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martedì 29 dicembre 2015

F.S.S.P.X - Intervista all'ex Generale della Fraternità S. Pio X sullo stato delle relazioni con la S. Sede. Traduzione di MiL

ESLUSIVA MiL
E' uscita su KathNews del 17.12.2015 un'intervista rilasciata da don Franz. Schmidberger (ex superiore generale della Fraternità di San Pio X ed attuale rettore del seminario tedesco), sulla situazione della Chiesa e della Fraternità San Pio X con alcune possibili prospettive per il futuro.
Traduzione nostra.

«Non si tratta solo delle confessioni»
Come la Fraternità San Pio X approfitta del gesto di Francesco. Intervista a don Franz Schmidberger, Rettore del Seminario [tedesco] della Fraternità San Pio X.
Pubblicato dalla Redazione di kathnews.de il 17 dicembre 2015 alle 22:58.
Intervista realizzata da Anian Christoph Wimmer (CNA)

Zaitzkofen (kathnews/CNA). Per l’Anno della Misericordia Papa Francesco ha stabilito che ci si può confessare «validamente e lecitamente» dai sacerdoti della Fraternità San Pio X (FSSPX). In un comunicato la Casa generalizia della FSSPX ha ringraziato il Santo Padre per il suo «gesto paterno». Che posizione assume la FSSPX nei confronti di questo gesto? La risposta di don Franz Schmidberger, Rettore del Seminario “Herz Jesu” [il seminario tedesco della FSSPX] ed ex Superiore di Distretto in Germania e Austria.
CNA: Don Franz Schmidberger, davvero la Fraternità ha saputo solo dalla stampa di questo gesto – tanto più che era possibile leggerlo in una lettera indirizzata a Mons. Rino Fisichella?
SCHMIDBERGER:  Sì, è dalla stampa che abbiamo appreso la notizia che Papa Francesco ha concesso ai sacerdoti della Fraternità San Pio X, nel corso dell’Anno Santo, la giurisdizione per confessare senza restrizioni tutti i fedeli. Come può immaginare, le nostre relazioni con le autorità vaticane non sono delle migliori, perciò non ci è sempre possibile essere al corrente di tutto in anticipo.
CNA: Ha avuto notizia di reazioni da parte di altri membri della gerarchia? Che valutazione dà del modo in cui la notizia è stata riportata nei media, cattolici e non?
SCHMIDBERGER: Ho letto un articolo al riguardo sul Tagespresse; ma a parte questo i media di area germanofona lo hanno passato sostanzialmente sotto silenzio. Del resto non godiamo del loro favore, in quanto non seguiamo le opinioni correnti del mondo di oggi. Quanto ai media cattolici, ho letto solo un resoconto un po’ freddo. Senz’altro nelle diocesi si è rimasti di stucco di fronte al fatto che a dei sacerdoti, che per anni ed anni sono stati considerati a torto al di fuori della Chiesa e bollati come fondamentalisti, venga conferita adesso la giurisdizione per le confessioni, e per di più attraverso un atto di autorità del Santo Padre stesso.
CNA: E come approfitta adesso la Fraternità di questo gesto? Offre in modo attivo la possibilità di ricevere il Sacramento della Riconciliazione anche a fedeli che di solito non si confessano dai sacerdoti della FSSPX?
SCHMIDBERGER: Nel nostro Seminario “Herz Jesu” poco prima di Natale abbiamo fissato – e pubblicizzato attraverso un annuncio sul giornale – una “giornata per le confessioni”; a questo scopo i nostri seminaristi hanno distribuito volantini e affisso manifesti ai muri. Immagino che nei priorati e nelle cappelle siano state intraprese iniziative simili per i fedeli intenzionati a confessarsi.  A questo va poi aggiunto il fatto che i nostri sacerdoti sono presenti regolarmente al confessionale in orari stabiliti la domenica e nei giorni di festa e, su richiesta, anche nei giorni lavorativi.  
Se la risposta a questa iniziativa sarà positiva, saranno senz’altro organizzate altre iniziative simili, specialmente durante la Quaresima, e contemporaneamente verrà tenuto esposto il Santissimo per l’adorazione eucaristica.
CNA: Nel suo Discorso ai vescovi tedeschi Papa Francesco li ha esortati a darsi da fare, con rinnovato fervore, per l’Eucaristia e per la Confessione, che in alcuni luoghi è praticamente scomparsa. Quanto spesso accedono al sacramento della Confessione i fedeli che frequentano abitualmente la Fraternità San Pio X?
SCHMIDBERGER:  Forse posso rispondere in modo più chiaro con delle cifre concrete. [Qui a Zaitzkofen] su un totale di circa 110 persone che vengono a Messa la domenica si contano in media 15 confessioni, alle quali si aggiunge qualche confessione durante la settimana; quindi la frequenza di ricezione di questo sacramento è di (all’incirca) una volta ogni 6 settimane, il che corrisponde a ciò che richiede una normale vita cristiana. Nelle altre cappelle della Fraternità le proporzioni sono, a quanto mi risulta, sostanzialmente le stesse. Al di fuori degli ambienti tradizionali, invece, a parte qualche eccezione, la confessione è diventata un sacramento dimenticato. La scomparsa del senso del peccato ne è da una parte la causa, dall’altra una conseguenza. Il desiderio di praticare la virtù e di condurre una vita conforme alla volontà di Dio è diventato per i cristiani un perfetto sconosciuto. Inoltre molti accedono alla comunione senza le necessarie disposizioni interiori e spesso con peccati gravi sulla coscienza. Ciò che oggi indica realmente la vitalità e lo zelo di una parrocchia non è il numero di comunioni, ma quello delle confessioni.
