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venerdì 6 ottobre 2017

Neo Manicheismo democratico



di Enrico Salvi

Se ci si solleva di qualche spanna verso l’alto, quindi svincolandosi un poco dai particolari per acquisire uno sguardo d’insieme verso il basso, tutto ciò che sta accadendo nel mondo dice con estrema chiarezza che è venuto ormai normalizzandosi un contraddittorio e virulento neo manicheismo democratico: i “buoni” da una parte e i “cattivi” dall’altra. I “buoni”, auto investiti tali poiché ispirati, secondo loro, dal principio del bene, sono i sedicenti “democratici” sostenitori del pensiero unico politicamente corretto, cui si oppongono i “cattivi”, antidemocratici e ispirati ovviamente dal principio del male.

 I “buoni”, valendosi dello strapotere mediatico, vogliono imporre – si sottolinea imporre – il pensiero unico politicamente corretto malgrado che ad ogni occasione non manchino di inneggiare alla “democrazia”, cadendo così in una contraddizione della quale però non si vergognano. Valendosi dello scempio del linguaggio da essi stessi perpetrato, e di cui, in fondo, sono anch’essi vittime incoscienti, i “buoni” si permettono di tutto, soprattutto le contraddizioni.

I “buoni” si riempiono la bocca di tolleranza ma non tollerano che possano esserci dei “cattivi” che si oppongono al loro programma avanzante sulla sottile linea che divide e unisce la diabolicità e la demenza: il diavolo, infatti, pur nella sua intelligenza non cessa di essere demente (opporsi a Dio non può essere che demenziale), ed anzi tanto più demente quanto più intelligente, combinazione che lo rende quanto mai temibile, fermo restando che per i “buoni” il diavolo non esiste e l’inferno è vuoto.

I “buoni” pretendono di gestire democraticamente ma in proprio, altra contraddizione, il
vivere nel mondo, e dalle loro bocche non cessa il rigurgito delle tre parole di cui abusano senza ritegno e con cui esercitano il loro caotico e distruttivo operare: amore, pace, libertà. Dicono “amore”, ma, oltre al fatto che si amano (si fa per dire) soltanto fra di loro e nel migliore dei casi disprezzano aspramente i “cattivi”, ne hanno fatto una giustificazione della diabolica teoria lgbt: basta che ci sia amore, dicono i “buoni”, e tutto va bene. Dicono “pace”, ma la intendono come mancanza di opposizione al loro programma di anonima e dissacrata massificazione delle persone e quindi dei popoli. Dicono “libertà”, ma la intendono come anarchia della coscienza quale loro esclusivo appannaggio e come scusa per tappare la bocca ai “cattivi”, la cui coscienza, ovviamente, vale zero. E già, perché il “buoni” una coscienza ce l’hanno mentre i “cattivi” no. Insomma, i “buoni” possono liberamente permettersi di tutto e spaziare dappertutto, mentre i “cattivi” debbono affogare nel pensiero unico politicamente corretto.

E qui veniamo al punto più dolente. Al gioco planetario e allucinatorio dei “buoni” partecipano attivamente molti, troppi sedicenti cattolici, sia ecclesiastici che laici, anzi laicisti, che di cattolico hanno meno di niente, se mai l’hanno avuto, e tuttavia hanno il potere di imporre il loro programma blasfemo, l’ecclesialmente corretto che va spudoratamente a braccetto col politicamente corretto, in oblio del Sacro e intriso di un umanitarismo olistico che niente ha di umano e che con diabolica astuzia hanno verniciato di “misericordia”; un umanitarismo totalitario per il quale troppi pseudo preti hanno fatto del Vangelo un manuale di conduzione dei centri di accoglienza e che s’impone (c’è sempre l’imposizione di mezzo) attraverso la parola d’ordine più impiegata, appunto “accoglienza”, parola onnidirezionale tranne, s’intende, che verso i “cattivi”, e che sembra (sembra) avere tanto più successo quanto più ciecamente e irresponsabilmente pronunciata, unitamente all’altra distruttrice parola d’ordine: “integrazione”. Amore, pace, libertà, misericordia, accoglienza e integrazione: grumo di parole d’ordine dietro cui si nasconde, ormai neanche troppo, il disegno di annacquamento prima e distruzione poi della nostra identità, ovvero delle nostre radici prima greco-romane e poi soprattutto cristiane, o, meglio, cattoliche.

