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Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

sabato 2 marzo 2019

“Un provvedimento inumano”. Il vescovo di Pavia sull’aborto tardivo di New York

Due bravi Vescovi che confermano nella fede: il Vescovo di Pavia mons. Sanguineti e Mons. Thomas Daly, vescovo di Spokane, Stato di Washington (USA).
Sullo pseudo cattolico Governatore di New York Cuomo e sulla sua infame legge a favore dell'aborto tardivo vedi MiL QUI e QUI
Luigi

Il Timone, 3-2-19
Pubblichiamo alcuni estratti dell’editoriale del vescovo di Pavia, monsignor Corrado Sanguineti comparso sul settimanale Il Ticino dell’1 febbrario 2019

«(…) Sono giorni in cui è accaduto un altro fatto terribile, nel silenzio di quasi tutta la stampa: lo scorso 22 gennaio lo Stato di New York ha democraticamente approvato una legge che permette l’aborto fino al nono mese, quando ormai il bambino è pienamente tale, e lo permette per cause molto generiche (la salute della madre, anche in senso psicologico, le gravi malformazioni del feto, ormai bambino). Se fosse nota a tutti la pratica con cui si realizza l’“aborto tardivo”, un vero e proprio infanticidio, molti probabilmente sarebbero inorriditi.

Infatti una modalità adottata prevede che il bambino sia rivoltato per farlo mettere in posizione podalica, sia parzialmente estratto, stando attenti a non fare uscire la testa dal canale del parto (perché questo, dal punto di vista legale, farebbe del feto ormai bambino un neonato non più sopprimibile!), si pratichi un’incisione alla base occipitale e con la punta delle forbici sia sfondata la scatola cranica. Quindi una cannula aspira il cervello determinando il collassamento del volume cranico e la morte del bambino che solo allora è tratti fuori. Perdonate se ho descritto come si realizza un aborto cosiddetto “tardivo”, ma temo che molti di noi non sappiano quali realtà terribili si nascondo dietro certe parole asettiche, e come la storia insegna, tutte le ideologie violente giocano con le parole, ne nascondono la vera portata. Ormai, l’aborto è pratica di selezione eugenetica, tanto che vi sono nazioni nella nostra civile Europa dove sono scomparsi i bambini down, perché impediti di nascere: si tratta di una selezione eugenetica più “soft” di quella nazista, meno appariscente e violenta, ma non siamo lontani da quell’orrore. (…)

Accanto alla strage dei migranti che muoiono nelle traversate nel deserto e nei gommoni stipati dagli scafisti, c’è la silenziosa strage degli innocenti che non vedranno mai la luce, c’è la possibilità, ormai per legge, almeno nello Stato di New York, di praticare infanticidi, come nell’antica Grecia. Chiunque non ha rinunciato alla propria umanità e al proprio cuore, dovrebbe sentire l’esigenza di alzare la voce non solo a difesa dei migranti e degli sfruttati del mondo moderno e ricco, ma anche per esprimere lo sgomento di fronte a un uomo che agisce come arbitro assoluto della vita, che considera il frutto del grembo una proprietà della donna (nella legge americana, finché la testa del nascituro è dentro il grembo della madre, è sua proprietà, non è persona dotata di diritti inalienabili).

Noi cristiani, in modo particolare, come “popolo della vita”, siamo chiamati ad amare appassionatamente ogni vita, a testimoniare la bellezza e la verità di Cristo, speranza per la vita di ogni uomo, a costruire, con tenacia e pazienza, luoghi di umanità nei quali ogni persona possa rifiorire e crescere con il suo volto e la sua dignità unica di creatura fatta a immagine di Dio. (…)

Spero che la Chiesa sappia difendere tutta la vita, ogni vita, collaborando con gli uomini e le donne di buona volontà, come ha sempre fatto, e non sia complice di un silenzio rabbrividente e di un’indifferenza colpevole. Non dimentichiamo che i crimini di cui si sono macchiati i regimi totalitari del secolo scorso sono avvenuti a opera di alcuni uomini, nell’ignavia e nella viltà di troppi giusti e onesti cittadini».



Vescovo Daly: I politici che sostengono la legge sull’aborto non possono ricevere la Comunione

Sabino Paciolla|febbraio 4, 2019

Il vescovo di Spokane (Stato di Washington – USA), Mons. Thomas Daly, ha detto venerdì che i politici che sostengono pubblicamente l’aborto non dovrebbero ricevere l’Eucaristia nella sua diocesi. Della questione abbiamo parlato anche qui e qui.


“I politici che risiedono nella diocesi cattolica di Spokane, e che ostinatamente perseverano nel loro sostegno pubblico all’aborto, non dovrebbero ricevere la Comunione senza prima essersi riconciliati a Cristo e alla Chiesa”, ha scritto Mons. Thomas Daly in una lettera del 1 febbraio alla sua diocesi.

