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lunedì 7 aprile 2014

P. Cavalcoli risponde a MiL in merito a sue affermazioni rilasciate a Radio Maria sulla questione dei divorziati risposati

Tempo fa abbiamo ricevuto da parte dei nostri lettori molte mail  di stupore e di preccupazione per un'intervento di p. Giovanni Cavalcoli OP, circa sulla problematica della Comunione ai divorziati risposati o comunque conviventi.  Padre Cavalcoli avrebbe affermato che la questione sarebbe da trattare sotto un profilo di carattere pastorale e non dottrinale. 
L'intervento in questione si può ascoltare qui.  
Ci siamo permessi di scrivere all'interessato, e chiedere un'interpretazione autentica.
Ringraziamo  p. Cavalcoli per la cortesia e la disponibilità, e per averci permesso di pubblicare la sua risposta e la sua spiegazione. 

Roberto

Ecco la nostra mail.
 Rev.do Padre,
come sta?
Le scrivo sollecitato da molti nostri lettori che l'hanno sentita a Radio Maria. Secondo quanto da loro sentito, Lei avrebbe sostenuto che la comunione ai divorziati risposati è una questione di carattere pastorale e non dottrinale.
Orbene, noi siamo gli ultimi a poter discutere su questi argomenti dotti, ma se così davvero lei avesse detto, rimaniamo basiti.
- i divorziati risposati non possono accedere alla comunione perchè giacciono in peccato mortale con il coniuge civile concubino e non fuggono dalle tentazione di peccare (motivo per cui non possono ricevere l'assoluzione).
- inoltre i divorziati non risposati non possono accedere alla comunione perchè hanno arbitrariamente contravvenuto al divieto divino di non sciogliere ciò che fu unito da Dio. (si veda cosa successe dopo Enrico VIII).
Saremmo lieti se volesse darci una sua spiegazione sul punto: i lettori hanno capito male? Lei è stato frainteso? O davvero ha sostenuto questa teoria? In tal caso, ci permetta di esprimere tutto il nostro stupore!
Potremmo, nel caso, pubblicare la sua risposta ad utilitatem dei nostri preoccupati lettori?
Un caro saluto e a presto!
Con stima, Roberto  - Redazione MiL
 Ed ecco la sua risposta.
Caro Roberto,
       i divorziati risposati si trovano nell'occasione prossima di peccare mortalmente, ma questo non vuol dire che di fatto siano in permanente stato di peccato mortale. Sarebbe, questo un giudizio temerario, che non ci è concesso, e che la Chiesa non pronuncia affatto, perchè il peccato non dipende semplicemente dall'occasione, ma dalla volontà, la quale resta libera di non peccare, anche quando si offre l'occasione di peccare. E' importante non cercare l'occasione: questo può essere già peccato. Ma se questa si presenta inaspettata o imprevista, allora è possibile resistere.
  Le attuali disposizioni della Chiesa, per le quali a loro è proibito accedere alla Confessione ed alla Comunione, sono certamente sagge, perchè esse sono motivate dal fondato timore che i due possano trovarsi in stato di peccato, anche se non c'è la certezza per il motivo che ho detto sopra, per cui, se dovessero confessarsi e fare la Comunione in quelle condizioni, commetterebbero un sacrilegio: riguardo alla Confessione, perchè si troverebbero assai in difficoltà nel promettere di non peccare più e riguardo alla Comunione, perchè, se sono in stato di peccato mortale, "assumerebbero, come dice Paolo, la propria condanna".
   E' vero che i due si trovano in una situazione che li spinge fortemente al peccato e che crea ostacolo alla possibiltà di formare il proposito di non peccare più. Ma possono darsi situazioni, per esempio con flgli, e magari col coniuge legittimo sposato o unito con un'altra persona, per cui praticamente è impossibile sbloccare la situazione.
  Ma se fanno il possibile per evitare l'occasione e nonostante ciò cadono, ed ogni volta che cadono, si pentono, Dio non li perdonerà?
  Inoltre ricordi che la Chiesa stessa ha emanato anni fa un documento, nel quale si dice che se i due riescono ad astenersi dal rapporto sessuale, per esempio due anziani, sono ammessi ai sacramenti.
  Il dogma non può cambiare; invece le disposizioni pastorali possono mutare. Attendiamo con fiducia ciò che su questa delicata materia sarà deciso dal Santo Padre, dopo aver ascoltato i vescovi e il popolo di Dio.
   Secondo me, è bene che la legge attuale resti immutata, perchè, se allarghiamo la disciplina, temo che calerà ulteriormente la stima nei matrimonio e nei sacramenti, già molto compromessa presso molti cattolici Ma sta al Papa decidere. Dobbiamo fidarci di lui, anche se su questa materia, che non è dogmatica, non è infallibile.

