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venerdì 2 dicembre 2016

Amoris Laetitia - Prof. Grygiel (amico e braccio destro di S. Giovanni Paolo II): "Se si colpisce il matrimonio poi cadranno anche la confessione, l'Eucarestia ed infine il Sacerdozio"



 Su Il Foglio del 2 dic 2016 un bellissimo e duro articolo di Stanislaw  Grygiel, amico e collaboratore di Giovanni Paolo II (strenuo difensore della famiglia e della retta dottrina in tema di comunione e divorziati) in sostegno dei 4 Cardinali: hanno fatto bene: in questo momento di crisi e ambiguità è necessaria una risposta del papa. Il professore (membro anche del Pontif. Ist. Giovanni Paolo II per gli studi su matrimoni e famiglia) usa parole severe contro una Chiesa che sempre più si fa piegare dalle derive moderne che stanno purtroppo affascinando anche molti vescovi.E punta il dito contro chi cerca di colpire il sacramento del matrimonio con l'intento (o comunque la disastrosa conseguenza) di fare sgretolare anche i sacramenti ad esso connessi, come quello dell'Eucarestia e, quindi, quello del Sacerdozio. 
Roberto

Verità, non compassione. E' questo che i cardinali chiedono al Papa

Brandmüller, Burke, Caffarra e Meisner, scrivendo a Francesco, hanno fatto ciò che era necessario La fede è minacciata dalle suggestioni moderne. Serve la parola di Pietro

di Stanislaw Grygiel*, da Il Foglio del 2.12.2016


Ciò che sta accadendo negli ultimi tempi sia nella Chiesa sia nella società mi fa sempre di più pensare a Gedeone. Come lui e il popolo d’Israele furono assaliti dai Madianiti e ridotti “in grande miseria” (Gdc 6,6), anche noi siamo a nostra volta astutamente assaliti dai Madianiti postmoderni, la cui inesorabile praxis ci getta nel caos d’una “selva oscura”, nella quale non è solo difficile ma anche pericoloso cercare “la diritta via” che è stata “smarrita” (Dante). Spesso mi rivolgo ai miei amici con le parole di Gedeone: “Signor mio, se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato?” (Gdc 6,13). Per salvarci dall’angoscia, assieme a loro lancio questa domanda al cielo e aspetto la risposta. Spero che possa giungerci. Quando? Nel tempo prescelto, che è il migliore per noi tutti. Aspettare il tempo prescelto da Dio esige però una grande fede e una grande speranza che ci danno la certezza d’una grazia sovrabbondante nei tempi difficili e pericolosi in cui è la paura a servire agli uomini da punto di riferimento. Ho seguito con grande preoccupazione ciò che si è svolto in rapporto alla Lettera indirizzata a Papa Francesco dai quattro cardinali, Walter Brandmüller, Raymond Leo Burke, Carlo Caffarra e Joachim Meisner.

Condivido questa preoccupazione con tanti miei amici che adesso cercano di amare ancor più Cristo e la Sua Chiesa e che sono pronti a sacrificare tutto, solo che Dio salvi la Chiesa dallo scompiglio intellettuale e morale suscitato da una mentalità postmoderna che subdola s’insinua nelle menti di tanti nostri pastori.
Vedo la Lettera dei quattro cardinali come una normale, a volte necessaria, filiale domanda rivolta al Papa perché la sua parola petrina – spiegando ciò che non è chiaro per i fedeli – dilegui i loro dubbi evitando che dissolvano la fede e l’amore senza i quali nessuna famiglia può reggere.
Non regge soprattutto quella famiglia che si chiama Chiesa. In altri termini, i quattro Cardinali hanno chiesto al Papa di rafforzare i fratelli nella fede sempre più minacciata dalle suggestioni moderne, cui a parere di molti fedeli l’esortazione post-sinodale Amoris laetitia non si è opposta in modo chiaro e fermo. Una famiglia in cui non fosse possibile tale comportamento dei figli verso il padre, sarebbe non famiglia ma piuttosto una collettività costruita sulla base della dialettica hegeliano-marxista servo-padrone, dove il padrone ha paura del servo che a sua volta ha paura del padrone. Di conseguenza, principio della coesistenza sociale non sarebbe l’amore e la libertà, ma il conflitto e la schiavitù. Ho vissuto più di quarant’anni in un paese dialetticamente amministrato e non c’è da meravigliarsi se ne sono allergico. Ciò mi permette di vedere meglio i pericoli micidiali ai quali il mondo occidentale è esposto o, meglio, si espone sponte sua.

