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giovedì 26 novembre 2015

Il Giardino dell'Immacolata

Ave Maria!
Vi alleghiamo di seguito alcuni scritti - tratti dal blog All Christian - riguardanti le benemerite Francescane dell'Immacolata, appena commissariate. Preghiamo per loro e continuiamo a dare voce a chi non ce l'ha.

MIL

Siamo le zie di due Suore Francescane dell'Immacolata, nonché benefattrici di quest’Ordine religioso. Da quando le nostre nipoti hanno deciso liberamente di vivere questa forma di vita (non nascondiamo che all'inizio per noi sembrava pura follia lasciare tutto ) abbiamo iniziato a conoscere tante suore che ci hanno colpito proprio per la loro angelicità, amabilità, e carità. Non essendoci mancate le occasioni per visitare i vari conventi dell’Istituto, possiamo testimoniare con verità di aver partecipato alla felicità che queste suore vivono e trasmettono. Non abbiamo mai visto le nostre nipoti suore infelici, deperite, non curate, plagiate; anzi ricevono le stesse cure che avrebbero avuto se fossero rimaste a casa. Siamo perciò amareggiate e offese da tutto quello che i mass-media
stanno trasmettendo falsamente. Quel che si dice in tv o si trova sui giornali, contro  le suore e i Fondatori dell’Istituto, sono solamente tutte calunnie. Abbiamo conosciuto personalmente sia P. Stefano Manelli che P.Gabriele Pellettieri, infatti, sono due uomini veramente di Dio: a loro per primi dobbiamo di aver cambiato vita, dal momento che prima di conoscerli non andavamo a Messa, non conoscevamo la Madonna, non pregavamo il Santo Rosario e avevamo un’idea tutta nostra della fede. Ringraziamo di cuore questo Istituto perché ci ha dato la possibilità di riavvicinarci a Dio e mettere in pratica anche la carità cristiana. Dopo aver compreso la verità del messaggio evangelico, grazie anche all’aiuto delle suore, siamo diventate loro benefattrici e ci industriamo ad aiutarle, per quelle che sono le nostre possibilità, continuando a sostenere i conventi di Fontanarosa, Frigento e Villa Santa Lucia. Abbiamo un “fazzoletto” di terra che abbiamo chiamato “giardino dell'Immacolata”, e tutto quello che viene coltivato in esso viene distribuito nelle varie comunità. Queste consacrate sono tutte entrate nel nostro cuore e riteniamo che non sia giusto rovinare un Istituto intero per colpa di qualche ex-suora che vuole gettare fango sui Fondatori e sulle suore.
Aspettiamo con fiducia che la verità venga alla luce, confidando nell'Immacolata, l’augusta Regina delle Vittorie.
Comentale Filomena e Comentale Cira.


 Riproponiamo l’intervista chiarificatrice sull’Istituto dei frati e suore Francescani dell’Immacolata nella quale, l’avvocato Tuccillo, difensore di Padre Stefano Manelli e della Madre Generale, ora sostituita dalla commissaria apostolica, fa luce sulla situazione attuale, spiegando, allo stato, i pronunciamenti degli organi giurisdizionali che si stanno occupando del caso.

Una delle più importanti garanzie previste nella nostra Carta Costituzionale è sancita dall'art. 27, che recita:” …L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva…”. Proprio in virtù di questo fondamentale disposto costituzionale, che non considera assolutamente colpevole un soggetto sino alla condanna definitiva emessa dalla Suprema Corte, a differenza di altri quotidiani nazionali, sui quali spesso sono già emesse sentenze ancor prima della valutazione dei giudici, Mezzogiorno Quotidiano ha intervistato in esclusiva l’Avv. Enrico Tuccillo, legale di Padre Stefano Maria Manelli, cofondatore dei Francescani dell’Immacolata, Istituto di diritto pontificio, approvato da San Giovanni Paolo II, con sede principale a Frigento (Avellino).
Egregio Martone rispondo alle sue domande.
GLM: Avvocato Tuccillo, nella scorsa settimana sono state pubblicate due video-inchieste da parte del Corriere della Sera sulla vicenda dei Francescani dell'Immacolata, commissariati dalla Santa Sede. In particolare, vi è un documento citato in un dossier sulle cui testimonianze indagano i PM della procura di Avellino e in cui si raccontano storie di presunte vessazioni, abusi, violenze, strani giri di denaro e perfino istigazione della prostituzione nei riguardi delle suore appartenenti al ramo femminile dell'istituto religioso da parte del suo assistito. Qual è il suo pensiero in merito a queste gravissime accuse?
ET: I tempi, le modalità e le caratteristiche monotone di queste accuse confermano il sospetto di un programma calunnioso non fondato su fatti reali, finalizzato al raggiungimento di obiettivi destabilizzanti ed anti cristiani! Volti nascosti, nomi oscurati, siti anonimi non caratterizzano chi annuncia la verità ma chi vuole nasconderla! A parte il ridicolo della mostra di una cicatrice di 23 anni fa,causata da una puntura di un ago. Quanto ai giri di danaro chissà che proprio questo elemento, assimilato da Francesco d'Assisi allo"sterco di un asino" non sia uno dei principali obbiettivi delle reiterate accuse.
GLM: Avvocato Tuccillo, nel primo dei due articoli pubblicati dal Corriere della Sera e firmato dalla giornalista Amalia De Simone, si legge testualmente: "Le macchie di sangue sono così intense che le frasi che tracciano sembrano ferite ancora aperte. Eppure sono passati ormai 22 anni. Ventidue anni da quella notte in cui alcune suore giurarono obbedienza in una cappella con un rito simile alla «pungiuta», usata dalla ‘ndrangheta per affiliare i membri del clan. È il racconto di una donna che è stata per 12 anni una suora e che insieme ad altre sue consorelle con quel rito dice di aver promesso devozione e fedeltà a padre Stefano Manelli, cofondatore dell’istituto religioso dei frati dell’Immacolata, istituto di diritto pontificio con sede principale a Frigento (Avellino) e con una costellazione di conventi in tutto il mondo". Cosa pensa in merito a queste affermazioni?
ET: Peccato che il racconto del personaggio citato da Amalia De Simone risulti squallido. Tanto lontano da un episodio a me raccontato da un amico della mia adolescenza che scrisse, pungendosi romanticamente il pollice, alla sua adorata ragazzina francese per rivelarle con quel sangue il suo tenero amore!
GLM: Avvocato Tuccillo, sempre nel primo articolo-inchiesta del Corriere della Sera, si fa riferimento anche alla fotografia di una suora marchiata a fuoco, seguite da queste dichiarazioni di quest'ultima: "Ho già testimoniato in Vaticano e sono disposta a far esaminare la lettera scritta col sangue e poi controfirmata da padre Stefano Manelli, dai periti della procura. Lo faccio perché ho il dovere di far emergere cosa accadeva in quei conventi lager, dove ci sono ancora nostre sorelle che soffrono". Qual è il suo pensiero in merito a queste accuse?
ET: Se fosse vero quello che afferma la ex suora marchiata a fuoco sarà semplicissimo interrogare le "sorelle" che soffrono ancora nei conventi lager, convincendo tutti degli orrendi crimini e punendo severamente i “colpevoli”! Altrimenti dovranno essere puniti i calunniatori....
GLM:  Avvocato Tuccillo, sempre in questo articolo, intervistato dalla giornalista De Simone, lei ha affermato: "Padre Stefano Manelli desidera vivere in povertà, vuole vivere secondo l’ispirazione tradizionale della chiesa, tutto il resto sono delle strumentalizzazioni e sono delle non verità. Per quanto concerne la truffa credo che il tribunale del riesame abbia già chiarito con il rigetto che non esiste né truffatore né truffato. Poi c’è l’altro filone quello dei dossier delle suore costrette a leccare i pavimenti. È ridicolo e triste. Noi abbiamo già presentato tre denunce per calunnia alla Procura della Repubblica di Avellino".  Secondo lei, per quali ragioni il suo assistito è cosi perseguitato e ricoperto di accuse cosi gravi e infamanti?
ET: I frati e le suore dell'Immacolata sembrano oggetto di un vero e proprio attentato che cerca di minarne l'identità. Lo stesso Papa - ho letto recentemente- avrebbe accennato ad una persecuzione da Lui definita " diabolica ". A noi difensori compete di difendere l'Istituto, confermato da San Giovanni Paolo II, in sede penale e civile. Ed allo stato e' a dire che la Magistratura giudicante ha respinto tutti i provvedimenti richiesti dall'avvocato della Congregazione per i religiosi, non riconoscendo validi gli elementi da questi allegati. Nella settimana anche il Tribunale civile si è pronunciato in tal senso! Ed infine aspettiamo fiduciosi l'esito del ricorso in Cassazione presentato dal difensore perdente.
Caro Martone, come abbiamo riflettuto con Padre Stefano e la Generale, anche Lei sollevata dalla Commissaria recentemente nominata, ci troviamo nel mezzo di una terribile guerra tra luce e tenebre che mi piacerebbe di definire così:" I Figli dell'Immacolata aggrediti dalle potenze delle tenebre ". Se così è possiamo rasserenarci tutti. C'è solo un problema di tempo: arriverà la luce e non vi sarà più tenebra!

