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venerdì 28 settembre 2018

La crisi della Chiesa, che disastro! San Michele difendila Tu.

Tempus calamitosum, tempus vindictae divinae presagiunt 

Le vicende degli ultimi anni, e soprattutto delle ultime settimane, sono davvero disastrose e mi preoccupano molto. 

la Chiesa  sta passando un pessimo momento: sta per giungere la fine del secolo? La vendetta divina? Non si sa. Una cosa è certa:  bisogna pregare San Michele. 

Perchè? Ecco le mie meste riflessioni. 

Dal 1965, oggi, di "primavera della Chiesa" c'è rimasto solo il canto scout che si strimpella con le  chitarre 
"E' ora che nasca la speranza in mezzo a noi
E' ora che nasca la tua gioia in mezzo a noi
E' ora che nasca il tuo amore in mezzo a noi
un mondo più vero, Signor"
Già, come se prima non vi fosse già l'Amore di Dio, non fosse praticata la Speranza (cristiana)... 
Roba da matti. 

Fatto sta dopo il Concilio, i preti hanno voluto rinnegare l' "estate" della Chiesa (fecondo periodo in cui molta era la messe e molti erano gli operai) e l'hanno fatta precipitare nell'attuale rigido inverno con chiese vuote, seminari deserti e ordini religiosi rinsecchiti.  

Di fronte a questa situazione, quando mi capita di poter parlare con qualche sacerdote, o con qualche vescovo con cui ho confidenza, domando loro cosa ne pensano dello stato attuale della Chiesa. Chiedo se sono soddisfatti dei frutti che raccolgono, se vedono davvero i risultati della primavera della Chiesa tanto invocata, insomma indago per sapere se anch'essi si accorgono del desolante sfacelo in cui molti di loro hanno portato la Chiesa o se spudoratamente negano l'evidenza.

"Ma lei, reverendo se le ricorda le Messe alle 6 di mattina, gremite di fedeli che, pur di non mancare la festa di precetto - quando  ancora non erano state traslate alla domenica  successiva - si alzavano all'alba e andavano in chiesa prima di recarsi al lavoro? Ora non vengono nemmeno
quella della domenica alle 11:00? Come mai?"
Oppure: 
"Ma eccellenza, mi dica un po': è stata "inventata" la Messa prefestiva per agevolare la pratica religiosa, e lei caldeggia la celebrazione delle 21 della domenica (avvallando così l'attitudine a lasciare Dio dopo ogni altra cosa), però i turisti e i fedeli continuano a non venire:  come mai?"
O anche: 
"Reverendo, se le ricorda quelle belle processioni, durante le quali i fedeli facevano a gara per dare una mano al parroco, ad abbellire la chiesa, a fare scendere la statua, ad organizzare feste in piazza? Si ricorda che si recitavano novene di preparazione e ottave di festeggiamenti? Si ricorda che le confraternite erano rigogliose: adesso per le feste patronali si celebra sono una semplice messa, non si organizza più niente perchè mancano i volontari... e l'età media dei partecipanti è sempre più alta... come mai?"
E ancora: 
"Signor parroco, certo che un tempo nelle parrocchie c'erano tante messe celebrate da preti diversi perchè tanti erano i parrocchiani che venivano in chiesa, ora invece lei deve dire tante messe ma in 4 o  5 parrocchie diverse perchè non ci sono più preti... che peccato. Ma mi dica: come mai?"
"Ah, avete riunito più parrocchie in una, creando "Comunità parrocchiali"  Ah, sì, perchè non ci sono più fedeli? Ma davvero?  Ma che strano: e sì che se non ricordo male, si sarebbe dovuto vivere una primavera della Chiesa... Qui qualcosa non ha funzionato e voi preti avete sbagliato qualcosa... che ne dice? 

Le risposte potete immaginarle: "eh altri tempi..." (appunto! altri tempi ma migliori!) Molti si perdono in vaniloqui sulla "qualità", sull'insulso "meno messe, più messa" ecc. 

