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Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

mercoledì 6 aprile 2016

Papa Francesco: presto un gesto clamoroso verso i Lefebvriani

Proponiamo all'attenzione dei lettori di MiL il parere del vaticanista Marco Tosatti circa le "operazioni" in corso tra la Santa Sede ed Econe, o meglio tra Papa Francesco e Mons. Felley.


Il Papa e i lefebvriani. Perché.

di Marco Tosatti - Blog San Pietro e dintroni, 5 aprile 2016

E’ opinione comune in Vaticano, e in particolare fra chi è vicino alla commissione Ecclesia Dei, incaricata di seguire il dossier lefebvriano, che fra non molto il Pontefice compirà un gesto autonomo e clamoroso verso la Fraternità Sacerdotale S. Pio X. Il lungo incontro informale fra il Papa e il superiore, mons. Fellay, è certamente un segnale in questa direzione. Molti ricordano l’intervista concessa da Fellay stesso sul sito della fraternità.  
Su questo punto nella nostra povertà rivendichiamo una piccola primogenitura, per un articolo pubblicato da San Pietro e Dintorni il 28 febbraio 2016, in cui un alto esponente della FSSPX anticipava quello che ormai tutti scrivono. Per comodità degli eventuali lettori in calce ripubblichiamo quel post.  
Ci si chiede perché un Pontefice che certamente non ha simpatia per i conservatori, e che permette da anni che i Francescani dell’Immacolata vengano passati al tritacarne per una sospetta “deriva lefebvriana” sembri orientato a riammettere pienamente gli ex-scismatici. Su questo punto ci sono state date due possibili risposte. La prima: il desiderio e la soddisfazione di compiere alcuni gesti (vedi anche l’abbraccio con Kirill) che non erano riusciti né a San Giovanni Paolo II, né a Benedetto XVI, che pure aveva sollevato la scomunica ai lefebvriani nel 2009, con tutto ciò che ne era seguito. Una seconda risposta riguarda l’ottica in cui il Papa vedrebbe i lefebvriani. A dispetto della loro più che rispettabile consistenza numerica (c’è chi parla di un milione circa) il pontefice non li considererebbe un pericolo per la Chiesa, stimando che rispondano a logiche superate e che comunque la Storia non darà loro ragione. E vede che in effetti il loro influsso sia sulla Chiesa che sui mezzi di comunicazione appare trascurabile. Quindi, perché non riammetterli, sanando una ferita ormai oltre trentennale?  
Ed ecco il testo del 28 febbraio scorso:  

Mons. Alfonso de Galarreta è un vescovo della comunità lefebvriana; aveva diretto la commissione teologica della Fraternità sacerdotale S. Pio X durante gli incontri con gli esperti romani nel 2009 e nel 2011. Mons. De Galarreta è argentino. In un incontro con esponenti della comunità nei pressi di Versailles qualche giorno fa ha rivelato che la Congregazione per la Dottrina della Fede aveva inviato una proposta per la creazione di una prelatura personale, nell’estate del 2015, accompagnata da una dichiarazione dottrinale. Il presule ha detto che da parte di Roma sono stati eliminate tutte una serie di richieste o paletti precedenti che potevano creare difficoltà alla Fraternità. Nonostante questo, il via libera per un accordo con Roma da parte di Écone non c’è ancora; siamo di fronte a “un rifiuto prudenziale dettato dalle circostanze, in assenza di garanzie necessarie alla vita della Fraternità”.   
Mons. De Galarreta però è convinto che papa Francesco agirà in maniera autonoma. “Penso piuttosto, ed è là l’altro aspetto delle cose, che questo papa dice a chi lo vuole ascoltare che noi siamo cattolici, che dice e che ripete che la Fraternità è cattolica, che siamo cattolici, che non ci condannerà mai, e che bisogna ‘regolare la nostra faccenda’. Penso che, e ha già cominciato in questa direzione, che quando vedrà che non c’è intesa con la Congregazione della Fede, penso che sorpasserà ogni altra condizione dottrinale, teorica, pratica, quale che sia…Farà da solo, nel senso di un riconoscimento della Fraternità. Ha già cominciato, e semplicemente continuerà. Non parlo di ciò che desidero; parlo di ciò che prevedo. Io prevedo, io penso, che il papa andrà nel senso di un riconoscimento unilaterale della Fraternità, e piuttosto per via di fatto che per una via di diritto legale, canonico”.