   Vi autorizzo senz'altro a pubblicare, se credete, questa mia risposta. 
   Colgo l'occasione per complimentarmi per il vostro sito.  Vi ricordo nella preghiera e pregate per me.

   Con viva cordlalità   

P.Giovanni Cavalcoli,OP

37 commenti:

  1. P. Cavalcoli dimentica, però, di rammentare un altro peccato persistente: lo scandalo di cui la convivenza è causa. Mi si potrà rispondere che ormai la convivenza è così diffusa che nessuno più si scandalizza. Ma ulteriori convivenze rafforzano questa mancanza di senso del peccato, e restano, in quanto scandalose, senz'altro un peccato grave. Coloro che non conoscono dall'interno la vita della coppia di divorziati risposati, non posson certo sapere se i due vivano come fratello e sorella o more uxorio.
    Anche due omosessuali posson vivere senza rapporti carnali. Danno scandalo?
    Ricordiamooci, poi, che spesso l' uso d'una pastorale buonista finisce per intaccar la dottrina, quanto meno banalizzandola.

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    1. Franti, Compagno di Classe7 aprile 2014 alle ore 13:20

      Verissimo, anche a me la risposta di Padre Cavalcoli appare poco chiara ed inconcludente.

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  2. Parere di un ignorante, non s'è mai visto che 2 divorziati convivano senza avere rapporti sessuali, come non ci sono coppie di fidanzati che non abbiano a mia conoscenza rapporti prematrimoniali completi, non si vengano a fare questi sofismi, se era peccato mortale prima lo è anche ora, a meno che la 'nuova' chiesa 2 non voglia sdoganare tutto e tutti cancellando il peccato e tana libera tutti....non è così la vera chiesa, che perdona, ma non ammette tutto e l'incontrario di tutto per andare incontro o dietro al mondo, o S.Paolo è diventato così obsoleto che nessuno lo legge più ,in UK il laico che leggeva il pezzo sui gai è andato in galera.

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    1. Anonimo, non esagerare nel far di tutta l'erba un fascio. Conosco conviventi che non han rapporti sessuali. Conosco fidanzati che non han rapporti prematrimoniali. Come diceva il Guicciardini occorre discrezione e distinzione.
      Personalmente son dell'avviso che la legge ecclesiastica non dovrebb'esser modificata. Ricordo che un tempo il moribondo poteva aver il viatico e l'estrema unzione solo dopo che si era allontanata da casa la convivente (o il convivente) e ovviamente previa confessione. Visto coi miei occhi.
      I singoli casi van valutati dal confessore che dovrebbe ammetter alla comunione nei casi che la legge prevede, ma con l'accortezza di convincere i conviventi a non comunicarsi lì dove sia conosciuta la loro posizione morale "esterna" ma non quella "interiore".

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  3. A me pare, con tutte le mie ignoranze e fallibilità, che:
    1) per un divorziato con sua colpa, la rottura stessa del vincolo matrimoniale è già peccato attuale, che senza pentimento e assoluzione (peraltro sempre aperta a chi sinceramente la chiede) rende illecita l'assunzione dell'eucarestia;
    2) contrarre un nuovo pseudo-matrimonio, è già di per sé doppio peccato attuale, perché si compie pubblicamente e quindi con scandalo un atto direttamente contrario alla esclusività del matrimonio;
    3) tale doppio peccato "in re", precede e quasi obbliga a compiere gli ulteriori peccati che sono tutti e singoli gli atti sessuali "matrimoniali" compiuti con chi coniuge non è;
    4) in generale, porsi volontariamente in occasione prossima di peccato grave, è già di per sé peccato proporzionatamente grave;
    5) ognuno vede che codesti pubblici peccati, in sé gravi, e non certo attenuati dalla loro diffusione, sono tutt'altro che i soli pubblici peccati per cui ci si dovrebbe astenere dall'eucarestia; tutta la vita contemporanea è impastata di peccati gravi contro tutti e dieci i comandamenti;
    6) lo scandalo gravissimo è l'astensione generalizzata della stragrande maggioranza dei fedeli, complice il clero, dal sacramento della Penitenza e dall'idea stessa del pentimento e dell'espiazione;
    7) la necessaria e urgente pastorale del Matrimonio, non è più necessaria e più urgente di tutta la pastorale su tutta la Dottrina della Fede cristiana.

