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Elenchi dei Vescovi (e non solo) pro e contro Fiducia Supplicans #fiduciasupplicans #fernández

Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

martedì 28 febbraio 2017

A carnevale... ogni papa vale

"La Santità di Nostro Signore Papa Francesco felicemente regnante,
 in trono
assiso in abito piano "CheGuevaresco",
con ieratica mano benedicente (all'uopo chiusa a pugno)
apostolico augurio prandiale al molto festante popolo e clero non-perventuo rivolge,
attorniato dalla (riformata) corte pontificia: i putti Lenin, Castro, Marx e Mao
"
.

In tertia feria pingui 2017


fonte: Carro allegorico durante la sfilata del Carnevale di Viareggio, martedì grasso 28 febbraio 2017

Nel primo anniversario della morte di don Pierangelo Rigon

Venerdì 17 febbraio è ricorso il primo anniversario della morte di don Pierangelo Rigon, il sacerdote che ha permesso con la sua devozione e il suo zelo la celebrazione della messa antica nella piccola chiesa di Ancignano di Sandrigo (ancora oggi l'unica ad ospitare questo rito nella Diocesi di Vicenza). 
Per l'occasione è stata celebrata una Messa cantata da requiem ed è stato presentato un libro curato dal professor Italo Francesco Baldo che raccoglie alcuni scritti del Sacerdote. 
Proponiamo per questo un significativo Articolo di Italo Francesco Baldo, che riprende l'intervento tenuto durante la presentazione del libro volto a ripercorrere gli aspetti più significativi della figura di don Pierangelo, a beneficio anche di coloro che non hanno potuto conoscerlo. 
In allegato alcune foto della toccante celebrazione. 
Fabrizio Longo 
Associazione Mons. Ferdinando Rodolfi - pro Missa Antiqua 



Alcuni giorni fa ad Ancignano-Sandrigo nella bella chiesa settecentesca, un vero scrigno che suscita a chi la frequenta il senso del bello e quindi del bene, è stato presentato il libro (Editrice Veneta) che raccoglie una scelta di opere del sacerdote don Pierangelo Rigon di Sandrigo prematuramente scomparso lo scorso anno. 


L'iniziativa, assunta dai Fedeli di Ancignano, ha raccolto il plauso del Vescovo di Vicenza mons. Beniamico Pizziol e quello del vescovo di Adria-Rovigo mons. Pierantonio Pavanello. Le opere sono tratte dalle omelie, dagli interventi sui giornali parrocchiali e dai lavori di ricerca sul Cardinale I. Schuster, che il presbitero aveva compiuto presso l'Università Pontificia sant'Anselmo di Roma, conseguendo il dottorato in Liturgia: era l'unico sacerdote nella diocesi ad avere questo importante titolo. 
Il volume impreziosito da fotografie, è una precisa testimonianza sul valore del sacerdote, proprio in questi difficili tempi, quando notizie ne oscurano la figura. 

Figura centrale nella Chiesa cattolica il cui compiuto è prima di tutto quello di celebrare il Sacrificio eucaristico ed insieme la cura d'anime. Il grande modello, additato da tutti i papi del Novecento e anche dall'attuale è il Curato d'Ars (Giovanni Maria Vianney, 1786 -1859) che con grande impegno e dedizione aveva proprio, come tanti altri santi, particolare cura della vita spirituale interiore. 

La presentazione ha inteso "fare memoria" di don Pierangelo Rigon, non semplicemente ricordarlo, perché con questa pubblicazione di scritti e testimonianze sia confermata la sua attualità e il suo invito alla vita cristiana. 

A questa intese conformare sempre il suo servizio, fin da quando nel 2006 ebbe la cura della Parrocchia di San Pancrazio ad Ancignano. 

Ecumenismo Liturgico: Addai e Mari

 Riproponiamo un nostro articolo del lontano ottobre 2011. Ci pare quanto mai, tristemente, attuale, circa la riforma "protestante" che si vuole attuare in questi giorni.
Roberto


La settimana presente fa da teatro a due eventi “ecumenici” di non scarsa rilevanza; il primo e più noto è l’incontro d’Assisi che non cessa (ovviamente) di suscitare rumore. Il secondo evento, forse più nascosto, ma se possibile ancora più serio del primo, è la ricorrenza del X anniversario della promulgazione del documento “Orientamenti per l’ammissione all’Eucaristia fra la chiesa caldea e la chiesa assira dell’Oriente”, che sarà celebrato con un Convegno a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana il 25-26 ottobre. Che cosa contiene questo sconcertante documento elaborato dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani in accordo con la Congregazione per la Dottrina della Fede e la Congregazione per le Chiese Orientali? Contiene l’approvazione della validità dell’Anafora (= Preghiera eucaristica) di “Addai e Mari” nella forma in cui essa è in uso presso la scismatica chiesa assira, ovvero – Udite! Udite! – senza le parole che costituiscono la forma dell’Eucaristia.



Nessuno mette in dubbio che tale decisione sia stata presa previa consultazione di un certo numero di “dottissimi esperti”; in queste righe non è possibile ripercorrere tutte le motivazioni da loro addotte pro aut contra. Ci limitiamo a cosiderare le motivazioni richiamate nello stesso documento.

1- “L'Anafora di Addai e Mari è una delle più antiche anafore, risalente ai primordi della Chiesa. Essa fu composta e adoperata con il chiaro intento di celebrare l'Eucaristia in piena continuità con l'Ultima Cena e secondo l'intenzione della Chiesa. La sua validità non è mai stata ufficialmente confutata, né nell'Oriente né nell'Occidente cristiani”.
L’antichità addotta, oltre a non costituire di per sé un indubitabile motivo di ortodossia (quando mai?!? Si veda ciò che Pio XII, Mediator Dei, 1947, scrive a proposito dell’archeologismo!), non è affatto dimostrata; stupisce che essa sia accettata a fronte di un’assoluta mancanza di prove, soprattutto in “casa catto-progressista” dove il “dubbio” è il metodo abituale della ricerca esegetico-teologico-liturgica. Non è neppure dimostrato che Roma non abbia mai ufficialmente contestato la validità dell’Anafora suddetta; resta vero che, sotto impulso dei missionari, la chiesa caldea (unita a Roma) ha da secoli introdotto le Parole di Consacrazione in questa stessa Anafora.

