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martedì 28 novembre 2017

Italia sempre più scristianizzata. Così numeri e dati raccontano un cattolicesimo malconcio

Abbiamo trovato un articolo del Foglio di più di un anno fa che ci deve far riflettere e, soprattutto, far riflettere la new wave dell'episcopato italiano ed europeo: tra i 18 e i 24 anni si reca in chiesa almeno una volta alla settimana, secondo i dati del 2014, il 16 per cento degli abitanti di questa fascia d’età, contro una media generale del 28,8. Tra i maschi la proporzione sprofonda tra il 12 e il 13 per cento.
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Il Foglio, 5-1-2016
Intendiamoci, l’osservazione è immediata. Ma i numeri vi aggiungono qualcosa, ed è un  qualcosa che deve preoccupare un poco tutti.

L’osservazione immediata è quella di una partecipazione non solo scarsa alla celebrazione della messa  della domenica ma anche costituita a grande maggioranza da persone di una certa età, e diciamo pure della terza età. Si entra in chiesa la domenica, durante la messa, e balza all’occhio l’estrema esiguità della presenza di giovani, specialmente maschi. I numeri sono impietosi. Tra i 18 e i 24 anni si reca in chiesa almeno una volta alla settimana, secondo i dati del 2014, il 16 per cento degli abitanti di questa fascia d’età, contro una media generale del 28,8. Tra i maschi la proporzione sprofonda tra il 12 e il 13 per cento.

Attenzione, perché il quesito relativo alla frequenza con cui ci si reca in chiesa è meno stringente, più lasco di quello che sarebbe se si fosse domandato della frequenza alla messa della domenica. In altre parole, quest’ultima frequenza è senza dubbio ancora più bassa di quella cui si riferiscono le cifre di cui sopra. Cifre comunque peggio che esplicite. Intanto perché testimoniano di una feroce caduta della frequenza con cui ci si reca in chiesa nelle giovani e giovanissime età: si passa dal 50 per cento tra i 6-13 anni al 27 per cento tra i 14-17, per finire al 16 per cento tra 18-24 anni: quasi un dimezzamento della frequenza in chiesa da una classe d’età alla successiva. In secondo luogo perché tra i 18-24 anni, quelli dell’esplosione della vitalità e della coscienza di sé nel mondo e tra gli altri, la frequenza in chiesa raggiunge il minimo assoluto. In terzo luogo perché la contrazione della frequenza in chiesa a queste età è stata tra il 2007 e il 2014 più netta che in tutte le altre età, attestandosi tra un quinto e un quarto della sua consistenza. E infine perché la frequenza, specie quella maschile, è letteralmente da de profundis:  entra in chiesa almeno una volta alla settimana un maschio su otto dell’età di 18-24 anni. Dei restanti sette, 2-3 non ci entrano mai e 4-5 ci entrano da una volta al mese a una volta l’anno. Con questo non si deve credere che le femmine brillino, i loro dati sono piuttosto simili.
 Questo è il quadro fornito dalle cifre.  Cosicché viene da pensare a dove vadano a finire tutti quei giovani che cantano e inneggiano e agitano bandierine e striscioni quando il santo padre si reca a un qualche raduno dei loro. Ecco, diversamente dall’interno delle chiese, dove le distese non sono per niente oceaniche, son tutte di giovani nel fiore dell’età e della vita. Rovesceranno il mondo, uno si dice, osservandole. Forse. Non so però se rovesceranno, nel senso di rivitalizzare, la chiesa, perché assai più della chiesa sembrano preferire le piazze antistanti le chiese, le spianate e gli stadi dove si celebrano i riti dei loro incontri religiosi. Trascorsi i quali, nel silenzio delle chiese ritroviamo il (quasi) deserto dei giovani –  e non solo di quelli di 18-24 anni, dal momento che fino ai 35 anni non cambia quasi nulla, dello scenario tratteggiato.

Diciotto anni, ed ecco che con la maggiore età si entra in un mondo e in un’ottica, in una logica, una visione della vita, che tutto d’un tratto sembrano dimentichi della chiesa e della religione. Che ricompariranno, quando ricompariranno, trenta o cinquanta anni dopo. Non fanno a tempo a prendere i sacramenti che già in certo senso ne escono, i nostri giovani: ecco la la realtà con cui non possono non fare i conti chiesa e famiglie, preti ed educatori cattolici. Com’è possibile che il senso religioso, della religione cattolica, e oserei dire più in generale del sacro, svanisca in un lasso di tempo tanto risicato: alcuni, pochi, pochissimi anni che stanno tra l’infanzia e l’adolescenza? Visto che la stragrande maggioranza di giovani non va in chiesa, se non del tutto sporadicamente, dove vanno a finire gli appuntamenti di massa e gli evviva, i catechismi e le educazioni cattoliche, le chitarre e i canti? Tutto al servizio di una prolusione veloce, istantanea quasi, al salto nell’odierna scristianizzazione?

Sì, c’è molto da interrogarsi. Perfino da parte dei laici. Perché anche per i laici questi dati dovrebbero suonare come un campanello. D’allarme, s’intende.

16 commenti:

  1. A Messa a far cosa? A battere le manine e mandare bacetti a Dio mentre il sacerdote invita all'approvazione dello ius soli prima che le ministre straordinarie distribuiscano la Comunione?

    Non solo le Chiese sono vuote, ma chi ci va generalamente crede in Lutero.

    Ecco servita la riforma liturgica: ecco le conseguenze!

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    1. I giovani che vedo in Chiesa vanno solo per organizzare feste e party fino a tarda notte col pretino giovane o finto giovane hippy....

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  2. Perché gli idoli sono altri ed andare in Chiesa non fa figo e vieni additato subito al pubblico ludibrio. Da qui all'emarginazione il passo è breve. Anche io mi allontanai dalla pratica domenicale ma più per la sciatteria del rito che per interessi diversi. Avessi trovato fin da subito celebrazioni Vetus Ordo di sicuro sarei stato più assiduo frequentatore almeno della Messa domenicale.

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  3. Sono dati falsi, perché la domanda del quesito è circa una generica frequenza alla chiesa. In realtà, la percentuale globale dei partecipanti regolari alla Messa festiva non è il 28,8 ... quello è il dato che si riferisce e chi qualche volta frequenta la Messa. La percentuale della frequenza regolare è del 18 per cento, quindi quella dei giovani è almeno dimezzata rispetto alle cifre sopra riferite

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  4. La colpa viene dall'episcopato italiano.
    I vescovi progressisti e Bergoglio primo hanno una responsabilitâ enorme.
    Da un anno non pago piu l'8/1000.

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  5. Se in chiesa ci andasse il 12-13 % dei ragazzi, io sarei già contento. Questa forse sarà la media italiana, ma dalle mie parti in Liguria siamo al di sotto del 5% sicuramente. Nella mia parrocchia di 800 anime al di sotto dei 30 anni e oltre i 15 nell'arco della settimana mediamente non c'è nessun ragazzo che frequenta. E Dauna parte, perdonatemi, è più che comprensibile.

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  6. È ingiusto immettere idee totalizzanti nella psiche di un adolescente, un ragazzo deve solo studiare e fare sport, avrà modo nel tempo, quando potrà conoscere e discernere le diverse opzioni ideologiche, di fare scelte consapevoli senza essere forzato da altri, anche perché potrebbe avere crisi di rigetto (come in effetti avviene). Premesso questo, è chiaro che se si comincia a dire che non esiste più neanche l'inferno... uno si chiede: "ma se non c'è più punizione e si va tutti in paradiso, chi me lo fa fare di andare alla Messa?" È venuta meno insomma la ratio essendi del cattolico, magari inconsapevolmente, ma è venuta meno. E ho fatto l'esempio dell'inferno ma potrei fare altri esempi, in base ai quali non "conviene" più sacrificarsi o comunque praticare al 100% la cattolicità, proprio per quello che dicono i preti stessi!