Gli unici sacerdoti che a malincuore hanno una visione realistica della situazione e che sono addolorati nel vedere che il gregge si è disperso ed è sbranato dai lupi sono i sacerdoti (giovani) che stanno in chiesa, in confessionale, che curano le celebrazioni, che conoscono i propri parrocchiani, che si danno da fare per fare "rivivere" le tradizioni dei vecchi, che cercano di rinverdire le confraternite (dove c'erano) e che, in risposta, sono felicemente ripagati delle proprie fatiche perchè hanno le chiese ancora piene. 
E sì, perchè se il parroco non fa nulla (di religioso) , i fedeli non vanno in chiesa. Se i fedeli non vanno in chiesa, molti parroci non fanno più nulla... Ed è un circolo vizioso. 
Il prete deve fare il prete. Non il giocherellone, lo psicologo, l'assistente sociale, il sindacalista. il prete deve pregare, stare in chiesa, dire messa: deve salvare le anime!

Quando poi faccio l'ultima domanda (che li colpisce sul vivo)... sembrano allora iniziare a riflettere: 

"Reverendo, Eccellenza, ma si rende conto che quei pochi vecchietti che ancor'oggi costituiscono il 90 % dei suoi parrocchiani praticanti, sono quegli stessi giovani educati con "la vecchia e sana dottrina" cattolica, con il catechismo a domande di san Pio X, con le messe in latino, con i rosari, i vespri e le adorazioni pomeridiane, con le processioni nelle vie centrali della città? Si rende conto che i giovani del "catechismo dinamico", dopo la Cresima spariscono e non vanno più in chiesa? Come mai? Ma soprattutto: lo sapete, voi preti, che quando questi poveri anziani rassegneranno la loro anima a Dio, nessuno firmerà più l'8xMille e la questua domenicale - già arida - si ridurrà a zero?" ... 

... Ecco solo a questo punto stanno zitti. Forse pensano al drastico futuro delle casse parrocchiali (e del loro stipendio) o forse  sul fatto? o Forse riflettono sul fatto che "negli altri tempi" non era poi così davvero tutto sbagliato e che in effetti le pie donne che oggigiorno frequentano ancora le chiese sono proprio quelle che un tempo andavano alle messe in latino (che oggi tanto sono avversate) e che se pur storpiando rispondevano "Ad Deum qui laetificat iuventutem meam...," 
Se la loro fede è rimasta viva dopo 50 anni forse forse non era poi così tutto da buttare, no?  Al contrario 50 anni di "primavera" non hanno dato i frutti sperati. 

Ecco, tutta questa lunga premessa perchè, pur a malincuore, ritengo che per salvare la Chiesa serva davvero un intervento divino:  è vero che "Non praevalebunt" ma meglio invocare  S. Michele Arcangelo.  Di sicuro non possiamo fare tanto affidamento sulle gerarchie. 

A tal proposito riproponiamo alcuni nostri vecchi post sulle apparizioni di San Michele (qui, qui), per conoscerne meglio la storia, la devozione, il suo patrocinio sulla Chiesa Universale, sulla preghieraa S. Michele sollecitata da Giovanni Paolo II

San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia. Proteggi noi e la Chiesa!

Roberto

6 commenti:

  1. Molto bello questo articolo, grazie. Pensare che ci sono pure vescovi che dicono: (testuali parole) "sogno comunità di persone, non importa quante, che provino semplicemente a vivere il Vangelo, senza distinzioni obsolete tra preti e laici, ma in un unico slancio di comunità credente, riunita attorno alla Parola di Gesù di Nazareth." San Michele vieni in nostro aiuto!

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  2. E sorprendentemente San Michele è ricomparso! Chissà se effettivamente vedremo un vento di cambiamento!

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  3. "Fatto sta dopo il Concilio, i preti hanno voluto rinnegare l' "estate" della Chiesa (fecondo periodo in cui molta era la messe e molti erano gli operai) e l'hanno fatta precipitare nell'attuale rigido inverno con chiese vuote, seminari deserti e ordini religiosi rinsecchiti. "

    Certo...quindi la colpa non è di una Messa dai fondamenti luterani e di una pastorale ecumenista ed eretica...certo...la colpa è del postconcilio...guardiamo la pagliuzza e non la trave conciliare che ha scristianizzato il mondo!

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    1. Con postconcilio io intendo TUTTO quello che è venuto dopo al CVII, riforma liturgica compresa. Anche alcuni testi conciliari hanno contribuito a generare la crisi ovvio: ma la colpa è di chi ha applicato (male, o, se vogliamo, troppo alla lettera) quei testi.

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  4. Constato con sgomento che anche a me rispondono con le identiche argomentazioni, compresa il più Messa e meno Messe.
    Probabilmente sono indottrinati fin dal seminario.

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  5. Speriamo San Michele Arcangelo ci aiuti....

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La Redazione