2- “La Chiesa cattolica riconosce la Chiesa assira dell'Oriente come autentica Chiesa particolare, fondata sulla fede ortodossa e sulla successione apostolica. La Chiesa assira dell'Oriente ha anche preservato la piena fede eucaristica nella presenza di nostro Signore sotto le specie del pane e del vino e nel carattere sacrificale dell'Eucaristia. Pertanto, nella

lunedì 27 febbraio 2017

DJ FABO è morto. Accompagnato al suicidio da Marco Cappato

Raffaella Frullone: "Djfabo è morto. Ucciso. Alle 11.40. Alle 11.48 Marco Cappato ha twittato "la notizia". 
E alle 11.55 è il titolo di apertura di tutte le grandi testate. Possa Dio avere misericordia di chi ha causato questo crimine e degli sciacalli che lo usano per i loro progetti di morte."

Monsignor Miserachs:“spesso spacciano per musica liturgica quella che tale non è“

Continuiamo con le tematiche legate alla Musica Sacra di cui i nostri gruppi liturgici sono appassionati e fedeli cultori.
L

L’esperto di musica sacra Miserachs:
Spesso, più che in chiesa sembra di stare in osteria
 

Monsignor Valentino Miserachs Grau è un grande musicista e soprattutto esperto di musica sacra e liturgica, maestro della Cappella Liberiana nella Basilica Santa Maria Maggiore di Roma ed ha presieduto il Pontificio Istituto di Musica Sacra. 
Con lui, la Fede Quotidiana parla della qualità della musica liturgica nelle nostre chiese .  

Monsignor Miserachs, secondo lei ascoltiamo in chiesa un buon “prodotto” ?
"Non mi piace fare delle generalizzazioni, perchè non è il caso. 
Tuttavia, dico che spesso spacciano per musica liturgica quella che tale non è. 

domenica 26 febbraio 2017

Tremenda attualità di uno scritto di Marcel Proust: la morte delle cattedrali

Sono trascorsi più di cento anni dalla pubblicazione di un Articolo di Marcel Proust  del 1904 ma è davvero di grande attualità ed illuminante circa il senso del sacro legato al monumento delle Cattedrali anche se lo Scrittore non poteva prevedere che esse sarebbero state violentate e stravolte all'interno con la fraudolenta espressione di un "adeguamento liturgico". 
L'Articolo è stato mirabilmente tradotto dall'indimenticabile Cristina Campo, apparso su “Elsinore”, 14-15, marzo-giugno 1965, pp. 48-63, a firma di Giusto Cabianca, e ripubblicato in Appassionate distanze. 
AC

 La morte delle cattedrali, di Marcel Proust*  

* Questo studio di Marcel Proust apparve nel «Figaro» del 16 agosto 1904, in occasione della legge di separazione della Chiesa dallo Stato francese, che prevedeva fra l’altro l’abolizione dei luoghi di culto, l’inventario di tutti i beni della Chiesa di Francia, l’istituzione delle cultuali pena la confisca di quegli stessi beni da parte dello Stato, la «polizia dei culti», ecc. 
Legge che, come è noto, fu occasione di vittoria spirituale da parte dell’episcopato francese, obbediente all’ordine di San Pio X: lasciarsi spogliare serbando, in povertà assoluta, il mandato pastorale. 
Oggi che senza alcuna pressione da parte di governi laici si ode parlare negli stessi ambienti ecclesiastici di «sacrificio necessario» delle cattedrali e del canto gregoriano sembra opportuno rileggere la sottile, sferzante, appassionata perorazione di Proust in difesa dell’immenso tesoro di cui s’è nutrita per secoli – con la fede cristiana – tutta la grande arte di Occidente, e che non è facile comprendere a chi o a che cosa voglia oggi essere immolato [N.d.T.]

Supponiamo per un istante che la religione cattolica sia spenta da secoli, che le tradizioni del suo culto siano perdute. 

Sole, monumenti fatti inintelligibili ma rimasti mirabili, di una fede obliata, sopravvivono le cattedrali, mute e dissacrate. 

Avvicinare o allontanare i fedeli alla Messa in rito antico?

Una serena e costruttiva riflessione sul nostro essere "missionari" della buona Liturgia veicolata dal Motu Proprio "Summorum Pontificum".
Aiutiamo quei, rari, Parroci che desiderano accostare i  fedeli alla ricchezza della Messa nel ritus antiquior! 
Le norme liturgiche ovviamente non hanno mai avuto nulla da eccepire se durante la S.Messa Cantata (in rito antico) siano presenti anche dei  canti devozionali, corali o popolari,  purchè ovviamente non sostituiscano quelli gregoriani del Proprium e dell'Ordinarium
Una sola cosa è necessaria: evitare il più possibile le contaminazioni  con tutto ciò che è oggettivamente brutto e che brutto rimane! 
Sappiamo bene che la povertà non si addice all'altare: diverrebbe sciatteria
I fedeli che in numero sempre maggiore ricorrono alla fresca e rigenerante sorgente della Liturgia antica attingono spirituali grazie all'ascolto delle melodie gregoriane;  della musica polifonica corale oppure possono esprimendo la propria fede  cantando i cosiddetti "canti popolari e/o devozionali".
Come non notare infatti in alcuni canti composti di recente la sana ermeneutica devozionale dei nostri padri?
Dobbiamo sempre tenere a mente che alla base di ogni  atto di "servi inutili" ci deve essere SEMPRE  il sacro vincolo della carità: la più grande di tutte le virtù
Dice infatti il Vangelo di Gesù :"Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono."  (Matteo 5, 20-26)
Buona lettura !

