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martedì 15 aprile 2014

Varese : Messa in latino nel “cuore della Città”… “metà dei presenti aveva meno di vent'anni”

Ringraziamo un caro , cortesissimo amico di Varese che ha la bontà di edificarci con delle belle notizie del ( meraviglioso ) Gruppo stabile di cui fa parte, perchè ci ha inviato due bellissimi  articoli della stampa locale che si riferiscono alla riapertura al culto dell’antica chiesa di San Martino nel “cuore del capoluogo” ( foto ) dove, dal 6 aprile scorso , viene celebrata la Santa Messa in rito antico ambrosiano. 
Prima o poi arriveranno, come promesso, anche alcune foto delle celebrazioni. 
Oltre agli articoli  postati  di Gianfranco Amato e di Riccardo Prando suggeriamo anche la lettura di quello di L.Bot ( QUI).

A.C.

Domenica la chiesa di piazza Cacciatori delle Alpi torna luogo di culto 

Questa domenica ( 6 aprile 2014 N.d.R.) riapre al culto la chiesa varesina di San Martino, con una particolarità.
Il sacrificio eucaristico sarà infatti celebrato in latino secondo il rito ambrosiano antico.
Si è cosi deciso di preservare anche a Varese una tradizione liturgica quasi bimillenaria in salda continuità con la Ecclesia Mediolanensis.
La Curia arcivescovile insieme alla Parrocchia di San Vittore hanno deciso di individuare proprio la chiesa di San Martino quale luogo di culto più idoneo per la celebrazione nell'antico rito, Domenica alle ore 18, quindi, presso la chiesa di piazza Cacciatori delle Alpi si potranno riudire le parole che per secoli hanno introdotto la Santa Messa: introibo ad altare Dei.
Merita di essere ricordato il fatto che i frequentatori varesini dell'antico rito sono stati esortati il 9 giugno 2013 da Sua Eminenza il Cardinal Angelo Scola « a vivere con particolare partecipazione il Mistero della Consacrazione Eucaristica nella forma dell'antico rito ambrosiano, e a saper mettere a frutto ì benefici derivanti da questa particolare esperienza liturgica anche nella dimensione quotidiana familiare e professionale ».
L'esortazione era stata trasmessa da monsignor Claudio Fontana, Maestro delle Cerimonie del Duomo di Milano, durante l'omelia tenuta in occasione della Santa Messa celebrata secondo il rito antico presso la chiesa di San Giuseppe a Induno Olona.
Poiché domenica ricorre il tempo liturgico quaresimale, la celebrazione eucaristica che si terrà nella chiesa di San Martino sarà introdotta dall'antico inno "Ex more docti mystico", del quale non solo il testo ma persino la musica è stata composta direttamente dallo stesso Sant'Ambrogio attorno al 380 dopo Cristo.
E' noto, del resto, che "il canto liturgico latino della Chiesa milanese" rappresenta il corpus organico musicale più antico dell'Europa occidentale.

Gianfranco Amato 

La messa in latino piace ancora. Quaranta fedeli ieri a San Martino 

Varese - Una quarantina di fedeli (in verità , secondo gli organizzatori, erano di più … ma noi non stiamo in adorazione dei numeri … N.d.R.) ha risposto alle 18 di ieri pomeriggio all'invito proprio del Rito Ambrosiano Antico "Introibo ad altare Dei", che per altre tre domeniche (fino al 27 aprile) sarà celebrato nella chiesa di san Martino.
Una vera e propria lezione di storia a tutto tondo -liturgica, ma non solo- dal momento che le origini di questo particolare rito (diverso dalla "messa in latino" comunemente intesa), pur se stratificato nel tempo, risalgono addirittura al IV secolo con Sant'Ambrogio vescovo di Milano.
Una concezione fortemente cristocentrica, l'uso esclusivo della lingua latina (ma con escursioni in quella greca) fatta eccezione per le letture in italiano, un largo uso del canto per sole voci maschili caratterizzano la celebrazione, presieduta ieri da don Giorgio Spada, amministratore della parrocchia di Sant'Ambrogio, che per diverso tempo ha celebrato con queste modalità ad Indurlo Olona.
E poi c'è l'indubbio fascino di preghiere antiche, caratterizzate da invocazioni "per la clemenza dell' aria, la fecondità della terra” o "per coloro che si trovano nelle catene, nelle miniere, in esilio". 
Lo spostamento nel cuore del capoluogo è stato reso possibile, dopo le aperture liturgiche concesse da papa Benedetto XVI, dai "nulla osta" sottoscritti dal vicario episcopale monsignor Franco Agnesi e dal prevosto della città, monsignor Gilberto Donnini che il celebrante ha ringraziato dal pulpito al termine di una celebrazione che, a seconda dei punti,di vista, potremmo definire "fuori dal tempo" o, viceversa, fortemente radicata in esso. 
In ogni caso, chi si immaginava una proposta per nostalgici d'una certa età ha dovuto ricredersi dal momento che una metà dei presenti aveva meno di vent'anni. 
Messa di nicchia, certo; in compenso, in un'ora di celebrazione non mancano lunghe pause da parte del popolo orante "in assoluto silenzio", alle quali tanto il rito ambrosiano quanto quello romano attuali dedicano invece poco spazio. 
Una opportunità in più per i cattolici fedeli al precetto festivo. 

Riccardo Prando

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