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Elenchi dei Vescovi (e non solo) pro e contro Fiducia Supplicans #fiduciasupplicans #fernández

Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

martedì 19 febbraio 2019

(4) In silenzio per abbattere il muro del silenzio! Manifestazione oggi a Roma: i testi della conferenza stampa

Concludiamo questa lunga giornata in - quasi - diretta con  i testi in italiano, fornitoci dagli organizzatori,  degli interventi dei partecipanti alla manifestazione, durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi pomeriggio davanti ad un folto pubblico di giornalisti.
Vedere QUI, QUI e QUI per i precedenti post.
Luigi

Sala Stampa Estera Conferenza stampa del 19 febbraio 2019

Intervento di Scott Schittl

Papa Francesco afferma che l’atteggiamento della chiesa verso l’omosessualità dev’essere di misericordia e cura pastorale. Come dovrebbe essere, secondo lei, la posizione della chiesa sull’ omosessualità?

La posizione della chiesa sull’omosessualità dovrebbe essere sicuramente una di misericordia e cura pastorale. Ma la vera misericordia e cura pastorale dovrebbe essere basata su un interessamento amorevole/caritatevole per quelli che stanno vivendo l’attrazione verso lo stesso sesso.

Non c’è né amore né misericordia nel permettere ai vostri figli di avere un comportamento scorretto senza correggerli. I genitori spesso ammettono che è più facile non guardare la realtà e non dare la giusta attenzione ad un comportamento sbagliato. Ma proprio per amore e misericordia i genitori devono correggere e disciplinare i loro figli per il bene dei figli stessi.

Per questo la Chiesa, e soprattutto i suoi pastori - i padri delle anime - devono nutrire il loro gregge, devono insegnare le verità indipendentemente da quanto sia difficile o politicamente incorretto. Questa è la vera misericordia e cura pastorale.

Il Vaticano ha messo in guardia contro il silenzio sulla dura verità dell’omosessualità. Il papa emerito Benedetto, quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha fatto una dichiarazione pubblica diretta ai vescovi della chiesa cattolica nella quale afferma che il SILENZIO sull’insegnamento della Chiesa riguardo il pericolo spirituale causato degli atti omosessuali rappresenta una carità falsa e che questo ‘non è né amorevole/altruista né pastorale.’

Il documento del 1986 del CDF intitolato “Lettera ai vescovi della chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali”, ha sottolineato la necessità di “affermare chiaramente che l’attività omosessuale sia immorale.”

L’istruzione ai vescovi di tutto il mondo sull’omosessualità aggiunge: “Ma desideriamo enfatizzare che la deviazione dall’insegnamento della chiesa, o silenzio al riguardo, nello sforzo di offrire una cura pastorale, non è né caritatevole né pastorale. Soltanto quello che è vero può essere alla fine pastorale. Ignorare la posizione della chiesa ostacola gli uomini e le donne omosessuali dal ricevere la cura di cui hanno bisogno e che meritano.”

Non solo numerose riviste mediche hanno evidenziato i pericoli degli atti omosessuali, a volte gli attivisti omosessuali stessi hanno ammesso questi pericoli.

Il 17 febbraio 2009, il giornale gay più famoso della Canada, XTRA, ha segnalato un gruppo di attivisti omosessuali che hanno richiesto al sistema sanitario della Canada più attenzione verso la ‘comunità gay’. Gli attivisti omosessuali dichiarono: “Noi abbiamo uno dei peggiori livelli di salute di questo Paese… I queer Canadesi soffrono di un’aspettativa di vita più bassa di un cittadino Canadese medio, di livelli più alti di abuso di sostanze, di suicidio, di depressione, e di accesso inadeguato alle cure HIV/AIDS.” “Ci sono tanti problemi di salute che sono endemici alla nostra comunità.”

Conclude: “Ora che possiamo sposarci, tutti presumono che non abbiamo più problemi. Molti decessi nella nostra comunità sono nascosti, non li vediamo. Chi di noi lavora in prima linea di soccorso li vede, e io sono stanco di veder la mia comunità morire.”

