Post in evidenza

Elenchi dei Vescovi (e non solo) pro e contro Fiducia Supplicans #fiduciasupplicans #fernández

Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

lunedì 30 dicembre 2019

Il parroco di san Giovanni Battista a Monteu da Po "Così non riesco più ad andare avanti. La struttura della chiesa parrocchiale è a rischio!"

Un articolo che fa riflettere sulla condizione degli edifici di culto soprattutto nei piccoli paesi. Come avviene anche nei centri che sono stati colpiti dalla sciagura del terremoto le chiese  assumono anche un significato sociale per il ripristino della "normalità" della vita paesana. Certamente la burocrazia, che si è infiltrata nelle curie diocesane, e i meccanismi economici legati alla "produttività" di una parrocchia non agevolano le comunità  più piccole e geograficamente disagiate.
Non siamo degli esperti in economia però numerosi Sacerdoti ci dicono che la decisione di aver fatto confluire tutti i fondi e tutti i possedimenti immobiliari nel calderone dell'Istituto Centrale per il sostentamento del Clero ha aumentato  il divario fra le parrocchie "ricche" e le parrocchie "povere" le quali di sovente per secoli potevano contare sulla rendita derivante dai terreni o dalla case che erano stati lasciati in eredità proprio per il sostentamento del parroco e la manutensione
delle chiese , delle canoniche, degli oratori e degli asili.
Dopo l'unificazione nazionale nonostante fossero state vittime delle distruttive leggi eversive che avevano colpito gli ordini religiosi e le confraternite,  le diocesi italiane, ma anche singoli sacerdoti, già prima del Concordato del 1929 provvedettero a dotare i fedeli di   nuove chiese, a restaurare gli edifici di culto danneggiati dal tempo o dai cataclismi naturali , ad acquistare dei nuovi organi e dei nuovi concerti di campane ed edificare asili e oratori. Eppure all'epoca  erano solo i curati  a percepire la "congrua" che   "integrava le offerte dei fedeli per renderle adeguate alle necessità delle parrocchie" !
Con il prezioso aiuto dei nostri Lettori sarebbe da approfondire un particolare tema storico/religioso: l'operosità e l'azione pastorale della Chiesa in Italia durante la persecuzione liberale post unitaria e post risorgimentale, prima del Concordato del 1929.
Aver dato l'assoluta priorità alla Liturgia e alla carità è stata fonte di miracoli continui in un periodo così disastrato per la Chiesa!
AC


                          Torino, il prete non riesce a pagare le bollette per le poche offerte: 
"Così non riesco ad andare avanti" 
 di Lavinia Greci 

A causa di un debito di 6mila euro è stata staccata l'erogazione del gas che riscalda il luogo di culto. L'appello del sacerdote: "Così non possiamo andare avanti. Servirebbe l'intervento di un benefattore: la chiesa ha bisogno di un restauro"  

È rimasta al freddo, proprio durante i giorni in cui si celebrano le festività del Natale.
Il motivo? Poche offerte da parte dei fedeli e l'impossibilità di pagare le bollette. 
A denunciare le grosse difficoltà in cui versa la chiesa di san Giovanni Battista a Monteu da Po, una piccola comunità di 854 abitanti sulla riva destra del Po, in provincia di Torino, è stato il parroco stesso, don Piero Massaglia che ha ammesso: "Così non riesco più ad andare avanti".  

Una chiesa al freddo  
Secondo quanto riportato da La Stampa, da ormai qualche giorno, la chiesa che domina il piccolo centro ai confini con la provincia di Asti è senza riscaldamento perché il contatore dell'energia è stato fatto chiudere a causa di un debito di circa 6mila euro, che il sacerdote avrebbe cercato di estinguere. Il prete, infatti, avrebbe proposto un piano di rientro, in modo tale da saldare le bollette e non lasciare i fedeli al freddo, ma la celebrazione del Natale è stata fatta al freddo e, in base a quanto riferito dal sacerdote, il futuro della struttura risulta a rischio. 
Le difficoltà del sacerdote Il 53enne don Massaglia, parroco della comunità dal 2005, vive a Cocconato d'Asti e tutti i giorni si sposta in auto per raggiungere la sua comunità, visto che la casa parrocchiale è risultata inagibile. 
Il prete, infatti, ha spiegato che l'abitazione andrebbe ristrutturata, ma che i soldi dei fedeli sono sempre meno: "Ho difficoltà a mettere gasolio nella mia auto. Ho uno stipendio di appena mille euro e le poche offerte non riescono a coprire le spese, anche perché qui, i fedeli rappresentano una minoranza: circa l'8% della popolazione".  

La richiesta di aiuto 
 Il sacerdote, che ha elencato tutte le complessità a cui la parrocchia è costretta ad affrontare, ha fatto un appello ai privati: "Chiedo che qualcuno ci aiuti". 
E ha poi aggiunto: "Servirebbe l'intervento di un benefattore, perché la chiesa ha bisogno di un restauro. Qualcuno salvi il patrimonio religioso e culturale di questa piccola comunità". 
In base a quanto raccontato dal sacerdote, l'altare della chiesa si sgretola ogni giorno e i cavi di luce e corrente scorrono sulle pareti senza considerare alcuna norma di sicurezza. Inoltre, per i fedeli non sarebbero più disponibili nemmeno i servizi igienici. 

