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martedì 25 marzo 2014

Suor Cristina : sorella rock star …immagine “diversa” di suora

 "L'asssalto" all'ingresso di una normalissima classe di Scuola Media da parte di una ventina di ragazzini che dicono a voce alta : " Prof. si deve modernizzare ... ha visto in TV la suora rock ? Lei ci dice sempre che la musica rock non è adatta per noi e ci fa cantare sempre delle canzoni troppo classiche ...". 
Così "grazie" ai nostri  Alunni abbiamo appreso dell'esistenza dell'ennesima suora rockettara che si è esibita in TV  "col permesso delli Superiori" ... che si aspetta una telefonata di congratulazioni di Papa Francesco ( v. video sotto linkato) ...
Non occorrono, per ora, altre parole ...
Il disinteresse per la buona pratica musicale ed il conseguente ( logico) dimezzamento in Italia delle Classi di Organo e Composizione Organista nei Conservatori Statali di Musica ( per mancanza degli iscritti) è imputabile quasi in toto  all'evidente e scandalosa trascuratezza del Clero e delle Istituzioni Ecclesiastiche nei confronti della vera musica sacra ( e della Liturgia ...)
Ad perpetuam rei memoriam . 

Bene usare la tv, ma ci vuole prudenza e capacità 
La faccia è acqua e sapone, la battuta è spontanea e fanciullesca. 
Si chiama suor Cristina e, nel programma The Voice, dedicato alle voci nuove, ha fatto colpo. 
Di fronte alle riprese della trasmissione di RAI 2 c'è chi ha osannato e chi ha torto il naso.
Per curiosità, e per dovere d'informazione, ho guardato anche io su you tube il filmato in questione, ma ho guardato anche altro: interviste fatte a suor Cristina su vari canali televisivi e in diverse occasioni. 
Mi sono convinta della genuinità della suora e della semplicità con cui, nella sua vita e nella sua Congregazione, tutto è nato. 
Ho visto il desiderio, certo sincero, di far emergere un'immagine diversa della suora e ho gioito del suo bel rapporto con le consorelle, attempate, e pur tuttavia capaci di accogliere l'imprevedibile novità di una sorella rock star. 
Quello che però mi lascia molto perplessa e che mi porterebbe a mettere in guardia suor Cristina e le sorelle orsoline, è il mondo in cui sono piombate. 
Non mi sono piaciute le riprese della trasmissione The Voice, volte più a tracciare il lato comico della faccenda che la serietà dell'impegno di chi stava cantando. 
Non mi fido del mondo, almeno di certo mondo, dei media, che prima porta in alto le sue vittime e poi le lascia cadere nel baratro. 
Sarebbero troppi i nomi da elencare, fra coloro che frati, suore o preti beat, hanno poi perso tutto, vocazione e talento. 
Non mancano, per fortuna, buoni esempi. 
Alcuni sono stati capaci di dominare il mondo dei media, tuttavia non avendo accettato le regole del gioco, presto o tardi, sono caduti nell'oblio. 
Non sono oscurantista e sono convinta che non si possa fare a meno di utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione sociale e, in tal senso, anche apparire in TV può avere il suo valore. 

( Tutto l’Articolo su Nuova Bussola Quotidiana QUI


Sconfinando dalle Conventuali ai Sacerdoti, a proposito del Sacerdozio e l’impegno sociale - che in questi giorni pare essere icona preferita dai mass media, il Ven. Paolo VI ("Non facciamo modello di rinnovato cristianesimo i principii pseudo liberatori") il 25 febbraio 1974 si era rivolto  al Clero della Diocesi di Roma con queste parole :

SACERDOZIO E IMPEGNO SOCIALE 
  
"I bisogni ancora sono molti, e noi, che vogliamo vedere nel prossimo sofferente il Cristo, che attende da noi d’essere riconosciuto e servito, dobbiamo moltiplicare la nostra dedizione e la nostra abilità per non fallire all’istanza moderna del nostro generoso e efficace interessamento. 
Ma proprio a questo fine umano e cristiano consentiteci alcune osservazioni, che consideriamo importanti ed attuali. 
Prima osservazione: che il nostro interessamento caritativo e sociale non sia a scapito della nostra attività propriamente religiosa, tanto nella nostra vita personale, che in quella comunitaria. 
L’annuncio della Parola di Dio e il ministero della Grazia abbiano sempre la prevalenza, sia per la realtà dei loro valori religiosi, e sia per evitare il pericolo che la loro mancanza inaridisca l’aspirazione vera e l’indefessa energia morale, di cui l’attività sociale cristiana non può essere priva. 
Seconda osservazione. Questo «primato dello spirituale» è necessario per noi per contenerci nei limiti della nostra competenza religiosa (ricordate: date a Dio, date a Cesare) (Cfr. Matth. 22, 21; Rom. 13, 7), per rispetto all’ordine temporale costituito, al quale dobbiamo appoggio e collaborazione, ma non dobbiamo pretendere di sostituirlo, quando il bisogno del prossimo non reclamasse il nostro samaritano intervento. 
Né dobbiamo consentire che l’attività religiosa sia strumentalizzata a fini temporali, o a scopi utilitari.  ( Sottolineatura nostra N.d.R.)
Lasciateci proseguire, e presentare alla vostra coscienza sacerdotale una duplice raccomandazione, alla cui testuale osservanza è oggi legata, in alcuni casi la vostra autentica fedeltà a Cristo e alla Chiesa: sappiate essere davvero distaccati dal denaro e dai vantaggi economici, risultanti per abili e indebite manovre, dall’attività religiosa a vostro profitto; e sappiate essere con voi stessi severi per mantenere trasparente la purità del vostro costume, sia interiore che esteriore (Cfr. Matth. 5, 28), non cedendo nel vostro comportamento alla incoerente e forse fatale permissività, di cui oggi pur troppo tanto si parla. 
 E poi dovremmo parlare dello spirito di contestazione, ch’è diventato quasi una forma epidemica, antiecclesiale, di critica acida e spesso preconcetta, ormai convenzionale, che favorisce un opportunismo demolitore, non rivolto né alla verità, né alla carità. 
Come può svilupparsi un’azione positiva, concorde, cristiana da un pluralismo ideologico, che sa di libero esame, e perciò disgregatore della coesione della comunione di fede, di amore, di servizio, di unità evangelica? 
Non disperdiamo le forze della Chiesa, non facciamo modello di rinnovato cristianesimo i principii pseudo liberatori, che hanno tentato di lacerare l’«inconsutile veste di Cristo», e che un difficile ecumenismo tenta di ricomporre. 
Veritas liberabit vos (Io. 8, 22), dice il Signore: la verità, quale la Chiesa custodisce ed insegna, non le profanae vocum novitates (1 Tim. 6, 20), le opinioni correnti, spesso di provenienza ostile, punto liberatrici, alle quali alcuni, piuttosto che alla fede genuina, prestano servile ossequio" Paolo VI.

1 commento:

  1. Chi si fa prete o suora o religioso deve vivere ciò per cui è stato chiamato, deve abbandonare la mentalità di questo mondo, che è il mettersi in mostra, per essere ammirati, con la scusa di fare del bene, ma in realtà, e nel proprio io sappiamo benissimo, che si rincorre la gratificazione delle persone, tutte cose che un tizio di nome Gesù, se n'è guardato, anzi fuggiva quando lo volevano fare re, dopo aver compiuto dei miracoli, chissà perchè? Se leggiamo le vite dei santi, essi cercavano il nascondimento, non i riflettori di suor ...... .

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La Redazione