Oltre ogni altra considerazione, anche quella della salute, la vita dipende da dove trascorreremo l’eternità – in paradiso o in inferno. Di fronte a questa netta realtà, non è un atto veramente caritatevole avvertire quelli con tendenze omosessuale o qualsiasi altro aberrazione sessuale, che stanno mettendo in pericolo la loro vita eterna?

Uno sguardo affascinante su questa realtà arrivò nel 2008 dall’ateo anti-cattolico Penn Jillette, presentatore di uno show televisivo molto famoso nel Nord America chiamato ‘Penn & Teller’. Sig. Jillette pronunciò queste parole forti: “Se tu credi che ci sia un paradiso e un inferno, e che le persone potrebbero essere dirette all’inferno o che comunque non sono sulla strada per la vita eterna o quello che è, e tu pensi che non vale la pena dirglielo perché ti metterebbe in una situazione scomoda…..- quanto devi odiare quella persona di non proselitizzare? Quanto devi odiare quella persona per credere che la vita eterna è possibile, e non dirglielo?

Le parole di questo nemico della chiesa servono come un rimprovero a tutti quei cattolici e leader cristiani che, nella paura di essere politicamente incorretti e di perdere il rispetto degli uomini, stanno in silenzio davanti al pericolo sessuale escluso dal progetto di Dio. 


Intervento di John Smeaton

Papa Francesco rispondendo alla domanda di un giornalista che ha affermato che le ragazze in America Centrale rimangono incinte presto. Ha chiesto al Papa: questo problema è colpa della Chiesa perché la Chiesa Cattolica si oppone all'educazione sessuale?

Papa Francesco inizia la sua risposta, dicendo: "Credo che nelle scuole si debba insegnare educazione sessuale. Il sesso è un dono di Dio", dice," non è un mostro, è un dono di Dio da amare". Quando Papa Francesco dice in questo contesto "Il sesso non è un mostro", credo che travisi il problema presentato nella domanda del giornalista, e credo che il Santo Padre faccia questo deliberatamente per tre ragioni:

In primo luogo, per continuare a sostenere, in stile melodrammatico, il suo programma di educazione sessuale promosso nella sua enciclica Lumen Fidei e al Sinodo sulla Famiglia del 2015.

In secondo luogo, il Papa usa questa espressione melodrammatica "Il sesso non è un mostro" per distrarre l'attenzione dal fatto che il suo insegnamento è contrario alla dottrina della Chiesa Cattolica, che si preoccupa, soprattutto, di preservare l'innocenza dei bambini e dei giovani.

E, in terzo luogo, Papa Francesco usa questa espressione melodrammatica "Il sesso non è un mostro" per distogliere l'attenzione pubblica dagli aspetti profondamente negativi e scandalosi contenuti nel tipo di educazione sessuale promossa dai funzionari della Chiesa Cattolica in Vaticano e dagli innumerevoli vescovi Cattolici. In effetti, i programmi di educazione sessuale promossi dai funzionari della Chiesa Cattolica in tutto il mondo, a cominciare dal Vaticano sono un mostro. Un mostro dalle molte teste, che divorano i diritti dei genitori come educatori primari dei loro figli, corrompono l'innocenza dei bambini e li confondono sul vero significato della sessualità umana.

Il programma di educazione sessuale del Vaticano si chiama Il Punto d’Incontro. È stato sviluppato dall'arcivescovo Paglia, ex capo del Pontificio Consiglio per la Famiglia. È descritto come segue dal dott. Rick Fitzgibbons, psichiatra e professore associato del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi sul Matrimonio e la Famiglia, presso l'Università Cattolica d’America.

Il dott. Fitzgibbons scrive: "Il programma “Punto d’Incontro” costituisce un abuso sessuale su adolescenti Cattolici in tutto il mondo e rivela che esso ignori l'enorme pressione sessuale che c’è sui giovani d’oggi che si tradurrà in una loro conseguente confusione nell'accettare gli insegnamenti della Chiesa. Rappresenta una grave crisi futura nella Chiesa e in particolare per i giovani e le famiglie Cattolici, di proporzioni di gran lunga maggiori rispetto alla scandalosa crisi degli abusi sessuali sui giovani recentemente così ampiamente riportata dalla stampa.