AC 

 Incoraggiare i fedeli a frequentare la liturgia tradizionale 

Anni fa, sul blog di un noto vaticanista, dissi che solo una parte dei cattolici ha la preparazione adeguata per poter assistere al Santo Sacrificio della Messa celebrato secondo l'antico “Missale Romanum” codificato da San Pio V. 

Del resto, anche Papa Benedetto XVI nella lettera accompagnatoria al Motu Proprio “Summorum Pontificum” ha affermato che l'uso dell'antica liturgia presuppone adeguate conoscenze liturgiche e linguistiche. 

In fondo si tratta solo di imparare alcune preghiere in latino (la maggior parte delle quali dovremmo già conoscerle in italiano), qualche canto gregoriano e capire che andare a Messa è come andare al Calvario, dove Cristo si è immolato per espiare i nostri peccati. Insomma, avevo detto che secondo me la liturgia tradizionale è indicata solo per quei fedeli con un’intensa vita spirituale e con un’adeguata istruzione religiosa. 

Pensiamo ad esempio al momento della Consacrazione, mentre il sacerdote recita a bassa voce il Canone Romano, in quei lunghi minuti di apparente silenzio è difficile che un fedele che ignora l’essenza sacrificale della Messa e non ha un’intensa vita spirituale, si metta a fare orazione mentale sulla dolorosa Passione di Gesù Cristo e ad offrire all’Eterno Padre il

sabato 25 febbraio 2017

Immigrazione, cattolici, identità. In Francia un dibattito utile anche da noi

Un dibattito utile per andare oltre il politically correct sull'immigrazione.

Aldo Maria Valli 
 
In Francia sono usciti in contemporanea, lo stesso giorno, il 12 gennaio.
Uno si intitola «Église et immigration, le grand malaise. Le pape et le suicide de la civilisation européenne» (Presses de la Renaissance); l’altro «Identitaire. Le mauvais génie du christianisme» (Cerf).
L’autore del primo è Laurent Dandrieu,  pseudonimo di Laurent Jacquet, classe 1963, caporedattore di «Valeurs actuelles», il settimanale dei liberal-conservatori francesi. L’autore del secondo è Erwan Le Morhedec, classe 1975, conosciuto con lo pseudonimo di Koz (il suo blog, «Koztoujours», nato nel 2005, è frequentatissimo), avvocato e saggista, noto per l’impegno nel promuovere la riabilitazione di Pio XII e nel difendere le posizioni dottrinali di Benedetto XVI.

venerdì 24 febbraio 2017

Novus Horror Missae (Piacenza): i matti prosperano: il parroco canta i Nomadi in chiesa, i fedeli applaudono entusiasti



Non se ne può più di questi matti (stonati, i Nomadi sono molto meglio) che insultano - probabilmente senza neppure rendersene conto -  il S. Sacrificio della Messa e Gesù stesso. L'unica speranza è il caso dell'"ignoranza invincibile". 
Vedere QUI il sacerdote canterino piacentino.
Come diceva Gaber, "mi vien da vomitare".
L

Preghiera e sofferenza negli attuali difficili tempi della Chiesa

 La scure di Elia 11-2-2017
Sembra che tutto, nella Chiesa, stia precipitando e che il picconatore avanzi incontrastato senza che alcuno possa fermarlo; nemmeno del famoso “atto di correzione formale” si è sentito più nulla… Eppure anche questo è un tempo favorevole, perché anche in esso siamo costantemente oggetto della benevolenza di Dio, che lo ha stabilito così per una disposizione di suprema sapienza. Questo è il tempo in cui il Signore mette alla prova i Suoi per verificare se meritano di partecipare al trionfo del Suo regno, che verrà mediante il regno di Maria; ma anche il tempo in cui fa venire allo scoperto i traditori per farceli individuare con certezza e per marchiarli d’infamia, ma lasciando loro ancora spazio per la conversione, prima di doverli punire. Vista sub specie aeternitatis, dunque, anche l’attuale situazione è tempo di grazia, tempus beneplaciti.

Domenica a Roma, serata per i cristiani d'Oriente

Sulla scia delle Manif pour Tous (i nostri Family Day), la Francia ha conosciuto una grande effervescenza di iniziative intraprese da giovani cattolici decisi a coltivare e realizzare la dottrina - sociale e non - della Chiesa. Fra questi, l'ONG SOS Chrétiens d'Orient, che ha già mandato più di 800 volontari in 4 anni in Medio Oriente.

Uno dei fondatori di SOS Chrétiens d'Orient, Benjamin Blanchard, sarà a Roma per vari incontri la settimana prossima. Per l'occasione, domenica 26 febbraio, terrà una conferenza alla Santissima Trinità dei Pellegrini, preceduta da una Santa Messa nella forma del rito romano, celebrata secondo le intenzioni dei nostri fratelli d'Oriente.

Questa bellissima iniziativa ci ricorda come tante persone impegnate nella solidarietà fra cristiani siano nello stesso tempo devoti della liturgia tradizionale. L'usus antiquior è infatti un autentico ponte verso l'Oriente, come lo definì il cardinal Koch qualche anno fa durante un convegno organizzato da Padre Vincenzo Nuara a Roma.