La storia della chiesa  
In base a quanto riportato dal quotidiano, la chiesa risalirebbe al XV° secolo, quando avvenne l'unione delle due parrocchie d'Industria e di Monteacuto. 
Venne incendiata nel 1625 dagli spagnoli e ricostruita poi tra il 1631 e il 1636 con il materiale dell'antica casa forte che sorgeva accanto all'attuale casa parrocchiale. 
In stile barocco, la chiesa è composta da tre navate e l'altare maggiore è costruito in sette qualità di marmo diverse. 

I furti Il luogo di culto è stato, nel tempo, oggetto di numerosi furti. 
Nei primi anni Settanta, infatti, dall'altare della navata sinistra venne sottratta la statua della Madonna del Rosario e nel 2006 i ladri portarono via dal battistero del '600 i pannelli con le figure scolpite. 
Finora, le complessità denunciate dal sacerdote non hanno impedito le regolari funzioni, una al sabato e una alla domenica pomeriggio, così come nei giorni feriali. 
Ma stando a quanto raccontato da don Massaglia la mancanza del riscaldamento potrebbe compromettere la chiesa della piccola comunità. 

Fonte: Il Giornale QUI

Foto: QUI L'incredibile storia della chiesa di San Francesco a Fano " la chiesa e il convento nel degrado, dovuti all'azione degli agenti atmosferici in seguito alla demolizione del tetto a causa del terremoto del 1930 e anche alla vendita di alcuni arredi interni come l'organo,il coro e l'altare . "Si tratta di uno dei più antichi monumenti della città e risale, all'incirca, alla seconda metà del XIII secolo d.C. Si trova in una delle vie adiacenti alla piazza XX Settembre e in sé racchiude numerosi stili artistici, evidenza dei vari periodi storici dei quali porta i segni."    (Wikipedia)

11 commenti:

  1. Tornate al vetus rodo e vedrete che i contributi torneranno

    RispondiElimina
  2. A dire il vero la riforma concordataria, su questo punto, c'entra poco: il patrimonio dei vecchi benefici parrocchiali serviva al sostentamento del parroco, e all'epoca, sì che c'era la distinzione tra parroci più abbienti o meno abbienti. Alla chiesa si poteva provvedere con la borsa parrocchiale, generalmente consistente perché la gente frequentava di più, questo è il vero problema. Quel parroco osserva che i fedeli che frequentano nella sua parrocchia sono l'8 % situazione purtroppo diffusa in Italia, quindi anche se fossero generosi con una percentuale di frequenza così bassa è chiaro che non si può fare più di tanto.... si tenga poi anche conto dei vincoli e delle burocrazie imposte dalle soprintendenze che, fortunatamente, cent'anni fa non esistevano!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chiedo al bravo e riflessivo Anonimo delle 17:08 : "come è stata svolta l'azione pastorale della Chiesa in Italia durante la persecuzione liberale post unitaria e post risorgimentale, prima del Concordato del 1929?".
      Grazie per la cortese risposta.

      Elimina
  3. Magari il cardinal Krajewski puo'aiutare.

    RispondiElimina
  4. Si tratta della dissoluzione iniziata con la "primavera del concilio".

    RispondiElimina
  5. Lo dico senza ironia:bisognerebbe andare a scuola di economia dai sacerdoti della Fsspx ,che senza neanche i mille euro cei riescono a fare centinaia di km a settimana e a gestire due tre luoghi di s messa.come si fa a non aiutarli.....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Alla FSSPX attribuisco ormai da qualche anno il mio 5 x 1000 oltre ad ulteriori contributi che faccio in corso d'anno a seconda delle mie possibilità in special modo per la rivista La Tradizione Cattolica.

      Elimina
  6. "i fedeli rappresentano una minoranza: circa l'8% della popolazione".
    Ma suvvia diciamoci il motivo cari fedeli! C'è stata una mancata applicazione integrale del CVII e della riforma liturgica che ha portato i fedeli a disertare una chiesa dal cuore duro! Propongo di seguire i dettami fino in fondo in modo da eliminare anche l'ultimo 8% di freddolosi e lagnosi fedeli.
    Buon 2020 a tutti!

    RispondiElimina
  7. Per la gerarchia italiana solidarietà significa solo ricevere e mantenere turisti africani ben messi, mentre le parrocchie povere sono ignorate. Una più equa distribuzion delle risorse e meno sperpero di danaro per spese non appropriate con il solito pretesto dei poveri nostrani e stranieri, che spendono miliardi in acqisti impropri, sanerebbe le dificoltà finanziarie di alcune parrocchie. Ora, purtroppo le questue sono sempre più scarse così come L'8x1000. Si chiedano il perché visto che al popolo, ormai disorientato, hanno sempre proclamato diritti e non doveri e non si rimedia alla deiva dottrinale e morale di una Chiesa che predica una fede diversa da quella che gli è stata affidata.

    RispondiElimina
  8. Interessantissime le considerazioni di Deme : pensiamola come vogliamo ma dobbiamo obiettivamente riconoscere che i Sacerdoti della FSSPX sono gli eroi di dedizione totale alla buona causa liturgica e fanno centinaia e centinaia di chilometri per svolgere il loro apostolato !

    RispondiElimina

AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione