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martedì 12 luglio 2016

San Tommaso d'Aquino e San Francesco: l'eucaristia va toccata solo dai sacerdoti

Segnalato questo interessante articolo da alcuni amici:  dal blog di Don Leonardo Maria Pompei (vedi QUI).
L

SAN TOMMASO D’AQUINO



SOLO I SACERDOTI TOCCANO E AMMINISTRANO LA SANTA EUCARISTIA


[Tratto dalla Summa Theologiae, Parte III, Quaestio 82, articolo 3]


“Sembra che la distribuzione di questo sacramento non spetti al solo sacerdote”

OBIEZIONI
Infatti:
1)    Il sangue di Cristo non appartiene a questo sacramento meno del corpo. Ma il sangue di Cristo viene dispensato dai diaconi, tanto che san Lorenzo disse a san Sisto: “Prova se hai scelto un buon ministro, quello a cui affidasti la distribuzione del sangue del Signore”. Quindi anche la distribuzione del corpo del Signore non appartiene ai soli sacerdoti.
2)    I sacerdoti sono costituiti ministri dei sacramenti. Ora, questo sacramento si compie nella consacrazione della materia, non già nell’uso, a cui si riferisce la sua distribuzione. Quindi distribuire il Corpo del Signore non spetta al sacerdote
3)    [si omette. Affronta l’obiezione che l’eucaristia sia riservata solo ai vescovi]

SED CONTRA: Nei canoni [Decreto di Graziano, 3, 2, 29] si legge: “Siamo venuti a sapere che alcuni presbiteri consegnano a un laico o a una donna il corpo del Signore perché lo portino agli infermi. Il sinodo perciò proibisce che tale abuso continui: il sacerdote comunichi egli stesso gli infermi”.

RISPONDO: La distribuzione del corpo del Signore compete al sacerdote per tre motivi.
Primo, poiché come si è detto egli consacra in persona di Cristo. Ora, come Cristo consacrò da sé il proprio Corpo, così da sé lo distribuì agli altri. Come quindi appartiene al sacerdote consacrare il corpo di Cristo, così appartiene a lui di distribuirlo.
Secondo, poiché il sacerdote è costituito intermediario tra Dio e il popolo. Come quindi spetta a lui offrire a Dio i doni del popolo, così spetta a lui di dare al popolo i doni santi di Dio.
Terzo, poiché per rispetto verso questo sacramento esso non viene toccato da cosa alcuna che non sia consacrata: per cui sono consacrati il corporale, il calice, e anche le mani del sacerdote, per poter toccare questo sacramento. A nessun altro quindi è permesso di toccarlo, all’infuori di un caso di necessità: per esempio se stesse per cadere a terra o altri simili.

RISPOSTE ALLE OBIEZIONI

1)    Al diacono, in quanto prossimo all’ordine sacerdotale, spettano alcuni compiti di tale ufficio, ossia la facoltà di dispensare il sangue; non quella però di dispensare il corpo, se non in caso di necessità, dietro comando del vescovo o del sacerdote. Primo, poiché il sangue di Cristo è contenuto nel calice. Quindi non è in contatto con chi lo distribuisce, come lo è invece il corpo di Cristo. Secondo, poiché il sangue significa la redenzione che deriva al popolo da Cristo, tanto che al sangue viene mescolata dell’acqua per indicare il popolo. Ora, trovandosi i diaconi tra il sacerdote e il popolo, ad essi si addice più la distribuzione del sangue che del corpo.
2)    All’identica persona spetta dispensare e consacrare l’Eucaristia per la ragione che abbiamo indicata (nel “rispondo”).
3)    [Omissis]

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SAN FRANCESCO: I SACERDOTI E L'EUCARISTIA





E siamo tutti fermamente convinti che nessuno può essere salvato se non per mezzo delle sante parole e del sangue del Signore nostro Gesù Cristo, che i chierici pronunciano, annunciano e amministrano. Ed essi soli debbono amministrarli e non altri (FF 194)

Beato il servo che ha fede nei chierici che vivono rettamente secondo le norme della Chiesa romana. E guai a coloro che li disprezzano. Quand'anche infatti siano peccatori , tuttavia nessuno li deve giudicare, poiché il Signore esplicitamente ha riservato solo a se stesso il diritto di giudicarli.
Invero, quanto più grande è il ministero che essi svolgono del santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo che proprio essi ricevono ed essi soli amministrano agli altri, tanto maggiore peccato commettono coloro che peccano contro di essi, che se peccassero contro tutti gli altri uomini di questo mondo (FF 176)

Voleva che si dimostrasse grande rispetto alle mani del sacerdote, perché ad esse è stato conferito il divino potere di consacrare questo sacramento. "Se mi capitasse - diceva spesso - di incontrare insieme un santo che viene dal cielo ed un sacerdote poverello, saluterei prima il prete e correrei a baciargli le mani. Direi infatti: Ohi! Aspetta, san Lorenzo, perché le mani di costui toccano il Verbo di vita e possiedono un potere sovrumano!" (FF 790)