 Ai “buoni”, che siano ecclesiastici o laicisti, credenti o non credenti, divorziati o risposati, eterosessuali o omosessuali (un guazzabuglio perfetto che puzza dello zolfo più puro, ovvero la gnostica coniunctio oppositonun) è propria l’inconsistenza mentale che li piomba in utopistiche astrazioni producenti nient’altro che una mortale confusione. Sì, i “buoni” sono i portatori del virus del pensiero unico  politicamente ed ecclesialmente corretto, il virus dell'immunodeficienza. I “buoni” vogliono rendere le persone e i popoli immunodeficienti nei confronti del pensiero unico politicamente ed ecclesialmente corretto, e in tal modo soverchiare i “cattivi” che osano resistere all’ondata di “misericordia” e di “pace” con la quale vogliono sommergere il mondo.

I “buoni”, laicisti o ecclesiastici che siano, sono per il “dialogo” ma, altra contraddizione, senza nessuna intenzione di dialogare con i “cattivi”, i quali, sempre secondo loro, non sanno fare altro che “propaganda”, per cui finiscono per dialogare soltanto fra di loro perché i “cattivi” sono “populisti”, “suprematisti”, “fascisti”, “razzisti”, “xenofobi”, “tradizionalisti”, “sedevacantisti” ed “eretici”. In una parola reietti e nemici. Sicché i sedicenti cattolici, ecclesiastici o laicisti che siano, finiscono per cantarsela e suonarsela fra di loro contravvenendo il Vangelo, del quale evidentemente non gliene importa nulla: «Avete inteso che fu detto: amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; mai Io vi dico: amate i vostri nemici». Ecco lo scoglio per i “buoni”: amare i propri nemici.

I “buoni” sono (apparentemente) abili con le parole ma fallimentari nei fatti proprio perché il loro parlare nasce da un arrogante e contraddittorio dispotismo democratico, un neo idealismo con il quale pretendono di plasmare una realtà posticcia che li fa annaspare nelle tenebre delle loro “verità” ammorbanti sempre più capillarmente il mondo. E non potrebbe essere diversamente dato l’oblio in cui hanno relegato la Luce di Dio.

I “buoni”si illudono che al terrorismo che grida “Allah akbar” si possa rispondere con manifestazioni di piazza, con cartelli “no al terrorismo”, con fiaccolate in ricordo dei morti assassinati, con vuote e monotone parole di circostanza fra le quali spicca “inaccettabile”, rigurgitata sempre dopo che la strage ha dovuto gioco forza essere accettata (davvero patetica e disperata l’ostentata e “virile” inaccettabilità del già accaduto!), con la caparbia affermazione “non cambieremo il nostro modo di vivere”, quando è proprio questo modo libertario e libertino, quindi in spregio di Dio, che ha prodotto il vuoto arido delle anime: un vuoto religioso, morale e civile contrabbandato per “progresso”, ma, qui casca l’asino, inesorabilmente riempito dall’islam sia armato che moderato.