Per chi non sarà a Roma, raccomandiamo la lettura della ricca intervista data a La Croce da Benjamin Blanchard > Leggere qui.

giovedì 23 febbraio 2017

I matti non sono solo in manicomio, ma anche vicino al Vaticano: Gesù e i registratori


Sull'articolo di ieri di Magister (vedi QUI, QUI e QUI) con  brani dell'intervista al Generale dei gesuiti (di solito vestito in camicia e golfino come nella foto sopra) sull'Amoris laetizia siamo tra il surrealismo di Breton e un pensiero da TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio).
Dall'intervista si evince una sfiducia nelle parole di Gesù, che vengono recepite da uomini di Chiesa, che è eufemistico definire complessati, come fonte di grane.
Naturalmente il discorso è diverso quando Gesù parla contro i ricchi, di pace, di porgere l'altra guancia, etc. Lì, sine glossa, va preso sul serio, senza dubitare, interpretare, discutere. Sono enunciate esigenze assolute e perenni, valide per tutti sempre ed in ogni dove, fino ad ipostatizzarle in un sostantivo nuovo, "nonviolenza". 
Ed allora, se vale la regola del registratore, vale per tutto:  neppure le parole sul primato di Pietro - Vangelo di ieri , "Cattedra di San Pietro" - sono state registrate.
 Mi vien da dire che un pensiero del genere ha la sua genesi in menti fluide, gassose, incapaci di un rapporto forte con la realtà. Credo che, inevitabilmente, debba convivere, nella testa di chi lo pensa, con altri pensieri dello stesso tenore: snowflake, leggeri e sfavillanti, e, ovviamente, stupidi (e cattivi).
Per esempio, così, alla rinfusa: il Padreterno non avrebbe fatto meglio a incarnare Suo Figlio in un'era tecnologica come la nostra, che avrebbe garantito un'archiviazione multimediale della vita di Gesù (non solo delle Sue parole), anziché duemila anni fa, dove c'era solo il papiro? E poi, sul Tabor, che cos'hanno "veramente" visto i compagni del Signore? Erano, forse, in uno stato alterato di coscienza? Ma anche: non è che Mosé, qualche comandamento, lo abbia scolpito lui, sulle tavole (magari il VI o il IX)? Ecco la ragione dell'estenuante, millenaria contesa fra cristianesimo e sessualità, laddove sarebbe

ORDINE DI MALTA. BURKE NON CI STA A FARE IL CAPRO ESPIATORIO. ACCUSA DI “CALUNNIA” IL REGGENTE.

Un'altra puntata di questa miserevole e dolorosa vicenda. 

L

Marco Tosatti

Il cardinale Burke non ci sta, ad essere usato come capro espiatorio per le lotte di potere interne all’Ordine di Malta, con le loro metastasi vaticane. Finché ad attaccarlo erano i giornalisti contigui al cerchio magico pontificio, magari con qualche piccolo aiuto proveniente dalla Segreteria di Stato, molto interessata a ciò che succede fra i Cavalieri, ha più o meno lasciato correre. Ha fatto conoscere in maniera indiretta il contenuto della lettera che gli ha inviato il Pontefice in relazione al caso dei preservativi distribuiti in alcune zone dell’Africa e dell’Asia, in modo da chiarire che agiva su mandato preciso, e basta. Ma poi ha parlato il Reggente, accusandolo; e a quel punto, deve essersi detto il porporato americano, il troppo è troppo.

Queste sono processioni serie...!

Dalla chiesa siro-malabarese cattolica di St Mary in Kuravilangad, nella regione del Kerala indiano, una meravigliosa processione con elefanti che portano le sacre immagini.
L

NLM 18-2-17


mercoledì 22 febbraio 2017

Athanasius Schneider: “La Chiesa non è proprietà privata del Papa”

Per vedere la bellissima intervista integrale su Rorate Caeli VEDERE QUI.
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 Michele M. Ippolito, La Fede Quotidiana, 13 febbraio 2016
 
Monsignor Athanasius SchneiderIntervistato da Rorate Caeli, Sua Eccellenza monsignor Athanasius Schneider spazia su numerosi argomenti.  
«Coloro che non credono e non professano completamente l’integrità della fede cattolica occupano spesso posizioni strategiche nella vita della Chiesa, come ad esempio diventano professori di teologia, educatori nei seminari, superiori religiosi, parroci e anche vescovi e cardinali. Spesso queste persone, con la loro fede difettosa, si professano come “submitted”  al Papa. Un’alta confusione e assurdità si manifesta quando tali chierici, semi-eretici, accusano coloro che difendono la purezza e l’integrità della fede cattolica come oppositori del Papa, come – secondo il loro parere – in qualche modo scismatici. Per i cattolici semplici questa situazione di confusione è una vera sfida della loro fede, una sfida all’indistruttibilità della Chiesa. Devono mantenere forte l’integrità della loro fede secondo le verità cattoliche immutabili, che sono stati consegnati dai nostri predecessori e

Il lavorìo carsico per una messa "ecumenica"

Che desolazione. Ma Non praevalebunt....
L

Luisella Scrosati, La Nuova Bussola Quotidiana,  20-2-17
Nell'opera in corso di riforma della Curia romana prende sempre più corpo l'idea che i dicasteri continuano ad esistere nominalmente, ma in pratica la loro autorità viene sempre più sminuita. Se la Congregazione per la Dottrina della Fede è stata di fatto esautorata, non essendo stata autorizzata a pronunciar parola sulle divisioni in atto a motivo dell’interpretazione di Amoris Laetitia (il Cardinale Gerhard L. Müller non fu nemmeno invitato alla presentazione del documento, vista la preferenza accordata ai cardinali C. Schönborn e Lorenzo Baldisseri), la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti non gode di miglior prestigio.

Müller: nessun Papa può disporre dei sacramenti


La Nuova Bussola Quotidiana 21-2-17 Marco Tosatti
Ieri, 20 febbraio, in Germania è uscito per i tipi della Herder Verlag il nuovo libro del Prefetto della Congregazione della Fede, il card. Gerhrard Ludwig Müller, intitolato Der Papst – Sendung und Auftrag (Il Papa – Missione e Mandato). In più di 600 pagine il porporato offre un accurato esame del ruolo e della figura del pontefice, sin dai primordi dell’era cristiana. Le origini, il suo sviluppo dai tempi degli Apostoli, la sua missione, la relazione con l’episcopato cattolico, la sua autorità magisteriale, l’infallibilità e altri aspetti ancora.

martedì 21 febbraio 2017

L’immigrazione, la Chiesa e l’Occidente. Parla Ettore Gotti Tedeschi



Sempre acuto l'ex presidente dello IOR: "Avrà notato che da qualche tempo nel nostro Paese si son sviluppati due sport: gli “interpretatori del Santo Padre” e i “cacciatori dei dissidenti” (veri o inventati) del pensiero del Papa. Mancando argomenti inventano similitudini suggestive ed offendenti."
L
Le Formiche 
L’immigrazione, la Chiesa e l’Occidente. Parla Ettore Gotti TedeschiL'ex banchiere Ior spiega a Formiche.net come le vere cause del fenomeno migratorio non siano affatto quelle economiche
Le motivazioni economiche non bastano a spiegare l’immigrazione di massa. E’ un fenomeno “previsto e voluto per modificare la struttura sociale e religiosa della nostra civiltà, in pratica, per ridimensionare il cattolicesimo”. Sono parole messe nero su bianco da Ettore Gotti Tedeschi nell’Ottavo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo curato dall’Osservatorio internazionale card. van Thuân sul tema immigrazione. L’economista e banchiere cattolico, già presidente Ior, ha affidato a un breve saggio le sue valutazioni, che dopo la presentazione del Rapporto a Roma hanno suscitato alcune critiche (qui e qui) insieme a commenti positivi.
Gotti Tedeschi, nel suo intervento lei parla di una “correzione fraterna” ad alcune istituzioni ecclesiali che non avrebbero compreso il problema dell’immigrazione. In cosa consiste questa correzione?
Sono rimasto preoccupato della solerzia umanitaria piena di toni emotivi che tende a ignorare i numeri del fenomeno e non affronta le cause del problema. Si direbbe infatti che ci siano tre “tabù” che oggi non si devono o possono affrontare razionalmente e in modo completo: il

Donne prete ci risiamo con la tecnica del tuttavia



Ancora?? 
Sembra di essere ritornato ai "ma anche" del non compianto Walter Veltroni...
Vedere anche QUI Magister.
L

Stefano Fontala, La Nuova Bussosa Quotidiana,  9-2-16
Prima o dopo bisognerà che qualcuno ce lo dica. Intendo se si continuerà a procedere ad allusioni, note a piè di pagina, sassi gettati nello stagno per far muovere le acque, parole dette e non dette, provocazioni e dubbi, uso frequente del “tuttavia”, enfasi sulle eccezioni e così via.
Nel numero de “La Civiltà Cattolica” ora in uscita, il vicedirettore Padre Giancarlo Pani riapre alla possibilità dell’ordinazione sacerdotale delle donne. La questione non era già stata chiusa da Giovanni Palo II e confermata, seppure in modo inusuale trattandosi di una battuta in aereo, da papa Francesco?
Eravamo stati abituati a pensare che quando il magistero definisce un aspetto della dottrina nella consapevolezza esplicita di esercitare in quel momento l’autorità apostolica in continuità con la tradizione della fede, su quel problema la discussione fosse da considerarsi finita. I teologi potranno approfondire ma non rimettere in questione. Almeno così scrisse la Congregazione per la Dottrina della Fede nell’Istruzione Donum veritatis sulla vocazione ecclesiale del teologo del 4 maggio 1990. Forse che oggi così non è più? E’ tutto un rincorrersi, un lanciare messaggi in codice, un dire e non dire, un affermare e un ritrattare, due passi in avanti e uno indietro.

lunedì 20 febbraio 2017

Catholic Cathedral Westminster: riconsacrazione dell’Inghilterra e del Galles al Cuore Immacolato di Maria. Anglican Cathedral Canterbury: festa 300° anniversario della Massoneria

La data è la stessa: sabato  18 febbraio 2017 e la coincidenza non è casuale!

A Londra il Cardinale Vincent Nichols , Arcivescovo Metropolita di Westminster alla presenza di oltre 4000 fedeli ha presieduto nella Cattedrale di Westminster la riconsacrazione dell’Inghilterra e del Galles al Cuore Immacolato di Maria inaugurando così le celebrazioni del Centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima. 
Dopo la Santa Messa è stata incoronata la statua della Madonna commissionata dai fedeli che aderiscono all’apostolato mondiale di Fatima

Gli organi d'informazione hanno  sottolineato l’alta affluenza dei fedeli : moltissimi sono
dovuti rimanere fuori perché non c’era posto all’interno della Cattedrale gremita anche nelle navate laterali. (v.foto)

20 febbraio: Beati Francesco e Giacinta di Fatima

 

Come la Madonna tratta le anime elette

L'esempio di Giacinta e Francesco di Fatima

di Plinio Corrêa de Oliveira

Quando apparvero le prime notizie sulla possibile beatificazione dei veggenti di Fatima, Giacinta e Francesco, il prof. Plinio Corrêa de Oliveira commentò la portata e l'importanza di quanto si sarebbe realizzato, quasi dieci anni dopo, il 13 maggio 2001


Io do grande importanza a questa beatificazione. Quel che leggiamo sulla vita di Giacinta e Francesco parla con enfasi di un'esistenza santa, tale da meritare l'onore degli altari. Sia Giacinta, per tutto ciò che soffrì, che Francesco si ammalarono ed ebbero a soffrire difficili e penose infermità. Tutto fa credere che Giacinta fosse pienamente gradita dalla Madonna, quando avvennero le apparizioni. Però, con suo fratello non era così.

Ferrara: consacrazione al Cuore Immacolato di Maria SS.


In questi tempi di travaglio per S. Madre Chiesa e per il mondo intero, su iniziativa di Don Davide Benini (Fraternità Sacerdotale della Familia Christi) vi proponiamo una solenne Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria SS., nella forma indicata da San Massimiliano M. Kolbe.

