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sabato 3 novembre 2018

"Non chiamatemi monsignore o eccellenza" scripsit P.Franco Moscone Arcivescovo eletto di Manfredonia-Vieste- San Giovanni Rotondo

Neppure il tempo di leggere  il comunicato della Sala Stampa Vaticana con la notizia che il "Papa ha nominato Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo (Italia) il Rev.do P. Franco Moscone, C.R.S., finora Preposito Generale dei Chierici Regolari di Somasca" che un giornale pugliese (link sotto) con un tempismo straordinario  ha pubblicato un articolo con  il titolo che potete vedere a destra. 
Subito abbiamo pensato   alle solite "montature" giornalistiche per far presa sui lettori... 
Per ricevere il sollievo di una buona lettura spirituale abbiamo cercato la Lettera che un Vescovo di nuova nomina invia solitamente ai suoi nuovi figli d'adozione  sul sito dell'Arcidiocesi di Manfredonia-VIESTE ( si scrive così il nome dell'antica stupenda
Città pugliese)- San Giovanni Rotondo. 
La  Lettera alla Diocesi   del nuovo Presule Mons.Franco Moscone  inizia con la devota esortazione "Dio sia benedetto";  è sobria e consta di soli 5 punti nei quali si cerca invano un riferimento alla ricchissima storia spirituale della Diocesi e all'agiografia locale,  vanto di quelle terre benedette. 
Assenti la Madonna e i Santi Protettori (Maria Santissima Regina di Siponto, San Michele Arcangelo, San Lorenzo Maiorano, San Giorgio Martire, San Pio da Pietrelcina)  che nella Lettera non sono stati  citati neppure per intercedere per il nuovo mandato vescovile.
Bello è il capitolo 2 che suggeriamo di leggere così come è significativo l'invito di aiutare le popolazioni del Kerala (Malankar) in India terra che vanta delle antichissime comunità cristiane.
Al numero 4    Sua Eccellenza Rev.ma Mons.Franco Moscone  scrive però: "vi chiedo un favore evitate di chiamarmi monsignore o eccellenza o termini simili. Desidererei essere continuano a chiamato padre, padre Franco o Francesco è lo stesso. Padre è un appellattivo già sufficientemente pesante da portare, seppure stimolante da vivere, visto che è l'unico titolo che Gesù utilizza quando si rivolge a Dio, Suo e Nostro Padre" .
La Lettera alla Diocesi si conclude con la vaga esortazione che qualsiasi fedele potrebbe esprimere "beneditemi fin d'ora con la vostra preghiera e che Dio vi benedica".
Ci perdoni l'Ecc.mo Arcivescovo-eletto: siamo da tempo abituati  alla creatività teatrale dei chierici che fa rima con un protagonismo che non incanta più nessuno. 
Tralaltro, ci hanno fatto notare, il titolo "eccellenza" non è onorifico ma teologico: indica che il vescovo ha la pienezza cioè l'eccellenza (il vertice) dell'ordine sacro.  
Ricordiamo   la vetustà storica di una delle Diocesi più antiche d'Italia: terra di Santi che hanno sempre rispettato UMILMENTE le norme e tutte le indicazioni di Santa Madre Chiesa. 
L'invito a non essere particolarmente formali viene sussurrato: è una delicata forma di affetto e di calore umano condivisibile che tanti uomini di Chiesa hanno esternato con garbo e sottovoce ma giammai viene messo per iscritto come premessa !
Ci scusiamo con la Redazione de il Fatto del Gargano per aver dubitato in un primo tempo della veridicità dell'articolo in questione: la realtà in questi tempi supera di gran lunga la fantasia.
In questo santo giorno domenicale più che  occuparci delle fatue stranezze e voglie di protagonismo dei chierici dobbiamo pregare soprattutto per le numerose vittime del maltempo che sta flagellando durissimamente soprattutto la Sicilia, il Veneto e il Friuli , per le tantissime famiglie che stanno nella sofferenza dopo aver perso tutto e per la crudele, cinica persecuzione  a cui è sottoposta in Pakistan  la povera nostra sorella in Cristo Asia Bibi .
Con l'occasione facciamo però i nostri sinceri e ammirati auguri ai Rev.mi Canonici degli antichissimi Capitoli  della Cattedrale di San Lorenzo Maiorano ( che nel 1620 venne distrutta e incendiata dai musulmani turchi )  della Basilica Concattedrale di Santa Maria Assunta fedeli custodi della loro storia e delle tradizioni religiose e  ai Confratelli delle rigogliose, storiche e attivissime Confraternite Diocesane espressioni del volontariato a lode di Dio. Coraggio!

