Un' interessante riflessione dell'Arcivescovo di Filadelfia sul prossimo Sinodo.
Aggiungiamo preoccupazione riguardo alla Costituzione Apostolica «Episcopalis communio» (e QUI gli interventi di presentazione) di Papa Francesco sul Sinodo dei Vescovi del 18 settembre scorso: il grande (troppo?) potere dato alla Segreteria Generale del Sinodo e i nuovi meccanismi di preparazione, convocazione, gestione del Sinodo stesso ci danno grandi preoccupazioni.
O certe nomine sinodali sempre più strane: QUI il nostro post di MiL e il tweet di oggi QUI di Diane Montagna.
Vedremo cosa succederà.
Aggiungiamo preoccupazione riguardo alla Costituzione Apostolica «Episcopalis communio» (e QUI gli interventi di presentazione) di Papa Francesco sul Sinodo dei Vescovi del 18 settembre scorso: il grande (troppo?) potere dato alla Segreteria Generale del Sinodo e i nuovi meccanismi di preparazione, convocazione, gestione del Sinodo stesso ci danno grandi preoccupazioni.
O certe nomine sinodali sempre più strane: QUI il nostro post di MiL e il tweet di oggi QUI di Diane Montagna.
Vedremo cosa succederà.
L
Il Foglio, 29-8-2018
Mons. Charles Chaput, arcivescovo di Philadelphia, è considerato la punta di diamante dei cosiddetti “conservatori muscolari”, l’ala dei vescovi americani di pura estrazione giovanpaolina e ratzingeriana. Allo scorso doppio Sinodo sulla famiglia fu tra i più tenaci oppositori di ogni apertura in fatto di comunione ai divorziati risposati; opposizione non taciuta neppure successivamente in commenti e note pubbliche. Questa volta interviene con uno scritto per il Foglio in cui contesta non il Sinodo sui giovani che si aprirà la prossima settimana in Vaticano, bensì l’Instrumentum laboris, lo schema preparatorio che farà da traccia alle discussioni. Critiche che peraltro non sono esclusiva di Chaput, visto che fin dal principio non pochi osservatori notarono un’eccedenza di terminologie sociologiche e “sentimentaliste” in luogo di richiami alla fede. Soprattutto per un Sinodo che nella sua lunga e vaga titolazione ha la fede come punto fermo (“I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”). Non sarà un mese di accese battaglie come quello epico vissuto nel 2014 e nel 2015, ma il terreno per dispute tra padri (compreso fratel Enzo Bianchi, ormai ospite fisso delle assise sinodali), è assai probabile.