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Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

giovedì 23 novembre 2017

#sumpont2018 - Sarà il Vescovo di Copenhagen a guidare il VII Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum a Roma nel 2018 (26-28 ottobre)

 PROGRAMMA DEFINITIVO (QUI)

APPELLO: cercasi volontari per il servizio d'ordine, e piccoli benefattori.

SOCIALIZING TRIDENTINO qui
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Apprendiamo dal sito ufficiale del CISP, grazie alla segnalazione degli amici di New Liturgical Movement, che sarà il Vescovo di Copenhagen, S.E.Rma Mons. Czeslaw Kozon, a guidare il VII  Pellegrinaggio Internazionale a Roma del  "Populus Summorum Pontificum" nei giorni 26-27-28 ottobre 2018 (per la festa di Cristo Re, come di consueto).

A quanto pare il prossimo anno le giornate dedicate alla visita ad Petri Sedem sono solo 3 (si inizia il venerdì, e non più il giovedì). Ma per i dettagli ovviamente è troppo presto e attendiamo i prossimi comunicati. 

 Con la scelta di un Vescovo danese, il CISP auspica la partecipazione dei fedeli del Centro Europa, e a tal fine introdurrà anche il tedesco come lingua ufficiale del VII pellegrinaggio accanto all'italiano, al francese e all'inglese. 

Anche noi di MiL ci uniamo ai ringraziamenti e alle preghiere assicurate dagli organizzatori a Sua Eccellenza Mons. Kozon per la sua disponibilità. 

La Redazione MiL

3 commenti:

  1. Non è un caso se sarà il Primate di Danimarca il referente del prossimo pellegrinaggio Summorum Pontificum. Nell'Europa centro-settentrionale la Messa Tridentina, pur in un contensto dove il cattolicesimo è minoritario, è molto più comune che da noi e sono parecchi i vescovi a celebrarla personalmente. Anche nei paei scandinavi, dove i cattolici sono poche centinaia di migliaia, la forma straordinaria è ben presente e vi operano sia la FSSPX, sia la FSSP, sia l'Istituto di Cristo Re. Non parliamo poi di Gran Bretagna e Irlanda, dove i centri di Messa sono centinaia.

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  2. Questa notizia conferma, ancora una volta, che in molte nazioni europee il VO è stato sempre mantenuto perché i fedeli vogliono sentirsi cattolici, apostolici e romani e non accettato il relativismo dottrinale e liturgico e il sincretismo strisciante, nati con la sciagurata riforma liturgica. Conosco dei sacerdoti italiani che, appartenenti a ordini religiosi e operanti in quelle nazioni, dove hanno celebrato, di regola, il VO, tornati in Italia continuano a farlo.

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La Redazione