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giovedì 16 gennaio 2020

Una suora, la Cirinnà e Luxuria

Dal Blog di Sabino Paciolla un bell'articolo dell'amico Gianfranco Amato: dobbiamo ridere o piangere?
Ma certe suore invece di partecipare ai consigli a amministrazione delle banche (QUI) non potrebbero pensare a pregare di più e a convertire il loro prossimo?
Luigi

Di Gianfranco Amato| 18 Dicembre 2019

suor Giuliana Galli
Che ci fa una suora tra la senatrice Monica Cirinnà, madrina delle unioni civili “omosex” ed il noto transessuale Vladimiro Guadagno in arte “Luxuria”? Bella domanda. È accaduto il 13 dicembre giorno di Santa Lucia a Torino. La religiosa in questione è Suor Giuliana Galli, Presidente dell’Associazione Mamre Onlus (impegnata in progetti di integrazione e mediazione interculturale), che proprio insieme alla Cirinnà e Luxuria ha deciso di svolgere il ruolo di terza “banditrice” in un’asta di beneficenza avente per oggetto importanti opere d’arte offerte da una serie di donatori, tra cui Beatrice Merz, per sostenere un’iniziativa Lgbt.
Si tratta del progetto denominato “ToHousing”, ovvero la realizzazione di un blocco di cinque appartamenti nel complesso di edilizia agevolata ex Italgas di corso Farini a Torino, messo a disposizione di persone esclusivamente omosessuali. Un’iniziativa dell’associazione omosessualista “Quore” con il supporto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell’ente governativo UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale), della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Città di Torino, di ATC (Agenzia Territoriale per la Casa di Torino), e con il sostegno di aziende gay-friendly come IKEA, Iren, Bentley SOA, Philips, Cooperativa Di Vittorio. Ora, a prescindere dall’opportunità di concedere vantaggi residenziali ad una categoria di cittadini solo per il proprio personale orientamento sessuale (peraltro non verificabile dalle istituzioni perché basato su una mera autodichiarazione), davvero si impone un interrogativo. Perché Suor Giuliana Galli ha deciso di fare da madrina a questa particolare asta di beneficenza presso la prestigiosa Fondazione Merz nel contesto di una mostra antologica dedicata al discusso artista Emilio Prini e con tanto di cena di gala firmata dallo chef Gabriele Torretto? Che ci fa una religiosa ad un evento gay friendly, ad un charity happening omosessualista? La domanda non è peregrina se si considera che il punto 2357 del Catechismo della Chiesa Cattolica definisce – ancora – l’omosessualità come una «grave depravazione», gli atti omosessuali come «intrinsecamente disordinati», «contrari alla legge naturale», che «precludono all’atto sessuale il dono della vita», che non possono essere considerati «il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale», e che «in nessun caso possono essere approvati».

Chi conosce Suor Giuliana sa però che lei è una religiosa “in uscita”, non «usa la dottrina come pietre», dialoga e non crea muri, comprende le ragioni di tutti, accoglie tutti, è consapevole che viviamo un «cambiamento d’epoca». Non meraviglia, quindi, che questa religiosa, che da tempo ha superato i 75 anni, voglia sentirsi giovane fino al punto di aver deciso di trasformarsi in “sardina”. Intervistata da “Repubblica” il 20 novembre 2019, Suor Giuliana, infatti, ha dichiarato di essere disposta a scendere in piazza a Torino la prossima volta che le sardine decideranno di farlo. In quella stessa intervista ha pure spiegato gli obbiettivi che sente di condividere rispetto a quella forma di manifestazione, primo fra tutti – lei stessa lo definisce un «comune denominatore» – l’immarcescibile «antifascismo». Già nel 2011 la rivista femminile “Donna Moderna” l’ha indicata come una delle donne italiane da votare per guidare il Paese. Suora, sardina, immigrazionista, gay-friendly e antifascista. Il prototipo della religiosa nell’era bergogliana.

Per una singolare e simbolica coincidenza, l’asta gay-friendly bandita da Suor Giuliana si è svolta praticamente in contemporanea alla beatificazione dell’ennesimo gruppo di martiri cattolici massacrati dai miliziani antifascisti spagnoli, la cui mattanza è cessata solo grazie al provvidenziale intervento del generale Francisco Franco, l’uomo che ha evitato la sovietizzazione della Spagna e ha salvato il cristianesimo e la Chiesa in quella terra.

Il gruppo di nuovi beati è composto da ventisette «uomini e donne di Dio» uccisi tra il 1936 e i 1937 durante la Guerra civile spagnola. Tra questi spicca anche una suora, o meglio una monaca domenicana: Isabella Sánchez Romero. Ha 76 anni quando viene incarcerata nel corso delle persecuzioni anticattoliche. In cella è insultata e malmenata dai miliziani antifascisti senza alcun riguardo per la sua età. Vogliono costringerla a bestemmiare. Lei risponde pregando. Ha ferite e sangue dappertutto. Il giorno dopo la fanno salire sul camion con gli altri prigionieri: devono essere trasportati al cimitero, ove saranno giustiziati per il solo fatto di essere cattolici o religiosi. Non riesce ad alzarsi, così la gettano come un sacco sul veicolo. Arrivati a destinazione, i miliziani sparano ai prigionieri, uno per uno, mentre gli altri sono costretti ad aspettare il loro turno. Suor Isabel vede morire anche suo nipote Florencio, ma continua a rifiutarsi di bestemmiare. Prega fino alla fine. Muore così: mettono la sua testa sopra una pietra e gliela schiacciano colpendola con un altro masso. È il 16 febbraio 1937. È bene che tutti sappiano – a cominciare dalle gerarchie ecclesiastiche – che oggi in Italia ci sono non pochi cattolici che preferiscono l’esempio di Suor Isabella a quello di Suor Giuliana. E preferiscono il generale Franco agli antifascisti spagnoli degli anni Trenta.