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    1. Non allontanare l'occasione prossima di peccato è peccato della stessa gravità e forma dell'occasione. La dottrina morale cattolica questo insegna, o almeno insegnava.
      Se i conviventi, ad es., dormon nello stesso letto, l'occasione prossima esiste o no?
      Se dormono in stanze separate l'occasione non è così prossima. Ma, ribadisco esiste lo scandalo della situazione in sé.

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    2. L'occasione molto prossima non sfruttata consapevolmente è doppia virtù allora.

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  4. Ragionamento tortuoso e inutile: non spetta a noi, a padre Cavalcoli o a nessun altro (a parte Dio) stabilire se un divorziato-risposato è o non è in peccato mortale: sarà lui stesso che si andrà a confessare e, se la condizione in cui si trova non è di peccato mortale (per esempio ha rinunciato ai rapporti sessuali con il fermo proposito di mantenere la rinuncia) non vedo perché non dovrebbe ricevere l'assoluzione.

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    1. Qui si giudica una situazione "esterna" e non un caso particolare, perché in foro interno giudica solo Dio.

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  5. Anche Cavalcoli tortuoso ogni persona ha un solo matrimonio valido poi se per varie vicissitudini coplevoli o incolpervoli questo si rompe tu rimani fedele a quel matrimonio=osservi la castità stai come fratello e soreella o da solo e ti prendi tutte le comunioni che vuoi.No botte piena e moglie ubriaca!
    Come hanno fatto tanti credenti che si sono fidati della parola di Cristo i quali- anzichè frasi la prima, la seconda, la terza e quarta "compagna" ( comunisti!)sempre che nel frattempo non ci è pure scappato l'omicidio come accade spesso in questi casi -sono rimasti in castità e in solitudine tutto questo si chiama croce non ha detto Gesù chi vuol venire sottolineo chi vuol venire dietro di me rinnegni se stesso prenda la sua croce e mi segua?e allora dov'è il problema ?io mi sono fidata di questa parola l'ho osservata stare da soli non è facile ma questo ci chiede cristo non compromissione con peccato e poi salvezza democratica la salvezza ha un prezzo

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    1. a meno che ho capito male e ho sbagliato tutto nella mia vita rimanendo da sola per sentire sedicenti sacerdoti che adesso dicono l'esatto contrario

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  6. http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=2726

    http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=114

    http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=44

    http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=333

    http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=1956

    http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=1634

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  7. Padre Cavalcoli si è venduto al nemico quindi?

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    1. Un tempo si diceva che la parola cambierà il mondo, invece oggi il mondo con le sue abitudini vuole cambiare la parola ...

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  8. Chi dopo un matrimonio divorzia non è in stato prossimo di peccato come dice Cavalcoli, ma è nel peccato manifesto perchè ha reciso il vincolo sacramentale venendo meno al patto con il coniuge contratto davanti a Dio.

    Il fatto poi di aver successivamente contratto in forma pubblica una ulteriore unione formale che contraddice pubblicamente il matrimonio sacramentale aggiunge al primo peccato anche il pubblico scandalo e questo avviene a prescindere se i due pubblici peccatori abbiano o meno rapporti sessuali. Il nucleo del loro peccato è palese e manifesto e consiste nel perdurante e pubblico atto di contraddire il vincolo sacrametale precedente. L'avere o meno rapporti sessuali non è dirimente.

    Se persino uno come Cavalcoli arriva a questo livello di ipocisia siamo veramente alla frutta. Stimavo Cavalcoli, ma evidentemente il "nuovo corso" ha convinto anche lui a saltare sul cavallo del'ipocrisia e dell'opportunismo.

    Sono molto deluso.

    Bertoldo

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    1. C'è anche il caso che un divorziato-risposato si penta della nuova unione irregolare, ma non possa scioglierla senza danno perché magari nel frattempo sono nati dei figli. In questo caso la Chiesa dice che almeno ci si astenga dai rapporti sessuali.