CNA: Come si spiega una differenza di proporzioni così vistosa?
SCHMIDBERGER: Quando per anni nella predicazione non si è parlato più dei comandamenti di Dio, dei peccati che escludono dal Regno di Dio (cfr. Gal 5,21), l’intera morale cristiana si frantuma e con essa il senso del peccato di quello che un tempo si poteva chiamare a buon diritto il “popolo fedele”.
Nelle nostre cappelle cerchiamo di trasmettere la verità, la bellezza e la profondità della religione cattolica; predichiamo la fede cattolica nella sua interezza, senza esclusioni, ed esortiamo al rispetto per il sacro, in particolare nei confronti dell’Eucaristia. Noi predichiamo con tutte le nostre forze il Signore Gesù Cristo, crocifisso e risorto. A questo si aggiungono i giorni di ritiro e i turni di Esercizi spirituali, in cui vengono presentati i dogmi cattolici, le norme morali che ad essi corrispondono e la vita spirituale. Inoltre guidiamo i fedeli verso una vita di preghiera; nella preghiera si riceve da Dio la luce che permette di vedere la Sua maestà, la Sua santità e la Sua misericordiosa bontà paterna, nonché il bisogno di redenzione di ciascuno di noi. Da noi si cerca di “vivere” il messaggio della Madonna di Fatima.
CNA: Il gesto di Papa Francesco è stato pensato per l’Anno della Misericordia; tuttavia il Papa dopo il 20 novembre 2016 non considererà la cosa come archiviata, giusto? Non si aspetta piuttosto altri gesti di questo tipo, ad esempio in relazione ad altri sacramenti?
SCHMIDBERGER: Effettivamente è difficile immaginarsi che questo si limiti all’Anno Santo, né penso che ciò corrisponda all’idea del Papa. Forse seguiranno in un primo tempo altri gesti simili. Ma a lungo termine si arriverà sicuramente ad una regolarizzazione definitiva della Fraternità San Pio X con una struttura canonica.
CNA: Già il suo predecessore, Papa Benedetto XVI, ha cercato un riavvicinamento con la Fraternità San Pio X. Adesso nella lettera già citata Francesco scrive: “Confido che nel prossimo futuro si possano trovare le soluzioni per recuperare la piena comunione con i sacerdoti e i superiori della Fraternità”. Come valuta quest’affermazione?
SCHMIDBERGER: Senza dubbio il Papa vede nella nostra Fraternità una forza che può essere di aiuto alla – da più parti reclamata – nuova evangelizzazione. Inoltre la nostra opera corrisponde in linea di massima al suo invito allo spirito di povertà: noi infatti non riceviamo imposte ecclesiastiche né sovvenzioni statali, bensì viviamo unicamente della generosità e dei sacrifici dei fedeli. Se il Papa pensa realmente ad struttura canonica, ciò aprirebbe molte porte per un’attività ancora più ampia dei nostri sacerdoti rispetto ad oggi. In modo particolare potremmo collaborare, conformemente alla nostra vocazione, alla formazione di una nuova generazione di sacerdoti ricolmi di spirito di fede e di zelo apostolico.
CNA: In conclusione: lei festeggia oggi i suoi quarant’anni di sacerdozio. Che cosa spera per la Chiesa cattolica in generale per i prossimi quarant’anni, e quale ruolo giocherà in tal senso la Fraternità San Pio X, a suo avviso?
SCHMIDBERGER: Per i prossimi anni non si può auspicare nient’altro per la Chiesa se non una riforma da capo a piedi e impegnarsi per un rinnovamento interiore che si fondi sullo spirito di santità, e cioè un rinnovamento del sacerdozio cattolico, per condurre i fedeli alle fonti della salvezza, ai sacramenti, per trasmettere la fede in modo vivo nella predicazione, nella catechesi, nei ritiri ed esercizi spirituali, a cui facevo prima riferimento, senza precludersi a questo scopo anche l’uso dei mezzi di comunicazione moderni, come Internet e documenti audio e video.
La crisi attuale è in primo luogo una crisi della fede, e la fede “viene dall’ascolto” (Rom 10,17). Per questo noi preghiamo spesso con la Chiesa l’orazione della Messa per la propagazione della fede: “Tu vuoi, o Dio, che tutti gli uomini si salvino e giungano alla conoscenza della verità; manda dunque operai nella tua messe e concedi loro di annunciare con piena fiducia la tua parola, affinché il tuo messaggio si diffonda e venga conosciuto e tutti i popoli conoscano Te, unico e vero Dio, e Colui che Tu mandasti, Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore”.

11 commenti:

  1. Si stima che un certo Forgione ,Cappuccino del Gargano, abbia fatto in vita sua circa 1,5 milioni di confessioni anche se alcuni Gallicani ritengono sia stato superato da un Prete Francese di un posto di cui non ricordo neanche il nome....
    Una minuscola comunità di preti irregolari amministra più Penitenze di una Diocesi di medie dimensioni.
    Il dialogo non esiste per adesso.
    Quando la Chiesa Cattolica sarà di dimensioni più o meno della Pio X si potrà parlare pacatamente di regolarità canonica ed aspetti organizzativi.

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  2. A quel Prete Francese? Non sara' San Giovanni Maria Vianney? Non voglio pensare. Ha stato proprio San Pio X a celebrare la Beatificazione. E quello che dice l'ex Superiore General della Confessione su richiesta mi pare una contraddizione. Il Prete sempre seduto nel Confessionale, come San Giussepe Caffaso del qualle ricordo anche il nome della Chiesa a Torino: La Consolata e il convitto di San Francesco di Assisi.

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  3. San Giuseppe Caffaso. Scrivo in fretta.

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  4. Don Cafasso. Alla terza. Grazie. Sono spagnolo.

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  5. Credo che il superiore della casa generalizia tedesca abbia ragione. Personalmente auspico una piena comunione con Roma, o meglio, di Roma con la Fraternità. E prima no, poi sì poi di nuovo no… La curia Romana accetta tutti, miscredenti, infedeli, eretici, comunisti ma se son cattolici romani apostolici che applicano la Vera dottrina allora no? E questa apertura? Come vien detto nell'articolo che cosa pensano di fare alla fine del giubileo di nuovo le porte chiuse? Mi auguro per il bene delle anime dei fedeli che vi sia un seguito positivo. Non è il numero di confessioni che conta, ma come ci si confessa. Sappiamo tutti bene il senso meraviglioso di essersi tolto un peso, ed essere appunto riconciliati con il Signore e riceverlo nella giusta purezza d'animo. Per me è una sensazione meravigliosa, ma se la confessione non viene fatta bene, il peso rimane, lo si avverte subito. Come sempre ed in ogni campo non la quantità ma la qualità!
    A.

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  6. Il problema è che sono cattolici!

    Ma se loro sono cattolici quanti dei nostri sacerdoti lo sono?

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    1. La risposta è quasi nessuno… perché hanno studiato su una liturgia e delle teorie pressoché eretiche e luterane… Grazie a quel malaugurato concilio. Il confine è talmente sottile che solo i più grandi riescono a starci, senza incappare nell'eresia. (per quanto mi riguarda Benedetto XVI è tra quei grandi!). C'è una frammentazione di riti, confraternite, comunità che fa spavento all'interno della chiesa cattolica, ognuno che dice la messa come vogliono loro, non esiste più una messa uguale in ogni parrocchia. Chi segue la comunità di Sant'egidio, chi il cammino neocatecumenale, chi i focolarini, ma pensi che le messe che dicono siano uguali ed universali? I loro sacerdoti, ritagliano la messa come piace a loro e su misura a loro e alle loro comunità. Quindi non vi è più un culto a Dio ma un culto dell'Uomo. Nella mia parrocchia, (normale parrocchia diocesana di campagna) il parroco non dice il credo Niceneo, preferisce adattarsi quello battesimale, ( non dicendo nemmeno i rinuncio a satana etc…) Il confiteor non esiste, per non parlare del canone della messa che ve ne sono un sacco e nessuno che rispetta questo o quello, no fa un collage di vari canoni. Non è così che deve andare. Ergo la messa che sentiamo non è veramente Cattolica nel vero senso della parola.
      A.

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  7. Spero che la Fraternità valuti bene e attentamente ogni offerta della chiesa conciliare; ad inglobarti fanno presto, poi bisogna vedere con i ricatti cosa vogliono veramente.
    Io spero che la SPX faccia il passo quando la nuova chiesa di Roma sarà diventata grande come la SPX - la trattativa và fatta alla pari, anche perchè la SPX è davvero Cattolica e tradizionale Apostolica bimillenaria. Speriamo non vada disperso il grande lavoro e sacrificio di Mons. Lefebvre e di tutti i Suoi sacerdoti, veri sacerdoti.

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  8. Timeo danaos et dona ferendi basta vedere quel che hanno riservato ai ff ii alla fssp al icr meglio stare alla larga da questi falsari che sono omicidi di anime e falsari patentati

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  9. Timeo danaos et dona ferendi basta vedere quel che hanno riservato ai ff ii alla fssp al icr meglio stare alla larga da questi falsari che sono omicidi di anime e falsari patentati

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La Redazione