La sollecitudine dei quattro cardinali riguarda qualsiasi dubbio possa intaccare il sacramento del matrimonio e la famiglia che in esso prende vita. I potenti della postmodernità, ben sapendo che senza togliere di mezzo quest’ostacolo, cioè la vita sacramentale della Chiesa, non riusciranno mai a impadronirsi del mondo, colpiscono i sacramenti nei quali la Chiesa di Cristo nasce e si sviluppa. Colpiscono perciò il sacramento del matrimonio e la famiglia che in esso nasce, colpiscono gli altri sacramenti a esso organicamente legati, i sacramenti cioè della penitenza e dell’eucaristia. Di conseguenza anche il sacramento del sacerdozio, poiché una volta distrutti quelli il sacerdozio non serve a niente.
La cura dei quattro cardinali è lungimirante. Essi difendono l’uomo. Le loro domande, i “dubbi”, sono giustificate e perfettamente articolate. Ne irradia l’amore della Verità che è la Vita e la Via della Chiesa e dell’uomo. Ne irradia l’amore per Cristo. La loro Lettera è atto

della testimonianza che la Chiesa deve continuamente dare alla Verità che è Cristo senza deformarla con mezze verità e con riserve troppo umane (“ma”, “però”, “solo che in questo caso” e così via). Tanti uomini sperano che sia dato anche a loro di ricevere la risposta di Pietro. Ci sono tanti che desiderano uscire dall’incertezza della situazione in cui vivono, aiutati però dalla fiamma della verità e non dalla fioca luce della compassione offerta dai pastori. Non li potrà aiutare la parola di alcun altro, soprattutto la parola di un qualche laico (nemmeno se fosse un “esperto” del pensiero del Papa), a liberarsi dai turbamenti morali. Il laico che si provasse a farlo commetterebbe peccato d’arroganza e di vana presuntuosità. Dobbiamo aspettare la parola di Pietro. Solo lui ha ricevuto da Cristo il comando di confermare i fratelli nella fede. Un giorno udremo da lui la parola attesa. La presenza di Pietro nella Chiesa non cesserà mai di essere attuazione delle parole rivolte da Cristo a Pietro prima che Lo tradisse: “E tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,32).
Detto questo, non posso nascondere di essere stato gravemente ferito come cristiano dalle parole totalmente anticristiane gettate da un vescovo (per pietà ne passo il nome sotto silenzio) sul capo dei quattro Cardinali che, secondo lui, hanno commesso “gravissimo peccato”, “peccato di eresia”, “peccato dello scandalo”. E applica a loro la stessa condanna di Gesù: “E’ meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare”. Questi quattro cardinali, sempre secondo questo vescovo, non dovrebbero “fare uso del titolo di ‘cardinale’”. Il mio sconcerto m’impedisce qualsiasi commento. Soltanto ricorderò a questo vescovo un adagio cinese: “Prima di dire qualcosa, bisogna contare fino a dieci, talvolta fino a cento”. Tutto è grazia di Dio. Perciò la speranza, la fede e l’amore sempre scaturiscono dal cuore dell’uomo. Ma anche ciò che accade nel suo cuore è grazia. In virtù di questa grazia l’uomo può conoscere meglio se stesso e gli altri ai quali si unisce. Così, dentro l’inquietudine provocata dall’incertezza che turba i fedeli, la preoccupazione per il futuro temporale della società e della Chiesa cede pian piano il posto all’affidamento alla Persona di Cristo, la cui conoscenza unisce l’uomo alla vittoria da Lui riportata sulla croce e promessa a tutti.