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    2. Ma dev'esser anche pentito per il divorzio, non scordiamocelo.
      Ripeto, la legge sia sempre chiara, i singoli casi li devon risolvere i "peccatori" ed il confessore.

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  9. Ormai non esiste la dottrina ma le diverse sensibilità pastorali.

    Ma questa Chiesa è la stessa di Pio XII?

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  10. imo08 aprile 2014 08:12
    Ormai non esiste la dottrina ma le diverse sensibilità pastorali.
    Ma questa Chiesa è la stessa di Pio XII?
    Quanto meno, è "assonnata". La parte "SVEGLIA", cosciente e militante oggi sopravvive (fino a quando?) presso quei tradizionalisti che non cercano legami e riconoscimenti da parte dei "Belli addormentati".

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  11. Che tristezza,anche i migliori si vendono alle logiche del mondo! Non si rendono conto che tutto questo fatto in nome della "pastorale" in realtà ottiene invece l'effetto contrario: getta disprezzo sulla Chiesa e allontana da essa! Se la Chiesa di oggi mi parla in modo diverso dalla Chiesa di ieri, come possono pretendere che poi si riesca a credere che essa parli in nome di Dio? Se ciò che ieri era male, oggi diviene un bene, se ciò che ieri era vero oggi è falso, tanto vale che ognuno si faccia la sua morale e la sua dottrina. Ma questo è puro relativismo... quello che in teoria la chiesa dice di combattere!

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  12. CCC2384: «il coniuge [divorziato] risposato si trova in tal caso in una condizione di adulterio pubblico e permanente».
    Altro che «situazione prossima» di peccato...

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    1. Mi sembra ovvio che questo articolo si riferisca a coloro che "vivono" sessualmente il matrimonio. Da un punto di vista personale, però, i conviventi possono essersi pentiti e non peccare per sincera ed anche faticosa decisione. Resta il problema dello scandalo della convivenza su cui mi son già soffermato. Sarà il confessore a consigliar il modo migliore per moderarlo o sanarlo.
      Il CCC al n. 2383 o 82, non ricordo bene, sancisce che può esser tollerato il divorzio civile di uno dei coniugi separati, e non costituisce peccato in sé, in casi particolari, come la tutela dei figli, del patrimonio ecc.

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  13. ...ma l'occasione prossima di peccato non è solo quella dei due fedeli che potrebbero commettere adulterio, bensì anche lo scandalo che essi danno, e questo è un dato oggettivo che non implica alcuna volontà.

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    1. Padre Cavalcoli non è nuovo a generose arrampicate sugli specchi,e dico generose perchè penso soia mosso dalla volontà di non scandalizzare i fedeli più semplici,che non distinguono il magistero infallibile da quello che non lo è,e vuole quindi difendere sempre e comunque i Pastori,compreso il sommo,cercando interpretazioni ortodosse anche per le affermazioni e gli atteggiamenti a dir poco ambigui,per non indebolire ulteriormente l'istituzione del Papato(più di quanto non faccia già di suo il Papa stesso)E dico generoso anche perchè si espone lui stesso a essere poco credibile,e4scogitando argomentazioni che non reggono a un esame razionale,vedasi suoi confronti col prof.De Mattei. Però alla fine gli escamotage,giunti a un certo livello,non reggono,e inoltre costituiscono ingiuria all'intelletto così come Dio ce lo ha dato e al Vangelo stesso,che non ammette sofismi.Essendo la dottrina sul matrimonio chiarissima,i pastori che ,pur non contraddicendola formalmente,si appellano alla pastorale per aggirarla,nello stile classico vaticansecondista,fanno in realtà una contropastorale.E questo perchè?Ovviamente,OGGETTIVAMENTE ,per piacere al mondo.Questo voler piacere al mondo del resto è stato è stato teorizzato a chiare lettere da Francesco I, in più occasioni ben note(chi sono io per giudicare;ddil proselitismo è una sciocchezza,avviciniamo i fratelli per convertirli?No,no,no;l'importante è fere riunioni in cui ognuno legga il proprio libro"sacro";l'importante è che ognuno segua la propria concezione di "bene e male" ecc.)Tutti indizi,certo,ma gravi,precisi,concordanti,come devono essere,secondo la legge civile,per costituire prova.Ma l'affermazione che li riassume tutti,forse dal sen fuggita,che li riassume tutti e li chiarisce,a mio avviso scandalosa,è quella secondo la quale il benemerito Vat. II ha costituito una RILETTURA DEL VANGELO ALLA LUCE(!)DELLA CULTURA CONTEMPORANEA.Più chiaro di così,caro padre Cavalcli...

