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domenica 17 novembre 2019

La nuova preghiera di Benedetto XVI

Un bel regalo che ha fatto Chiesa e postconcilio.
Luigi

16-11-19
Nella nostra traduzione dal testo originale tedesco [qui] una nuova preghiera scritta recentemente da Joseph Ratzinger per la diocesi di Burgenland Eisenstadt, uscendo ancora una volta dal suo silenzio. Interpretabile in riferimento allo smantellamento della vera Chiesa. Può essere utile consultare l'indice degli articoli dedicati ai "due papi" e alle molteplici analisi dell'inedita e anomala situazione.
Apprendiamo dal BenedettoXVIblog che il vescovo di Eisenstadt Ägidius Zsifkovics, nella sua prefazione all’Annuario del Burgenland, descrive la preghiera come teologicamente scaltra e toccante Lo scritto di Benedetto XVI è del giugno scorso; ma contiene elementi significativi anche in relazione agli eventi più recenti, tenendo anche conto che il discusso testo dell'Instrumentum Laboris del Sinodo Amazzonico era in quel momento già noto.
Ricordiamo un precedente scritto particolarmente significativo: le Note [qui] vergate in occasione della riunione dei presidenti di tutte le conferenze episcopali del mondo per discutere sul tema degli abusi, convocata in Vaticano (24-29 febbraio 2019). Il documento fu reso pubblico nel successivo mese di aprile dimostrando come le sue osservazioni non fossero state tenute in alcuna considerazione.

La preghiera di Benedetto 
Benedictus XVI Papa emeritus
Signore Gesù Cristo,

sono passati più di 1900 anni da quando Tu, il Verbo eterno di Dio, sei entrato nel tempo e Ti sei fatto carne – Ti sei fatto uomo. Non hai dismesso la Tua natura umana come un vestito dopo averla assunta per poco tempo. No, fino alla Tua morte sulla croce Tu l’hai assunta, l’hai attraversata e l’hai sofferta e rimani, dopo essere risorto, per sempre uomo. Nella parabola, Ti sei paragonato al chicco di grano, che cade nella terra e muore, ma non rimane isolato, bensì emerge di nuovo e porta costantemente frutto. Nella Santa Eucarestia Tu sei sempre presente tra di noi, Ti affidi nelle nostre mani e nei nostri cuori affinché possa sorgere una nuova umanità. Quindi il Tuo farti uomo non è per noi un’esperienza lontana, bensì ci tocca tutti, ci chiama tutti. Aiutaci a comprenderlo sempre di più. Aiutaci a vivere e a morire nel segreto del chicco di grano e a contribuire al sorgere di una nuova umanità.
Prima di lasciare questo mondo e di tornare al Padre, per poi tornare tra di noi, Tu hai affidato a dei giovani uomini il compito di andare in tutto il mondo e di battezzare le genti nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. E l’essere battezzati ci fa diventare una nuova comunità, la Tua Chiesa. Come Tu hai annunciato, questo Tuo nuovo corpo – che si estende in tutto il mondo – si contraddistingue per la Tua vicinanza, che anima il corpo stesso. Ma è anche contraddistinto dalla nostra fragilità, che si supera solo lentamente.
In questo momento della nostra storia, Ti ringraziamo per la grazia di averci chiamato a far parte della Tua Chiesa. Ti ringraziamo per le realtà belle e grandi che si rendono visibili nel mondo per mezzo di essa. Ti preghiamo anche di aiutarci ad affrontare l’oscurità che, di tempo in tempo, è sempre minacciosamente attiva al suo interno.
E Ti ringraziamo perché da sessant’anni la nostra Patria, il Burgenland, è divenuta un episcopato ed è entrata come una famiglia unita nella più vasta famiglia di Dio. Alla fine della prima guerra mondiale l’immenso territorio della vecchia Austria, che univa tra loro molti popoli, si è frantumato ed è stato diviso in molti Stati [ricorda la fine dell'impero absburgico -ndT]. Ma la nostra patria si trova laddove le divisioni si dissolvono. Così, poco a poco il nostro episcopato si è evoluto dalla presenza di singole realtà a una nuova unità. Il suo compito è pertanto anche quello di agglomerare le varie lingue e le storie diverse di ogni parte in una nuova unità. Ti ringraziamo quindi per il fatto che – grazie alla guida di buoni pastori – il nostro episcopato è divenuto uno spazio di riconciliazione in cui la forza conciliatrice del Tuo amore è stata resa in qualche modo visibile.
In questo frangente pensiamo innanzitutto agli esordi della fede all’interno della nostra patria, all’epoca in cui Tu ci hai inviato la grande figura di San Martino, Vescovo di Tours. Martino nacque nella nostra terra – l’allora provincia romana della Pannonia – e le sue origini fanno sì che ci appartenga per sempre in modo speciale. Seguendo la volontà di suo padre, egli diventò un soldato romano e giunse nella Gallia, all’altro estremo del continente. Incontrò Te, Signore Gesù Cristo, nella figura di un mendicante, e spartendo con lui il suo mantello – la sua casa, potremmo dire – Ti ha riconosciuto nel suo cuore. Tu gli hai fatto dono di un grande maestro, Ilario di Poitiers, che ha illuminato la sua intelligenza e in tal modo lo ha protetto dalle insidie dell’arianesimo. Così, egli venne preservato da quella falsa forma di fede cristiana, che trasmetteva ai popoli recentemente convertiti un’immagine sminuita di Nostro Signore e impediva pertanto l’accesso alla grandezza della vera fede. Seguendo le orme di Sant’Ilario, San Martino tornò ancora una volta nella sua terra per poi recarsi di nuovo nella Gallia, ove realizzò il grande ministero della sua vita.
Anche oggi la nostra fede è minacciata da mutamenti riduttivi a cui le mode mondane la vorrebbero sottoporre per sottrarle la sua grandezza. 
Signore, aiutaci in questo nostro tempo ad essere e a rimanere veri cattolici – a vivere e a morire nella grandezza della Tua verità e nella Tua divinità. Donaci sempre vescovi coraggiosi che ci guidino all’unità con la fede e coi santi di tutti i tempi e ci mostrino come agire in modo adeguato al servizio della riconciliazione, cui il nostro episcopato è chiamato in modo speciale. Signore Gesù Cristo, abbi pietà di noi!Benedetto XVI
Città del Vaticano,
Monastero “Mater Ecclesiae”,
8 giugno 2019
[Traduzione per Chiesa e Post-Concilio di Antonio Marcantonio]