Guardando dall’alto si vede benissimo che l’islam è uno solo poiché uno solo è il Corano, libro difficile in cui sono contemplate tanto la pace quanto la guerra agli infedeli e quindi sia la moderazione che l’estremismo, tanto che chi volesse negarlo sarebbe un ignorante o in mala fede. E poi, a ben vedere l’islam moderato è più insidioso di quello armato, perché mentre l’islam estremo vede morire i suoi adepti, l’islam moderato, grazie all’“accoglienza”, invade pacificamente e prolifica, le sue “bombe” essendo i figli che fanno, i quali, crescendo, contribuiranno alla diffusione della sharia e delle moschee, mentre da noi i “buoni” si sono inventati il “diritto” all’aborto quale “segno di civiltà” e l’ateismo di stato abbondantemente avallato dai “buoni” sedicenti cattolici ecclesiastici e laicisti. Il tutto tenendo presente un fiorellino all’occhiello, se non dell’islam in sé, della cultura (!) ruotante intorno ad esso: il tarrarush, il gioco dello stupro o assalto sessuale di massa alle donne in pubblico.

Bazzicando in libreria, l’occhio si è posato sul libro del filosofo Diego Fusaro intitolato "Pensare altrimenti", sulla cui copertina è riportato quanto segue e che riassume molto appropriatamente quanto siamo venuti fin qui osservando:


«L’ordine dominante non reprime, oggi, il dissenso. Ma opera affinché esso non si costituisca. Fa in modo che il pluralismo del villaggio globale si risolva in un monologo di massa. Perciò dissentire significa opporsi al consenso imperante, per ridare vita alla possibilità di pensare ed essere altrimenti».


Il monologo di massa, ovvero l’ammasso dei cervelli, l’indistinzione caotica nella quale si disintegreranno (altro che “integrazione”!) i popoli: ecco il “mondo migliore” a cui tende il virus del pensiero unico politicamente ed ecclesialmente corretto. È chiaro, pertanto, che chi dissente non è uno del villaggio globale, ossia non è un “cittadino del mondo”, non è uno che vuol gettare il cervello all’ammasso, non è un   “accogliente” e quindi non è “buono” ma “cattivo”.

Per concludere una domanda: questa manicheizzazione democratica laicista ed ecclesiastica del mondo è irreversibile e raggiungerà il suo scopo di massificazione planetaria sotto il maglio del (dis)ordine dominante (del nuovo ordine mondiale), o raggiungerà un punto di saturazione che esploderà come un bubbone purulento con conseguenze tutt’altro che “buone”? Da quel che si vede se si guarda dall’alto, e secondo la terza legge della dinamica secondo la quale «ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria», l’intolleranza dispotica dei “buoni”, che vorrebbe imbavagliare il dissenso, sta facendo montare anche l’intolleranza dei “cattivi”, talché è lecito aspettarsi il peggio. Che, sempre guardando dall’alto, è già cominciato. Grazie ai “buoni”.

4 commenti:

  1. L'errore più grande dopo il Concilio Vaticano II è stato e continua ad essere il permessivismo sia sull'interpretazione sia sull'applicazione dello Stesso, perché sul quel terreno crebbe e cresce il cosiddetto " Cattolico Adulto" che altro non è che la maschera della Superbia, della Pelosa Umiltà, della Pelosa Carità , della Pelosa Povertà e della Pelosa Tolleranza. IL Cardinal Siri ebbe a dire ripetutamente che I testi usciti dal Concilio Vaticano II andavano letti in ginocchio purtroppo tanti hanno letto solo i titoli altri solo il bianco e non il nero.

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  2. I buono celebrano secondo il rito di Pio V, i cattivi secondo il rito di Paolo VI

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  3. I cattolici torneranno in "catacombe" moderne. Ormai la Chiesa di cattolico ahimé non ha quasi più nulla in primis la Messa. Abbiamo Fede, non buonismo.

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  4. Tutte le deviazioni dottrinali che si sono accumulate nella storia della Chiesa si stanno riunendo e soprapponendo in modo paradossale e disinvolto fino al delirio, in questo drammatico pontificato il cui nocchiero ruota il timone della navicella verso il naufragio delle sirene pseudoteologiche e sociopolitiche, ormai sempre più lontane dalla Rivelazione che hanno fatto propria ad uso delle ideologie anticattoliche.

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La Redazione