste si trova sempre questa parola in maniera dispregiativa.
      E' lo stesso Bergoglio che definisce "razza meticcia" le persone, ossia "bastarde".

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    3. Ottima puntualizzazione! Quindi Bergoglio non sa quello che dice. Povera Chiesa!

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  5. Bergoglio non solo è un consapevole ignorante e nemico della dottrina cattolica ma anche degli evidenti principi biologici che regolano la vita sulla terra fondata sulla varietà genetica costruita finalisticamente, da Dio per chi ha fede o dalla natura per chi non l'ha. Le varie razze, così come ogni essere vivente, hanno ognuna il propio valore da trasmettere alle altre. E' una estensione della teoria gender che porta subdolamente avanti da massonico-comunista da battaglia che vuole l'appiattimento degli esseri.

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    1. Bel commento di Anonimo delle 17:25. Almeno ora Bergoglio si è completamente scoperto. Il Re è nudo. Ha ammesso candidamente che vuole il meticciato, così cancellando i popoli, le differenze, le specificità, che invece sono una ricchezza e una salvaguardia contro il razzismo e il conflitto (abbiamo visto l'integrazione forzata a cosa porta). È un'ideologia delirante che prevede un unico homo oeconomicus, in pratica un consumatore indifferenziato, non più un italiano, un cinese, un africano, ecc. Fortunatamente questa teoria fa presa solo in occidente negli spot della Coca-Cola, in oriente non ci cascano. Sfortunatamente per noi cattolici, questa teoria è portata avanti soprattutto dai vertici della Chiesa di Roma.

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  6. Se il Papa si riduce a fare comizi per il PD!
    Signore, liberaci presto da questa banda di apostati. Il vero virus sono loro, con la loro empietà e la loro ignavia.
    Il modernismo: cancro dell'anima e della società.

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La Redazione