Lettera aperta a papa Francesco su ciò che ha detto a proposito della crisi delle vocazioni e sugli abbandoni nella vita consacrata



 Vostra Santità papa Francesco,
                                  Ella, ricevendo i partecipanti alla plenaria della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, è tornato sul tema della crisi delle vocazioni, in particolar modo sugli abbandoni della vita consacrata.
Nel suo discorso ha elencato tre cause e un rimedio.
La prima causa sarebbe nel contesto in cui viviamo, un contesto in cui domina il “provvisorio”, il “frammento”, l’inseguire le mode.
La seconda causa sarebbe in una sorta di “relativismo pratico”, in cui le leggi economiche hanno ormai sostituito quelle morali. Ma anche nel dominio della “logica della mondanità”: si cerca il successo, l’ambizione personale, piuttosto che il donarsi.
La terza causa sarebbe nella contro-testimonianza di molti consacrati.

Maddài!!! Sembra un regime!!!

Riprendiamo da La nuova bussola quotidiana questo imperdibile articolo di Marco Tosatti.



La riforma della Curia? Una Curia parallela

di Marco Tosatti


Lo stile di governo del Pontefice regnante è, a dir poco, personale. Però in quello che può apparire a prima vista un disinteresse marcato per le regole, le procedure e la “macchina” del sistema si può intravedere una strategia. Elaborata forse non dal Pontefice stesso, ma da qualche consigliere e regista, che propendiamo a credere abbia un’esperienza e di Curia e di diplomazia. 

D’altronde non è un mistero che, a differenza del suo predecessore, papa Bergoglio ha un debole per i diplomatici in talare, la vera casta della Santa Sede. E al contrario non sembra avere lo stesso amore per i protagonisti, grandi e piccoli, della macchina centrale. Un residuo di amaro per quando era arcivescovo di Buenos Aires, e Roma gli bocciava alcune promozioni, come quella del rettore della Cattolica della capitale argentina? Forse. 

Comunque il Papa che più volte ha affermato di seguire i consigli e i suggerimenti emersi dalle sessioni cardinalizie del pre-conclave, in almeno due punti le ha disattese. Una delle richieste presentate da più voci era una riforma della Segreteria di Stato, giudicata troppo potente. Non è avvenuto, anzi, come vediamo nel caso dell’Ordine di Malta, il potere è aumentato. Il delegato papale è il no. 2 della gerarchia, il Sostituto Angelo Becciu. Il secondo punto-suggerimento-richiesta, anch’esso completamente disatteso, era il ripristino delle “udienze di cartello”. Cioè l’appuntamento col Papa dei responsabili delle Congregazioni, per tenerlo informato e avere indicazioni; e uno scambio di idee. Sappiamo di Prefetti che non vengono ricevuti mai o quasi, e di altri, anche importanti, che devono aspettare mesi per l’udienza. Già questa è una circostanza, e un sistema, che crea disagio, come è facilmente comprensibile.

domenica 19 febbraio 2017

Il Grande Fratello censura le fake e i blogger anti-sistema per imporre la sola verità di regime

Crediamo forse che questa censura riguarderà soltanto i blogger anti-sistema? 
AC



Con la censura alle fake news vogliono censurare il Cattolicesimo  

di Giorgio Enrico Cavallo 

La menzogna? 
Nei nostri tempi «diventa verità e passa alla storia», per rubare un inquietante vaticinio di quel profeta laico che fu George Orwell. 

Perché bisogna essere chiari: la guerra alle fake news lanciata dai nostri burattinai al potere non ha l’obiettivo di ripristinare la verità. 

Solo le anime belle ci possono credere. 

Il dispiegamento di forze in atto sta a significare una sola cosa: che il Grande Fratello che governa il mondo sta cercando disperatamente di instaurare una sola verità: quella di

Ocáriz (Opus Dei): se su matrimonio, sessualità e bioetica la Chiesa cedesse, non sarebbe più la Chiesa



Da La Chiesa, mondo riconciliato (Edizioni Ares, Milano 2014), intervista di Rafael Serrano a mons. Fernando Ocáriz, da lunedì scorso nuovo prelato dell'Opus Dei.

«Tocchiamo un altro aspetto della questione. Molti pensano che se la Chiesa cattolica cedesse un poco sui punti più controversi, avrebbe più seguaci. È d’accordo? Altri dicono che la Chiesa sta perdendo il treno della storia, poiché è antiquata e non si evolve al ritmo dei desideri dell’uomo contemporaneo. Che cosa risponde a questo?
I punti più controversi riguardano per lo più questioni di morale naturale (il matrimonio, la sessualità, la bioetica e così via). Su questi temi la Chiesa non può cedere perché non si tratta di regole sue, bensì di norme che il Creatore ha attribuito alla natura umana come luci che indicano ciò che è davvero umano. Se per impossibile ipotesi la Chiesa cedesse, non sarebbe più la Chiesa e quei più numerosi eventuali fedeli non sarebbero fedeli della Chiesa.
La Chiesa è antiquata perché non si adegua al ritmo dei desideri odierni? E quali sono questi desideri? Chi sono le persone di oggi? Non c’è dubbio che la Chiesa debba evolversi, e di fatto nel corso dei secoli si è evoluta, riguardo ad aspetti non essenziali. Né sembra azzardato sostenere che oggi vi siano aspetti migliorabili, e anche molto migliorabili, nell’organizzazione ecclesiastica. Ma è pur sempre importantissimo tener presente che non siamo noi uomini a fare la Chiesa; l’ha fatta e la fa Gesù Cristo; noi non la facciamo, ma la riceviamo».


sabato 18 febbraio 2017

Dolore di un sacerdote su alcuni comportamenti del S. Padre



Facciamo nostra una lettera a Padre Gheddo da parte di un sacerdote italiano,  "fidei donum" in Brasile, sulla sua sofferenza nei confronti di alcuni comportamenti del  S. Padre. Pur con la stima che abbiamo per Padre Gheddo, non condividiamo la sua risposta "normalista" (vedi QUI).