AC


Fonte: Il Fatto del Gargano QUI


L'antichissima Icona di Maria Santissima  di Siponto 
venerata nella Cattedrale di Manfredonia

17 commenti:

  1. probabilmente un futoro cognome da aggiungere qui all'elenco che si chiama "la trahison des clercs".

    E' bello il ministero "pastorale" post-conciliario !
    Il suo ritornello sta diventando noioso.....

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  2. Che lo si chiami come vuole... però questo signore deve abituarsi a valorizzare quelle belle terre ricche di spiritualità e di umanità senza cercare di piemontizzarle.

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    1. No! No! No! Non "lo si chiami come si vuole". Questo modo di ragionare è prettamente modernista, quindi superficiale. Molto superficiale. I NOMI hanno i loro precisi significati. "Vescovo" non fa eccezione. Indica una precisa FUNZIONE che trascende chi la incarna ("PAPA" compreso!).

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    2. @Primula Rossa l'indicazione di Anonimo delle 07:47 non è del tutto bislacca: "...questo signore deve abituarsi a valorizzare quelle belle terre ricche di spiritualità e di umanità senza cercare di piemontizzarle" (come avvenne storicamente dopo il 1860 con danni indicibili contro la spiritualità e il patrimonio artistico). Attualmente dal punto di vista teologico e liturgico dire Piemonte significa dire modernismo sfrenato! Il Signore aiuti il vescovo eletto a valorizzare la fede del suo nuovo gregge.

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  3. Francesco....un Santo a cui il Signore chiese di ricostruire la sua Chiesa e un presunto Papa che la sta demolendo.

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  4. Non vuol sentirsi chiamare "vescovo" perché non sa che significa.

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  5. Anche il Piemonte, non solo la Puglia, custodisce una storia di santità... basti pensare ai Santi torinesi da Giovanni Bosco al Cafasso, dal Cottolengo al Murialdo. Quindi non è il caso di fare questioni sulla provenienza geografica dell'Arcivescovo. La Puglia, nella diocesi di Bari, ebbe già un ottimo arcivescovo di origine piemontese che fu mons. Marino Magrassi

