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lunedì 24 giugno 2019

Vicenza. Le "funzioni" domenicali senza il prete: tristezza (dei cattolici) o soddisfazione (dei filo-protestanti)?


Quel che per noi è motivo di tristezza e di preoccupazione, pur non essendo del posto, per altri (di pasta progressista) è fonte di soddisfazione. 
Soddisfazione per cosa? Parleranno a breve i numeri dei fedeli che ai quali non viene concessa la grazia di soddisfare il precetto festivo domenicale e di potersi confessare. 
Non ci piace sconfinare nella superficialità su questi delicatissimi argomenti che sicuramente sono motivo di afflizione e di preocuppazione da parte dei responsabili della Curia vescovile:  è possibile che non ci siano altre soluzioni per quella fetta del territorio vicentino affinchè i  fedeli non siano privati del Santo Sacrificio della Messa almeno nella santa domenica? 
Non ci resta di pregare per quei nostri fratelli dei paesi del vicentino e anche  per il giornalista che ha scritto l'articolo  postato. 
Una domanda: le Messe applicabili in suffragio dei fedeli defunti, con le relative offerte, dove vengono fatte celebrare?  Non è cosa da poco...

AC  

Vicenza, il sacerdote non c’è. 
Ecco le «funzioni domenicali» tenute da volontari (formati) 
La Curia: è e rimane un evento eccezionale e non programmabile 
di Andrea Alba 

VICENZA Ci sono la stretta di mano dello scambio di pace (certamente l'aspetto più importante per quel tipo di assemblea domenicale N.d.R.), la prima e la seconda Lettura, si professa il Credo e si riceve la Comunione: quello che manca è il sacerdote. 
Nel Vicentino in questi mesi ci sono stati i primi casi di funzioni domenicali comprensive di molte parti della messa, ma partecipate solo dai parrocchiani e tenute da volontari appositamente formati. 
Non chiamatela «messa senza prete», però: la nuova celebrazione, introdotta lo scorso
novembre dalla Diocesi per far fronte al calo di ordinazioni di nuovi preti, «è e rimane un evento eccezionale e non programmabile» assicurano dalla Curia. 
Di crisi delle vocazioni e ministero laicale si parlerà da domani al 27 giugno anche nel Padovano, durante la 69esima settimana nazionale di aggiornamento pastorale, a Villa Immacolata di Torreglia.  
Intanto nella Diocesi vicentina – dove quest’anno è stato ordinato un solo sacerdote e nemmeno uno nel 2018  ( nostra sottolineatura N.d.R.)- sono a oggi un paio i casi di «assemblea domenicale nella impossibilità di celebrare l’eucarestia», che in Curia si sa con certezza siano avvenuti, da gennaio in poi: uno in particolare nell’unità pastorale Valli Beriche (area di Arcugnano), composta da sette parrocchie. 
Assicurare la messa domenicale in tutte le parrocchie di una singola unità è un impegno che in certi casi, con solo due o tre preti, può non essere possibile per imprevisti dell’ultimo momento. 
La funzione è simile alla messa ordinaria, ma manca di un aspetto fondamentale: la consacrazione delle particole. 
I fedeli fanno la comunione utilizzando ostie già consacrate in precedenza.  ( In tutta umiltà consigliamo al Giornalista Andrea Alba di studiare il Catechismo della Chiesa Cattolica : è sufficiente che egli clicchi QUI . Se non ha tempo di leggere tutto il Capitolo linkato può leggere dal numero 1330 in poi prima di scrivere quello che lui considera"un aspetto fondamentale". N.d.R.)

La nuova cerimonia La nuova cerimonia è stata introdotta a novembre 2018: nella rivista diocesana (pubblicata online nei giorni scorsi) viene descritta nel dettaglio. 
E in un certo senso ha avuto successo, visto che da parte di alcune unità pastorali - quelle con più parrocchie - c’è stata una richiesta alla Curia di introdurre una programmazione mensile di queste funzioni domenicali, tenute solo dai fedeli. 
Ma il vescovo Beniamino Pizziol, anche per evitare critiche dagli ambienti più tradizionalisti ( leggasi: ambienti semplicemente cattolici. Oppure: ambienti cattolici. N.d.R.), quando l’ha introdotta ha ribadito che si tratta solo di assemblee da svolgere in caso di impedimenti non programmabili. 
Qualche polemica non è comunque mancata. ( non tutti vogliono piegarsi ai diktat modernisti-protestanti e all'orizzontalismo  che attualmente ci sta affligge la Chiesa N.d.R.)
La Diocesi di Vicenza, è stato obiettato, ha 355 parrocchie e quasi 450 preti, apparentemente a sufficienza per le messe domenicali. 
In realtà, si fa presente dalla Curia, buona parte dei sacerdoti è in età avanzata e può assumere solo incarichi limitati. 
Così si fa strada di anno in anno l’ampliamento del numero di unità pastorali con più parrocchie, e in questi mesi la Curia ha portato avanti l’attività di formazione di volontari capaci di svolgere, insieme, queste celebrazioni di carattere straordinario. 
«Viene fatta formazione specifica ai gruppi ministeriali, con figure che vanno dai lettori ai cantori, ma anche alle figure già presenti», conferma don Fabio Sottoriva. 
I numeri crescono: il presule Pizziol anche nell’ultima veglia di Pentecoste ha dato il mandato a 84 fedeli. 