1° gennaio 2017
Caro Padre Piero Gheddo,
Sono un prete "Fidei Donum" di una diocesi italiana, missionario in Brasile da 48 anni, dei quali 35 in Mato Grosso dove ho fondato due nuove parrocchie. Il padre Luiz Miranda, missionario del Pime, è venuto a trovarmi, perché preparo alcuni giovani che spero possano entrare nel cammino di formazione del Pime; e mi ha portato dall'Italia il libro “Piero Gheddo: inviato speciale ai confini della FEDE” della EMI. Desideravo averlo, perché ho sempre letto i suoi articoli su Mondo e Missione. Diffondo ogni anno 40 abbonamenti a Mundo e Missão, che distribuisco gratis ai giovani catequisti, universitari, insegnanti. Ho visto che lei è stato uno dei fondatori. Sono un suo discepolo. Ho letto il suo libro: farà molto bene e continuo anche a leggere i suoi articoli sul suo Blog. Mi aiutano nel mio cammino missionario.
Le ho già scritto altre volte che soffro per causa di Papa Francisco. Ho l'impressione che stia dividendo la Chiesa, dando schiaffi a chi lavora e carezze a chi è contro il Vangelo (riceve la Bonino, telefonava a Pannella, interviste a Repubblica di Scalfari); sempre denuncia i preti pedofili, ma quelli che sono fuori della Chiesa e del Vangelo sono sulla strada giusta e non hanno bisogno di conversione? Un prete della mia diocesi che ha lasciato il sacerdozio è stato ricevuto a pranzo dal Papa con sua moglie Sono cose che fanno pensare.

venerdì 17 febbraio 2017

La santità del vincolo matrimoniale. L'Amoris Laetitia e le indicazioni di Monsignor Huonder al suo clero

 Anche se è stato pubblicato nelle scorse settimane in alcuni blog, riproponiamo - per la sua importanza - questo testo di istruzioni su Amoris Laetitia.
L

Vigiliae Alexandrinae
"Instaurare omnia in Christo" è la sua divisa episcopale. Eletto nel 2007 dal Capitolo della Cattedrale di Coira e confermato Vescovo della Diocesi della stessa città da Benedetto XVI, Monsignor Vitus Huonder si è dimostrato in molte occasioni uno dei più fermi difensori della Fede e della Tradizione cattolica in terra elvetica.
Il 2 Febbraio scorso ha inviato ai sacerdoti della sua Diocesi una lettera intitolata "Die Heiligkeit des Ehebandes - La santità del vicolo matrimoniale" (vedi qui e riassuntivamente qui) nella quale stabilisce alcune direttive per i confessori entrando nel merito del discusso Capitolo VIII dell'Esortazione Apostolica Amoris Laetitiae. Pur nella sua finalità pastorale e nel suo tono del tutto mite e sereno, questo documento appare importante perché il Vescovo della Diocesi più antica della Svizzera fa coincidere i propri parametri interpretativi, elevandoli a criteri normativi per tutto il suo clero, con quelli su cui si sono sapientemente fondati i Cardinali Brandmüller, Burke, Cafarra e Meisner nella formulazione dei Dubia a proposito di alcuni punti dello stesso Capitolo VIII della Amoris Laetitia (vedi tra gli altri contributi qui e un'ampia rassegna qui). Come ribadito dagli stessi Cardinali tali principi risalgono ultimamente alle fonti della Rivelazione: Sacra Scrittura e Tradizione. Riportiamo qui di seguito, nella nostra traduzione, la lettera di Monsignor Huonder.

giovedì 16 febbraio 2017

Il "collirio della misericordia" e il "diabete dello spirito"

E' stato pubblicizzato nei giorni scorsi  il "collirio della misericordia" ® : contestatissimo farmaco che nella formulazione attuale contiene anche sostanze allucenogene capaci di provocare alterazioni psicosensoriali moderniste e sincretiste deformando e alterando l'attività cerebrale cattolica. 
Il "collirio della misericordia" ® è dunque sconsigliato dai ricercatori sanitari per via dei terribili effetti collaterali sopra descritti. 
Pare che il farmaco sia pressocchè identico a quello usato in tutti i  disumani metodi di "rieducazione forzata delle coscienze cattoliche" dalla riforma protestante a  tutte le dittature illuministe e materialiste. 
Secondo il costrutto galantiniano che ha pubblicizzato il farmaco: " ...occorre allenarsi a una «prospettiva meno giudicante e più luminosa, attraverso il collirio della misericordia». Oltre ad avviare un non più dilazionabile recupero della capacità di formare le coscienze, mettendo la parte le crisi di panico di fronte ai cambiamenti culturali che stiamo vivendo".

Al potentissimo prelato replica "idealmente" un "semplice" cattolico, capace di parlare ancora con intelligente libertà la lingua cristiana del "SI, SI, NO, NO" farcita con  sane espressioni lessicali tipiche della campagna toscana:

Il diabete dello spirito 

« Il cattolicesimo sarebbe ed è la religione del Verbo la quale, qualsiasi cosa tocchi, attinge a profondità insondabili e a bellezza indicibile naturale e soprannaturale. 
Attualmente però una manica di imbecilli l'ha ridotto ad essere una religione per verbosi rinc... ( nostro taglio ad una espressione popolare indicante una sindrome patologica specifica del rimbecillimento N.d.R.) che hanno trasformato 
la fede in fideismo sentimentalista
il vero in un argomento da espungere perché

Costanza Miriano: la dignità delle donne ai tempi di Trump



di Costanza Miriano
Sono una di quei miliardi di donne che non hanno marciato contro Trump. Sono una sola e non so quante donne potrei rappresentare, di sicuro so che le marciatrici con simboli di genitali femminili in testa non rappresentano me, e credo che facciano una gran male alla vera causa delle donne. E vorrei sapere a che titolo si sono autonominate esponenti e difensori dei valori femminili.
Ma prima ancora, sinceramente, vorrei scoprire per quale motivo abbiano manifestato. Davvero non l’ho capito.