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  6. Io ho visto cose che voi anime belle non potreste immaginarvi.
    Ho visto uomini di Chiesa stringere patti con Pilato.
    Ho visto Pilato lavarsi le mani perché lorde di sangue innocente.
    Ho visto il lupo invitare a pranzo la pecora e mangiare carne d’agnello.
    Ho visto preti crocifiggere cristiani per paura di essere crocifissi dai senza Dio.
    Ho visto credenti molestati da chi non crede più e violentati per essere convertiti al loro religioso ateismo.
    Ho visto cattolici arricchirsi con trenta denari alla volta.
    Ho visto cattolici adulti che sono infanti da svezzare con il latte della verità.
    Ho visto abortisti nella accademie per la vita e difensori della vita nelle carceri.
    Ho visto bimbi geneticamente modificati e pomodori bio.
    Ho visto provette generare vite e sentenze generare morte.
    Ho visto pillole per non avere bambini, pillole per averli e pillole per disfarsene.
    Ho visto due maschi accoppiarsi e volere un bambino.
    Ho visto il sesso senza figli e i figli senza sesso.
    Ho visto la misericordia senza giustizia prostituirsi per pochi soldi.
    Ho visto discernere caso per caso e così per caso il male diventare bene.
    Ho visto divorziati risposati comunicarsi e fedeli in ginocchio senza comunione.
    Ho visto uomini che si credevano donne, donne che si credevano uomini e ministri dell’istruzione che si credevano laureati.
    Ho visto la desertificazione, lo scioglimento dei ghiacciai e il buco nell’ozono solo negli occhi degli adoratori dell’utopia.
    Ho visto la Chiesa preoccupata dei cambiamenti climatici, ma non dai cambiamenti scismatici.
    Ho visto uomini sudare d’estate e rabbrividire d’inverno ed essere derisi dagli ambientalisti.
    Ho visto un bambino che vuole diventare un astronauta e una bambina principessa, una mamma partorire e una coppia amarsi per 50 anni e i pazzi darmi del pazzo.
    Ho visto gettare ponti per i lontani ed i vicini dormire sotto quei ponti.
    Ho visto il sacrificio dell’altare trasformarsi in una festa e chiese in ristoranti.
    Ho visto schiere di uomini ascoltare in chiesa gli ambasciatori di morte e chiese vuote quando a parlare c’era il Santissimo.
    Ho visto il Verbo che si è fatto carta e teologi aver fede nel dubbio.
    Ho visto due papi, molte dottrine ed una sola grande confusione.
    Ho visto politici cattolici votare secondo coscienza con la coscienza sporca.
    Ho visto la giustizia, dea bendata, giudicare alla cieca perché accecata dal fanatismo.
    Ho visto la legge non saper leggere la realtà.
    Ho visto la libertà di parola togliere la parola a molti.
    Ho visto gli “ismi” del secolo scorso diventare diritti incivili.
    Ho visto la tolleranza mutarsi in clava e l’accoglienza in un setaccio dalla trama fine.
    Ho visto “il torto dell’oppressore, la contumelia dell’uomo superbo, gli spasimi dell’amore disprezzato, il ritardo della legge, l’insolenza delle cariche ufficiali e il disprezzo che il merito paziente riceve dagli indegni”.
    Ho visto la boria e la tracotanza dei dotti “confusi nei pensieri dei loro cuori”.
    Ho visto la stupidità che è inconsapevole di essere stupida.
    Ho visto la speranza dei ragazzi non spingersi oltre l’orizzonte ed adulti piangere per loro perché non sanno nemmeno di essere tristi.
    Ho visto insegnanti mettere una bomba a mano sul cuore degli studenti perché la speranza di restituirli ad una vita pensante è l’ultima a morire.
    Ho visto arazzi di preghiere intrecciati con i fili del rosario splendere sulle bocche degli anziani.
    Ho visto padri e madri dall’alba al tramonto sudare, pregare e sperare per i figli e non accorgersi di essere santi.
    Ho visto sacerdoti sconosciuti al mondo, ma ben noti a Dio.
    Ho visto la Chiesa sfolgorante nelle sue vesti immacolate e sgualcite.
    Io ho visto cose che voi anime belle non potreste immaginarvi.
    http://www.marcotosatti.com/2018/11/01/ho-visto-cose-che-voi-anime-belle-blade-runner-nella-chiesa-del-2018-by-tommaso-scandroglio/