di Gianluca Martone

Fonte Caserta 24ore-Mezzogiorno Quotidiano

 Ave Maria
Rev.ma Madre M. Michela,
Sono Luciano Mirra, il papà di suor Maria Luigia.
Il motivo di queste mie brevi righe è il desiderio di manifestarLe la mia vicinanza ed il mio appoggio nelle circostanze così dolorose che l’intero Ordine Francescano dell’Immacolata e noi tutti stiamo vivendo.
Non Le nascondo che quando mio nipote mi ha fatto leggere per la prima volta degli articoli recentemente usciti alle stampe e di notizie riportate dai vari siti internet, sono rimasto molto turbato. Però non posso che manifestare il mio disappunto per quanto letto e ho deciso di scriverLe questi miei pensieri, in modo semplice, affinché Lei, tra tante maldicenze e falsità, possa leggere anche qualche parola buona e sincera.
Come si può dire che l’Ordine Francescano dell’Immacolata abbia: “Scarso sentire cum ecclesia”? Sicuramente chi ha la sfacciataggine di addebitare una cosa del genere, non conosce per niente la vita morigerata e povera dei Frati e delle Suore che vivono la loro consacrazione in preghiera ed evangelizzazione.
Mi è tornato in mente il tempo del postulandato di mia figlia nella casa di Fontanarosa, e della grande gioia che provavamo ogni volta che andavamo a visitarla, nel vedere come stava bene e come era felice. Era una festa per noi poter portare al convento la Provvidenza che riuscivamo a mettere insieme grazie all’aiuto di tanti: e che accoglienza! Quanta allegria e gratitudine ci era offerta in cambio!
Mi son commosso nel ripensare all’affetto e alle cure con cui vedevamo circondata Suor Luigia nella prova fisica del noviziato, e di come Lei stessa, che allora era la sua Maestra, e tutte le sue consorelle, non la lasciavano mai sola per tutto il periodo di convalescenza.
Ma i ricordi più vivi sono sicuramente quelli legati alle funzioni sacre di Castelpetroso e alle grazie ricevute in quelle belle occasioni, che ci aiutavano ogni anno a crescere nella volontà di essere sempre più buoni cristiani rendendoci felici di avere in famiglia una figlia, sposa di Gesù.
E infine attesto, di questi anni di missione, sebbene nel sacrificio della lontananza, la consolazione di ascoltare sempre dalla nostra cara figlia: “State tranquilli. Sto con la Madonna, che mi può mancare”?
Sì, Rev. Madre Michela noi stiamo tranquilli: i Mirra non ci credono, non credono a tutte le maldicenze che sono state messe in giro perché da 16 anni vivono una realtà che le nega, e vedono una figlia consacrata a Dio e felice di esserlo nella sua Famiglia religiosa.
Approfitto per ringraziarla di cuore della possibilità dataci di trascorrere qualche giorno con Suor Luigia, e mi affido alle preghiere di tutte loro (…)
Nel nome del Signore
Luciano e Antonietta Mirra
 Milano, 2 luglio 2015

Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni.
Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore. (Lc 6,43-45)
Vi chiederete perché cito questa breve pericope del Vangelo di Luca, è chiaro non niente di meglio della Parola che si è fatta carne, per descrivere e dare senso a ciò che mi accingo a dire.
La mia è una testimonianza, assolutamente disinteressata, finalizzata a mettere in luce la figura e l’opera di un Sacerdote, che ha saputo attualizzare e vivere il Vangelo nel quotidiano, fino in fondo, fino al sacrificio di se stesso. Si parlo di sacrificio, una persecuzione vera e propria, ordita al fine di screditarlo agli occhi della Chiesa e ridurre ai minimi termini l’opera da lui fondata.
Parlo di Padre Stefano Maria Pio Manelli, fondatore e ispiratore dei Francescani dell’Immacolata.
Ho conosciuto il Padre in una circostanza fortuita, mentre si trovava alloggiato presso la famiglia di un mio conoscente a Bergamo. Ricordo ancora quel momento con commozione. L’anno, il 1994 il mese giugno. Non ci conoscevamo e non ci eravamo mai incontrati, nessuno sapeva del mio arrivo e nessuno lo aveva informato. [...]
( In seguito ) conobbi il movimento mariano MIM, partecipai agli incontri periodici, con assoluta serenità e libertà, senza alcun condizionamento, entrai a fare una breve esperienza al Santuario di Casalucense presso Sant’Elia Fiumerapido, allora sede del noviziato dei frati in Italia.
Feci un’intensa esperienza spirituale, in letizia. All’interno del convento la vita scorreva serenamente, scandita dalla preghiera e dal lavoro. In questo frangente, incontrai altri sacerdoti e religiosi della congregazione, instaurando solide amicizie che ancora oggi perdurano. Gente del tutto normale libera e lieta di vivere in quel modo, veramente austero, spesso al freddo mangiando ciò che la Provvidenza metteva a disposizione.
Ho avuto modo di incontrare anche il Padre cofondatore Gabriele M. Pellettieri, persona di grande spiritualità e umiltà. Ma tornando a me, ben presto mi resi conto che quella non era la vita che il Signore aveva pensato per me. Fu lo stesso Padre Stefano, recentemente accusato di plagio e condizionamento, a dirmi con assoluta chiarezza che quello non era il mio posto. Non cercò di convincermi in alcun modo. Mi guidò per anni nelle mie scelte, senza mai forzare la mano.
Oggi sono sacerdote e cappellano militare, e per questo ringrazio il Signore, Sua Madre Maria SSma., e quell’umile frate, espressione e incarnazione di Cristo Sacerdote e della “maternità” di Sua Madre.
In breve, ho voluto rendere giustizia ad un uomo che sta vivendo questa immensa sofferenza come purificazione e santificazione, nell’obbedienza ai superiori e nell’affidamento totale al Cuore Immacolato di Maria.
“Dai frutti riconoscerete l’albero”.
Ad J per M
Don Marco Maria Bresciani
Seriate