Vedo che molti, cercando di uscire dalla confusione, entrano più profondamente nel “centro dell’universo e della storia” (Redemptor hominis, 1), entrano cioè in comunione con Cristo. Alla luce che promana da Lui e illumina la loro coscienza morale, cercano di aderire più fortemente ai sacramenti della penitenza, dell’eucaristia, del matrimonio e del sacerdozio che sono messi in questione dalla modernità in modo assai subdolo ed efficace. Il colpo inferto a un sacramento danneggia tutti gli altri. Lo stesso accade con i comandamenti del Decalogo. E’ probabile che in questa confusione alcuni si allontanino dalla Chiesa, a quanti tuttavia rimarranno sarà data la vittoria ad-veniente dall’eternità e non dal tempo. Non è l’uomo, ma è Cristo, presente nel Vangelo, nell’eucaristia, nel confessionale, nella fede della Chiesa, a sapere chi sia l’uomo stesso. Cristo non deve chiedere a nessuno chi sia l’uomo. Cristo lo conosce perfettamente, poiché è in Lui, nel Figlio, che il Padre lo sta creando fino a oggi. Per questo nessuno può sentirsi autorizzato a precedere Cristo sulla via verso il Golgota, dove si compie la nostra salvezza.

La compassione che muove Pietro a tentare di convincere Cristo a uscirne e prendere un’altra via, fa cadere sulla sua testa una veemente condanna: “Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!” (Mt 16, 23). Coprire con la nostra compassionevole ignoranza la verità sull’uomo rivelata in Cristo significa laicizzarla – questo sì che è “peccato grave”, “peccato di eresia”, “peccato dello scandalo”! Pensare nella verità significa cercarla, ponendo domande a chi spetta dare la risposta. Stiano ben lungi da questo dialogo tutti coloro ai quali bastano le opinioni e la compassione che esse inducono e ai quali dà fastidio la chiarezza. Ben lungi stiano dagli uomini che desiderano vivere nella chiarezza della Verità coloro che, avendo laicizzato la giustizia e la misericordia che sono un tutt’uno in questa Verità, non sono d’accordo con Cristo, quando Egli dice: “Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Mt 5, 37).

Se una persona uscisse dal confessionale con “il di più”, rimarrebbe con “il maligno”. Chi sarebbe allora responsabile di questa tragedia? Proprio per evitarla, i quattro cardinali hanno fatto ciò che era necessario. Non dimentichiamo che quando uno entra in chiesa, come dice Chesterton, si toglie il cappello e non la testa. Il maligno che governa il mondo postmoderno vuole che facciamo proprio il contrario. Ci offre a buon prezzo grandi cappelli per coprire la mancanza vergognosa di ciò che permette all’uomo di guardare in su, verso ciò che lo eleva alle altezze divine.



 

* Docente ordinario di Antropologia filosofica al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia di Roma, è stato allievo di Karol Wojtyla all’Università di Lublino, diventandone poi consigliere.

37 commenti:

  1. Parole Sante e quanto mai ovvie in questo degrado "misericordioso"

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  2. Pietro ha già parlato ma se non lo si vuole ascoltare e inutile che parli.
    Giovanni Paolo II, sul tema non ha parlato ex cathedra quindi la questione è aperta.
    Non si sta parlando di dare la comunione a destra e a manca ma di valutare caso per caso, di capire la persona e di decidere come procedere. Il matrimonio è e resta indossolubile (ma anche qui i fratelli ortodossi, più vicini di noi alla Chiesa delle origini hanno opinioni diverse).
    Direi che lentamente dobbiamo togliere tutti i vari orpelli non Cristiani che lungo i secoli hanno fatto di una persona "Cristo" e di una Via, una Religione con tutte le sue regole e schemi che non hanno niente a che vedere ne con il Vangelo ne con Cristo che ribadisco non ha fondato nessuna religione, anzi si è sempre opposto a tutte le forme di religiosità false e ipocrite del suo tempo.

    Avanti Francesco riportarci al Cristo povero e nudo e alla Chiesa delle catacombe, sale e lievito della terra che anche se non urlano e non si vedono sono il tutto di questa umanità sofferente che geme nelle doglie del parto.