(L’articolo è stato già pubblicato su La Verità)

17 commenti:

  1. La lingua è un po' traballante..."convertire il suo prossimo" dovrebbe essere "convertire il loro prossimo"... Ah, la concordatio... a un esperto di latino non dovrebbe sfuggire. “homosex” dovrebbe essere “omosex”... qui invece si tratta di greco.

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  2. ... la conosco bene: pericolosa e potente... ha quella "semplicità" disarmante che commuove, ma si circonda solo di persone che hanno denaro: Chiesa povera per i poveri.

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  3. "Integrazione e mediazione interculturale" ( !?!). Niente di più equivoco da vera adeguata a Bergoglio. Di preghiera ed evangelizzazione non si parla più. Merita di essere fatta presidente di qualche pontificio consiglio che si occupa di liquidare il cattolicesimo. A questa faccendiera non passa per la mente che i conventi saranno chiusi e lei sarà mandata, per intercultura, a fare un'altro mestiere fuori della Chiesa, come speriamo

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  4. Davvero un sorriso da lupo ... pardon, da lupa. E' il volto del cattocomunismo buonista e traditore.

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  5. Queste ormai sono consacrate al Demonio.

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  6. Pregare e convertire ??. Sarebbe andare contro il programma bergogliano di oscurare la missione della Chiesa cattolica e rischiare l'abolizione dell'Ordine cui si appartine. Questa allegra suora ( sic ! ) potrebbe lasciare l'abito ed essere impiegata come contabile nelle ONG o in una delle tante organizzazioni bottegaie che si mimetizzano sotto il nome di Comunità e Movimenti al " servizio" della Chiesa, delle quali vorremmo conoscere i conti in banca,con il solito pretesto dei poveri ai quali, per pubblicità, viene ogni tanto offerto un paranzo.

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  7. Fateci caso, i sinistrini ridono sempre. Risus abundat in ora stultorum.

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  8. Il generale Franco ha salvato il cristianesimo e la Chiesa?? La Chiesa che si auspica qui forse...sul fatto che un dittatore,che ha sulla coscienza la responsabilità di circa 400.000 omicidi di oppositori al suo regime,possa definirsi cristiano ecco questo sì che fa ridere.E non serve neanche essere di sinistra per farlo..

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    1. Franco è stato un grande cristiano, il suo essere cristiano gli ha dato la forza di sconfiggere la sinistra atea, la Chiesa Cattolica naturalmente era con lui. Anzi, dopo la vittoria il "Caudillo" è stato fin troppo generoso con gli sconfitti (Gesù sarebbe stato più severo e meno moderato di Franco).

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    2. Infatti è ben noto come uno dei più famosi insegnamenti evangelici fosse "Sopprimi il prossimo tuo se si oppone ai tuoi piani"..
      Sempre più ridicoli

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    3. Anonimo delle 19:49, è inutile che batti i piedini, il messaggio evangelico è chiaro: "chi non è con me, è contro di me". Il prossimo è colui che sta appunto in prossimità, non chi non lo è e ti si oppone. Il conflitto è inevitabile, non puoi far finta che il nemico non esista, è il nemico che ti sceglie. Ridicolo è chi cerca di "addolcire" quella che è la cronaca di un'uccisione (il Vangelo).

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    4. Credevo che il Vangelo fosse qualcosina in più della "cronaca di un'uccisione". Comunque,per dovere di un'altra cronaca,mi risulta che il prossimo per Gesù fosse ben identificato nella parabola del Samaritano:un esempio di nemico storico,non certo un vicino di cui fidarsi ciecamente.
      D'altronde.."se amate quelli che vi amano,che merito ne avete?Non fanno così anche i pubblicani?"

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  9. Ha mai saputo delle molte migliaia di sacerdoti, suore e semplici fedeli di fronts al plotone di esecuzione comunista, alle chiese distrutte o profanate, spalleggito da contingenti militari del Russia bolscevica ? Le centinaia di canonizzazione di martiri della fede sono una invenzione come la gonfiata cifra di morti in battaglia contro la Spagna cristiana che non ha voluto soccombre, come poi la nazioni dell'est europeo, alla barbarie comunista ?

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  10. Nessuno nega i milioni di morti causati dai regimi comunisti.Chi è morto per mano di Ceausescu o Tito però non è più martire di chi è stato ucciso da Franco o Pinochet.Fare di un dittatore un paladino del cristianesimo è aberrante

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    1. È aberrante semmai paragonare cattolici come Franco e Pinochet ad anticattolici come Tito e Ceausescu. Il governo Pinochet ha avuto degli eccessi, indubbiamente, ma è comunque nato come difesa contro la violenza della sinistra, che con Allende aveva già cominciato ad aggredire la proprietà privata, mediante gli "espropri proletari". Per fermare la violenza occorre una reazione energica, è inevitabile che ci scappi qualche sopruso (soprusi che sono ovviamente da condannare).

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    2. Le dittature sono esecrabili da qualunque ispirazione provengano.Difendere Franco o Pinochet dimostra unicamente di essere cristiani affetti dalla sindrome delle crociate:all'ombra della croce si può commettere qualsiasi sopruso, ogni nefandezza diventa giustificabile.Ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con il messaggio evangelico e troppo spesso le gerarchie della Chiesa hanno dimostrato di preferire i dittatori a Gesù.

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  11. Ma quello è il fratello di Ratzinger!

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La Redazione