2 commenti:

  1. Bella preghiera chiara e semplice ma di grande profondità teologica che, a leggerla bene, esprime le preoccupazioni di chi la Chiesa, oggi in balia della tempesta relativistica la conosce bene. Grazie papa benedetto ci consoli ogni volta che parli, sulla scia dei grandi papi della storia!

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  2. Benedetto XVI predica bene e razzola male. Che senso ha questa preghiera se poi di fatto appoggia l'azione demolitrice dell'insegnamento millenario Chiesa da parte di Francesco ?. Insomma la Chiesa per 2000 anni ci ha preso in giro e solo il CVII è la fonte della Verità ? Lo Spirito ci ha tenuto nascoste tante cose per 2000 e ce le ha rivelate con il CVII ?. E Perché ?. Ormai siamo giunti alla fine del cattolicesimo romano e Benedetto è colpevole come lo siete anche voi di MIL. In una chiesa cattolica un sacerdote ha benedetto l'unione di sue donne omosessuali giustificando il suo operato sulla base del contenuto dell'Amoris Laetitia di Francesco. E nel contempo Francesco concede alla FSSPX l'autorizzazione a celebrare i matrimoni.
    "Così va la Chiesa conciliare sotto il pontificato di Francesco: in uscita verso le periferie, inclusiva, aperta a tutte le correnti, a tutte le sensibilità, a tutte le dottrine". "La Chiesa conciliare (ho letto da qualche parte) dà un colpo a sinistra e un colpo a destra: benedizioni delle «unioni civili omosessuali» e «delega dell’Ordinario per i matrimoni» concessa alla congregazione tradizionale, la Fraternità San Pio X; ed è possibile che senza aspettare molto, si possa vedere – chissà – lo stesso parroco presiedere al mattino un “servizio” per l’unione degli omosessuali e la sera ricevere il consenso di due giovani fedeli della Fraternità San Pio X educati nella Tradizione" e sarete tutti complici, anche voi di Messa in latino, di questo obbrobrio. E per 2000 anni allora ci hanno imbrogliato ?.

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