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    2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    3. ricordo che il fedele divorziato ma rimasto singolo non ha nessun ostacolo a ricevere il perdono sacramentale, al lmite confessando il peccato di rottura del vincolo se questo è colpa sua. Del resto dall'esterno nessuno può sapere se il divorzio è stato richiesto dall'uno, dall'altro o se i due erano consenzienti. Quindi il divorziato non risposato può comunicare.

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    4. il lercio Fanzaga
      ----------------
      Vedi, Polimar, te l'ho detto altre volte: passi dalla ragione al torto. Ragiona, argomenta, quest'insulti sono stupidi e controproducenti.

      Elimina
    5. SI SI NO NO... io almeno quello che penso scrivo e tanti giri di parole li lascio a chi li fa di mestiere. L'audience non è un problema che mi riguarda, preferisco la verità pure nuda e cruda... a queste arrampicate sugli specchi pur di far finta
      che le bergogliate e i loro dintorni siano quello che non sono;


      Non preoccuparti comunque tanto mi censurano abbastanza rapidamente e il buon nome del blog è salvo.. e per essere sicuro di avere torto marcio ebbene ribadisco:

      Il lercio... anzi lercissimo....

      Io renderò conto davanti a Dio dei miei insulti stupidi e controproducenti, ma altri renderanno conto di intelligenti
      e produttivi sacrilegi del SS.mo Sacramento, fatto e fatto fare ad altri.... sinceramente preferisco avere il mio torto alla loro "ragione".
      Le recenti uscite telefoniche del sudamericano
      padre Bergoglio fanno ben intravedere che anche Cavalcoli
      è uno che sa vedere lontano e sa ben adattarsi al vento che tira.... sicuramente avrà successo... io non sarò tra gli applauditi, e meglio così perché preferisco le censure.

      Grazie comunque per la fraterna correzione, so che sei mosso
      da carità.

      Polimar

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  14. ..risposta "ineccepibile" come quella data ad un viandante smarritosi

    nel bosco:
    -Dove siamo?
    "siamo qui".
    -Si, ma.. qui dove?..
    "qui", indicando il suolo su cui ci si trova.

    Risposta ineccepibile.

    Seguendo il ragionamento (...) di P. Cavalcoli, nessuno potrebbe mai

    aver certezza che le figliole in minigonna e calze a rete lungo i

    viali la sera siano lì a cercar "birichinate"...ed infatti, è vero.
    Nessuno può avere l'assoluta certezza sicuro che non si tratti di mia

    sorella che torna a piedi da una festa di compleanno.
    E' talmente vero che vi sono macchine che si fermano con gente che

    chiede (...forse, non ne siamo sicuri ):
    "buonasera signorina! cosa cerca? si è persa? le serve un passaggio a

    casa?"

    Forse.

    ....francamente, mi domando DI CHE COSA SI STIA PARLANDO.
    Ma veramente si sta mobilitando un Sinodo di due anni sulla famiglia

    per venire incontro alla sofferenza di devoti fedeli che, dopo il

    fallimento di una prima unione, pensano a riunirsi in pie

    confraternite (regolate di volta in volta dal diritto civile nazionale

    come "matrimonio", ma solo a fini patrimoniali..) per sostenersi

    umanamente, spiritualmente e economicamente?.."per non esser soli"?..
    Un sinodo per approvare dei béguinages insomma, delle case di Memores

    Domini...o case-famiglia per coppie di "anziani"..?
    Ma ha letto Maradiaga? Marx?... Ackermann...?
    Ha letto la bella lettera dell'Arcivescovo di Bologna, il Card.

    Caffarra?..
    ...ha letto Sacramentum caritatis, del 2007 (non del "1983"), cap. V, "Eucaristia e Matrimonio"..

    .......MA DI COSA STA PARLANDO CAVALCOLI????