"I giovani sono anche danneggiati dal fatto di non essere messi in guardia dai pericoli a lungo termine dei comportamenti promiscui e dell'uso dei contraccettivi. Come professionista che ha lavorato sia con i sacerdoti abusanti che con le vittime della crisi degli abusi nella Chiesa, ciò che ho trovato particolarmente preoccupante è che le immagini pornografiche utilizzate in questo programma sono simili a quelle usate dai predatori di adolescenti adulti.

L'espressione del Papa "Il sesso non è un mostro" è una linea di argomentazione ingannevole che distoglie maldestramente l'attenzione dalla crisi probabilmente più seria che i giovani affrontano oggi e cioè - la loro corruzione nelle classi scolastiche da parte di programmi di educazione sessuale promossi in tutto il mondo dalle autorità secolari ed ecclesiastiche.


Intervento di Michael Matt

I cattolici nel mio paese sono rimasti delusi il 20 agosto 2018 di fronte alla “Lettera di Sua Santità Papa Francesco al Popolo di Dio,” in cui il Pontefice da la colpa per la crisi degli abusi sessuali del clero a quello che egli chiama “clericalismo”. 

Prima di tutto, si tratta di un termine che manca ancora di una definizione universalmente accettata. Il clericalismo può significare un atteggiamento disordinato verso il clero, che induce i cattolici laici a dare per scontata la loro superiorità morale. Papa Francesco sostiene che è quando “i chierici si sentono superiori, [e quando] sono lontani dalla gente.” 

Ma il Papa osserva che il clericalismo può essere “favorito sia dagli stessi sacerdoti sia dai laici”. Anche il “popolo di Dio” può cadere nel clericalismo, col dare ai propri sacerdoti troppo potere sulle proprie vite quotidiane. Dunque nell’affrontare la crisi, la Chiesa deve cominciare dal popolo colpevole di clericalismo o dai sacerdoti?

Già adesso le pecore sono confuse da questa mancanza di chiarezza. 

Certamente in un certo senso il “clericalismo” pare essere quello che sta esercitando proprio il Vaticano visto che, davanti a questa crisi, perfino lo stesso Papa usa il suo potere come capo della Chiesa per screditare l’Arcivescovo Carlo Maria Vigano, il quale in questo momento sta nel nascondimento e la cui testimonianza pertinente in questo incontro di vertice non sarà ascoltata. 

Inoltre, in passato delle figure ecclesiali chiave che sono state coinvolte personalmente nell’abuso e l’insabbiamento sono state riabilitate e perfino promosse da Papa Francesco — dall’ex-Cardinale Theodore McCarrick al Cardinale belga Godfried Danneels, il cui tentativo di coprire anni di abusi è stato registrato su nastro e ciononostante è apparso sul loggiato quando Francesco è stato prescelto per diventare il prossimo papa e in seguito è stato scelto dal Papa per partecipare al Sinodo sulla famiglia. Anche qui, tutto questo parrebbe del clericalismo ai più alti livelli. 

L’altro punto che preoccupa nei riferimenti di Francesco al “clericalismo” è che essenzialmente sembra fatto apposta per evitare di affrontare la vera radice della crisi, che è l’omosessualità fra i sacerdoti. 

Dalla relazione di John Jay apprendiamo che l’81 per cento delle vittime degli abusi sessuali clericali sono maschi in età dai 14 ai 17 anni. Si tratta di crimini compiuti da maschi su altri maschi, dove i casi più vistosi riguardano vescovi che abusano sessualmente di seminaristi e di giovani preti. 

Sono due le parole vistosamente assenti dalla lettera del Papa del 20 agosto: “Omosessualità” e “Vescovo”. 

Il popolo di Dio non può mettere fine alla crisi del clero. Il popolo di Dio non può mettere fine all’insabbiamento. I cattolici americani concordano con il Cardinal Burke il quale in due diverse occasioni ha insistito che solo il Papa può affrontare la negligenza e la cattiva condotta dei vescovi: “E’ il Pontefice romano, il Santo Padre, che ha la responsabilità di disciplinare queste situazioni ed è lui che deve agire, secondo le procedure stabilite nella disciplina della Chiesa. È questo ciò che inciderà con efficacia sulla situazione.”