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lunedì 31 dicembre 2018

il Papa e gli ex onorevoli comunisti: grandi amici?

Ricordando le malefatte dell'ex deputato di Democrazia Proletaria nonché ex prete Eugenio Melandri (sospeso a divinis dal 1974 al 1989), riportiamo con grande dolore l'apparente approvazione da parte del Santo Padre sulle azioni del Melandri:

"Padre io ero un saveriano, ma ho dovuto lasciare perché mi sono candidato al Parlamento europeo e sono stato parlamentare". Stavolta mi interrompe Silvio: "Ma ha sempre continuato a lavorare con noi e a fare le stesse cose che faceva prima". "Si - rispondo io - è vero, ho sempre continuato a fare le stesse cose". Papa Francesco mi prende una mano, me la stringe forte e mi sorride. Poi mi dice: "Hai fatto bene".

Confidiamo sull'inesattezza delle parole riportate tra virgolette, sperando in una rettifica.
Alleghiamo l'articolo completo preso da ToscanaToday del 24.140.2018



L'INCONTRO CON FRANCESCO
CON UN EX PRETE ED EX DEPUTATO DI DEMOCRAZIA PROLETARIA
(DI EUGENIO MELANDRI)

E' difficile per me raccontare tutto. Non riesco a esprimere soprattutto emozioni e sentimenti. Posso solo mettere insieme i fatti per dire ancora una volta che, anche nella malattia, mi sento amato, accudito, aiutato.
Cerco di essere schematico:
1. Giovedì viene a prendermi mio nipote da San Pietro in vincoli e partiamo per Roma. Con noi c'è anche mons. Biguzzi che - dice - ha alcune cose da sbrigare a Roma. Viaggio bello. arriviamo. Ma la prima cosa che facciamo è andare nei negozi attorno san Pietro per fare una compera speciale di corone del rosario. Domani il Papa le benedirà. Ho tanta gente a cui farà piacere ricevere una corona benedetta da Papa Francesco.
Compro anche, su suggerimento di Padre Biguzzi, uno zucchetto da Papa. Ormai i negozi hanno la sua misura.Chissà mai che non succeda che domani il papa accetti di scambiarlo con il suo. Poi andiamo alla Direzione generale dei missionari saveriani. Qui incontriamo Padre Silvio che domani sarà insieme con me a Messa con Papa Francesco.
1.a. Un piccolo inciso sul rosario. Quando ero più giovane, poco dopo la chiusura del concilio e studiavo teologia pensavo che il rosario fosse una preghiera ormai antiquata. Poi ho visto mia nonna diventare santa con il rosario, mia mamma la stessa cosa e ho capito che il rosario è invece la preghiera delle persone semplici, dei poveri. Per cui da allora non ho mai smesso di pregarlo.
2. all direzione generale arrivano tutti a salutarci. Primo tutti Padre Mario Mula, Vicario generale: Siamo stati compagni di studi in teologia, molto amici. Poi ognuno ha fatto la sua strada. Lui tantissimi anni in Colombia. Io quella che tutti sappiamo. E qui, ancora una volta questo ritornello che per me è bellissimo: "Siamo contenti che tu sei qui.- Sei dei nostri".
3. Con Paolo, mio nipote, e sua moglie andiamo a dormire a casa mia. Appena arrivati Cesare il vicino ci accoglie, e passiamo la sera con Lui e con Umberto che nel frattempo è arrivato.
4. Al mattino levataccia alle 5.30. Mi faccio bello. Metto i vestiti migliori che ho. In più camicia cravatta, giacca e... mutande nuove. Una sorta di piccolo segno che anche questa per me è una occasione per rinnovarmi, per essere una persona nuova.
Ho il terrore di non arrivare in tempo per cui stresso mio nipote perché si sbrighi. E partiamo. Naturalmente arriviamo con tanto anticipo. Quasi nessun controllo, solo la richiesta di dare il nome, per vedere se si è nella lista.
5. Entriamo in chiesa e qui per me avvengono alcuni fatti che leggo ancora di più come segni da apprezzare e da leggere. Padre Silvio va in sacrestia per mettere il camice e io mi metto in chiesa. sono nella terza fila. Siamo pochi penso non più di 35 - 40 persone. 
Dopo un po' arriva un prete che ci dà alcune istruzioni: praticamente: state fermi qui e fate ogni volta ciò che vi diciamo. Poi curiosamente chiede a tutti: "c'è qualche sacerdote qui?". Non risponde nessuno. D'un tratto si rivolge a me e mi chiede: "ma lei non è un sacerdote?". Io gli rispondo: "No. Io sono un ex sacerdote". E lui: "Allora tu sei Melandri. Te la senti di farti declassare?". Io non so ancora come facesse a conoscermi. Rispondo: "Certo". "Allora - mi dice - farai il chierichetto". Così insieme con un ragazzo molto giovane che è lì con la famiglia, facciamo la piccola processione offertoriale. Io poi laverò le mani al Papa e lui gli porgerà il panno perché se le asciughi. Scusatemi, per me una emozione incredibile.
6. Alla fine della Messa Francesco si toglie i paramenti in sacrestia, si ferma qualche minuto ancora a pregare in chiesa, poi si mette all'uscita, in modo da poter salutare tutti. Cerco di essere il più fedele possibile nel raccontare questo incontro: Padre Silvio si presenta come missionario Saveriano (è in carozzella da 50 anni ed è stato oltre 20 anni in Congo a Goma). Poi si rivolge al Papa e dice: "Questo è Eugenio Melandri. Un nostro fratello, uno dei nostri". Io lo interrompo e dico: "Padre io ero un saveriano, ma ho dovuto lasciare perché mi sono candidato al Parlamento europeo e sono stato parlamentare". Stavolta mi interrompe Silvio: "Ma ha sempre continuato a lavorare con noi e a fare le stesse cose che faceva prima". "Si - rispondo io - è vero, ho sempre continuato a fare le stesse cose". Papa Francesco mi prende una mano, me la stringe forte e mi sorride. Poi mi dice: "Hai fatto bene".
Per me sentirmi dire dal Papa che ho fatto bene è stato incredibile. Ho vissuto queste parole, che in sé non dicono nulla, come una sorta di sigillo della mia vita. Mi sono domandato tante volte se sia stato giusta o sbagliata la mia scelta. Questo "Hai fatto bene" è una grande consolazione. L'ho fatto non per potere, per prestigio o per denaro o per altro. Credevo fosse la scelta migliore. Adesso Il Papa con quell'Hai fatto bene, mi ha confermato in questa scelta e per me è una cosa grandissima. Aiutatemi davvero a dire grazie al Signore per questo. Alla fine dico al papa che ho il drago che mi mangia dentro e che in questa situazione i saveriani mi hanno voluto ancora tra loro. Gli dico che continuo a pregare per lui e che gli voglio bene.
6. Nell'emozione di questo incontro dimentico di dare al Papa lo zucchetto. Ma ormai sono passato e penso non ci sia nulla da fare. Ma mi dispiace troppo. Allora decido di tornare indietro. Ma vengo fermato dalla sicurezza. Cerco di spiegare e mi dicono che non è possibile fare nulla. Torno indietro. Poco dopo arriva il signore che mi aveva fermato. "Guardi, ci proviamo - mi dice -, il Papa finito di salutare andrà a fare colazione. Provi a mettersi qui. E mi porta davanti ad una porta da dove poi sarebbe passato il papa. Quando arriva vicino a me mi avvicino e gli dico: "Padre, ieri ho comprato uno zucchetto da papa. Mi dicono che è la sua misura. Mi piacerebbe cambiarlo con il suo". "Lo so - risponde - sanno la mia misura". Poi prende il suo zucchetto e lo scambia con il mio. Adesso qui sul mio tavolo ho lo zucchetto del Papa. Per me è un piccolo segno che mi fa sentire in comunione con lui. E ne sono contento perché davvero gli voglio bene.