    Davide 83

    Ps quando vedo quei preti tutti impettiti perfettini che badano più ai pizzi e ai merletti che alla povertà materiale e spirituale di questa nostra gente , mi prende un anticlericalismo, e mi dico quanto sono lontani da Cristo e vicini a quei farisei sepolcri imbiancati.

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    1. Ma perché non ti fai protestante? E' molto più semplice. Coltivati pure le tue eresie, le tue bestialità teologiche e il tuo anticlericalismo: sei libero, nessuno ti obbliga a seguire la retta dottrina, ma lascia in pace noi cattolici. Ok?

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    2. Piccolo problema tu non sei cattolico io credo in tutti i dogmi di Santa Romana Chiesa compresa l'infallibilità papale e il primato di onore e giurisdizione del romano pontefice tu e voi qui non mi sembra, o meglio dipende da chi siede sul trono di Pietro.

      Umiltà Signori più umiltà

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    3. I miei preti pizzi e merletti non prendono una lira dell otto per milleve si fanno 100 km per portare i sacramenti a mia moglie el insegnamento ai miei figli.prova s fraquentarli dal vivo e vedrai che non corrispondono alla tua visione attuale

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Ma come si invocano gli ortodossi per le loro idee in merito al matrimonio e poi si accusano i preti cattolici di pizzi e merletti quando la liturgia bizantina (magari fossi così anche per i cattolici) è quanto di più ricco esista in termini liturgici? Che coerenza. Diciamo che molti vogliono la religione su misura per fare i propri porci comodi. Tranquilli questo Papa (o chi per lui) ve la sta dando questione di tempo non importa scaldarsi più di tanto!

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    1. Carissimo Hierro,

      io non ho parlato male dei merletti dei pizzi delle pianete ecc., ho solo detto "che badano più". I non voglio nessuna religione su misura. Poi misura di che. Io voglio una Chiesa non invischiata con il potere, una Chiesa povera umile semplice come il suo Maestro, che sappia parlar chiaro ma tendere la mano alla persona in difficoltà. Non tutti sbagliano per divertimento, alcuni soffrono dei loro errori ma tornare indietro è cosa ardua o impossibile, a loro e a noi è rivolta "Amoris Laetitia". I cardinali facevano bene a starsene in silenzio e pregare, non giova a nessuna la divisione della Chiesa.
      Questo Papa al di là delle caricature mediatiche che gli fanno dire l'esatto opposto di quello che ha pensa, è un santo e un tocca sana per tutta la Chiesa. Lo stanno massacrando perchè lentamente da buon Gesuita sta cercando di rompere il muro di omertà della Curia Romana, che è rimasta indietro di almeno 200 anni; a fare tutti quei preti a impiegati nei dicasteri più disparati, lo possiamo fare benissimo noi Laicim, perchè un minutante di Curia non può essere un laico forse?

      Davide83

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    2. Ma come fa a dire "badano di più"? Li conosce? Non è che scambia il raccoglimento e la cura dovuta al momento più alto della vita del cattolico (la Messa) con una non meglio precisata ostentazione?
      I cardinali zitti? Niente affatto che parlino eccome così come tutti si sentivano in diritto di mettere i piedi in testa a Benedetto XVI e nessuno diceva nulla! Benedetto 7ltumo grande papa

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    3. Guardi nessuno nemmeno il tanto vituperato Martini, con papa Benedetto si è mai azzardato a mettere in discussione il suo magistero, che piacesse o no, vi potevano essere opinioni diverse, ma non mi risulta che lo abbiamo mai richiesto di formali correzioni e la cosa è diversa. Certo che badano di più, basta guardare gli altari tridentini come dite voi, 3/4 di quei sacerdoti che celebrano sono altezzosi e ti guardano dalla testa ai piedi anche solo per uno starnuto. Salvo poi vivere da nababbi, con appartamenti con cappelle private, stemmi senza senso fuori dalle porte e cagate di questo genere, si mischino non la gente Cristo stava in strada non chiuso in sacrestia o nel tempio. Se lo dico è perché ne ho visti.
      Noi vuoi fare la comunione in ginocchio allora non fai più l'animatrice a qualche ragazza è stato risposto...ma fatemi il favore un bagno di umiltà io gli farei a questi 2 mesi in missione in Africa in piena Savana o nelle periferie di Milano Roma o Napoli.

