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giovedì 11 gennaio 2018

Gioacchino Belli: un sano anticlericale

di  Aurelio Porfiri
 
Vado dicendo da molto tempo che esiste un sano anticlericalismo, un anticlericalismo che non è solo auspicabile ma anche necessario. Come ho asserito più volte, quando l'istituzione ecclesiastica si corrompe, ecco che diviene sistema autoreferenziale, sistema che guarda esclusivamente a se stesso e ai suoi interessi. Allora una vigile osservazione da parte di tutti, del laicato in primis, non può che essere necessaria, direi indispensabile.

Questo lo capiva bene Giuseppe Gioachino Belli, che nei suoi sonetti spesso fustigava i vizi e la corruzione del clero. Ne abbiamo testimonianza nel sonetto del 30 aprile 1834, "L'essempio". Eccolo di seguito, poi lo spiegherò cercando di farlo gustare anche ai non romani:
 

Conzideranno come sò accidiosi
sti pretacci maliggni e ttraditori:
esaminanno quanto sò rrabbiosi,
jotti, avari, superbi, e fottitori; 

ripijji un po’ de fiato, t’arincori,
t’addormi ppiù ttranquillo e tt’ariposi:
perché li loro vizzi più ppeggiori
serveno a illuminà lli scrupolosi. 

È er Crero che cc’impara a ffà ll’istesso,
er Crero, c’ha scordato er gran proscetto
d’amà er prossimo suo com’e ssestesso.

Mentre li preti offènneno er decoro
e la lègge de Ddio j’è mmorta in petto,
chi vvorà rrispettà lla lègge lòro? 
L'invettiva contro la corruzione del clero non è certo cosa nuova; ricordiamo che al tempo del Belli la Chiesa aveva anche un potere temporale che, accanto ad aspetti buoni, aveva anche altri aspetti meno buoni. Vediamo il testo dividendolo nelle sue parti.

Conzideranno come sò accidiosi
sti pretacci maliggni e ttraditori:
esaminanno quanto sò rrabbiosi,
jotti, avari, superbi, e fottitori; 

ripijji un po’ de fiato, t’arincori,
t’addormi ppiù ttranquillo e tt’ariposi:
perché li loro vizzi più ppeggiori
serveno a illuminà lli scrupolosi. 
Il Belli fa dire al popolano quanto segue: Considerando come sono accidiosi (cioè indolenti) questi pretacci maligni e traditori, esaminando come sono rabbiosi (arroganti), ghiotti, avari, superbi e fottitori (questa parola può avere sia un sottointeso sessuale sia un senso di "persone che imbrogliano"); riprendi un poco di fiato e ti rincuori, puoi riposarti e dormire più tranquillo perché i loro vizi peggiori servono a illuminare gli scrupolosi. (per continuare a leggere, si veda qui)

7 commenti:

  1. Mentre li preti offènneno er decoro / e la lègge de Ddio j’è mmorta in petto, / chi vvorà rrispettà lla lègge lòro? Bastano questi tre versi per dipingere a tinte fosche l'attuale corso ecclesiale.

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  2. Il loquacissimo maestro (di Roma) Porfiri è fra i pochissimi che non ha avuto il coraggio di esprimere quel che pensa sul recente uso di un organo elettronico all'interno di San Pietro. Ce lo aspettavamo ma ne abbiamo avuto conferma.

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    1. È un periodo in cui associare la parola "coraggio" alla parola "cristiano" risulta alquanto arduo... E pensare che Gesù ha dato la vita.

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  3. È utile ricordare che parte del clero è piena di vizi, occorre però sottolineare che il grosso del clero di sempre non ha mai avuto la presunzione di modificare la dottrina cattolica. Intendo dire che un conto sono i peccati "di debolezza" per cui si paga personalmente davanti a Dio; altro conto è cambiare la dottrina cattolica conducendo al peccato anche gli altri, come fa un certo clero attuale. C'è una differenza abissale tra le due situazioni, la seconda delle quali è di una gravità inaudita.

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  4. L'anonimo non è aggiornato: Porfiri si è compiutamente espresso oggi su Stilum curiae.

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    1. Meglio non essere "aggiornati" : quel che ha scritto in un'autointervista il sullodato maestro ha fatto ridere mezza Roma ( quella seria). Si aggiorni signor 22:28

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La Redazione