7 commenti:

  1. cosa c è di meravigliarsi , è la rivoluzione francesco ,carissimi

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  2. Ha posto la misericordia al servizio dell'errore, ipotecando le intenzioni del Padre Eterno, al quale spetta giudicare. Ma non aveva detto con falsa umiltà: " chi sono io per giudicare?"

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  3. Se tanto gli rodeva dentro al punto di affermare che "ha il drago che lo mangia dentro" forse non è così convinto di aver fatto bene tutte le cose. Dopo tanti anni, la ricerca di un'approvazione che fa il paio con l'omaggio a don Milani (e l'elogio della Bonino) non cancella il passato, a tempo debito tempo sarà un altro Giudice a stabilire la verità. Gli è che invece del prete avrebbe dovuto intraprendere la carriera politica. Quella delle mutande nuove se la poteva risparmiare. Patetico.

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  4. Scrivo solo per una correzione: dal 1974 al 1989 è stato sacerdote, infatti l'89 è stato l'anno della sospensione a divinis.
    Per il resto, la notizia mi intristisce troppo per commentare :-(
    Giuseppe

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  5. Commovente!!! Mi ci sono voluti tre lenzuola per asciugare le lacrime. Più che lacrime, un fiume in piena. Questo papa è formidabile. Anàtema su chi pensa che sia tutto preparato come si è detto per le nozze in alta quota.

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  6. Povero Melandri in che brutti tempi gli è toccato vivere.Quanti figli e nipoti si sante donne e di sante famiglie si son persi per strada. La cosa tremenda è che costoro ,malgrado l'età avanzata, ancora non si rendono conto di quello che è successo a loro e purtroppo pure a noi, dopo il CV2.

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  7. Poveraccia, questa Chiesa cattolica (cattolica?).

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La Redazione