      Davide83

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    4. Primo: il cardinale Martini (che mai ho nominato) nulla ha messo in discussione perché nulla poteva mettere in discussione visto che Benedetto XVI si è attenuto in maniera esemplare all'insegnamento perpetuo della Chiesa Cattolica.
      Secondo: il problema della Messa Tridentina è stato il vero attacco subdolo a Benedetto XVI perché il vecchio Papa tutto voleva fuorché ghettizzare la Messa di Sempre ma renderla fruibile nelle parrocchie insieme al novus ordo. Qui sta il nodo: perché vescovi e sacerdoti l'hanno sempre negata? Perché si sono rifiutati di celebrarla anche se esisteva ed esiste il Summorum Pontificum? La ghettizzazione della Messa Tridentina purtroppo, come spesso accade, ha dato origine a fenomeni di isolamento e come tutti i fenomeni di isolamento e di riserva indiana provocano eccessi.
      Terzo: non so quali sacerdoti conosca che celebrano col Messale del 62 ma mi credo non li ho mai trovati altezzosi ma sempre ben disposti ad ascoltarti e a confessarti a differenza dei preti in polo o in jeans che fanno i finti poveri e sono i primi a mandare gli altri in africa come dici tu.

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    5. +++++++++++++++++++BRAVO +++++++++++

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    6. Certo Hierro il motu proprio dal mio punto di vista è stato un errore già c'era l indulto di GPII e a mio parere bastava. Secondo, il novus ordo con tutti i suoi limiti è l unico modo di celebrare sappiamo tutti che l obiettivo è il Concilio e questo non si tocca indietro non si torna. I preti in polo e jeans li considero migliori semplicemente perché sanno confondersi con la gente non sono marziani sono gente normale che ha un carisma in più tutto qui. Martini resta un faro con la semplicità e chiarezza nello spiegare la scrittura vero v arbitro di tutto.
      Davide 83

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    7. Il SUmmorum Pontificum è stato emanato da Benedetto XVI proprio per la ritrosia e l'avversione dei vescovi a concedere l'indulto. Quindi era eccome necessario. L'obiettivo è il Vangelo non il Concilio Vaticano II uno dei tanti della Chiesa Cattolica. Se per te basta una maglietta e un paio di jeans per considerare migliore un prete ti definisci già da solo. I sacerdoti non sono marziani ma intermediari tra noi e Dio è che a molti di loro fa spesso più comodo confondersi col mondo per non avere noie o grane di alcun genere. Si tenga Martini mi tengo Benedetto XVI e tutti i papi prima di lui, loro sì veri fari.

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    8. L'indulto di GPII dal punto di vista del diritto, tenuta presente la definizione giuridica di indulto, è un controsenso poiché la celebrazione secondo il VO non era stata mai abolita e quindi non era reato, eventualmente da tollerare. Solo una mente come papa Benedetto poteva capirlo e provvedere con il motu proprio.

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    9. Per me l unico intermediario è Cristo esercitato nel ministero sacerdotale tutto intero dall'altare alla strada. Caro Hierro io li tengo entrambi. Il Vangelo ma se prima del concilio non si sapeva nemmeno cosa c'era scritto ma per favore. Certo uno dei tanti peccato che è l ultimo e quindi da applicare. Sa cosa gli dico lei al Tridentino sarebbe stato contro perché conservatore e quindi il Concilio era troppo avanti per lei. Vede lei odia Martini perché si ancora altre certezze mentre sono le domande che portano a Dio.