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    1. Anonimo 14:22, non le sembra di essere un po' cerchiobottista? Che vuol dire "scelte consapevoli"? Che quando il giovane avrà la testa imbottita di democratico pluralismo potrà "scegliere consapevolmente"? O non sarà che a quel punto la consapevolezza, quella vera,sarà andata a farsi friggere?

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    2. Un altro ateo finto cristiano che dice che i bimbi si battezzano da adulti, cosi sono consapevoli....quanta immondizia in Chiesa!

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    3. Io voglio uomini, non disorientati cronici (che poi magari diventano omosessuali), uomini che sappiano cos'è veramente il cattolicesimo, e che decidano di esserlo convintamente. Non devono sussistere imposizioni, tanto prima o poi tutti i nodi vengono al pettine. Parole come "cerchiobottista" le dici a casa tua. E poi in campana: o mi dai del "tu" o mi dai del "voi", non mi piacciono le femminucce.

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    4. Il tono di Anonimo 14:22 / 19:10 è perentorio e intimidatorio ("in campana") anzi che no.
      Il tu è da radical chik comunisti e il voi è da fascisti. E poi, quegli ineffabili "io voglio uomini" e "non mi piacciono le femminucce"! Che virilità straripante! Qui ci sta bene Totò: "ma mi faccia il piacere"!!!

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    5. "...radical chik..."

      Si scrive "radical chic". Sei già in confusione?

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    6. Anonimo delle 18:15 mi sembra ancora più "dormiente" di Prussico. A parte l'immondizia (evidentemente ne è circondato e ossessionato), dov'è che avrei parlato di negare il Battesimo, la Comunione e la Cresima ai ragazzi? Io voglio cattolici che abbiano cognizione di causa, che abbiano deciso in libertà, senza costrizioni, altrimenti poi abbiamo cattolici all'acqua di rose! Tra l'altro i lavaggi del cervello più eclatanti si verificano proprio nelle entità clericali "progressiste" (neocatecumenali, focolarini, parrocchie di sinistra, ma anche preti deboli psichicamente). Se un ragazzo dispone già di una certa cultura ed è saldo psichicamente, diciamo che ha la "schiena dritta", risulta più difficile abbindolarlo. E soprattutto potrà incontrare il cattolicesimo vero in tutta la sua bellezza, senza filtri di preti eretici, anche a costo di incontrarlo un po' più tardi (tanto i sacramenti agiscono ex opere operato).


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  7. Giuste considerazioni che comportano un giudizio negativo su una gerarchia preoccupata di avallare ogni sorta di comportamenti giovanili con l'illusione di riempire le chiese. L'esperienza di mezzo secolo non è servita a farle constatare i progressivi fallimenti pastorali. Secondare i vizi umani ha solo prodotto, nella storia, l' allontanamento del popolo dalla fede, soprattutto oggi che la Chiesa si presenta divisa, secolarizzata, poco credibile, intenta non a predicare il Vangelo, ma ad interessi socio-politici e a rinnegare la dottrina e la morale di Cristo, trasmessa dagli apostoli e conservata col sacrificio fino al martirio.

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  8. Se un ragazzo deve andare in chiesa e sentire preti che incoraggiano l'invasione di stranieri, preti che incitano alla violazione dei confini e (in pratica) alla cancellazione dell'italianità e quindi della cattolicità... forse è meglio per lui che frequenti luoghi diversi! Anche se, c'è da dire, esistono ancora parrocchie "sane"; occorrerebbe saper distinguere ma per un ragazzo non è facile, dal canto loro i genitori sono sempre più assenti. L'importante è che non subentri la rassegnazione alla sostituzione etnica e al degrado in generale. Mai arrendersi.

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  9. se uno deve andare in chiesa e partecipare a liturgie squallide, con prediche di venti minuti sul nulla, capisco perchè un giovane alla fine non ci va più.

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La Redazione