Papa Francesco e il Gesù pacifista





Pubblichiamo un articolo pubblicato sull'ottima rivista statunitense Crisis Magazine (per l'articolo originale VEDI QUI). Ci è stata segnalata e tradotta da alcuni amici.
Il testo contiene considerazioni di buon senso per smontare l'insensatezza, che rimane tale, quale che ne sia la fonte autrice. Il terrorista tunisino Anis Amri è stato GIUSTAMENTE ucciso. Per fortuna quell'arma è stata fabbricata, ed usata legittimamente. Non solo il Vecchio, ma anche il Nuovo Testamento contiene esempi di guerra giusta, uso lecito e doveroso della forza, eliminazione fisica dei cattivi: ne Gli Atti degli Apostoli ricorrono episodi di condanna a morte decretate dal primo Collegio ed eseguite illico et immediate.
Non è vero che storicamente la forza non abbia mai risolto alcun problema, è vero forse il contrario. A meno che non si voglia credere gnosticamente che sia concluso o stia per concludersi l'eone del peccato originale. "[...] la forza dichiarata ha deciso più situazioni nella storia di qualunque altro fattore, ed essere di parere contrario significa illudersi nella maniera più deleteria" (Robert Heinlein, 1907-1988).
L

di Andrew Latham*
 13-12-2016
Nel Messaggio per il 50° anniversario della giornata mondiale per la pace e recentemente reso noto, Papa Francesco ha invitato l’umanità ad adottare la nonviolenza come «stile di una politica per la pace».

mercoledì 15 febbraio 2017

Ex anglicani più fedeli alla Tradizione e alla dottrina di sempre?



Amoris Laetitia e l'Ordinariato ex anglicano. I convertiti sono spesso meglio dei "nati" cattolici.
Da vedere, per noi amanti della liturgia tradizionale, l'altare coram Deo di una delle ultime parrocchie che chiede di entrare nell'Ordinariato (VEDI QUI), ovviamente con l'opposizione del vescovo locale, spaventato dal tradizionalismo dottrinale e liturgico dei nuovi.
L

14-2-17 Settimo Cielo
A papa Francesco non sono mai piaciuti gli anglicani che si fanno cattolici. Preferisce che restino dove sono, e l'ha detto. Intanto però ha ricevuto in eredità dal suo predecessore Benedetto XVI un ordinariato speciale, eretto nel 2012, che ha in cura proprio i fedeli degli Stati Uniti e del Canada convertiti dall'anglicanesimo.
Questo ordinariato ha il nome della Cattedra di San Pietro e opera come un'immensa diocesi con sede centrale a Houston, nel Texas. Ad essa fanno capo più di quaranta parrocchie. Le sue liturgie fanno tesoro della tradizione anglicana, che non è molto diversa da quella cattolica più attaccata alla tradizione.

Amoris laetitia e Coccopalmerio: la solita minestra riscaldata e nessunargomento contro i “dubia”.

di don Alfredo Morselli


dubia dei quattro Cardinali non hanno avuto, fino ad ora, alcuna risposta o confutazione, se non slogan o ripetizioni pedisseque di tesi contrarie a tutta la Tradizione, come essa è proposta - per questi tempi - dal Catechismo della Chiesa Cattolica.
Non esiste nel mondo progressista alcuno che, nel cercare di confutare  i dubia, abbia saputo dire qualcosa di più intelligente di due + due = cinque.
Non c'è da meravigliarsi allora se la clacque, nel caso un Cardinale pubblichi qualcosa  di favorevole alla peggiore interpretazione possibile del capitolo ottavo di Amoris laetitia, enfatizza al massimo la cosa, fino a ipotizzare niente meno che la risposta autentica del Papa ai dubia.
È curioso notare che fino a pochi anni fa il magistero parallelo era quello dei teologi progressisti che facevano la fronda al Papa; ma ora, il medesimo magistero parallelo è costituito da lettere e interviste di Papa Francesco, presentate con altisonanza dai media, benché non pubblicate sugli Acta Apostolicae Saedis, e da esternazioni varie ultra-allineate.
Quest'ultimo è il caso di un opuscolo di trenta pagine, Il Capitolo ottavo della esortazione apostolica post sinodale Amoris Lætitia, diffuso da mercoledì 8 febbraio 2017 nelle librerie cattoliche; l'autore dello scritto è il Cardinale Francesco Coccopalmerio.
Il libretto non può essere la risposta del Papa ai dubia, perché la ripetizione ostinata dell'errore non costituisce né un'argomentazione, né una risposta.
Ma veniamo ora ad esaminare il solito ritornello, interpretato, per l'occasione, dall'insigne canonista. Prendiamone in cosiderazione alcune frasi:
“Divorziati risposati, coppie di fatto, conviventi non sono certamente modelli di unioni in sintonia con la Dottrina cattolica…
e fin qui ci siamo; 
…ma la Chiesa non può voltarsi dall’altra parte. 
Ma chi è che si volta dall'altra parte? Questo errore logico si chiama "conclusione più ampia delle premesse"; dire che in certe situazioni non si può ricevevere l'Eucarestia non vuol dire non prestare tutte le attenzioni possibili a chi si trova in difficoltà; non si può dire "O sacramenti o porta in faccia".
Non si girava certo dall'altra parte Benedetto XVI, quando scriveva: "I divorziati risposati (…) nonostante la loro situazione, continuano ad appartenere alla Chiesa, che li segue con