      Davide 83

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  5. Non cambiamo le carte in tavola. GPII, come tutti i papi predecessori dell'attuale,veri difensori della dottrina del Vangelo e quindi della Chiesa, parla ex cathedra in quanto non afferma le proprie idee ma quelle proclamate da Cristo. Quanto alle pretestuose critiche ai merletti etc., sono usate quale inchiostro di seppia per giustificare false accuse. I sacerdoti che celebrano VO sono testimoni della fede contro le persecuzioni dei loro vescovi e di tanti loro confratelli che li osteggiano e accusano, ovviamente di falsi crimini ( vedi i FI).

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  6. Le critiche ai merletti, ai dicasteri, ai preti ricchi etc., così come i casi pietosi dei poveri, degli esclusi etc. sono solo un pretesto per giustificare deviazioni dottrinali, secondo la consolidata prassi dei rivoluzionari di tutti i tempi. Bergoglio, mentre non ha impostato nessun provvedimento per correggere quei mali veri o presunti, si è affannato. contestando di fatto tutti i pontificati precedenti, a giustificare cambiamenti dottrinali così come il CVII che, da una parte ha ribadito la dottrina di sempre, dall'altra ha concesso aperture ( da gestire come eccezioni ?!), ben sapendo che sarebbero divenute la regola.

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  7. Standing ovation per Hierro.

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  8. Nelle periferie di quelle città ,e non solo nelle periferie,le chiese dove ci sono i preti che piacciono a Davide 83 sono vuote.I missionari della savana son preti come tutti gli altri ;ce ne sono di ottimi,di buoni di cattivi e di pessimi.Cosa poteva mettere in discussione "il tanto vituperato" Martini se i papi del suo periodo non han mai toccato la Dottrina?La confusione non è cattolica.bobo

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    1. Meglio vuote che con gente come voi. Poi a che serve riempire le chiese di belle statuine che non capiscono un tubo di quello che dice e fa il sacerdote?

      Davide83

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    2. A Messa si va per pregare non ad un avanspettacolo da baraccone. Che significa capire? schitarrare o battere le mani? annamo bene!

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    3. Meglio vuote! Grazie dell'affermazione che smaschera senza più dubbi i disegni e gli scopi dei novatori.

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    4. Per pregare da solo sto a casa mia, in Chiesa vado per pregare con la comunità. Ma se non capisco cosa avviene e le preghiere del sacerdote che ci vado a fare, i novatori ma per favore siano nel 2000 non ha inizio 900 sveglia sveglia

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    5. anonimo delle 20,16 non capisci cosa avviene , cosa ci vai a fare ? per forza , i fedeli oggi sono allevati o meglio tirati su , come i maiali d' allevamento , ne più' , ne meno .
      anche questa è una grave colpa che deve pesare sulla '' coscienza ,, se mai ne ha , della chiesa prevalente , di oggi perché è un offesa alla dignità dell uomo .
      va a st nicholas du chardonnet e vedrai bambini che fatta la prima Comunione , seguono la messa col messale in mano , oltre tutto educatissimi e non come i nostri …...

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  9. "La ghettizzazione della Messa Tridentina purtroppo, come spesso accade, ha dato origine a fenomeni di isolamento e come tutti i fenomeni di isolamento e di riserva indiana provocano eccessi."

    Vero!

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  10. c' è e non e' da ultima ora , una persecuzione , politica e ideologica contro la dottrina cattolica da parte della congrega di puttane che fanno carriera in vaticano ! bene lo sanno .
    ci sono ancora tanti ostacoli da abbattere fino a che punto si arriverà' , staremo a vedere .
    devozione all' Immacolata Concezione , al Cuore Sacratissimo di Gesu' , all' adorazione del SS Sacramento per quel che mi viene in mente , son tutte cosa da ostacolo da rimuovere . Aveva ed ha ragione Lutero che sosteneva di combattere in primis la messa in latino per poi far crollare tutto e tutto insieme .
    cosa è successo dopo il CVI ?
    la riforma liturgica che ha dato i risultati che abbiamo ora , ma non è finita , chi vivrà' vedra' !

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  11. L'indulto di GPII, tenuta presente la definizione giuridica di indulto è un controsenso poiché il VO, mai abolito, non può essere considerato reato, eventualmente solo tollerabile. Papa Benedetto con la sua grande preparazione teologica e,nel contempo, canonica ha chiarito l'equivoco con il MP.