Fonte: Il Corriere del Veneto QUI

10 commenti:

  1. Eh! Sono i frutti del Concilio Vaticano II! Marci. Cor Iesu miserere nobis.

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  2. Noi a San Giacomo di cavriana (Mn) da 11 anni facciamo in questo modo, ora ci è stata concessa una sola messa al mese....che sforzo!
    Si vedano gli articoli su questo blog. Salve.

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  3. Che il sacerdote ci sia o non ci sia non è questo il problema più grave della (presunta)chiesa cattolica odierna. In Giappone il cattolicesimo è sopravvissuto in maniera sotterranea 400 anni senza preti. Il problema più grave della (presunta)chiesa cattolica odierna sono gli ex fedeli (gli anziani) e gli infedeli (i più giovani). Anche se la colpa non la possiamo dare a loro ma ai pastori che li hanno trasformati (gli anziani) o deformati (i più giovani).

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  4. Stiamo si o no arrivando al protestantesimo?????

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  5. Mil fa bene a riportare la notizia con sospetto. Tuttavia faccio l'avvocato del diavolo e pongo qualche considerazione "paradossale". L'omelia in queste funzioni c'è? Se non c'è, non cosa sia meglio, viste le prediche di sinistra a cui dobbiamo assistere oggi come una tortura. Da aggiungere anche che il numero dei fedeli è drasticamente diminuito, i fedeli devono rassegnarsi ad andare in chiese diverse da quelle solitamente frequentate, altrimenti queste funzioni saranno inevitabili. Ricordiamo poi che per il Santo Rosario non occorre (per fortuna) il sacerdote. E il Santo Rosario combatte il diavolo più di qualsiasi altra cosa. Altra annotazione: è il clero che sta de-cattolicizzando la Chiesa, e se il risveglio cattolico partisse proprio dal popolo? (Popolo che nella storia della Chiesa è sempre stato bistrattato, basta vedere quanti laici sono stati proclamati santi). Tramite le suddette funzioni i fedeli potrebbero proficuamente combattere le direttive dei preti "progressisti", o almeno ritagliarsi uno spazio "tradizionale", avendo un maggiore margine di manovra.

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    1. Anonimo del 25 giugno ha fatto una considerazione solo in piccola parte condivisibile. La Messa infatti NON è una "funzione" qualsiasi ma il Santo Sacrificio di Gesù sull'Altare, fonte di incomminsurabili grazie per i vivi e per i defunti. L'omelia, come viene purtroppo intesa dai vescovi e dai preti senza identità alcuna è una parte della Messa che potrebbe anche non essere ascoltata dal pio fedele. Interessante e fonte di serie riflessioni la frase "è il clero che sta de-cattolicizzando la Chiesa, e se il risveglio cattolico partisse proprio dal popolo? (Popolo che nella storia della Chiesa è sempre stato bistrattato, basta vedere quanti laici sono stati proclamati santi)". Da approfondire questo concetto. Grazie

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    2. Caro Anonimo delle 00:53 la ringrazio per la risposta. La mia è ovviamente una provocazione, so che la santa messa è insostituibile, ma del resto se la santa messa medesima non si può celebrare, e se la santa messa non è più veramente tale... Non si tratterebbe di una sostituzione ma di una parziale compensazione, insomma. Il nucleo del mio discorso è comunque che i fedeli "tradizionali" (diciamo semplicemente cattolici) devono essere furbi e pronti ad usare tutti gli strumenti possibili, l'abominio massimo è lasciare la Chiesa nelle mani di un clero non più cattolico ma che si spaccia come tale. Non bisogna essere farraginosi, le armi da combattimento cambiano e occorre adeguarsi. Se per noi l'arco e la freccia sono sacri ma gli altri usano le armi da fuoco... nulla ci vieta, in seguito, di venerare l'arco e la freccia, ma la battaglia oggi non la vinci con questi strumenti.

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  6. Bergoglio a Casal Bertone (Roma): “Gesù fattosi Pane” e “Dio racchiuso in un pezzetto di pane”. Se un papa dice sfondoni luterani del genere, perché dolersi delle "funzioni" domenicali senza il prete? Lo schianto scismatico è compiuto.

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  7. Non risulta che la CEI si dia pena di affrontare, con autocritica, il problema della crisi delle vocazioni, occupata solo a ripetere proclami noiosi di stampo socio-politico e pauperistico e, nella sua abulia di ' adeguata', non capace di chiedersi che cosa la Chiesa attuale offre ai giovani se non: contraddizioni dottrinali e morali, divisioni che ne lacerano l'unità, teologia superficiale e relativistica,liturgia estemporanea e povera di spiritualità, persecuzioni e proscrizioni contro coloro che rivendicano la tradizione, assoluta indifferenza alle voci critiche che si elevano sempre più numerose etc. Si conferma ancora un volta la falsità dell'ideologia del CVII che la Chiesa, finalmente (!?!),si era decisa ad esaminare se stessa, mentre, al contrario, guarda e si identifica, sempre più laica, col mondo esterno.

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La Redazione