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Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

venerdì 21 settembre 2018

Una volta c'era il clero romano, adesso c'è il "clero" romanista...(Cit.)


 "Non est in toto sanctior orbe locus"  
Così recita la grande scritta che campeggia sull'architrave sopra l'Altare della Cappella detta "Sancta Sanctorum" all'interno del Pontificio Santuario della Scala Santa di Roma in cui è appunto custodita la Scala Santa, quella percorsa da Nostro Signore Gesù Cristo nel Pretorio, trasportata a Roma da Sant'Elena, madre di Costantino, nel 326. 
I primi a dichiarare il Sancta Sanctorum come luogo più santo della cristianità furono proprio
 i Papi e il Clero poichè il  Santuario contiene alcune delle più insigni reliquie della cristianità stessa, a cominciare dall'immagine acheropita del Santissimo Salvatore ( icona portata — secondo una pia leggenda — dagli angeli in volo direttamente da Gerusalemme) che nell'epoca medioevale veniva recata ogni anno processionalmente fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore per "incontrare" la Vergine Salus Populi Romani.
La solenne iscrizione "Sancta Sanctorum" è visibile anche nell'arca di cipresso del IX secolo, in perfetto stato di conservazione, che custodisce le Reliquie dietro L'Altare. 
Grazie ai recenti restauri che hanno rimosso tutte le superfetazioni è ora possibile ammirare il testo pittorico della fine del Duecento. 
La vistosa, ormai passata pubblicità all'esterno del Santuario  stonava fortissimamente con l'austera santità del Santuario; ne occultava persino la facciata ed offendeva la sacralità dell'edificio:  "Non vi è al mondo un luogo più santo di questo"   ma... è servita per poter pagare la rimanente costosa ristrutturazione degli spazi interni non ancora ultimati. 
Mancano infatti ancora da fare diversi urgenti lavori  all'interno del Santuario ( leggere QUI tutti i restauri effettuati negli ultimi anni). 
Il Santuario e il Convento annesso sono di proprietà della Santa Sede , godono dell' extraterritorialità e sono affidati ai bravi Padri Passionisti. 

Ci hanno fatto gentilmente notare che la foto che avevamo postato era vecchia... ( lo sapevamo) infatti oggi 21 settembre 2018 c'è questo cartellone più consono alla sacralità del luogo, di cui se ne era occupato il sito Chiesa e post Concilio il 18 maggio scorso ( QUI ) :

 

AC

8 commenti:

  1. Persa ogni speranza nella dignità del clero, non resta che sperare nelle autorità civili, tutrici del decoro urbano. Sindaca di Roma, sovrintendente alle arti, cancellate codesto obbrobrio.

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    1. Infatti quando viene affermato che "ladri e prostitute vi precederanno nel regno dei cieli" non c'è tanto un riferimento precipuo ai ladri e alle prostitute bensì un chiarimento: chi parla di Cristo e poi lo rinnega è peggio di chi non dice di seguirlo. Quindi hai ragione ad essere pessimista circa il clero attuale, probabilmente il clero di oggi (diciamo nella sua maggioranza più conformista) è il nemico principale della Verità.

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  2. "Non vi è al mondo un luogo più santo di questo ma (la pubblicità)... serve per poter pagare la rimanente costosa ristrutturazione degli spazi interni non ancora ultimati". Incastro diabolico.

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  3. Quei cartelli ( altri sono peggiori di quelli mostrati) su un luogo sacro, Cappella papale fino al !300, il cui scalone viene salito in ginocchio dai fedeli, è sfacciatamente mostrato ai pellegrini che visitano anche l'attigua basilica di S. Giovanni in Laterano, nata ai tempi di Costantino come basilica del SS. Salvatore. Una profanazione, auspice il Vaticano, che indica la perdita della fede e l'apostasia di una gerarchia dedita solo ai soldi, in questo squallido ultimo quinquennio.

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  4. Mai come in questo caso "pecunia non olet"

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  5. Nessuna esigenza finanziaria, reperibile facilmente altrove, può giustificare un insulto all'immagine acheropita del Salvatore, che nessuno di altra religione nemica del Cristianesimo si sarebbe permesso. Ma Satana, ormai, trova più facile ingresso nella Chiesa di allegri e misericordiosi monsignori con cappuccetti di vari cori .

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La Redazione