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  12. Un vecchio proverbio ci insegnava una frase che oggi è un simbolo: "" fai quel che il prete dice e non quel che il prete fà"" - oggi bisognerebbe cambiarla in questo modo: ""fai quello che leggi sul Vangelo di Cristo e non ciò che predicano da 50 anni questi preti modernisti marxisti/leninisti"" - ricordo ancora a qualche commentatore si questo blog, che in altri tempi qualche Papa vero >Papa aveva scomunicato comunisti e comunismo, pertanto qualcuno quasi di sicuro occupa illegalmente un trono da scomunicato, poichè non mi sembra che (anche se si dice che Roncalli abbia revocato quella scomunica) non risulta da nessuna parte che la scomunica sia mai stata eliminata - e una scomunica è una scomunica cioè sei fuori dalla comunione della Chiesa di Cristo. Pertanto ribatto ancora probabilmente se qualcuno è scomunicato non è quello che tutti credete, o crediamo. i fatti parlano chiari - abbiamo occhi per vedere e orecchi per sentire - poi basta con questi pizzi e merletti, vedete di studiare i sincretismi che vi piaccionio tanto e buttavici dentro fino al midollo e non .......

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  13. Fare le belle statuine che non capiscono un tubo di quello che si dice - se lei sapesse, anche solo vagamente cos'è la messa e cos'è il sacerdozio considererebbe un'affermazione di questo genere improponibile (per usare una parola cortese)

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  14. La gente che si esprime come ha fatto l'anonimo ha un'idea inquietantetante e falsa fella Messa e del sacerdozio. La riducono (a voler essere generosi) ad una catechesi. Legnano

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    1. Se lei
      Studiasse saprebbe che la messa è anche catechesi, poi mi scusi ma so benissimo cosa è la riproposizione del sacrificio di Cristo morto e RISORTO....

      Davide83

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  15. x Davide 83

    il solito "adulto" super modernista che dice agli altri che sono ignoranti ecc. , mentre lui è intelligente perché:
    - ama le schitarrate e odia il silenzio ed il raccoglimento
    - ama i canti moderni, spesso cervellotici.. e odia i canti semplici della tradizione ed il gregoriano
    - ama fare la Comunione in piedi e toccando Cristo con le mani (indulto..)ed odia quelli che la fanno in ginocchio e sulla lingua (regola..)
    - ama che ci guardiamo fra fedeli ma non si preoccupa di girare la schiena a Cristo nel tabernacolo ed odia chi si volge a Dio
    - ama i preti vestiti a mezzo, tipo netturbino(quando va bene..) ed odia i preti che si vestono in talare (non vergognandosi davanti a nessuno di essere preti riconoscibili della Chiesa Cattolica)
    - ama le vesti liturgiche di oggi… ed odia i paramenti che si usano nel rito Straordinario a suo giudizio troppo sfarzosi (senza rendersi conto che è lui ad ignorare il preciso significato di queste vesti..)
    - ama lo “stringere la mano” agli sconosciuti dicendo “pace” ma odia quelli che vanno alla Santa Messa in latino
    - ama soccorrere i poveri (coi soldi degli altri…) strombazzando ai quattro venti le sue “opere” ed odia quelli che devono pensare anche ai loro figli dando la precedenza ai bisogni della famiglia
    - ama dirsi misericordioso, parlare d’amore, giustificare ogni peccato(quindi ,magari assolvendo anche sé stesso..) ma odia gli altri che predicano il Santo Vangelo come è scritto(.. “convertitevi e Credete al Vangelo..” )
    - ama questi siti cattolici perché gli danno la possibilità di esternare i suoi convincimenti ed odia gli altri che non sarebbero acculturati ed intelligenti come lui
    - ama dire che il Concilio ha voluto tutto ciò che a lui piace del nuovo rito, ed odia quelli che gli ricordano che il documento conciliare Sacrosantum Concilium non prevedeva affatto queste novità…
    -ama le chiese vuote !!!! ma odia quelli anziani che le ricordano arcipiene
    - ama scappellarsi con le “autorità” ma odia quelli che dicono il santo Rosario
    Infine ama “capire” tutto durante la Santa Messa…ma odia quelli che si accontentano di sentirsi insignificanti, ignoranti, poveri peccatori, che pregano e si affidano alle preghiere di Gesù e della Sua Chiesa, nel silenzio adorandoLo, chiedendo soccorso nei bisogni, perdono dei propri peccati, lodandoLo per la Sua bontà che ci giustifica con la Sua Croce che si rende presente.
    Buona notte, ma prima di odiare, “venga e veda” se nel rito Straordinario magari non trova anche qualcosa che Le fa cambiare parere(dire che siamo tutti ignoranti la squalifica..): diversamente Lei recitava .., ma non era “in comunione col nostro Papa Benedetto…” a meno che voglia dare anche al Santo Padre emerito dell’ignorante.


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  16. Chiedo scusa per lo sfogo su riportato ma è stata una reazione impulsiva, sicuramente eccessiva. Non certo, quanto ho elencato, è attribuibile a Lei personalmente… lo sconforto provato nel sentirsi ormai da anni considerati delle persone fuori di testa perché andiamo, quando possiamo,alla Messa in latino e alienante e ci umilia. Siamo cresciuti negli anni della nostra giovinezza col rito vecchio e quindi lo amiamo, ma creda non per i pizzi… e ci sentiamo feriti moralmente da tutte le considerazioni negative e sprezzanti, quasi sempre gratuite, perché fatte da persone che hanno dei pregiudizi e che magari non hanno mai assistito ad una Messa tradizionale. I due riti della Santa Messa sono comunque una “ ricchezza” per la Chiesa, perché consentono di poter scegliere, quando possibile … , quello più confacente alla propria personale sensibilità: io li frequento entrambi, ma quando posso, di domenica, vado alla Messa tradizionale. Io ormai sono molto vecchio ma Le assicuro che ci sono anche molti giovani e giovanissimi che vengono alla Messa in latino. Ci sono i libretti con la traduzione e i foglietti delle letture del giorno.. quindi si può seguire.
    Preghiamo tutti incessantemente e non dividiamoci (e non dividetevi voi giovani….)perché i tempi si fanno durissimi e la persecuzione nei confronti dei cristiani e particolarmente di noi cattolici nel mondo, ora lambisce anche le nostre nazioni, alimentati dalla propaganda atea. Per quanto posso Le rinnovo quindi le scuse.

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    1. Guardi gentilissimo e accetto le scuse ma le cose che ha scritto sulla liturgia le condivido in toto o quasi....la cosa che nn accetto è che in nome della liturgia ben celebrata (le assicuro che nn ho niente contro il VO ma fatico a considerarlo adatto a questi tempi tutto qui) si metta in discussione se nn peggio il magistero di un papa e lo si faccia oggetto di valunir o insulti cm fatto anche qui. So che per voi è difficile forse però aprirsi un attimo e per noi capire anche le vs. Ragioni può servire a tutta la Chiesa. Secondo me qst era l obbiettivo, mai messo in discussione, di Benedetto.

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    2. La differenza decisiva tra VO e NO non è certo il latino, come si ripete stancamente e pretestuosalmente, dal CVII in poi, ma dottrinale. Infatti, si potrebbero concedere traduzioni ad, es. dei pochi brani del proprium, sebbene tutti i fedeli, che non vadano in chiesa per passatempo possono fornirsi dei facili sussidi liturgici. Nel mondo del VO, infatti, ricorre la frase " è meglio il VO in italiano che il NO in latino.

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  17. Si dimentica che la differenza decisiva tra VO e NO non è il latino, come stancamente e, pretestuosamente, si ripete dal CVII in poi, ma dottrinale. Potrebbero concedersi traduzioni di alcuni passi del proprium, oltre alle letture già nella lingua parlata, sebbene coloro che non vanno in chiesa disattenti possono fornirsi di facili sussidi liturgici, Nel mondo del VO spesso ricorre la frase:" è meglio il VO in lingua che il NO in latino".

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