Dal blog del vaticanista Marco Tosatti, riprendiamo il commento di ieri sul libro di un tale "Marcantonio Colonna", probabilmente un nom de plume, secondo i sospetti dello stesso Tosatti.
Segnaliamo anche l'articolo di Roberto de Mattei da Corrisponenza Romana del 29.11.2017
Roberto
Da qualche giorno è presente su Amazon un libro il cui titolo dice già tutto: “Il Papa dittatore”.
[...]
Comunque non è molto importante sapere chi sia l’autore dell’opera. È
importante invece che sia stata scritta, perché compie un’operazione
importante. Quella di mettere in fila, uno dopo l’altro, tutti gli
elementi concreti, utili e non passati attraverso le mani di specialisti
di apologia dei viventi, per ricostruire la storia di quello che
probabilmente passerà alla storia come uno dei pontificati più
discutibili e discussi degli ultimi secoli.
[...] L’autore prende in esame il personaggio principale sin dagli inizi della
sua carriera ecclesiastica, e mette in rilievo quelle che appaiono
anche ora come caratteristiche: “Un esperto promotore di se stesso.
Camuffato dietro un’immagine di semplicità e di austerità”.
Una
circostanza che è stata essenziale nel Conclave del 2013, attirando
nella trappola anche persone – come il cardinale George, di Chicago –
che poi rimpiangeranno il loro appoggio al presule argentino.
Marcantonio Colonna fa aggio su un libro “El verdadero Francisco”
pubblicato in Argentina da Omar Bello che per otto anni ha lavorato per
l’arcivescovo, impegnandosi nel lancio di un nuovo canale televisivo
della diocesi.
Non ci sono novità di grandissimo rilievo, o rivelazioni
straordinarie, ne “Il Papa Dittatore”; ma certamente è molto
documentato, interessante e prezioso, soprattutto per quanto riguarda
operazioni discutibili come il licenziamento del Revisore Generale dei
conti Libero Milone (ancora non sostituito, a quasi quattro mesi dalle
dimissioni forzate…), il commissariamento dei Frati Francescani
dell’Immacolata, e soprattutto sul commissariamento dell’Ordine di
Malta, un’operazione di straordinaria spregiudicatezza da parte del
Pontefice e della Segreteria di Stato, e in cui l’odore dei soldi
prevarica su tutto e tutti, senza pietà per l’immagine solo mediatica di
un regno tutto povertà e ispirazione francescana.
Non possiamo raccontarvi tutto il libro. Ma vogliamo offrirvi
un’ultima citazione, perché da tempo – e lo sapete – siamo impegnati a
raccontarvi come mai, in oltre trentacinque anni di “copertura”
vaticana, mai abbiamo respirato un simile clima di terrore nei Sacri
Palazzi.
La recente intervista del cardinale Mūller ci ha detto quello
che già sapevamo: e cioè che nel regno di papa Bergoglio vite e carriere
si giocano sull’attimo di una delazione, di un’accusa anonima.
Il
Pontefice, scrive Marcantonio Colonna citando una fonte anonima “è una
persona che soprattutto sa come instillare la paura”. Così era a Buenos
Aires, così è a Roma, grazie a “una ragnatela di menzogne, intrighi,
spionaggio sfiducia e, più efficace di ogni altra cosa, di paura”. Proprio la stoffa di cui deve essere tessuto un Vicario di Cristo, no?