Pagine

venerdì 15 febbraio 2019

Una lettera sulla persecuzione a Silvana De Mari

Un messaggio dall'amico Giovanni sulla persecuzione a Silvana De Mari (e QUI).
Luigi

Silvana De Mari è vittima di una forsennata aggressione giudiziaria, da parte della galassia LGBT e dei circoli che ad essa fanno riferimento. La magistratura sembra, in alcune sue componenti, ritenere fondata quest'aggressione a colpi di querele contro la libertà di critica e soprattutto contro chi prospetti i rischi propri degli atti omoerotici. Si pensi al fatto che persino il PM aveva chiesto di archiviare le accuse contro di lei, ma un GIP - che raramente non accoglie le richieste della Procura - ha invece ordinato di procedere a giudizio.

Perché l'universo LGBT si accanisce contro Silvana De Mari, e cerca di logorarla economicamente e psicologicamente, costringendola ad affrontare processi penali che scuoterebbero - per frequenza e clima di pregiudizio creato ad arte dai media - i nervi a chiunque?

Non tanto perché lei ricordi loro le conseguenze nell'al di là - cioè a dire, l'inferno - di certi comportamenti se impenitenti. Probabilmente non gliene potrebbe fregar di meno, atteso anche il fatto che l'eresia origenista (l'apokatastis ton panton - con due omega -, ossia la universale finale salvezza di tutti), sembra egemonizzare anche nella Chiesa le convinzioni escatologiche di troppi fedeli.

Bensì perché ricorda loro - con inoppugnabili dimostrazioni medico-scientifiche - le conseguenze nell'al di qua dell'uso improprio dell'ano e del retto, che proprio piacevoli non sono, e talvolta sono letali, sempre irreversibili, perché la natura giudica, e come, chi va contro di essa (cfr. Platone, Le leggi, I, VIII, 636c).

E questo non lo possono sopportare. E con loro le elites - minoritarie, ma certo dominanti - omofile, che come diceva il compiantissimo card. Caffarra lavorano per nobilitare più che sdoganare l'omoerotismo.

E mentre i cattivi cattivissimi si mobilitano, che cosa fanno i buoni?

Silvana De Mari è una terapia vivente contro i complessi d'inferiorità che affliggono i credenti.

Essi sono in fondo convinti che la cultura - intesa nel suo più ampio spettro - sia cosa degli "altri", atea, razionalista, agnostica, "laica". Anche il resto d'Israele, che ancora pratica con cura la sua fede, per la musica si rivolge a Sanremo (festival, non santo) e ascolta schifezze sonore e testi immorali; guarda film contro Dio, la Chiesa, la verità storica, il più elementare senso morale; legge (quando legge, e forse c'è del bene nel fatto che non si legga più) robaccia oscena e contumeliosa, e così via. E non sa che tutta la nuova epica (detta fantasy) del XX secolo è cattolica: Tolkien, Williams, Lewis, etc.. Se poi volessi fare l'elenco cattolico di poeti, letterati, filosofi, scienziati, artisti etc., e considerare tutt'e due i millenni cristiani, questa lettera non finirebbe più.

Ebbene, oggi Silvana De Mari è la scrittrice fantasy italiana più tradotta nel mondo, una narratrice cristiana di contenuti, oltre che una polemista e un'apologeta di rara efficacia. E la sua opera non è confinata al genere fantasy, ma si spinge nel campo della meditazione spirituale (il suo librino su san Giuseppe è assai raccomandabile per darsi una spiritualità virile alla scuola del padre putativo di Gesù).

E a fronte di tutto questo, che fa il mondo cattolico, che fa la stessa Chiesa, mentre una sua figlia viene perseguitata - perché quella che sta subendo Silvana De Mari è un'autentica persecuzione - a causa della sua fede e delle di essa ricadute antropologiche, morali e sociali, e soprattutto del fatto che le grida dai tetti?

Lascio a ognuno di voi la risposta, soprattutto alla domanda capitale, "che fare"?

Salute a voi

in J. et M.
Giovanni