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  7. Io ho conosciuto questo Moscone nel 1992, in occasione di un ritiro spirituale ai seminaristi del Piemonte che si era tenuto nei pressi di Torino: il predicatore era lui. Io ero un ragazzino del seminario minore. Mi fece una pessima impressione; in quei tre giorni di ritiro mi resi conto che era un tipo un po' strano. Faceva strani discorsi in generale, e soprattutto sulla Confessione, in cui diceva che la confessione non si fa elencando i peccati, ma facendo una riflessione su se stessi e sulla propria interiorità, qualcosa di simile ad un discorso con lo psicologo, ma il concetto non era ben chiaro: insomma, non capii bene cosa volesse dire, a parte il fatto che la Confessione non si fa elencando i peccati. Noi ragazzi eravamo obbligati ad andarci a confessare da lui, ed io ricordo ancora bene la paura che avevo, perché sapevo di non essere capace di confessarmi come voleva lui, cioè facendo un discorso psicologico: io infatti mi ero sempre confessato come insegna la Tradizione, cioè elencando i peccati. Ed infatti quando sentì che facevo l'elenco dei miei peccati ci rimase male e mi guardava come fossi un minorato. A quei tempi, Moscone era un fan sfegatato di Antony de Mello, che infatti era al centro della sua predicazione. Noi ragazzi eravamo obbligati, dopo ogni meditazione, ad esprimere un pensierino pubblico: ebbene, un ragazzino, credendo di fare cosa buona, citò un passo di de Mello da lui conosciuto, per fare bella figura col Moscone: non l'avesse mai fatto! Al Moscone saltò (è il caso di dirlo) la mosca al naso e si arrabbiò come una iena: svergognò e umiliò pubblicamente il ragazzo, dicendo che il fatto che gli piacesse quel passo di De Mello, era un segno sicuro di non-vocazione al sacerdozio ed andò avanti per un bel pezzo, dicendo che riconoscere una vocazione può essere difficile, ma riconoscere una non-vocazione è facilissimo e quel povero ragazzino secondo Moscone non ce l'aveva. C'è da dire che si trattava di un ragazzino del seminario minore, che il Moscone non conosceva nemmeno prima di quel giorno, e da un pensierino di due minuti si era permesso di giudicare la sua vocazione. Insomma, questo tipo non l'ho mai dimenticato, mi era subito sembrato strano, e mi consola il fatto che anche questo sito abbia delle perplessità su di lui e riconosca che ha delle stranezze. Lo ricordo come un tipo molto freddo,caratteristica non molto adatta per un prete che debba stare tra i ragazzi, ma questo di per sé non vuol dire niente, perché il carattere di ognuno è quello che é: però anche i comunicati da lui rilasciati dopo la nomina episcopale, lasciano trasparire, a mio avviso, un'inquietante freddezza. Già tempo fa si era parlato di lui per una nomina episcopale, poi non se n'era fatto niente: non ricordo più per quale diocesi era stato proposto, non riesco più a trovare la notizia su google, perché ora viene fuori solo la notizia della nomina a Manfredonia, comunque sono certo del fatto che la sua nomina a vescovo tempo fa era saltata: mi pare che ci fosse ancora ratzinger, insomma non vorrei che questo vescovo fosse il risultato dei ben noti criteri in vigore oggi nel Vaticano bergogliano per la nomina dei vescovi, cioè che più sono strani e più sono adatti... Il fatto positivo è che non disdegna di indossare la talare, ma certo non basta... mah, comunque non vorrei essere nei panni dei seminaristi della sua diocesi: avranno vita dura, preghiamo per la loro perseveranza nella vocazione.

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    1. @ Anonimo4 novembre 2018 21:55 : una testimonianza commovente e sincera che ci fa comprendere con quale "pastore" avranno a che fare quei poveri fedeli...

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  8. Forse sarebbe meglio evitare esibizioni ufficiali di umiltà, oggi super abbondanti, ma praticarla, con i fedeli nel rapporto pastorale di ogni giorno. I titoli servono solo ad esprimere il rispetto e l'umiltà dei chiamati all'obbedienza. Sta a chi li riceve dare loro il giusto valore e a farne, non pretesto di arroganza, ma motivo di richiamo ai propri doveri di guida sicura e fedele all'autentica dottrina, verificando la propria fede. E' ciò che manca a tanta gerarchia 'adeguata'.

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    1. Il cardinale Borromeo disse, infatti, a don Abbondio:" Piaccia a Dio che le parole che ho pur usato con voi, servano a voi e a me" .

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  9. E' sperabile che quel vescovo non imiti Qualcuno che, mentre si sfonda il petto col" chi sono io?" , caccia eminenti uomini di Chiesa per circondarsi di servitori delle proprie ideologie.

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  10. In una lettera ufficiale ai fedeli dell'Arcidiocesi , ancora addolorati per la prematura morte del loro amato e benemerito Pastore, non si poteva stare attenti a non sbagliare il nome della città di Vieste? Non poteva essere sostituita quella lettera con una senza errori?

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  11. Non è stato pubblicato un commento. Perché? Esercitate una censura?

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    1. Non esiste alcuna censura... mai esistita

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  12. Si fa prima a non chiamarlo affatto questo Moscone: non ha nulla di cattolico da insegnare! Se si dà ascolto alle sue lezioncine, si corre il rischio di perdere la fede (come non l'ha avuta mai il sedicente vescovo)...

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La Redazione