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martedì 4 ottobre 2016

Ma cosa c'entrano i Nomadi con S. Petronio?

di Mons. Benigno Umberti


Un amico di Bologna mi ha inviato il programma ufficiale della festa di S Petronio, comprensivo dei seguenti eventi:

PROGRAMMA DELLA GIORNATA:
ore 12.45 Piazza di Porta Ravegnana – Benedizione alla Città
ore 13.00 Cortile d'onore di Palazzo d’Accursio tradizionale pranzo offerto a 200 indigenti, da Chiesa di Bologna, Caritas e Confraternita della Misericordia, con la collaborazione della Camst
ore 14.30 Piazza Maggiore - spettacolo teatrale «Il violino del Titanic» della compagnia «Cantieri Meticci» incentrato sul tema della povertà, con la partecipazione di diverse associazioni di migranti.
ore 16.00 Piazza Maggiore – atterraggio dei paracadutisti sul Crescentone
ore 17.00 in Basilica - Santa Messa - a seguire processione con le reliquie del Santo.
(La processione offertoriale sarà animata da giovani africani accolti nel Centro profughi di via Mattei, con canti e balli tipici della loro tradizione)
ore 21.00 Piazza Maggiore – Concerto dei Nomadi
ore 23.00 Piazza Maggiore - Spettacolo pirotecnico
L'amico era preoccupato per la processione offertoriale degli africani; temeva, dopo la lavanda dei piedi di ultima generazione, che degli islamici portassero le offerte.
Alla fine si è tranquillizzato, dopo che gli sono giunte notizie certe che si tratta di cristiani, assai numerosi tra i profughi.

Certo che se qualcuno di questi avesse chiesto di cantare il gregoriano (un profugo - che so io - proveniente dalle missioni dei Francescani dell'Immacolata o dell'Istituto di Cristo Re) anziché i balli tribali, lo avrebbero reimbarcato subito col foglio di via.

Una certa curiosità mi ha suscitato invece il concerto finale de "i Nomadi".
Da un lato mi son chiesto se si trattasse del noto complesso "I Nomadi" o, data la cornice, di una formazione musicale inter-etnica (visto che l'inter-religioso è tutto ciò che è "inter" va di moda; va male solo l'Inter squadra di calcio) di Rom e di Sinti.

Poi cercando un po' sulla rete, mi rendo conto che sono proprio i Nomadi, il pio sodalizio a cui don Guccini ha offerto la canzone "Dio è morto" ("che non ha nulla di anti-religioso", esplode il coro); nelo loro repertorio anche la meno nota "Un fiore nero", dove vengono fatti strani parallelismi: "come un asino sotto il bastone, come un bimbo sotto l'educazione", oppure "come il corpo sotto la morale, come il diverso sotto l'uguale" e "come Dio sotto la religione, come l'amore sotto la convenzione, come il reale sotto l'illusione". 

Mi immagino un vecchio sacerdote della vicina "Casa del Clero", un po' obnubilato dall'età, che esce e capita in piazza Maggiore...
- "Ma stasera non c'era la festa di san Petronio? ... e quei seminaristi riuniti in cerchio per compieta che si passano la sigaretta... eh ai miei tempi non si fumava in seminario..."
- "Ehi ragazzi che incenso è questo, mi dà una strana sensazione, molto meglio di quello che vendono dalle suore..."
- "Guarda che questa è maria" 
- "Ah che bravi ragazzi, avete l'orecchino e i tatuaggi, ma siete devoti... bravi bravi, l'apparenza inganna..."