“Gli sforzi per ampliare l’accesso all’aborto, permettendo l’uccisione di bambini fino al momento della nascita, è un male. I bambini sono un dono di Dio, indipendentemente dalle circostanze del loro concepimento. Essi non solo hanno diritto alla vita, ma noi come società abbiamo l’obbligo morale di proteggerli dal male”.

“L’impegno della Chiesa per la vita di ogni persona umana dal concepimento fino alla morte è fermo. Solo Dio è l’autore della vita e per il governo civile autorizzare l’uccisione intenzionale di bambini è inaccettabile. Per un leader politico cattolico è scandaloso”, ha detto Daly.

La lettera del vescovo è arrivata perché le leggi sull’aborto sono state in discussione in diverse legislazioni statali, e per le richieste di alcuni cattolici, e almeno un vescovo, di imporre sanzioni canoniche al governatore di New York Andrew Cuomo, il quale il 22 gennaio ha firmato un disegno di legge che ha ampliato significativamente la protezione legale dell’aborto nel suo Stato. Il vescovo Daly non si è sottratto a quella controversia.

“Il campione di questa legislazione sull’aborto è Andrew Cuomo, cattolico e governatore di New York. Il governatore Cuomo cita spesso la sua fede cattolica a sostegno della legislazione che lui sostiene. La sua testimonianza pubblica come politico cattolico, unita al suo strenuo sostegno all’aborto, sono inaccettabili“, ha detto il vescovo.

Il vescovo del governatore Cuomo, il cardinale Timothy Dolan di New York, ha detto che non intende imporre misure di disciplina ecclesiastica a Cuomo, dicendo che, mentre si oppone al sostegno pubblico di Cuomo all’aborto, non crede che l’imposizione di misure disciplinari canoniche o sacramentali avranno effetto sul governatore.

La scomunica o altre misure disciplinari “sarebbero del tutto controproducenti, giusto?”. Dolan ha detto nel suo programma radiofonico 29 gennaio.

“Soprattutto se avete un governatore che è convinto di questo e vuole rappresentare se stesso come una specie di martire della causa, facendo ciò che è giusto. È orgoglioso di dissentire da ciò che è essenziale della fede. È orgoglioso di queste posizioni”.

“Dovrei punirlo per questo? Lui direbbe solamente: “Guarda le sofferenze che questo profeta deve subire”, ha aggiunto il cardinale.

La lettera del vescovo Daly cita il canone 915 del Codice di Diritto Canonico della Chiesa, che dice che i cattolici “perseverando ostinatamente nel peccato grave e manifesto non devono essere ammessi alla Santa comunione”.

Daly non ha menzionato la pena della scomunica, una pena che il card. Dolan ha detto che è stata suggerita da molti cattolici per Cuomo.

Almeno un vescovo americano ha chiesto la scomunica di Cuomo. Il 31 gennaio, il vescovo Eduardo Nevares, vescovo ausiliare di Phoenix, ha twittato: “Sono costretto ad alzare la mia voce nell’invitare il cardinale Dolan, e TUTTI i VESCOVI CATTOLICI a SCOMUNICARE i governatori ‘cattolici’ e tutti gli altri politici ‘cattolici’ che stanno promuovendo la pratica più VILE, ORRENDA, e SÌ, DEMONIACA di UCCISIONE dei BAMBINI NON ANCORA NATI”.

Ma alcuni esperti di diritto canonico hanno detto che è improbabile che la sanzione (della scomunica, ndr) sia legalmente applicabile alla situazione del governatore, chiedendo invece l’applicazione del canone 915, che non è la stessa cosa della scomunica.

Un portavoce della diocesi di Spokane ha detto al Catholic News Agency che la lettera di Daly “non sta facendo riferimento direttamente a qualsiasi politico della sua diocesi, ma chiarendo che è importante capire che la fede cattolica e la difesa pubblica dell’aborto sono incompatibili. Il principio è che se uno persiste in modo pubblico nel sostenere l’accesso all’aborto, dovrebbe astenersi dal ricevere la Santa Comunione”.

“Nel caso di un politico che tema che il suo voto sull’aborto o un altro insegnamento essenziale della Chiesa possa impedirgli di ricevere la Comunione, questa persona dovrebbe parlare con il suo pastore per avere una guida”.

Il portavoce ha detto al Catholic News Agency che l’applicazione individuale del canone 915 sarebbe una questione affrontata direttamente con qualsiasi politico particolare a cui possa applicarsi.

Daly ha concluso incoraggiando i cattolici “a rivolgersi a nostro Signore in preghiera per i nostri leader politici, affidandoli specialmente all’intercessione di San Tommaso Moro, un funzionario pubblico che ha preferito morire per mano delle autorità civili piuttosto che abbandonare Cristo e la Chiesa”.

“Ricordiamo nelle nostre preghiere anche il bambino non ancora nato, come pure tutte le madri in gravidanza”.

2 commenti:

  1. Fino a quando ci saranno vescovi coraggiosi come questo c'è ancora speranza. Che Dio giudichi e provveda e che il Papa faccia sentire la sua autorevole voce.

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  2. Nessun vescovo in italia a far udire la sua voce?

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La Redazione