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sabato 1 dicembre 2018

Giovanni Paolo II e il "sovranismo"

Dal blog benemerito Basta Bugie.
L


SAN GIOVANNI PAOLO II IN DIFESA DEL SOVRANISMO

di Antonio Socci
[...]

SAN GIOVANNI PAOLO II
E' strano è che una tale demonizzazione dell'idea stessa di nazione appaia sul quotidiano dei vescovi, perché è un concetto totalmente contrapposto al magistero di Giovanni Paolo II, il quale, nel corso del suo pontificato, ha elaborato una vera e propria "teologia delle nazioni".
Il papa polacco affermò, in uno storico discorso a Varsavia, il 2 giugno 1979, che "non si può comprendere l'uomo fuori da questa comunità che è la nazione". E lo stesso giorno aggiunse: "la ragion d'essere dello Stato è la sovranità della società, della nazione, della patria".
In quello storico viaggio incitò i giovani polacchi ad amare la cultura e la storia della propria nazione e concluse: "Restate fedeli a questo patrimonio! Fatene il fondamento della vostra formazione e il motivo del vostro nobile orgoglio! Conservate e accrescete questo patrimonio, trasmettetelo alle generazioni future".
Altro che la "cultura nazionale" come contenitore di odio. Giovanni Paolo II sottolineò che "la
fedeltà all'identità nazionale possiede anche un valore religioso".
Come si vede da una parte c'è Giovanni Paolo II (a cui si potrebbero aggiungere le parole analoghe di Pio XII, di Benedetto XV, di Leone XIII e di san Tommaso d'Aquino), dalla parte opposta Riccardi e l'"Avvenire" (che su questo concetto sono in consonanza con Emma Bonino).
Fu soprattutto in un discorso all'Onu, il 5 ottobre 1995, che Giovanni Paolo II articolò l'insegnamento della Chiesa sulle nazioni.
Anzitutto dette, del Secondo conflitto mondiale, un'interpretazione opposta a quella oggi dominante: "quel conflitto venne combattuto a causa di violazioni dei diritti delle nazioni. Molte di esse hanno tremendamente sofferto per la sola ragione di essere considerate 'altre'. Crimini terribili furono commessi in nome di dottrine infauste, che predicavano l''inferiorità' di alcune nazioni e culture".
E parlava un figlio della nazione polacca che fu la prima ad essere aggredita e annientata da due opposti totalitarismi imperialistici.

NAZIONE E PATRIA
Il papa osservò che l'Onu nacque proprio "dalla convinzione che simili dottrine erano incompatibili con la pace". E nacque assumendo "l'impegno morale di difendere ogni nazione e cultura da aggressioni ingiuste e violente".
Il papa richiamò, come basi filosofiche, la "notevole riflessione etico-giuridica" che vi fu già al Concilio di Costanza nel XV secolo e "la riflessione" che "nella medesima epoca" a partire dall'Università di Salamanca fece scuola "nei confronti dei popoli del nuovo mondo".
Ma "purtroppo", osservò il papa "anche dopo la fine della seconda guerra mondiale i diritti delle nazioni hanno continuato ad essere violati".
Poi Giovanni Paolo II spiegò, con intuizione profetica, che la globalizzazione, omologando e livellando tutto, avrebbe suscitato nei popoli "un bisogno prorompente di identità e di sopravvivenza" e disse che questo fenomeno "non va sottovalutato, quasi fosse semplice residuo del passato".
Perché si tratta dei fondamenti dell'umano, infatti il "termine 'nazione', evoca il 'nascere', mentre, additato col termine 'patria' ("fatherland"), richiama la realtà della stessa famiglia" ed è "su questo fondamento antropologico che poggiano anche i 'diritti delle nazioni', che altro non sono se non i 'diritti umani' colti a questo specifico livello della vita comunitaria".
Concluse: "Presupposto degli altri diritti di una nazione è certamente il suo diritto all'esistenza: nessuno, dunque - né uno Stato, né un'altra nazione, né un'organizzazione internazionale - è mai legittimato a ritenere che una singola nazione non sia degna di esistere".
E seppure si possono realizzare forme di aggregazione giuridica tra differenti nazioni è necessario "che ciò avvenga in un clima di vera libertà, garantita dall'esercizio dell'autodeterminazione dei popoli".
Amare e difendere la propria identità significa dunque amare e difendere anche quelle altrui. Una bellissima poesia di Karol Wojtyla, "Pensando Patria", dice: "Quando penso 'patria', esprimo me stesso, affondo le mie radici, è voce del cuore, frontiera segreta che da me si dirama verso gli altri, per abbracciare tutti, fino al passato più antico di ognuno".

Titolo originale: I campioni dei sovranisti? Sono Enrico Mattei e Giovanni Paolo II. con tanti saluti a Macron e alla Merkel
Fonte: Libero, 18/11/2018

4 commenti:

  1. Eh, sarà stato in difesa del sovranismo, ma ha baciato il corano e fatto cadere le frontiere che ci separavano dall'invasione...io qualche dubbio ce l'avrei.

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    1. "Qualche" dubbio soltanto?

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    2. Bravo, caro anonimo di "19:04" ; concordo pienamente con lei.
      ...e poi, Giovanni Paolo II non è "santo".

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