    ..e ancora: non dovevamo forse "non giudicare"?
    beh, allora non dovremmo nè dare un giudizio in negativo, "di condanna", nè "positivo", di assoluzione!! Ecchè diamine, siamo coerenti: ci si attenga al mero dato che pubblicamente appare, di "foro esterno": si trova in condizione di adulterio pubblico permanente, come dice l'anonimo che cita il Catechismo della Chiesa Cattolica, 2384.

    Certo, come dice Baldisseri: "non guardiamo alle norme, guardiamo alle persone!"
    ...e questa di Baldisseri, per inghippo logico, è una norma.

    Cavalcoli si spertica invece in una serie di casuistica della mutanda: è fredda o calda? Lo fanno "strano" o no?
    Ma non ci si rende conto di quanto un intervento del genere da parte del Sacerdote sarebbe umiliante, ridicolo, avvilente..?
    ..eppure per motivi di coscienza e responsabilità, un buon Sacerdote in cura d'anime NON potrebbe non trovarsi preso in questo dramma OGNI VOLTA!
    ..o forse, dovrebbe lavarsene le mani e "fidarsi" del Papa, che ha deciso così: tìè, magna 'l pàn.
    ...e se glielo dicesse un angelo dal Cielo..?

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  15. La vera questione in ballo qui è la riammissione alla comunione dei divorziati risposati, che a sua volta è un escamotage per significare che risposarsi dopo un divorzio è una pratica ammessa dalla Chiesa. Padre Cavalcoli dice in sostanza "se pò fà", secondo la linea sostenuta dal cardinale Kasper. L'idea è che una Chiesa che fa così, allargando la manica con un sorriso, piacerà di più alla gente e ricondurrà all'ovile le pecore sbandate mostrando che c'è comprensione e bontà per tutti o quasi. Temo che invece se questi bei propositi troveranno applicazione si otterrà solo di allontanare dalla Chiesa anche molta gente che ancora è dentro di essa, e che dirà "se non ci credono più nemmeno loro perché ci dobbiamo credere noi?".

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    1. Umanamente capisco l'angoscia dei pastori che vorrebbero la chiesa piena e non dire di no mai a nessuno. Passare per severi non è di moda. Ma la Chiesa, dal semplice battezzato in su, deve sforzarsi di piacere soprattutto al Suo Signore. Signore che sull'indissolubilità del matrimonio non pare sia stato possibilista...
      Antiquario

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    2. Confratello, non credo che si possa paragonar p. Cavalcoli al card. Kasper. Basti legger la conclusione del teologo domenicano, col quale sono stato in netto dissenso altre volte: ed anche a questo suo intervento ho riservato qualche osservazione.

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  16. Si è perso il senso dello scandalo, ormai è tutto lecito, pazzesco.

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  17. Tutti Cagnotto eh? Ma i luterani hanno già postato in un loro sito che nel 2017 ci sarà una grande cerimonia comune, catto-protestante per dirimere le diversità ed appianare le controversie......che bello, peccato per le decine di migliaia di morti da entrambe le parti, per la guerra dei 30 anni....oopsss,il vento primaverile porta via tutto, salvo a lasciare dietro di sé un mare di rovine.....c'era una volta la chiesa cattolica, apostolica, romana, benvenuti nella confederazione delle chiese vuote.

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  18. Un bel tacer non fu mai scritto.

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  19. I cardinali vanno alla guerra. Del Sinodo. Ma Bergoglio con chi sta?
    http://www.qelsi.it/2014/i-cardinali-vanno-alla-guerra-del-sinodo-ma-bergoglio-con-chi-sta/

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  20. La risposta di Padre Cavalcoli suscita in me una domanda: ma in che mondo vive il Padre? Crede veramente che due persone convivano castamente, come fratello e sorella (si diceva un tempo)? Certo che, un conto è enunciare principi teorici, ed altro è affrontare casi concreti. E' poi evidente che solo il Confessore può farsi un'idea precisa delle idee dei due, ma si prende sempre una bella responsabilità. Certo, se una persona fa una confessione sacrilega, si potrebbe anche dire che sarà peggio per lei (o lui) ma mi sembra un ragionamento assai debole. Speriamo che il Signore ci illumini, ma ricordiamo anche che non si deve cedere di fronte al male per avere successo nel mondo. I santi non l'hanno mai fatto ma non tutti i Papi sono stati Santi.

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AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione